(Nella foto: La planimetria della cosiddetta
"bonifica")
PARCO BOTANICO SUL CARBURO
A passeggio sopra un milione e mezzo di metri cubi
di scorie chimiche?
Sulla Prealpina di oggi (che non si pubblica in
internet e che quindi non posso trascrivervi) c'è un articolo, che sarebbe
umoristico, se non fosse invece grottesco. Partiamo dal titolo: VILLA,
PARCO BOTANICO INVECE DEL CARBURO. Termina tra un mese il risanamento delle
aree-discarica Enichem. Al loro posto migliaia di piante. (Viene
voglia di applaudire: finalmente una buona notizia, e che sia di esempio per
tutti gli altri comuni).
Vi cito altri passaggi dell'articolo: ... una
sorta di parco dove oltre alle diecimila piante che animeranno il sentiero
botanico, troveranno casa anche vialetti di passeggio. La cima della
montagnola ... è occupata da un piccolo laghetto artificiale ... L'area,
circa centocianquantamila metri quadrati di superficie (e circa un milione e
mezzo di mc, ndr) ... Il progetto ... è costato alle casse Enichem circa
dieci miliardi di vecchie lire ... Per anni infatti su quei terreni è stata
stipata la melma del carburo ... L'idea è di creare una sorta di percorso
guidato fra le specie botaniche più diffuse in Ossola. Nel laghetto sarà
posizionato anche un canneto. "Potrebbe diventare un'oasi naturale di
nidificazione per alcune specie di uccelli" spiegano gli esperti ...
E adesso ridiventiamo persone serie e citiamo
fatti e dati, usando le poche fonti disponibili, o meglio: l'unica
fonte disponibile, poiché né il Comune di Villadossola, né
la Provincia VCO, né la Provincia di Novara dispongono di documentazione che
informi sul contenuto della deliziosa montagnola. Il documento che
citerò è l'unica relazione analitica del suolo, effettuata
da Enichem e si intitola: "Indagine conoscitiva e
caratterizzazione analitica dei campioni di rifiuto prelevati nella discarica
esterna allo stabilimento Enichem Syntesis di Villadossola" *.
Nonostante le nostre sollecitazioni, non è saltata fuori nessuna analisi del
suolo di origine pubblica (Arpa o Asl), mentre esiste e viene esibito sia in
Comune sia in Provincia molto materiale sul progetto del parco botanico e
del laghetto, per il cui fondo (del laghetto) la Regione Piemonte ha
preteso l'uso di "asfalto ecologico" (sic!).
Dice la premessa del documento: ... In tale
discarica sono accumulate le melme di calce derivanti dalla
pluriennale produzione di acetilene (l'acetilene veniva
prodotta passando attraverso il cosiddetto carburo e aveva
come sottoprodotto da discarica la calce, ndr), alle quali venivano mescolati nerofumo
e polverino di carbone derivanti dalla carbonatazione dei
fumi della centrale termica (entrambi contengono sostanze notoriamente
cancerogene, ndr). ... Attualmente sulla sommità della discarica sono
sversati 2-3 mc/ora di acque reflue della produzione degli acetati (di
vinile, anch'essi cancerogeni, ndr): si tratta di una torbida ricca
in polimero in sospensione. Tale torbida si distribuisce dalle terrazze
superiori a quelle inferiori fino alla completa dispersione. Si verificano sia
fenomeni di evaporazione ... che di infiltrazione e percolazione attraverso la
massa di calce, causandone il continuo imbibimento. Seguono alcune pagine
con risultati analitici rassicuranti.
Quindi il nostro "parco
botanico" sorge sopra un milione e mezzo di metri cubi di calce, residuo
della lavorazione del carburo, nerofumo e polverino di
carbone, e liquami di lavorazione degli acetati. Così, almeno, dice
Enichem: Arpa, Asl, Provincie, Comune o altri Enti non dicono
assolutamente niente, perché non hanno mai fatto un'analisi in proprio
(o almeno non ne è rimasta traccia negli archivi) e hanno lasciato fare.
In pratica, si tratta di una enorme discarica chimica di
composizione varia, utilizzata per decenni in totale arbitrio, analizzata infine in
quattro (4) punti, scelti a caso, dalla ditta direttamente interessata, l'Enichem, mai
bonificata, che comunica direttamente col suolo e col sottosuolo, coperta
superiormente da uno strato di terra da coltivo, inerbita, piantumata, ornata
di vialetti e laghetti, cioè, come conclude l'articolista: una
sorta di biglietto da visita per quanti, in uscita dalla superstrada, si
troveranno di fronte un'area per pic-nic o ancora per campeggio.
Sono smarrita. Ho ragione io, ad essere sconvolta,
oppure esagero e ha invece ragione il sindaco Ravandoni, che ritiene in
assoluta buona fede questa urbanizzazione il massimo che si potesse
ottenere da Enichem per il suo paese? Il mio smarrimento cresce ulteriormente,
per il fatto che dai cittadini di Villadossola non è mai arrivato fino a
Legambiente un dubbio, una perplessità, un'esitazione. Vogliamo provare a
ragionarci insieme? C'è qualcuno che ha informazioni aggiuntive?
*Il documento citato è stato protocollato presso
il Municipio di Villadossola il 25.05.92 con prot. n° 5786.
Amelia Alberti
(P.S. Dopo questo intervento, la Prealpina ha preso a cuore la
vicenda e con il suo giornalista M. Visco si è gettata sulle tracce del
passato, scoprendo molte cose interessanti, che finora non erano venute a
galla. Sembra, però, che di analisi del suolo e del sottosuolo ufficiali non
ce ne sia neanche l'ombra. Vi terrò informati).