Nella foto: Il torrente San Giovanni ad Aurano
 
IMPIANTO IDROELETTRICO SUL SAN GIOVANNI
E L'ERBIA: OSSERVAZIONI
Il San Giovanni e l'Erbia stanno per scomparire
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17.10.03

ALL’UFFICIO V.I.A.

PROVINCIA VCO

Oggetto:

IMPIANTO IDROELETTRICO SAN GIOVANNI II SALTO, IN COMUNE DI AURANO

Presentato all’Ufficio VIA della Provincia VCO dalla Idroelettrica Lasincrona sas di Pesenti G&C

L’Associazione Circolo Verbano di Legambiente, portatrice di interessi diffusi di tutela del territorio, interviene con le seguenti Osservazioni nella Procedura provinciale di VIA.

Dott.ssa Amelia Alberti

Presidente Circolo Verbano di Legambiente

18/10/2003

SINTESI DEL PROGETTO

L’impianto di sfruttamento a scopo idroelettrico delle acque dell’Anza si compone delle seguenti opere:

opera di presa a quota 462 m sul torrente S. Giovanni

opera di presa a quota 462 m sul torrente Erbia

condotta interrata lunga 991 m in sponda sin, fino alla vasca di carico, vicino alla confluenza con il torrente Erbia

condotta interrata lunga 462 m in sponda dx, fino alla vasca di carico, vicino alla confluenza con il torrente S. Giovanni

condotta forzata lunga 138,8 m fino alla centrale a quota 416 m

restituzione nel torrente S. Giovanni

S. Giovanni

Q max der 875 l/s; Q med der 766 l/s; DMV 125 l/s

Erbia

Q max der 350 l/s; Q med der 239 ls; DMV 50 l/s

Complessivo

Q max der 1225 l/s; Q med der 1005 l/s; DMV 175 l/s

La potenza nominale media è pari a 454 Kw.

E’ attesa la produzione di 2.975.000 Kwh/anno.

OSSERVAZIONI

Il S. Giovanni, e ancor più l’Erbia, sono corsi d’acqua a carattere torrentizio, che conservano una fascinosa caratteristica di selvaggità. E’ una natura che richiama la selvaggità del contiguo Parco Nazionale Val Grande, di cui dovrebbe da tempo fare parte, se i calcoli miopi degli Amministratori locali non si dimostrassero prevaricanti rispetto alle vocazioni del territorio.

Se a poche centinaia di metri in linea d’aria la selvaggità è ritenuta un valore tale da aver determinato l’istituzione di un parco nazionale, non si accetta che per il torrente S. Giovanni questa medesima condizione possa essere usata come giustificazione per sottovalutarne il prosciugamento di fatto e comunque l’alterazione sostanziale del regime.

Il torrente S. Giovanni e soprattutto il torrente Erbia sono corsi d’acqua a flusso incostante, per molti mesi all’anno poco significativo, e per pochi altri esuberante, oltre alla possibilità di derivazione dell’impianto. Le quantità di deflusso riportate nel progetto sono tutte dedotte da calcoli astratti, mutuate da situazioni geomorfologiche diverse.

Si chiede di verificare direttamente i deflussi dei torrenti.

L’impianto modificherà in modo negativo sostanziale la diluizione degli scarichi fognari. Attualmente il comune di Aurano è servito da un depuratore (fossa Imhoff), che non è in grado di restituire al corpo idrico ricettore acqua di composizione tale, che il torrente S. Giovanni non venga danneggiato, in caso di costruzione dell’impianto idroelettrico.

Si chiede di ricalcolare in modo documentato l’impatto ambientale presente e futuro degli scarichi fognari, rispetto all’impianto idroelettrico proposto.

Si riportano i valori di qualità del fiume calcolati dal gruppo di lavoro del Piano ittico, che ne indica la I classe di appartenenza. La classificazione riportata risale al 1998 (Piano Ittico provinciale), quando venne effettuata in mesi autunnali. Non è stata ripetuta e soprattutto non è stata fatta la misurazione in punti diversi e in periodi dell’anno diversi, ad esempio in presenza di un forte apporto turistico.

Si chiede di produrre una classificazione più completa della qualità del corso d’acqua interessato.

Ci risulta che le associazioni di pescatori impieghino tempo, fatica e denaro per ripopolare con specie autoctone selezionate le acque dei torrenti e che quindi vedrebbero annullati i loro sforzi.

Si chiede di verificare tutti gli usi concorrenti delle acque.

Non si dice se i lavori interesseranno terreni gravati da usi civici.

Noi riteniamo gli usi civici una memoria di civile convivenza, cui non è il caso di rinunciare mai, anche se la qualità e il ritmo della vita odierna ne abbia sminuito (o meglio: modificato) l’importanza. Le terre gravate di uso civico sono portatrici di un vincolo ambientale di primaria importanza. Svendere un capitale collettivo per un interesse immediato di piccolo conto non è operazione lungimirante.

Si chiede che vengano evidenziati "tutti" i terreni gravati da uso civico, compresi quelli eventuali alle opere di presa e che vengano indicati i passi già compiuti o che si intendono compiere e far compiere per risolvere il problema.

Anche in questo progetto non si prendono in esame alternative credibili, rendendo in questo modo svilito il senso della procedura di VIA.

Si chiede di esigere alternative progettuali tra cui scegliere.

Qui come altrove si chiede all’Ufficio VIA di non limitarsi ad esaminare il singolo progetto in corso di procedura, ma di avere una visione complessiva del territorio e degli impianti ivi presentati.