I t a l i a N o s t r a
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER LA TUTELA
DEL PATRIMONIO STORICO - ARTISTICO
E NATURALE DELLA NAZIONE
O.N.L.U.S.
SEZIONE VERBANO CUSIO OSSOLA
Piazza Cavour, 14 - Tel. (0324) 44 106
Fax (0324) 24 89 01
e-mail: italianostra_verbanocusioossola@yahoo.it
28845 D O M O D O S S O L A (V B)
Domodossola, 4 novembre 2003
Spett.
PROVINCIA DEL VERBANO
CUSIO OSSOLA
VERBANIA
Ns. Prot. n. 6203
OGGETTO: Provincia del Verbano Cusio Ossola. Piano Territoriale Provinciale 2003. Osservazioni.
Si sottopongono alla cortese attenzione di Codesto On.le Ente alcune osservazioni al Progetto di Piano Territoriale Provinciale, quale modesto contributo alla stesura dell'importante strumento di pianificazione e programmazione del nostro territorio.
La presente nota prende lo spunto dalle più impellenti problematiche ambientali che, a nostro avviso, caratterizzano l'attuale assetto territoriale della provincia, per passare alla disamina critica delle risposte che il Progetto dà per la soluzione delle problematiche stesse, oltre alle nostre osservazioni ed istanze.
Il presente documento si articolerà pertanto nelle seguenti parti:
1 -ELENCAZIONE DELLE PROBLEMATICHE
2- SCHEDE DEDICATE AD OGNI SINGOLO
PROBLEMA, ARTICOLATE COME SEGUE:
- Descrizione del problema (P)
- Risposta del P.T.P. (P.T.P.) )
- Osservazioni e istanze(O)
3 - CONCLUSIONI
Il Presidente Dr. Italo Orsi
ELENCO DELLE PROBLEMATICHE
1 - PIANI TERRITORIALI. LORO TEMPESTIVITA'
ED EFFICACIA.
(Relazione. Punto 5)
2 - CONSUMO DEL TERRITORIO.
(Relazione. Punto 2)
3 - CONURBAZIONI.
(Relazione. Punto 9.3)
4 - ZONE INDUSTRIALI ED ARTIGIANALI
(Relazione. Punto 10)
5 - INFRASTRUTTURE VIARIE
(Regolamenti. Ripristino viabilità minore. Artt. 1-2-3-5-6-7)
6 - INFRASTRUTTURE FERROVIARIE
(n.n.)
7 - ELETTRODOTTI
(Relazione Punto 19. N.T.A. Art. 23)
8 - CARTELLI PUBBLICITARI STRADALI
(n.n.)
9 - SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE MINERARIE
(Relazione Punto 15)
10 - SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE IDRICHE
(N.T.A. Art. 22)
11) IL PAESAGGIO. IL PAESAGGIO AGRARIO.
(N.T.A. Artt. 2-16. Regolamenti Art. 4))
11) EMERGENZE MONUMENTALI.
(Relazione. Punto 20)
13) USI CIVICI
(n.n.)
Osservazione n. 1
PIANI TERRITORIALI: LORO TEMPESTIVITA' ED EFFICACIA
(P) E' opinione condivisa che la
pianificazione urbanistica, nel nostro Paese, più che a indirizzare le scelte
di fondo dello sviluppo urbanistico sia una presa d'atto delle trasformazioni
più o meno spontanee del territorio, avvenute in presenza di vuoti legislativi
o, più frequentemente, per distrazione degli organi di vigilanza e controllo.
I vuoti legislativi sono dovuti, in parte, alla lunghezza dei tempi tecnici che
intercorrono fra l'adozione dei piani e la loro definitiva approvazione. Il
legislatore regionale, ben consapevole dell'inconveniente, ha previsto
l'immediata efficacia delle norme innovative (art. 58 della L.R. n. 56/77 .
Misure di salvaguardia). Ciò nel timore, non infondato, di una corsa
all'autorizzazione, al fine di eludere nuove norme in itinere, ritenute più
restrittive.
(PTP)
Nella Relazione di Piano si prende atto di alcune circolari interpretative
secondo le quali la Legge Urbanistica Regionale stabilirebbe "come questa
opportunità di controllo urbanistico (salvaguardia) non sia riconosciuta al
P.T.P.".
In realtà l'art. 8,comma 2, della L.R. n. 56/77 nulla dice riguardo ai piani
territoriali provinciali in punto di eventuali deroghe all'art. 58. Quindi vale
il principio giuridico generale secondo il quale ubi lex voluit dixit, ubi
noluit tacuit.
(O)
Si chiede che vengano espressamente dichiarate efficaci le misure di
salvaguardia di cui all'art 58 L.R. n. 56/77.
Osservazione n. 2
CONSUMO DEL TERRITORIO
(P)
Negli ultimi anni si è assistito alla creazione di nuove grandi aree
industriali, artigianali, commerciali e residenziali, nonché di infrastrutture
di ogni genere, che hanno invaso e consumato altrettanto grandi aree agricole.
Ciò comporta, oltre a danni economici, urbanistici e paesaggistici rilevanti,
l'impermeabilizzazione dei suoli con conseguente drastica riduzione dei tempi di
corrivazione dei corsi d'acqua ed inaridimento delle falde acquifere.
La sensazione generale, in assenza di statistiche ufficiali ed ufficiose, è
quella di uno scarso e poco razionale utilizzo dei suoli occupati, vale a dire
spreco di una risorsa non riproducibile come il territorio.
(PTP)
Il PTP enuncia il principio che il consumo di suoli va contenuto. In prosieguo
auspica che i nuovi ed i vecchi insediamenti produttivi si localizzino o si
dislochino nelle zone più vicine agli svincoli di superstrade ed autostrade,
soprattutto nel tratto Ornavasso-Crevoladossola.
Intanto è iniziata l'urbanizzazione di una vasta area agricola (mq. 250.000
circa) in Comune di Villadossola, ad uso artigianale. Nel Comune esistono grandi
aree industriali dismesse che sicuramente non saranno riconvertite ad uso
agricolo.
(O)
Si osserva che i suoli contigui agli svincoli delle infrastrutture autostradali
sono per la maggior parte aree agricole o comunque non edificate. Con la
suddetta previsione si incentiva, in ultima analisi, l'occupazione di altro
territorio in contrasto con la lodevole intenzioni di evitare ulteriori consumi
di suoli agricoli o boscati.
Si chiede che la suddetta previsione venga cancellata e si proceda ad un
censimento dell'esistente prima di procedere all'occupazione di nuove aree.
Osservazione n. 3
CONURBAZIONI
(P)
Molti ricorderanno il grande dibattito che animò il Paese negli anni settanta e
ottanta al riguardo dello "sviluppo lineare delle città", evenienza
da evitarsi a tutti i costi.
Le cose, come al solito, andarono per conto loro ed i risultati sono sotto gli
occhi di tutti. Ormai i centri di Omegna, Gravellona e Verbania costituiscono un
nucleo edificato senza soluzione di continuità, così come l'asse
Crevoladossola, Domodossola, Villadossola, Piedimulera e Pieve Vergonte.
(PTP)
Il PTP prende mestamente atto dell'irreversibile disastro limitandosi ad
auspicare un riordino, nei limiti del possibile, delle pletoriche e disordinate
conurbazioni, mix caotico di fabbriche, residenze e cartelli pubblicitari, quale
non si vede neppure nei paesi cosiddetti sottosviluppati.
(O)
Si ribadisce quanto esposto nella osservazione n. 2, cioè che si eviti, con
l'insediamento di nuove attività produttive lungo gli assi autostradali, una
riedizione dello sviluppo lineare testé denunciato, con l'aggravante
dell'occupazione di nuovi suoli per lo più agricoli.
Osservazione n. 4
ZONE INDUSTRIALI ED ARTIGIANALI
(P)
Le zone industriali ed artigianali, pur necessarie in un Paese industrializzato
come l'Italia, hanno registrato in tempi recenti un'espansione preoccupante,
facendo scomparire vastissime aree agricole. Come già osservato sotto il
paragrafo "Consumo del Territorio" si ha la sensazione, pur in assenza
di qualsiasi attendibile censimento, di una loro pletoricità e scarsa
utilizzazione.
Di più, la suddivisione del territori fra numerose entità teritoriali locali,
fa sì che ogni piccolo comune pretende di dotarsi della sua piccola zona
artigianale o industriale determinandone la diffusione a macchia di leopardo.
(PTP)
Nulla abbiamo rinvenuto, nei vari elaborati del P.T.T. che tenti di eliminare o
arginare questo pernicioso fenomeno. Tanto più dannoso in un territorio ad
altissima valenza turistica come quello del Verbano Cusio Ossola.
(O)
Si chiede che il P.T.P., in attuazione della sua prevalente funzione di
coordinamento urbanistico, limiti fortemente l'ulteriore espansione di zone
industriali ed artigianali, individuando due o tre zone della provincia da
destinare ad una eventuale, contenuta e motivata ulteriore espansione, previa
analisi dell'esistente.
Osservazione n. 5
INFRASTRUTTURE VIARIE
(P)
La dotazione delle grandi infrastrutture viarie della Provincia sarà completata
con la circonvallazione di Verbania e di Cannobio nonché con il completamento
della strada statale n. 33 verso il Sempione e la sistemazione della statale
della Valle Vigezzo prima del confine. Occorrerà vigilare sulle modalità di
esecuzione delle opere non sempre rispettose delle esigenze ambientali.
Per quanto riguarda la viabilità minore, soprattutto le cosiddette strade
agro-silvo-pastorali, la scrivente associazione ha avuto modo di segnalare, in
diverse occasioni, la mancanza di una vera regolamentazione della materia. Così
si assiste alla costruzione di strade incredibilmente larghe, costruite con
pochi fondi, in dispregio di qualsiasi norma di salvaguardia ambientale e
concomitante distruzione di bellissime mulattiere anche perfettamente
conservate.
(PTP)
Per quanto riguarda la viabilità minore Il P.T.P. recita testualmente:
"Sarà invece incentivata la costruzione di strade carrabili, possibilmente
utilizzando il tracciato dei sentieri esistenti....". Potranno essere
qualificate come strade vicinali di uso pubblico".
(O)
Nella prima previsione sono insiti, a nostro avviso, ulteriori gravi pericoli
per la viabilità minore. Utilizzare il tracciato dei sentieri esistenti
comporta, infatti, la distruzione di manufatti, sovente di altissimo pregio
ambientale, per far posto a strade che il P.T.P. auspica addirittura asfaltate.
Nulla dice circa il dimensionamento delle strade stesse che ribattezza
"strade vicinali di uso pubblico" anziché strade agro-silvo-pastorali,
ben consapevole che di agro-silvo-pastorale non hanno proprio nulla, quasi
sempre.
Si chiede che nuove infrastrutture siano costruite solo per usi
agro-silvo-pastorali ( rigorosamente documentati), su nuovo sedime, e la
larghezza massima consentita sia di m. 2,40, comprese le cunette, con
pavimentazione in terra battuta, ghiaia o pietra.
Osservazione n. 6
INFRASTRUTTURE FERROVIARIE.
(P)
Da notizie di stampa si è appreso che fra le grandi opere della legge obiettivo
sarebbe compresa la realizzazione di un non meglio precisato "Valico
Ferroviario del Sempione", per una spesa di 1.500 miliardi.
Sempre da notizie di stampa si ricava che si tratterebbe di una variante della
linea attuale, da realizzarsi ex-novo fra Iselle e Domodossola, al fine di un
adeguamento dei tunnel alla "sagoma C".
Abbiamo dimostrato, crediamo al di là di ogni ragionevole dubbio, che la
motivazione addotta è insussistente come quella, ipotetica, di minori tempi di
percorrenza. Nessuno degli enti interpellati ha fornito una risposta salvo il
C.I.P.E. che, ad oggi, dichiara di non avere neppure iniziato la fase
istruttoria.
Dal sito del Ministero dell'Ambiente risulta, altresì, che non sia stata
avviata neppure la procedura di V.I.A.
(PTP)
Il P.T.T. neanche prende in considerazione l'importantissimo evento che avrebbe,
se realizzato, un impatto devastante sul territorio ossolano senza spostare di
un millimetro la funzionalità della linea esistente. Altrettanto latitante
sembra esserlo sulla questione del potenziamento della ottocentesca linea
ferroviaria Domodossola-Novara che sarà investita, nell'ormai prossimo anno
2007, da una valanga di treni merci provenienti dalla linea del Loetschberg, che
sarà all'epoca ultimata, con un nuovo tunnel di base.
(O)
Si chiede che il P.T.T. prenda posizione contro la realizzazione della variante
Iselle-Domodossola e promuova il raddoppio e l'ammodernamento della linea
Domodossola-Novara.
Osservazione n. 7
ELETTRODOTTI
(P)
Si comprendono in questa definizione tutte le linee per il trasporto di energia
e telecomunicazioni.
Lo skyline della Provincia, dell'Ossola soprattutto, è storicamente
contrassegnato dalla presenza di grandi tralicci per il trasporto della corrente
elettrica ad alta tensione.
Recentemente sarebbe stata disposta l'eliminazione di almeno una linea. Poiché
è stata aumentata anche l'altezza dei tralicci ed il voltaggio la situazione
non è mutata, anzi è peggiorata.
Esistono poi le linee minori che percorrono campagne ed abitati in un intreccio
disordinato e inaccettabile in un contesto urbanistico civile.
(PTP)
Il P.T.P. si fa carico del problema e prevede l'interramento dei cavi da
inserirsi quale norma obbligatoria nei P.r.g. all'atto del loro aggiornamento (Pa).
(O)
La norma conseguirebbe gli effetti voluti in un lasso di tempo troppo lungo con
conseguente aggravamento della attuale situazione. Si chiede che la disposizione
abbia effetto immediato (Pv).
Osservazione n. 8
CARTELLI PUBBLICITARI STRADALI
(P)
I cartelli pubblicitari stradali costituiscono, insieme alle linee elettriche
aeree, un elemento altamente squalificante del paesaggio, tanto da conferirgli
connotazioni terzomondiste se tale stereotipo ha ancora un valore, dato che il
fenomeno non ha riscontri in altre parti del mondo, vuoi per un più alto senso
di civiltà, vuoi per mancanza di risorse, nei paesi poveri.
Abbiamo ripetutamente denunciato il fenomeno agli organi provinciali competenti,
offrendo persino la consulenza tecnico-giuridica della contigua Provincia di
Varese, dove almeno gli abusi vengono perseguiti. A tutt'oggi non abbiamo avuto
risposta.
(PTP)
Nulla prevede, al riguardo, il P.T.P.
(O)
A questo punto sorge il veemente sospetto che in sede provinciale non si voglia
danneggiare il comparto pubblicitario che sulle nostre strade sta consumando
veri e propri scempi, incurante anche delle norme di sicurezza che vorrebbero la
dislocazione dei cartelli lontano dalla segnaletica ordinaria.
Proponiamo che la cartellonistica stradale sia limitata ai piccoli cartelli
segnaletici con scritte in giallo su sfondo nero, già discretamente diffusi,
con esclusione di qualsiasi altro messaggio pubblicitario. Le norma dovrebbe
essere immediatamente operante (Pv).
Osservazione n. 9
SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE MINERARIE
(P)
Siamo convinti che, insieme a quello dello sfruttamento delle risorse idriche,
costituisca il problema dei problemi della la nostra Provincia.
Basta percorrere le nostre vallate per accorgersi che la presenza delle cave ha
snaturato fortemente il paesaggio e sta producendo effetti collaterali, sulla
viabilità e la vivibilità, che vanno ben oltre il mero disturbo visivo.
Si dice che l'industria estrattiva costituisca l'asse portante dell'economia
provinciale in termini di reddito e di occupazione. Se sul primo aspetto si può
essere d'accordo, ma in tal caso il vantaggio è di pochi, sul secondo è lecita
qualche perplessità. Con le tecniche moderne, infatti, l'attività estrattiva
è praticata da pochi addetti, fortemente specializzati, e con grandi capacità
operative. Non è difficile prevedere che nel giro di pochi anni la risorsa
pietra andrà ad esaurimento, a meno di sbancare interi versanti di montagna.
Una incentivazione acritica dell'attività porterebbe all'esaurimento di una
risorsa naturale che il Piano, nelle sue enunciazioni generali, vorrebbe
conservare, almeno un poco, anche per le future generazioni. Inoltre avrebbe
ripercussioni estremamente negative sull'ambiente, sulla viabilità e
sull'attività turistica che già ora, ma più ancora in futuro, sarà la vera
ricchezza della nostra terra.
(PTP)
Il P.T.P. lungi dal preoccuparsi di simili eventualità vorrebbe rimuovere anche
quelle poche norme di salvaguardia, quale la valutazione di impatto ambientale,
che timidamente contrastano gli eccessi più clamorosi.
(O)
E' qui che il P.T.P. rivela il suo vero volto, cioè quello di un piano virtuoso
nelle enunciazioni di carattere generale, ma lacunoso ed incoerente nelle scelte
concrete.
Come in diversi altri settori il Piano non prevede neppure una accurata indagine
conoscitiva delle attività in corso in modo da programmare, con cognizione di
causa, i percorsi futuri.
Sembra più attento, in altre parole, ad assecondare le spinte assai concrete e
potenti degli operatori del settore che a programmare uno sviluppo armonioso del
territorio, nel rispetto anche di interessi meno organizzati ma non per questo
immeritevoli di tutela.
Proponiamo pertanto che la proposta modificazione della procedura di VIA sia
cancellata e si stabilisca il principio che un ulteriore incremento della
potenzialità estrattiva è nociva per lo sviluppo sostenibile del territorio,
soprattutto per l'attività turistica e la viabilità.
Osservazione n. 10
SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE IDRICHE
(P)
E' appena il caso di rimarcare l'esasperato sfruttamento delle risorse idriche
provinciali a scopo idroelettrico. Una legge nazionale, a dir poco nefasta,
incentiva, drogandola, la costruzione di nuove centraline idroelettriche, al
solo fine di acquisire viatici per la produzione di energia inquinante.
Le associazioni ambientaliste stanno conducendo una lotta impari contro il
totale prosciugamento del sistema idrico provinciale che oltre ad arrecare danni
gravissimi al paesaggio, alla fauna, alla flora, al microclima, compromette in
modo drammatico l'approvvigionamento idrico per altri scopi. Si pensi alle falde
acquifere non più adeguatamente ricaricate ed all'inaridimento dei suoli. Per
fare un esempio, il sistema delle risorgive, in altri tempi da noi e ancora oggi
rigorosamente preservato negli altri paesi è letteralmente scomparso in seguito
all'abbassamento delle falde di molti metri.
(PTP)
Non si occupa né preoccupa del problema, che andrebbe valutato inderogabilmente
nel suo complesso, demandando la regolamentazione dell'importantissima materia,
che avrà ripercussioni per lunghissimi tempi a venire, agli "enti titolari
del potere di pianificazione sottordinata"!!!!
Addirittura ignora il problema delle falde acquifere che in futuro costituiranno
la maggior fonte di approvvigionamento per settori basilari dell'economia e per
usi umani.
(O)
Si chiede che il P.T.P. inserisca la questione idrica fra i punti qualificanti
della pianificazione territoriale provinciale con norme immediatamente
vincolanti anche in punto di salvaguardia.
Osservazione n. 11
IL PAESAGGIO. IL PAESAGGIO AGRARIO
(P)
Il paesaggio della nostra Provincia presenta grandissime valenze. Nonostante gli
insediamenti industriali del secolo scorso, anche fortemente inquinanti, e
l'abnorme consumo di territorio a scopi artigianali ed industriali in tempi
recenti, si può affermare che la situazione non è completamente compromessa,
almeno nelle vallate minori.
Le compromissioni maggiori si sono verificate lungo gli assi stradali dove i
danni sono irreversibili. Tuttavia, appena al di là di questa triste realtà,
si schiudono scorci di territorio che preservano le caratteristiche d'antan. Si
pensi ai bellissimi prati arborati con sentieri delimitati da lastre di pietra o
ai vigneti coltivati a pergola (topie). Non a caso abbiamo titolato il presente
paragrafo con la "sottospecie" di paesaggio agrario. Di questo fanno
parte i pascoli montani con le numerosissime "casere" che
costituiscono un elemento prezioso ed imprescindibile del paesaggio provinciale.
Queste ultime, con il declino della pastorizia, sono state quasi totalmente
abbandonate ed ora vengono riattate come case di vacanza. Non intendiamo
censurare questo tipo di riuso purché regolamentato in termini rigorosi.
Per quanto riguarda il paesaggio lacustre si sono notate recentemente, nelle
fasce collinari, edificazioni decisamente fuori scala, anche in prossimità di
complessi monumentali, visibili a grande distanza oltre che brutti.
(PTP)
Indubbiamente l'estensore del P.T.P. ha dedicato molto spazio agli aspetti
paesaggistici ed alla preservazione delle architetture tradizionali. Altrettanto
sicuramente alcuni strumenti previsti non sono idonei a concretizzare i buoni
propositi. Anzi, sono controproducenti.
Il piano auspica per esempio la "ristrutturazione" delle baite con
aumenti volumetrici o rifacimenti totali (per gli edifici crollati) che fanno
letteralmente a pugni con la preservazione dei caratteri architettonici
tradizionali. Basta pochissimo, infatti, nei delicatissimi ambiti in questione,
rovinare intere prospettive pur ponendo la più scrupolosa attenzione all'uso
dei materiali.
Lodevoli, per contro, le altre dettagliate prescrizioni contenute nei
Regolamenti le quali, checché se ne dica riguardo al livello di pianificazione,
sono le uniche in grado di incidere concretamente sulla realtà.
Peccato che gli stessi siano considerati quali meri "schemi di riferimento
e tracce su cui ogni Ente locale può costruire i propri regolamenti specifici,
di check- list da completare e perfezionare in base alle esigenze locali".
Sappiamo benissimo quale è il livello culturale generale in fatto di qualità
urbanistica ed architettonica nonché la scarsa dotazione di organi tecnici
qualificati dei piccoli comuni, ove per lo più sono collocati i beni ambientali
da tutelare.
Ammesso e non concesso che tutte le amministrazioni locali siano in grado di
elaborare regolamenti comunali accettabili si corre il rischio, tutt'altro che
teorico, di avere ben 76 tipi di regolamento, tanti quanti sono i comuni della
provincia, con conseguenze immaginabili.
Un piano territoriale, per dispiegare efficacia, deve contenere norme imperative
e non meri indirizzi o direttive o raccomandazioni o punti di riferimento o
tracce o check-list e altre indeterminatezze.
(O)
Si chiede che gli interventi sugli edifici tradizionali siano limitati al
restauro e risanamento conservativo. Tutt'al più si consentano ristrutturazioni
interne.
Si chiede che i Regolamenti, con le correzioni richieste, siano immediatamente
vincolanti (Pv), anche per conferirirgli valenza di "Piano Paesistico"
(cfr. N.T.A. art. 2)
Osservazione n. 12
EMERGENZE MONUMENTALI
(P)
E' una tipicità del nostro Paese costruire a ridosso, sino a fagocitarli, dei
monumenti più significativi.
Ancora di recente si è assistito alla edificazione di una cortina di villette a
schiera proprio davanti ed a ridosso del complesso monumentale di S. Martino, in
Comune di Vignone.
Questa è l'ennesima conferma della pochezza culturale e scarsissima
sensibilità ambientale di molti dei nostri amministratori locali.
Altrettanto diffusa la noncuranza per i monumenti naturali. Si pensi alla strage
degli enormi trovanti che connotavano il paesaggio ossolano e che si ritrovano
ormai solo nelle rappresentazioni grafiche di illustri visitatori ottocenteschi.
Per non parlare degli alberi monumentali, pressoché scomparsi dai panorami
provinciali.
(PTP)
Il P.T.P. riserva solo un fugace accenno, nella Relazione di Piano, a queste
preziose testimonianze, ma nulla dice circa le misure di tutela da adottare.
Neppure soccorrono le "Tavole di analisi e approfondimento (Serie 1)"
indicative e non vincolant"i che si limitano alla individuazione grafica di
emergenze architettoniche ed archeologiche.
(O)
Si chiede una elencazione dettagliata del patrimonio architettonico e dei
reperti archeologici.
Si chiede che vengano introdotte fasce di rispetto (o i criteri vincolanti per
la loro determinazione), ove non prescritto da norme sovraordinate, nei dintorni
delle emergenze monumentali individuate.
Si chiede che i superstiti monoliti o grandi trovanti vengano classificati come
emergenze monumentali naturali.
Osservazione n. 13
USI CIVICI
(P)
Gli usi civici, esempio civilissimo di uso collettivo delle risorse del
territorio, contributo decisivo all'affermazione di una cultura ambientalistica
ante litteram delle nostre genti, ormai affievolito dall'introduzione di modelli
consumistici estranei, sono attualmente oggetto di un'aggressione legislativa
concentrica, tesa al loro annullamento o svuotamento.
Si vuole così eliminare l'ultimo vero baluardo a difesa dei valori ambientali,
difficilmente espugnabile dagli interessi speculativi di ogni genere, come è
stato sperimentato in molte occasioni.
Una politica che si professa contraria al consumo del territorio dovrebbe
salvaguardare sopra ogni cosa l'esistenza degli usi civici esistenti.
(PTP)
Il P.T.P. ignora completamente l'argomento sia nella parte descrittiva che
cartografica.
Si ha così un'ulteriore conferma della vacuità dei buoni propositi
solennemente enunciati ma concretamente disattesi.
(O)
Si chiede l'introduzione di una precisa statuizione che dichiari gli usi civici
un'istituzione primaria dell'ordinamento giuridico provinciale,
Si chiede la mappatura e rappresentazione grafica delle zone soggette che
costituiscano parte integrante e fondamentale del P.T.P.
CONCLUSIONI
Come precisato in premessa il presente
documento affronta unicamente le emergenze ambientali che più necessitano di
interventi immediati.
Si rileva altresì che una analisi complessiva dei contenuti del Piano non
consente un giudizio positivo salvo che su questioni del tutto marginali. Se,
come previsto da più parti , il Piano non supererà l'esame di idoneità per le
sue numerose e preponderanti lacune, omissioni e contraddizioni, si sarà
perduta una ottima occasione per mettere ordine in un contesto territoriale
purtroppo allo sbando.
Non è delegando ai comuni, per un malinteso principio di sussidiarietà, la
potestà pianificatoria che si risolveranno i problemi del territorio.
Neppure in virtù del principio di salvaguardia, denegato per i piani
territoriali provinciali, si potranno introdurre nell'ordinamento, ancorché in
via provvisoria, quelle poche misure positive contemplate dal progetto in esame.
Concludendo, si ritiene che il progetto si ridurrà ad una vana esercitazione
accademica, neppure tanto pregevole sotto il profilo dei contenuti, ed
insignificante agli effetti pratici.
Con osservanza.
Il Presidente
Dr. Italo Orsi