Con profonda soddisfazione apprendiamo
la notizia che - in seguito alla denuncia da noi presentata otto mesi fa
alla Procura della Repubblica di Verbania con il nostro legale avv.
Francesco Sicher - sono stati posti sotto sequestro gli scarichi delle
aziende Acetati-Italpet-Expedio8, che da dodici anni versavano
nelle acque del lago Maggiore i loro reflui chimici non depurati e
contenenti anche sostanze tossiche (ammoniaca) e cancerogene
(formaldeide, cloroformio), secondo i dati analitici forniti dalle stesse
aziende e dall'Arpa: in totale ottanta metri cubi all'ora di acque
chimiche luride, "diluiti" con millecinquecento metri cubi all'ora di
acque pure di raffreddamento degli impianti. Soltanto tramite la
diluizione le aziende chimiche verbanesi raggiungevano la concentrazione di
legge.
Il sostituto procuratore dott. F. Argentieri ha
accolto la tesi da noi sostenuta e argomentata, sulla proibizione della
diluizione sempre, e tanto più se in presenza di sostanze cancerogene, ed
ha compiuto l'unico atto doveroso: impedire con i sigilli che un simile
affronto all'ecosistema lago Maggiore potesse continuare.
E' tempo che la proprietà impari a rimboccarsi
le maniche, per ricavare gli utili legittimi della sua attività non
attraverso i risparmi sulle spese ambientali, ma attraverso un'oculata e
intelligente gestione degli impianti e delle maestranze, investendo in
ricerca, ammodernamento, manutenzione, depurazione, se vuole continuare
a lavorare da azienda moderna in un Paese civile.
Anche i sindacati, che hanno accettato il
ricatto occupazionale e ripetutamente rifiutato di confrontarsi con
noi, oggi debbono fare un mea culpa doloroso, per non aver saputo imporre
alla proprietà tutti quei rimedi indispensabili per lavorare senza
offendere i cittadini e l'ambiente. Chiudere gli occhi e negare l'evidenza
li ha posti in una situazione di grave sudditanza.
Il sindaco e la sua maggioranza, ciechi e sordi
a ogni richiesta e a ogni denuncia, dovrebbero trarre le uniche conseguenze
dignitose dal fallimento della loro politica urbanistica.
Doverosamente va dato atto che soltanto grazie
al consenso della popolazione, all'affiancamento operoso di molteplici
e anche contrapposte forze politiche cittadine e all'attività
istituzionale attenta dell'assessorato provinciale all'ambiente è
stato possibile il nostro lavoro in favore della città.
Il Referendum popolare da noi proposto e che vedrà i cittadini
di Verbania il 24 novembre scegliere se mantenere per sempre nel
cuore della città aziende chimiche così inquinanti, acquista oggi un
significato ancora più pregnante e urgente.