L'invasione delle termiti rosse giganti

di Luciano Giovenzani

http://members.theglobe.com/busin/pallarticoli.htm

(finzione cinematografica o realtà locale)?

 Avete mai visto un tarlo? mi riferisco a quelle larvette fameliche, da non confondersi con le termite rosse, anche se hanno le stesse abitudini, i tarli  vivono, nei tronchi dei vecchi pioppi e salici, di cui diventano cibo per i  picchi, vivono anche in vecchie travi delle case e negli armadi di noce.  Ne vidi alcuni, una volta quando aquistai  dal famoso antiquario  Ruga, una armadio di ciliegio, che poi restaurai con pazienza ed amore con l'antico saggio metodo di togliere l'aria al tarlo otturando i buchi con la cera d'ape, ricordo di un ambiente famigliare ormai scomparso, oggi usiamo un legno fasullo che puzza di roba chimica. Questo  insetto predilige  il legno tenero, sparì e non si fece più vedere alla luce del sole, (l'armadio c'è ancora per fortuna) Per contro mi hanno fatto rilevare  che a Pallanza, da qualche anno è invasa da una specie di termite rossa, oppure sono tarli giganti a due gambe e due braccia, quasi somiglianti a noi, ma certamente saranno degli "alieni" chissà da quale Galassia, possono essere  piombati sulla innocente cittadina lacustre. Come in un racconto fantascientifico questi esseri si sono impossessati  delle sembianze umane, forse di notte, usciti dal loro bacelloni, mentre  ignari burocrati dormivano, sognando grandi foreste e verdi pasture, se no, non quadra la trama:  come in un vecchio film americano, divenuti un doppione umano, privi di sensibilità, d'emozioni ed amore, per il verde aggiungiamo noi. Gli invasori dello spazio hanno fatto la loro sede permanente, pare negli uffici del Comune di Verbania o altre istituzioni forse trasformati in burocrati dalle stesse  caratteriali? Molto  più spietati e voraci dei loro cugini terresti hanno sistematicamente attaccato, scempiato distrutto, debellato, ogni forma arborea di grande dimensione della città e dintorni.! Nel loro DNA non esistono  geni amici del verde, anzi questo colore bellissimo della clorofilla, li umanizzava al tal punto che tolsero dai piedi tutto il verde possibile di Pallanza a cominciare dal lungolago, le ultime due vittime, sono stati il vecchio olmo di oltre 150 e l'ippocastano vicino al Tribunale, completamente sano e robusto dovuto soccombere per fare posto alla triplice rotonda sparti traffico, ma questo è un'altro discorso. Molta gente a Pallanza, conduce, si batte, impugna  un' impari lotta per salvaguardare quel poco di  patrimonio arboreo rimasto nella loro città, hanno dovuto soccombere a deroghe, sentenze in favore a questi tarloni sostenuti ed infiltrati nelle varie amministrazioni, sia regionali che provinciali> Quando alla sera nella loro tana  si tolgono la finta pelle umana  e si nutrono di olio da motore combusto, sono di un  colore rosso acceso, come le termiti africane è ovvio e dato per scontato che non vanno d'accordo con il colore verde e tutto ciò che lo rappresenta, anti clorofilliani, amanti del cemento e del ferro,  cultori della motosega come i loro denti.  Altrove tutti i colori di bandiera cercano di  armonizzare, salvaguardare, costruire un  l'ambiente sano a portata ragionevole, questi  umani, non ancora posseduti dai mostri siderali,  non si accaniscono al taglio degli alberi,  qualche meschino, ci sarà, ma meno virulenti che a Pallanza. Sarà la  mitezza dell'aria o il clima favorevole alla vegetazione, quello che crebbe in un paio di secoli , in un paio d'anni è sparito dalla scena, vegono rifatte e stampate nuove cartoline con "Saluti da Pallanza", che assomiglia sempre più ad una cittadina dell'Australia, senza canguri.  Ma non disperiamoci se tutti insieme ci unissimo e combattessimo affinché l'ultimo tarlone  ritorni nel suo mondo misero e lasci il posto a veri biologi, ed esperti agronomi, forse allora, potremmo salvare ancora qualche albero? Reduci da una catastrofe, e non per colpa del Sindaco, lui non può farci niente, semmai è anche lui una vittima in mano agli "alieni". Una cosa se permettete  vorremmo dire, ma sono parole dette al vento, al "Maggiore" - che quello ci sta intorno e che la Natura ci dona, e l'uomo da una mano a valorizzarla,  non è di proprietà  della cricca tarlonica?,( eufemismo preso a prestito dal gergo locale, per meglio dare l'idea delle serietà della questione), come alcuni cittadini vorrebbero sottolineare: che tutti gli alberi, specialmente quelli delle zone pubbliche, non vanno trattati a cuor leggero. Attenzione a voi alberi dei  parchi e dei giardini privati, non siete  immuni da queste tarme, prima o poi attaccheranno anche voi, come esempi decadenti di un potere capitalistico, oppure ospitate come i cani, uccelli che sporcano il suolo comunale. Dov'è il rispetto e il dovere, per tutti, gli esseri viventi compreso  gli alberi  pubblici,  essi fanno parte del patrimonio che ci lasciarono i nostri padri e noi abbiamo l'obbligo e il dovere di curare e preservare per i nostri figli.