Nella foto: Il viadotto della Vigezzina
sopra al rio Margologio di Trontano
 
RIO MARGOLOGIO ADDIO !
Un impianto idroelettrico per
cancellare un rio incontaminato.
23.10.03

ALL’UFFICIO V.I.A.

PROVINCIA VCO

 

Oggetto:

IMPIANTO IDROELETTRICO RIO MARGOLOGIO IN COMUNE DI TRONTANO

Presentato all’Ufficio VIA della Provincia VCO dalla Ditta Fratello Poscio di Villadossola. Progettista Studio Brusa.

L’Associazione Circolo Verbano di Legambiente, portatrice di interessi diffusi di tutela del territorio, interviene con le seguenti Osservazioni nella Procedura provinciale di VIA.

Dott.ssa Amelia Alberti

Presidente Circolo Verbano di Legambiente

24/10/2003

SINTESI DEL PROGETTO

L’impianto di sfruttamento a scopo idroelettrico delle acque del Rio Margologio si compone delle seguenti opere:

opera di presa a quota 1100 m

vasca di accumulo a 25 m dalla presa

condotta forzata interrata lunga 2200 m in sponda dx

centrale elettrica a quota 512 m, a monte della cascata sul Melezzo occ.

restituzione nel rio Margologio

La portata naturale media calcolata del torrente è di 103 l/s, la portata derivata media è di 91 l/s, il DMV calcolato è di 20 l/s (dal 2005 50 l/s), che sarà il deflusso reale per 10 mesi/anno.

La potenza nominale media è pari a 526 Kw.

E’ attesa la produzione di 3.659.902 Kwh/anno.

OSSERVAZIONI

L’impianto si aggiunge a una miriade di altri impianti attivi nel VCO o in attesa di concessione.

Si chiede che gli uffici provinciali sospendano ogni decisione autorizzatoria, finché non saranno operativi gli strumenti di pianificazione in itinere, i quali hanno il compito di calcolare se e quanta acqua è ancora disponibile nel VCO per la produzione energetica.

Il rio Margologio è un corso d’acqua minuscolo, a carattere torrentizio, che scorre per lo più in forre profondamente scavate, conservando una fascinosa caratteristica di selvaggità per tutto il suo percorso. E’ una natura che richiama la selvaggità del contiguo Parco Nazionale Val Grande, di cui dovrebbe da tempo fare parte, se i calcoli miopi degli Amministratori locali non si dimostrassero prevaricanti rispetto alle vocazioni del territorio. La vicinanza estrema con il Parco Nazionale Val Grande, in fase di espansione territoriale, mette in discussione preliminare la possibilità di costruire impianti idroelettrici nelle sue vicinanze, con il rischio di corrompere la natura del SIC.

Si chiede di analizzare la possibilità di ricorrere ad una procedura di Valutazione di Incidenza, che includa tutti gli impianti recentemente sottoposti a VIA (lungo i torrenti Ogliana di Pozzolo, Melezzo orientale, Cannobino e Falmenta, S. Giovanni).

Si accenna nel progetto alla necessità di sospendere temporaneamente gli usi civici esistenti, di cui non si riporta la mappa per esteso. Noi riteniamo gli usi civici una memoria di civile convivenza, cui non è il caso di rinunciare mai, anche se la qualità e il ritmo della vita odierna ne abbia sminuito (o meglio: modificato) l’importanza. Le terre gravate di uso civico sono portatrici di un vincolo ambientale di primaria importanza. Svendere un capitale collettivo per un interesse immediato di piccolo conto non è operazione lungimirante.

Si chiede che vengano evidenziati "tutti" i terreni gravati da uso civico, compresi quelli eventuali alle opere di presa e/o alla centrale elettrica, che sono opere permanenti, per le quali non si può invocare la sospensione temporanea.

Anche in questo progetto non si prendono in esame alternative credibili, rendendo in questo modo svilito il senso della procedura di VIA.

Si chiede di esigere alternative progettuali tra cui scegliere.

La condotta forzata attraverserà una falda detritica a quota 1080 m, dove per 80 m la tubazione correrà sul terreno in corrispondenza del sentiero senza sbancamenti, ancorando con aste di acciaio la condotta al terreno roccioso sottostante.

Si chiede di verificare questo passaggio particolarmente rischioso.

Si afferma, senza prove, che il rio Margologio è privo di pesci e quindi senza attività di pesca sportiva. La realtà è tutt’altra, a detta delle associazioni di pescatori locali.

Si chiede di verificare la realtà dei fatti.

Una considerazione conclusiva, per il caso in questione. Se verrà rilasciata la concessione richiesta, si potrà impiantare una produzione minima di energia elettrica, che non gioverà assolutamente ai bisogni energetici del Paese, mentre condannerà a morte un rio incontaminato, bene prezioso per l’umanità. E’ questo l’argomento definitivo che si sottopone alla commissione esaminatrice, la quale ha il compito di giudicare l’impatto ambientale dei progetti, e non la loro corretta fattibilità. Soltanto un mercato economicamente drogato, come è quello attuale in Italia, può rendere economicamente redditizio un impianto come questo, in cui basterebbe il costo della condotta in acciaio e la sua posa, per evitare qualunque investimento che si volesse positivo.