Questo è il testo inviato alla redazione de La Nuova Ecologia, mensile di Legambiente, per la pubblicazione, corredato da fotografie e illustrazioni.

 

 

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I "CASTELLI DI CANNERO" DI NUOVO IN PERICOLO

LA FAMIGLIA BORROMEO, PROPRIETARIA DEL BENE,

E I POLITICI LOCALI

INSIEME PER LO SFRUTTAMENTO TURISTICO DEL FASCINOSO MONUMENTO NAZIONALE

Percorrendo la costa piemontese del lago Maggiore, da sud verso nord, i profili dei monti si fanno meno dolci e le acque più blu.

Vicino al confine elvetico, tra Cannero Riviera e Cannobio sorgono, a duecento metri dalla riva, due isolotti rocciosi, che sorreggono i ruderi - foschi e affascinanti - dei cosiddetti "Castelli di Cannero".

Pur essendo ubicati sul territorio giurisdizionale di Cannobio, i castelli sono intimamente legati alla storia e al paesaggio di Cannero Riviera. Li avevano costruiti, sul finire del Trecento, cinque briganti locali, i fratelli Mazzarditi, divenuti presto famosi in tutto il lago per la loro violenza, le rapine, gli stupri, e costretti alla resa per fame nel 1414, dopo un lungo assedio ordinato del duca Filippo Maria Visconti. La roccaforte dei Mazzarditi venne rasa al suolo con l'aiuto dei villici locali, e poi ricostruita nel 1519 da Ludovico della famiglia Borromeo (divenuta nel frattempo feudataria del lago Maggiore), come punto strategico di controllo per i trasporti via lago di merci e di armati. Il castello attuale non è più quindi la rocca malfamata dei Mazzarditi, sebbene il suo aspetto di rudere possente, chiuso e tenebroso continui ad alimentare le antiche storie di fanciulle strappate agli affetti famigliari e di fantasmi.

Oggi i Castelli sono ancora di proprietà della famiglia Borromeo, che già possiede e sfrutta altre sue isole e altri suoi castelli del lago, tra cui, famosissime, le isole Bella e Pescatori, davanti a Stresa, battute ogni estate da centinaia di migliaia di turisti, che - come formichine affamate - ne percorrono a pagamento ogni viuzza e ogni stanza e ogni giardino alla caccia di un'immagine-ricordo da riportare a casa.

Anche i Castelli di Cannero, pur dichiarati "monumento nazionale" e quindi tutelati dalla legge 1089/39, di tanto in tanto entrano nelle ambizioni di sfruttamento turistico da parte dei Borromeo e di amministratori pubblici di estrazione politica variegata, previo consolidamento, a spese pubbliche, dei muraglioni esistenti e ricostruzione delle sue parti mancanti, tanto da renderli (come ebbe ad affermare recentemente l'assessore al Turismo regionale) "al loro antico splendore", spalti, merli, stanze, camminamenti e torrioni compresi.

Il Circolo Verbano di Legambiente, insieme alle altre presenze ambientalistiche locali (WWF, Italia Nostra, Museo del Paesaggio, Comitato per i Castelli di Cannero), si è messo un'altra volta in allerta. I Castelli di Cannero non si toccano! Neppure si deve discuterne, senza prima aver ascoltato la Sovrintendenza! Restauro sì, ricostruzione no! I beni culturali non devono essere oggetto di sfruttamento! Non vogliamo ascoltare chiacchiere, ma vedere studi e progetti! Già così, per il solo fatto di esistere, i Castelli sono un'attrattiva turistica segnalata in tutti i manuali e in tutte le guide: che bisogno c'è di "entrarci dentro" a visitare stanze e camminamenti ricostruiti di sana pianta? Oppure di costruirci un sito per congressi e convegni? O, perchè no, un albergo esclusivo?

Chi desidera essere tenuto al corrente degli avvenimenti, firmare petizioni al Ministro e spedire cartoline di sostegno, può rivolgersi al Circolo Verbano, la cui segreteria operativa è a Lesa (NO) fr. Comnago, via San Giulio 15, CAP 28040, tel/fax 0322/7088, e i cui indirizzi elettronici sono: E-mail: lambient@internetpiu.com - www.verbania.com/legambiente.

 

Amelia Alberti

Presidente del Circolo Verbano

29.07.99

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