Sabato 24 Febbraio 2001

L’impresa delimita il cantiere e si riaccende la battaglia ambientalista
«No a quel mostro edilizio»
Vignone contro il complesso residenziale
Sergio Ronchi
VIGNONE L’Associazione per la tutela del patrimonio storico e ambientale della frazione di San Martino, sulla collina verbanese, lancia l’allarme. «E’ stata ripristinata la concessione edilizia per il progetto del complesso residenziale Willbau - denuncia la presidente Anna Maria Sala -. L’impresa ha eretto una lunga palizzata per recintare l’area interessata e già questa installazione, visibile da tutto il lago dimostra quanto saranno sconvolgenti e deturpanti per il territorio le edificazioni previste».
La vicenda per tutelare dal «mostro edilizio» l’area circostante il complesso monumentale di San Martino di Vignone, di riconosciuto valore storico, artistico, religioso e paesaggistico, è iniziata una decina di anni or sono. Allora l’amministrazione intraprese l’iter del nuovo piano regolatore, in cui erano previste ampie zone edificabili immediatamente e ridosso dei sacri edifici.
Le tappe successive hanno visto la forte opposizione di Verdi, ambientalisti e Museo del Paesaggio, nonchè di molti abitanti, e successive e spesso contradditorie prese di posizione da parte delle autorità competenti. Lo scorso anno la Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici del Piemonte ha bocciato il progetto del complesso residenziale Willbau, ma successivamente il Tar ha accettato il ricorso della proprietà per un vizio di forma commesso dalla stessa Soprintendenza e dal Comune.
Essi non hanno infatti notificato all’impresa l’inizio della procedura di annullamento del parere favorevole della Regione. Da qui il ripristino della concessione edilizia e l’erezione della palizzata per delimitare l’area dei lavori. La gravità della situazione viene denunciata con toni decisi da Maria Cerutti, capogruppo di minoranza in consiglio comunale, impegnata da anni in una strenua battaglia contro l’insediamento abitativo di 36 unità immobiliari e per salvaguardare il complesso monumentale e l’area circostante.
«E’ stato un decennio di irresponsabile altalena - si sfoga Maria Cerutti -. Abbiamo interessato tutte le forze politiche di ogni colore, senza ottenere significative prese di posizione, ma constatando anzi una costante colpevole latitanza. Non c’è ancora sentenza definitiva, ma intanto dalla semplice delimitazione del cantiere si può già vedere quanto invasive saranno le case a schiera. Persa questa battaglia, nessun politico locale potrà più permettersi di parlare di sviluppo del turismo sul Lago Maggiore, poichè ne esce ridicolizzato ogni possibile discorso di tutela del paesaggio». Viene preannunciata anche la pubblicazione di un «libro bianco» con indicazione di tutte le persone a vario titolo coinvolte nella vicenda e del loro comportamento. «Deve restare almeno memoria di questa vergogna - conclude Maria Cerutti - e vanno denunciate indifferenza e colpevole assenza della politica».