Nella foto: Mappa della strada di arroccamento
 
 
VOGOGNA: UNA STRADA PAZZESCA
Procedura di VIA contestata.
Le nostre osservazioni.
25.06.03
 
AI SIGG. GIORNALISTI
 
Giovedì 26.06.03, alle ore 10,30, si terrà a Vogogna la Conferenza dei Servizi per la procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) comunale della strada di arroccamento per la riattivazione delle cave Righera, Mott, Paradiso e Cremosina. Il Circolo Verbano di Legambiente, sollecitato da un gruppo di cittadini, ha presentato Osservazioni e sarà presente alla seduta. Trattasi di una strada della lunghezza di oltre 7 Km, che parte dalla frazione Case Pratini, superando un dislivello di circa 650 m, con andamento tortuoso, segnato da ben 43 tornanti. La strada sarà sostenuta da muri di contenimento in massi di cava legati con calcestruzzo, che determineranno un gravissimo impatto visivo sulla costa della montagna (attualmente coperta da manto boschivo), visibile a chilometri di distanza. Polvere, rumore, traffico veicolare degraderanno inevitabilmente la qualità della vita dei cittadini residenti. La spesa prevista, assolutamente sottostimata, è di circa due milioni e mezzo di euro, a carico del Patto territoriale della provincia VCO (67%) e di una società mista. Lo scopo dichiarato della strada è quello di riattivare le cave di beola, dismesse da mezzo secolo, di cui nel progetto è anticipata una resa assolutamente insignificante (125.000 mc utili in un decennio, per un ricavo inferiore a un milione di euro). Parte della strada è sottoposta a Usi civici, per la risoluzione dei quali è in corso una pratica presso la Regione Piemonte. Alcuni cittadini hanno già dichiarato che si opporranno alla mutazione d'uso di questi fondi e successivamente anche di quelli delle cave, anch'essi gravati da Usi civici, che sono tutelati da una legge dello Stato, essendo proprietà demaniale data in uso collettivo alla cittadinanza locale da tempo immemorabile.
Legambiente ritiene quindi che l'impatto ambientale e la spesa necessaria non abbiano adeguato compenso in termini di ricaduta positiva.

AL SINDACO DI VOGOGNA (VCO)

 

Oggetto: PROCEDURA DI V.I.A. COMUNALE RELATIVA ALLA "VIABILITA’ DI ARROCCAMENTO PER LA RIATTIVAZIONE DELLE CAVE RIGHERA, MOTT, PARADISO E CREMOSINA". OSSERVAZIONI.

 

Il giorno 26.06.03 avrà luogo presso la sede municipale di Vogogna (VCO) la Conferenza dei servizi tesa a valutare l’impatto ambientale della "VIABILITA’ DI ARROCCAMENTO PER LA RIATTIVAZIONE DELLE CAVE RIGHERA, MOTT, PARADISO E CREMOSINA". A tal proposito il Circolo Verbano di Legambiente, sollecitato ad esprimersi da un gruppo di cittadini di Vogogna, presenta le seguenti OSSERVAZIONI.

 

1) Trattasi di una strada di arroccamento della lunghezza di oltre 7 Km, che supera un dislivello di circa 650 m, con andamento tortuoso, segnato da ben 43 tornanti. La strada viene sostenuta da muri di contenimento massicci, in massi di cava legati con calcestruzzo, che determineranno un gravissimo impatto visivo sulla costa della montagna, attualmente coperta da manto boschivo, visibile a decine di chilometri di distanza (v. a questo proposito le note confermative degli stessi progettisti, a pag. 22 della Sintesi in linguaggio non tecnico).

Si osserva che le misure proposte nel progetto per mitigare l’impatto visivo sono assolutamente irrisorie. Si osserva anche che la Rappresentazione indicativa dell’impatto scenico percettivo dell’intervento (all. al Progetto) non è per nulla realistica; essa è quindi fuorviante, poiché non rende assolutamente conto della futura realtà dei luoghi. Fatte salve le Osservazioni successive, si chiede che venga presa in considerazione una soluzione diversa e a minor impatto visivo.

 

2) Per la costruzione della strada si abbatteranno più di 14.000 alberi di alto fusto (castagni, betulle, roveri, pini silvestri, ...).

Si osserva che il depauperamento boschivo operato nella costruzione della strada non potrà essere in alcun modo compensato da eventuali vantaggi economici d’altro tipo. Eppure è ben nota la funzione primaria della vegetazione sulla montagna, indispensabile per trattenere e moderare l’acqua piovana e conseguentemente frenare la discesa del terreno e dei sassi. Ciò è conseguente alla scelta progettuale, della quale si chiede la revisione.

 

3) La strada si inerpica subito a ridosso di case di abitazione per circa centocinquanta persone, che vedranno la loro qualità della vita scadere nettamente, sia durante la fase di cantiere (polvere, rumore, traffico veicolare, ...), sia in corso di gestione delle cave.

Si osserva che la soluzione adottata appare quella che penalizza maggiormente la popolazione ivi residente, e che essa sembra scelta soprattutto per motivi di ordine economico. Si chiede che venga presa in esame una soluzione che penalizzi meno la popolazione residente.

 

4) Dalla tabella riassuntiva dei costi necessari alla realizzazione dell’intervento si desume che la spesa prevista (per il 67% a valere sui fondi del Patto territoriale, mentre la rimanente parte sarà finanziata mediante ricorso al credito attraverso la società "Cave Futura s.r.l.") sarà di € 2.614.204,82.

Si osserva che detta spesa appare non adeguata alla quantità e qualità del lavoro previsto dal progetto, relativo ad una strada che richiede interventi pesanti, anche di scavo in roccia e brillamento. Da informazioni assunte presso tecnici qualificati si può affermare che la spesa totale, per essere credibile, debba essere almeno quadruplicata. Ci si chiede chi si assumerà la responsabilità di un simile errore di valutazione.

 

5) La necessità primaria della strada viene motivata in due modi distinti. Da una parte si evidenzia che la strada è destinata ad un "utilizzo agro-silvo-pastorale" (v. Istanza di Concessione Amministrativa inviata dal Comune di Vogogna all’Ufficio Regionale Usi Civici, del 26.5.03), dall’altra invece si afferma che la medesima strada serve per la "riattivazione delle cave Righera, Mott, Paradiso e Cremosina" (v. Titolo del progetto sottoposto a V.I.A. "VIABILITA’ DI ARROCCAMENTO PER LA RIATTIVAZIONE DELLE CAVE RIGHERA, MOTT, PARADISO E CREMOSINA"), addirittura come "elemento imprescindibile per la futura riattivazione delle cave" (Sintesi in linguaggio non tecnico, pag. 4).

Si osserva che esiste contraddizione tra le due destinazioni della strada e che quindi la questione va risolta in modo chiaro e definitivo, qualunque sia il destinatario della corrispondenza o degli atti.

 

6) Per quanto riguarda in particolare la riattivazione delle cave, esse sono state dismesse alcuni decenni fa, in quanto ritenute non più redditizie. Si tratta di giacimenti di beola grigia, verde e bianca (quest’ultima di tipo pregiato). In passato i massi venivano portati a valle tramite teleferica e scivoli.

Si osserva che negli atti progettuali non è inserita la valutazione precisa dei volumi utili dei giacimenti, fatti salvi i seguenti, preoccupanti riferimenti.

"Nell’ambito dell’indagine svolta non è stato possibile raccogliere elementi sufficienti a definire puntualmente il volume utile dei giacimenti" (Geostudio, maggio 2003, pag. 28). Appare particolarmente grave questa affermazione, nel momento in cui si sta progettando di costruire una simile strada finalizzata alla riattivazione delle cave.

"Il quantitativo di beola che si prevede di estrarre in dieci anni è di 250.000 mc. Lo scarto di coltivazione previsto è del 50%. ... Il valore attualizzato è di 7,31 €/mc" per un ricavo totale di 913.750,00 € (Perizia relativa agli Usi Civici, Integrazione, dott. I. Rabbogliatti, pag. 4,5). Dallo studio del dott. Rabbogliatti si evince un ricavo decennale davvero insignificante, che in nessun modo può giustificare un intervento tanto invasivo sull’ambiente montano. Infatti, assumendo anche per verosimile il costo della strada, essa non vedrebbe mai un rientro della spesa sostenuta dalla collettività per favorire una simile "valorizzazione dei territori montani" (v. Istanza di Concessione Amministrativa inviata dal Comune di Vogogna all’Ufficio Regionale Usi Civici, del 26.5.03).

 

7) Ulteriore motivazione della strada è la accessibilità veicolare all’Alpe Marona, attualmente caratterizzata da edificati in via di ristrutturazione.

Si osserva che non è previsto dal PRGC alcuno sviluppo urbanistico dell’Alpe Marona e quindi non ha alcun senso costruire strade di servizio all’alpe stessa.

 

8) Ultima motivazione riguarda infine l’accessibilità ai mezzi antincendio boschivo.

Si osserva che proprio l’ultimo, gravissimo incendio di questi giorni ha mostrato come la presenza di strade sia stata piuttosto causa che rimedio all’incendio. E comunque, non essendo ipotizzabile la costruzione di strade su ogni costa montana, lo scopo indicato non appare ragionevole.

 

9) Una parte dei terreni occupati dalla strada sono dichiarati di Uso civico, e quindi vincolati. L’Amministrazione comunale (v. DCC n. 17 del 26.5.03) ha fatto la scelta, sicuramente la meno gravosa da tutti i punti di vista, di non chiedere la liquidazione degli Usi civici, ma di utilizzare la procedura amministrativa di autorizzazione al cambiamento decennale d’uso (v. Circ. del Presidente della G.R. n. 10 del 10.3.97). La Circolare prevede che "tale concessione rechi un reale beneficio economico alla popolazione, ovvero che l’utilizzazione del fondo abbia fini agro-silvo-pastorali, fermo restando che l’uso da parte del concessionare non deve determinare un depauperamento dell’area concessa, sotto il profilo ambientale" e che "i terreni di uso civico non perdono, infatti, la loro qualità di demanio civico ed al fine concessione tornano in uso alla collettività".

Si osserva che l’utilizzo primario previsto per il fondo non è di tipo agro-silvo-pastorale, perché finalizzato alla riattivazione delle cave. La costruzione della strada determinerà un inevitabile e permanente depauperamente dell’area concessa, sotto il profilo ambientale ed è quindi impossibile che a fine concessione essa possa tornare in uso civico alla collettività. D’altronde si concorda pienamente con la scelta del legislatore, che tende a mantenere presso il demanio dello Stato i terreni da secoli gravati da uso civico, come salvaguardia di un uso collettivo del bene pubblico e baluardo contro interventi devastatori del patrimonio ambientale.

Si osserva anche che i cittadini (cioè i veri ed unici titolari dell’uso civico) pare non siano stati informati in modo diretto e certo delle intenzioni dell’A.C. di sospendere l’uso civico dei suoli, ricevendone quindi un vero sopruso.

Si osserva anche che non soltanto alcuni tratti della strada sono di uso civico, ma anche tutti i terreni occupati dalle cave, e che non sembra una mossa politica saggia quella di anticipare la costruzione della strada, a rischio che interventi successivi di ostacolo alla concessione di cambiamento d’uso temporaneo del suolo rendano di fatto inutile la costruzione della strada.

Si chiede che tutta la questione venga trattata in pubblica assemblea con i cittadini titolari dei diritti di uso civico, per raggiungere la certezza preventiva che nessuno di loro intenda opporsi alla modifica programmata.

 

Con osservanza

Dott.ssa Amelia Alberti

Presidente Circolo Verbano di Legambiente

24/06/2003