AL SINDACO DI VOGOGNA (VCO)
Oggetto: PROCEDURA DI V.I.A. COMUNALE RELATIVA ALLA
"VIABILITA’ DI ARROCCAMENTO PER LA RIATTIVAZIONE DELLE CAVE RIGHERA,
MOTT, PARADISO E CREMOSINA". OSSERVAZIONI.
Il giorno 26.06.03 avrà luogo presso la sede
municipale di Vogogna (VCO) la Conferenza dei servizi tesa a valutare l’impatto
ambientale della "VIABILITA’ DI ARROCCAMENTO PER LA RIATTIVAZIONE
DELLE CAVE RIGHERA, MOTT, PARADISO E CREMOSINA". A tal proposito il
Circolo Verbano di Legambiente, sollecitato ad esprimersi da un gruppo di
cittadini di Vogogna, presenta le seguenti OSSERVAZIONI.
1) Trattasi di una strada di arroccamento della
lunghezza di oltre 7 Km, che supera un dislivello di circa 650 m, con
andamento tortuoso, segnato da ben 43 tornanti. La strada viene sostenuta
da muri di contenimento massicci, in massi di cava legati con
calcestruzzo, che determineranno un gravissimo impatto visivo sulla costa
della montagna, attualmente coperta da manto boschivo, visibile a decine
di chilometri di distanza (v. a questo proposito le note confermative
degli stessi progettisti, a pag. 22 della Sintesi in linguaggio non
tecnico).
Si osserva che le misure proposte nel progetto per
mitigare l’impatto visivo sono assolutamente irrisorie. Si osserva
anche che la Rappresentazione indicativa dell’impatto scenico
percettivo dell’intervento (all. al Progetto) non è per nulla
realistica; essa è quindi fuorviante, poiché non rende assolutamente
conto della futura realtà dei luoghi. Fatte salve le Osservazioni
successive, si chiede che venga presa in considerazione una soluzione
diversa e a minor impatto visivo.
2) Per la costruzione della strada si abbatteranno più
di 14.000 alberi di alto fusto (castagni, betulle, roveri, pini silvestri,
...).
Si osserva che il depauperamento boschivo operato
nella costruzione della strada non potrà essere in alcun modo
compensato da eventuali vantaggi economici d’altro tipo. Eppure è
ben nota la funzione primaria della vegetazione sulla montagna,
indispensabile per trattenere e moderare l’acqua piovana e
conseguentemente frenare la discesa del terreno e dei sassi. Ciò è
conseguente alla scelta progettuale, della quale si chiede la
revisione.
3) La strada si inerpica subito a ridosso di case di
abitazione per circa centocinquanta persone, che vedranno la loro qualità
della vita scadere nettamente, sia durante la fase di cantiere (polvere,
rumore, traffico veicolare, ...), sia in corso di gestione delle cave.
Si osserva che la soluzione adottata appare quella
che penalizza maggiormente la popolazione ivi residente, e che essa
sembra scelta soprattutto per motivi di ordine economico. Si chiede
che venga presa in esame una soluzione che penalizzi meno la
popolazione residente.
4) Dalla tabella riassuntiva dei costi necessari alla
realizzazione dell’intervento si desume che la spesa prevista (per il
67% a valere sui fondi del Patto territoriale, mentre la rimanente parte
sarà finanziata mediante ricorso al credito attraverso la società
"Cave Futura s.r.l.") sarà di € 2.614.204,82.
Si osserva che detta spesa appare non adeguata alla
quantità e qualità del lavoro previsto dal progetto, relativo ad una
strada che richiede interventi pesanti, anche di scavo in roccia e
brillamento. Da informazioni assunte presso tecnici qualificati si
può affermare che la spesa totale, per essere credibile, debba essere
almeno quadruplicata. Ci si chiede chi si assumerà la responsabilità
di un simile errore di valutazione.
5) La necessità primaria della strada viene motivata
in due modi distinti. Da una parte si evidenzia che la strada è destinata
ad un "utilizzo agro-silvo-pastorale" (v. Istanza di Concessione
Amministrativa inviata dal Comune di Vogogna all’Ufficio Regionale Usi
Civici, del 26.5.03), dall’altra invece si afferma che la medesima
strada serve per la "riattivazione delle cave Righera, Mott, Paradiso
e Cremosina" (v. Titolo del progetto sottoposto a V.I.A.
"VIABILITA’ DI ARROCCAMENTO PER LA RIATTIVAZIONE DELLE CAVE RIGHERA,
MOTT, PARADISO E CREMOSINA"), addirittura come "elemento
imprescindibile per la futura riattivazione delle cave" (Sintesi in
linguaggio non tecnico, pag. 4).
Si osserva che esiste contraddizione tra le due
destinazioni della strada e che quindi la questione va risolta in modo
chiaro e definitivo, qualunque sia il destinatario della
corrispondenza o degli atti.
6) Per quanto riguarda in particolare la riattivazione
delle cave, esse sono state dismesse alcuni decenni fa, in quanto ritenute
non più redditizie. Si tratta di giacimenti di beola grigia, verde e
bianca (quest’ultima di tipo pregiato). In passato i massi venivano
portati a valle tramite teleferica e scivoli.
Si osserva che negli atti progettuali non è
inserita la valutazione precisa dei volumi utili dei giacimenti, fatti
salvi i seguenti, preoccupanti riferimenti.
"Nell’ambito dell’indagine svolta non è
stato possibile raccogliere elementi sufficienti a definire
puntualmente il volume utile dei giacimenti" (Geostudio, maggio
2003, pag. 28). Appare particolarmente grave questa affermazione,
nel momento in cui si sta progettando di costruire una simile strada
finalizzata alla riattivazione delle cave.
"Il quantitativo di beola che si prevede di
estrarre in dieci anni è di 250.000 mc. Lo scarto di coltivazione
previsto è del 50%. ... Il valore attualizzato è di 7,31 €/mc"
per un ricavo totale di 913.750,00 € (Perizia relativa agli Usi
Civici, Integrazione, dott. I. Rabbogliatti, pag. 4,5). Dallo studio
del dott. Rabbogliatti si evince un ricavo decennale davvero
insignificante, che in nessun modo può giustificare un intervento
tanto invasivo sull’ambiente montano. Infatti, assumendo anche per
verosimile il costo della strada, essa non vedrebbe mai un rientro
della spesa sostenuta dalla collettività per favorire una simile
"valorizzazione dei territori montani" (v. Istanza di
Concessione Amministrativa inviata dal Comune di Vogogna all’Ufficio
Regionale Usi Civici, del 26.5.03).
7) Ulteriore motivazione della strada è la
accessibilità veicolare all’Alpe Marona, attualmente caratterizzata da
edificati in via di ristrutturazione.
Si osserva che non è previsto dal PRGC alcuno
sviluppo urbanistico dell’Alpe Marona e quindi non ha alcun senso
costruire strade di servizio all’alpe stessa.
8) Ultima motivazione riguarda infine l’accessibilità
ai mezzi antincendio boschivo.
Si osserva che proprio l’ultimo, gravissimo
incendio di questi giorni ha mostrato come la presenza di strade sia
stata piuttosto causa che rimedio all’incendio. E comunque, non
essendo ipotizzabile la costruzione di strade su ogni costa montana,
lo scopo indicato non appare ragionevole.
9) Una parte dei terreni occupati dalla strada sono
dichiarati di Uso civico, e quindi vincolati. L’Amministrazione comunale
(v. DCC n. 17 del 26.5.03) ha fatto la scelta, sicuramente la meno gravosa
da tutti i punti di vista, di non chiedere la liquidazione degli Usi
civici, ma di utilizzare la procedura amministrativa di autorizzazione al
cambiamento decennale d’uso (v. Circ. del Presidente della G.R. n. 10
del 10.3.97). La Circolare prevede che "tale concessione rechi un
reale beneficio economico alla popolazione, ovvero che l’utilizzazione
del fondo abbia fini agro-silvo-pastorali, fermo restando che l’uso da
parte del concessionare non deve determinare un depauperamento dell’area
concessa, sotto il profilo ambientale" e che "i terreni di uso
civico non perdono, infatti, la loro qualità di demanio civico ed al fine
concessione tornano in uso alla collettività".
Si osserva che l’utilizzo primario previsto per
il fondo non è di tipo agro-silvo-pastorale, perché finalizzato alla
riattivazione delle cave. La costruzione della strada determinerà un
inevitabile e permanente depauperamente dell’area concessa, sotto il
profilo ambientale ed è quindi impossibile che a fine concessione
essa possa tornare in uso civico alla collettività. D’altronde si
concorda pienamente con la scelta del legislatore, che tende a
mantenere presso il demanio dello Stato i terreni da secoli gravati da
uso civico, come salvaguardia di un uso collettivo del bene pubblico e
baluardo contro interventi devastatori del patrimonio ambientale.
Si osserva anche che i cittadini (cioè i veri ed
unici titolari dell’uso civico) pare non siano stati informati in
modo diretto e certo delle intenzioni dell’A.C. di sospendere l’uso
civico dei suoli, ricevendone quindi un vero sopruso.
Si osserva anche che non soltanto alcuni tratti
della strada sono di uso civico, ma anche tutti i terreni occupati
dalle cave, e che non sembra una mossa politica saggia quella di
anticipare la costruzione della strada, a rischio che interventi
successivi di ostacolo alla concessione di cambiamento d’uso
temporaneo del suolo rendano di fatto inutile la costruzione della
strada.
Si chiede che tutta la questione venga trattata in
pubblica assemblea con i cittadini titolari dei diritti di uso civico,
per raggiungere la certezza preventiva che nessuno di loro intenda
opporsi alla modifica programmata.
Con osservanza
Dott.ssa Amelia Alberti
Presidente Circolo Verbano di Legambiente
24/06/2003 |