CONTRO IL DISSESTO, COMINCIAMO DAI PARCHI
 
Legambiente e Federparchi: 'nei fiumi meno ingegneri, piu' forestali e naturalisti'. Basta con lo spezzettamento di competenze: subito un accordo di programma tra Autorita' di Bacino, regioni e parchi per la ricostruzione degli ambienti fluviali
Fonte: OSSERVATORIO PARCHI E AMBIENTE NATURALE di Legambiente, mailto:parchi.lombardia@legambiente.org
Legambiente e Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve sollecitano un accordo di programma tra Parchi, Autorità di Bacino e Regioni del Bacino del Po: 'E' necessario restituire i grandi fiumi della Pianura Padana alla loro dignità, non dimentichiamo che l'intero catino padano è frutto di un millenario lavorio delle acque dei fiumi, che in corrispondenza delle piene periodiche modificano il loro corso stravolgendo la topografia locale. E' stato un errore gravissimo pensare che queste dinamiche geologiche potessero venire spente con opere di ingegneria idraulica, addomesticando i fiumi pur di conquistare metri quadri di terreno edificabile e coltivabile. Ora si deve chiudere una pagina durata decenni e invertire la rotta: cominciamo dai parchi per avviare una grande opera di ricostruzione del paesaggio fluviale' affermano Damiano Di Simine, responsabile settore parchi di Legambiente Lombardia, e Luciano Saino, vicepresidente di Federparchi.
Occorre chiudere con la frammentazione di competenze che impedisce di guardare ai fiumi in modo complessivo: le leggi sulla tutela del suolo, del 1989, e quella sulla gestione del sistema idrico, del 1996, parlano di semplificazione burocratica e di cooperazione tra gli attori che operano sul territorio. Per questo sono state istituite le Autorità di Bacino: l'Autorità di Bacino del Po fino ad oggi ha lavorato bene redigendo il Piano di Bacino, approvato nel 1999, ma si può fare molto di più. L'attuazione delle misure di manutenzione e prevenzione previste dal Piano di Bacino, oltre agli stanziamenti, richiede che sul territorio siano presenti operatori, pubblici e privati (pensiamo agli agricoltori), competenti e capaci di operare in modo efficace per realizzare opere di manutenzione del territorio, che significa soprattutto nuove aree restituite alla naturalità e sottratte definitivamente all'edificazione, in cui il fiume possa continuare in condizioni di sicurezza la sua opera millenaria. I parchi, quando presenti, già svolgono questa funzione, sia pure in modo non coordinato e con perenne scarsità di risorse.
'Noi ci rivolgiamo all'Autorità di Bacino per attivare un accordo di programma con gli enti parco, che permetta di avviare la realizzazione del SISTEMA DEI PARCHI FLUVIALI DEL BACINO DEL PO: una misura prevista dalla legge 426/98 ma che finora non è decollata. Non si tratta solo di mettere in sicurezza i territori soggetti al pericolo di alluvione, ma di sviluppare una economia legata al fiume, alla fruizione turistica, alla creazione di reddito associato ai necessari interventi di forestazione di rinaturazione e, dove possibile, di sfruttare in modo sostenibile le risorse forestali. Si tratta, in altre parole, di cambiare la faccia della Pianura Padana, investendo sui parchi, a partire da quelli già istituiti e che, sia pure con la limitatezze del loro bilancio, svolgono brillantemente questa funzione: basti pensare al Parco del Ticino'.
Per questo Legambiente e Federparchi chiedono all'Autorità di Bacino e ai ministeri dei Lavori Pubblici e dell'Ambiente di avviare in tempi rapidi un piano d'azione per la rinaturazione fluviale, che individui le azioni urgenti di prevenzione e le risorse da mobilitare allo scopo.