GIU' LE MANI DAI CASTELLI DI CANNERO!

Questo il testo del comunicato stampa distribuito sabato 28 ottobre 00 nel corso di una conferenza stampa presso il Museo del Paesaggio di Verbania.

I Castelli di Cannero tornano all’ordine del giorno.

Un nuovo progetto, definito di restauro e risanamento conservativo, prevede sui Castelli:

  1. Un ristorante-tenda, al centro del prato delle prigioni, con strutture in elevazione più alte del castello stesso;
  2. Una piattaforma-passerella lunga m.110 sul lato nord, verso la sponda piemontese, che congiunge i due isolotti;
  3. Un imbarcadero della Navigazione Lago Maggiore, sempre sul lato nord;
  4. Rifacimento delle coperture, con corpo aggiunto sulla torre quadrata, a terrazzo;
  5. Recupero degli spazi interni per attività museali e turistico ricettive.

Questo semplice elenco degli interventi previsti dà la dimensione dello snaturamento del bene.E’ vero, esistono condizioni precarie di stabilità: la risposta dovrebbe essere un serio intervento di restauro che garantisca il mantenimento delle qualità del bene, oggetto di grande attrattiva, proprio per la sua straordinaria fruizione visiva, di rudere in mezzo al lago, che offre un’immagine unica ed irripetibile, qualificante l’intero paesaggio dell’alto Verbano.

Nel giro degli ultimi anni si sono avvicendati, in modo rocambolesco, numerosi progetti di sfruttamento turistico del luogo, tutti incentrati sul massimo sfruttamento monetario dell’area, con previsione di funzioni, flussi di accesso ed interventi, smisuratamente fuori scala rispetto alla capacità ricettiva dei castelli.

A seguito dell’abbandono dell’iniziativa arch. Juvarra (1994), che prevedeva la riduzione ad una sola isola dei castelli con ampie piattaforme per raduni di turisti con ampi parcheggi per motoscafi privati, e grazie alle iniziative propositive delle associazioni ambientaliste, si era addivenuti ad un dignitoso compromesso: restauro dei castelli col mantenimento integrale dell’immagine esterna, recupero degli spazi interni per attività museali, con accesso attraverso un pontile sul lato verso Luino, in corrispondenza dell’antica porta d’accesso più difesa; il pontile era calibrato sulla reale capacità ricettiva dei castelli, dell’ordine di una dozzina di visitatori per volta.

Il progetto di pontile verso Luino, risultato di attenti sopralluoghi collegiali e di seri dibattiti/confronto, condiviso dal Comune di Cannobio, e dall’Assessore Regionale al Turismo, redatto dall’ing. Prinzivalle e dall’arch. Bissattini, fu inviato in Regione Beni Ambientali, 11 agosto 1999, per l’approvazione e per l’accesso ai finanziamenti ( 480 milioni); in assenza di risposte dalla Regione, il Comune di Cannobio rinnova la richiesta il 31.08.2000, tutt’ora senza risposte.

In data 5.10.2000 la Commissione Edilizia di Cannobio, approva un nuovo progetto, completamente diverso, comparso improvvisamente, in assenza totale di dibattiti, dotato di parere preventivo favorevole della Sovrintendenza Beni Architettonici, con gli interventi sopra elencati. Il settore Beni Ambientali della Regione, deputato per legge ad esprimere un parere, è stato tenuto finora all’oscuro del progetto.

Cosa rimane da fare per cittadini consapevoli dei valori intrinseci del nostro paesaggio, che desiderano una seria saluzione al problema dei castelli, senza cadere nella trappola : " facciamo qualsiasi cosa pur di non farli crollare"?

Due giorni fa , a Firenze, si è firmata la Convenzione Europea per il Paesaggio. Le linee guida sono nel senso della tutela, del rispetto e della conservazione del grande patrimonio paesaggistico-ambientale ancora esistente, malgrado gli scempi degli ultimi decenni, segno di identità e di specifiche diversificazioni culturali di un grande insieme. Le ragioni essenziali di questa Carta Europea del Paesaggio, rese esplicite in occasione della firma della Convenzione, derivano dalla constatazione dei continui e pressanti attacchi al Paesaggio, alla sua omologazione ed alla banale distruzione ad opera della diffusa ignoranza attiva, dove si cementificano salde alleanze tra gli interessi dei privati e di compiacenti ed inette autorità pubbliche.

Prima che sia ratificata dai singoli Paesi questa Carta del Paesaggio, c’è il rischio che le operazioni vandaliche siano fortemente accelerate in un clima politico di rincorsa al consenso sulla base di offerte di interventi pubblici, volti a distruggere quello che rimane della nostra cultura e tradizione. Liquidato il valore simbolico dei Castelli, non ci saranno più argomentazioni per impedire l’attacco generalizzato ad altri luoghi.

Esistono vie più serie, praticate non lontano da qui ( i castelli di Bellinzona), dove estrema cura è stata rivolta al recupero delle qualità del bene, potenziandone e non distruggendone le caratteristiche intrinseche.

Non esistono alternative agli obiettivi, condivisi a parole negli incontri degli scorsi anni coi soggetti interessati – rappresentati oggi nella Fondazione Castelli di Cannero, che comprende la proprietà Borromeo, la Regione Piemonte ed il Comune di Cannobio- obiettivi che qui si riportano:

  1. Restauro del costruito, recupero degli spazi interni a funzioni museali, con mantenimento delle caratteristiche esterne di rudere;
  2. Esclusione di interventi all’esterno, sugli scogli e sulle aree libere;
  3. Realizzazione del modesto pontile per attracchi verso Luino, conformemente al progetto inviato in Regione dal Comune di Cannobio;

Il Museo del Paesaggio, ente statutariamente rivolto alla conservazione dei valori paesaggistici del nostro territorio, anche a seguito della sua partecipazione alla Conferenza Nazionale per il Paesaggio ed alla Convenzione Europea del Paesaggio, ha esposto la situazione al Ministero Beni Culturali ed al Settore Beni Ambientali della Regione, unitamente al Comitato Difesa Castelli di Cannero ed alle associazioni Italia Nostra, Legambiente e WWF.