BONIFICA DEL SITO EX-ENICHEM DI PIEVE VERGONTE (VCO, PIEMONTE) – ISTANZA AL MINISTRO DELL’AMBIENTE

 

AL MINISTRO DELL’AMBIENTE

sen. E. Ronchi

Al dirigente del Ministero dell’Ambiente

dott. G. Mascazzini

 

SIGNOR MINISTRO

Siamo stati al Suo fianco e L’abbiamo pubblicamente ringraziata, quando, nel luglio del ’96, venuto a conoscenza che i pesci del lago Maggiore erano (e sono) inquinati dal famigerato pesticida in quantitativi superiori a quelli fissati in Italia dal Ministero della Sanità, di fatto pose fine alla produzione di DDT a Pieve Vergonte.

Sappiamo che in questi giorni è all’attenzione del Suo Ministero e della Pretura di Verbania la questione della bonifica del sito produttivo ex-Enichem di Pieve Vergonte, dove per cinquant’anni si è prodotto, tra l’altro, DDT.

Abbiamo conosciuto le carte fin qui prodotte dai progettisti Enichem e vogliamo esprimerLe il nostro parere, certi della Sua attenzione.

 

A nostro avviso, l’ipotesi di bonifica allo studio dell’apposita Commissione ministeriale e della Commissione di VIA non si può ritenere come indirizzata ad una vera e propria bonifica.

Infatti, come anche i progettisti stessi scrivono, si tratta piuttosto di un "confinamento totale" di mezzo milione di metri cubi di terre intrise di veleni (arsenico, mercurio, cloroderivati organici, DDT, ...) in una discarica di tipo 2C, per tossico/nocivi, sopraelevata sopra il livello di campagna per oltre dieci metri, isolata con buona tecnica dal contesto, e di analogo "confinamento totale" di venticinquemila metri cubi di macerie di impianti da demolire (DDT, mercurio) e delle melme del torrente Marmazza, che per cinquant’anni ha fatto da scolmatore verso il Toce delle fogne industriale del sito.

 

Tutti i materiali vi verranno confinati "tal quali", senza alcun trattamento preliminare di trasformazione e/o inertizzazione.

Le due discariche sorgeranno nei confini aziendali, lungo la nuova superstrada, a duecentocinquanta metri dal fiume Toce, sopra una falda acquifera affiorante, in una zona (la valle Ossola) già più volte colpita da alluvioni e da esondazioni.

 

Ragionevolmente si teme che i manufatti non possano reggere alle ingiurie del tempo e delle intemperie per più di pochi decenni, dopo di che il loro contenuto, tal quale, riprenderà a scorrere dal Toce nel lago Maggiore, probabilmente nell’inconsapevolezza dei contemporanei.

La spesa prevista, intorno agli 80 miliardi, se appare notevole in sè, è però misera, se confrontata con le necessità finanziarie corrispondenti ad una vera e propria bonifica.

 

Nulla si dice, nel progetto in esame, di ipotesi di risanamento delle migliaia di tonnellate di sedimenti inquinati, che lentamente stanno sprofondando nei fondali del Toce e del lago Maggiore, per risalirne lungo le catene alimentari fino all’uomo.

I SOTTOSCRITTI CHIEDONO PERTANTO AL SIGNOR MINISTRO DI VOLER RIPRENDERE IN ESAME IL PROGETTO DI BONIFICA, PER IMPORRE AI PROGETTISTI QUELL’INTERVENTO PIÙ COMPLETO, CHE NON DOBBIAMO LASCIARE IN CARICO ALLE GENERAZIONI CHE VERRANNO.

 

Dott.ssa Amelia Alberti

Presidente del Circolo Verbano

Dott. Vittorio Cardone

Vicepresidente del Circolo Verbano

 

Verbania, 24 aprile 1999