Non abbassiamo la guardia!

IL DDT E IL MERCURIO NEI PESCI DEL LAGO MAGGIORE

SONO IN AUMENTO

comunicato stampa

"Sulla questione DDT nei pesci del lago Maggiore non sembra proprio il caso di abbassare la guardia, come chiedono insistentemente alcuni Amministratori pubblici e Politici locali" afferma la presidente del Circolo Verbano di Legambiente, Amelia Alberti "perché non ci sono elementi per credere che la concentrazione del pericoloso insetticida sia in diminuzione, anzi! Le analisi della primavera 2001 effettuate dal Laboratorio cantonale Ticinese provano che sugli agoni (specie di cui in Svizzera è vietata la pesca e il consumo), dopo un trend in discesa, durato dal 1996 al 1999, attualmente la concentrazione del DDT è in netta crescita (da un valore medio di 1021 ug/Kg di pesce nel 1999, ad un valore attuale di 1404 ug/Kg, pari al 27% in più)". Ricordiamo che la concentrazione-limite per la Svizzera è di 1000 ug/Kg, mentre per l’Italia è di 100 ug/Kg.

Il DDT è una sostanza pericolosa, certamente cancerogena sulle cavie, attendibilmente anche sull’uomo, che degrada molto lentamente. Attualmente esso non è più prodotto negli impianti di Pieve Vergonte, a monte del lago Maggiore, ma si trova depositato in centinaia di tonnellate nei fondali, da dove risale lungo le catene alimentari.

Oltre al DDT, pare in aumento nei pesci analizzati in Svizzera anche il MERCURIO, temutissimo metallo, lesivo del sistema nervoso, che si accumula con analogo meccanismo lungo le catene alimentari. Negli agoni recentemente analizzati la sua concentrazione media è di 252 ug/Kg (valore limite italiano 500 ug/Kg), mentre nei pesci dei torrenti elvetici il valore è intorno ai 25 ug/Kg. Anche il mercurio presente nel lago Maggiore deriva per la maggior parte dagli impianti ex Enichem di Pieve Vergonte, dove viene tuttora utilizzato per produrre il cloro, nelle celle elettrolitiche soda-cloro. Proprio sulla presenza inquinante del mercurio nell’ecosistema lago Maggiore il Circolo Verbano di Legambiente ha promosso una borsa di studio per una tesi di laurea, in corso.

"Il principio di massima cautela" conclude Alberti "deve essere invocato in questo come in tutti i casi, in cui la salute corre gravi rischi. Una maggiore attenzione in passato, avrebbe evitato un simile disastro ecologico, con ricadute negative sull’economia e sull’immagine turistica dei luoghi":

02/09/01

VOGLIA DI VOLTARE PAGINA

DDT: LE COMMISSIONI PROVINCIALI CACCIA E PESCA

DECIDONO ANCHE DELLA NOSTRA SALUTE

comunicato stampa

Si è tenuta oggi la riunione congiunta delle Commissioni consiliari Caccia e Pesca delle province di Novara, Varese e VCO, chiamate a valutare l’opportunità di chiedere ai Ministri alla Sanità e all’Ambiente di alzare il limite italiano al contenuto in DDT nelle carni dei pesci, per renderli tutti commestibili. E ciò esse intendono fare, invocando le regole più permissive della Svizzera e di altri Paesi europei. Essendo la seduta aperta, la presidente del Circolo Verbano di Legambiente ha assistito ai lavori, distribuendo un precedente comunicato e qualche documento di matrice elvetica, da cui si deduce che il DDT, lungi dal diminuire negli ultimi anni, sta invece aumentando, e non di poco.

Ai lavori ha partecipato, invitato, il dott. A. Calderoni, ricercatore chimico dell’Istituto di Idrobiologia e presidente della Commissione Pesca nel Comitato Italo/Elvetico, da sempre punto di riferimento scientifico per la questione "ecosistema lacustre". Calderoni ha caldeggiato un adeguamento verso l’alto del limite italiano per quattro motivi: 1) di beneficio per l’ecosistema, messo in crisi dall’improvvisa assenza o limitazione del prelievo umano, 2) di interesse per la categoria dei pescatori e del turismo, 3) di assenza di pericolo nell’ingestione di normali quantitativi di pesce al DDT, non essendo provato che il DDT sia cancerogeno per l’uomo, e 4) di constatazione che il pesce proibito viene comunque proposto nei menù di tutti i ristoranti del lago Maggiore, non solo in Svizzera.

Sul primo punto, riteniamo che ciò possa avere un senso, poiché ormai l’ecosistema lago Maggiore è alterato dai secolari interventi umani.

Sul secondo punto, abbiamo sempre detto che nei cinquant’anni di fabbricazione del DDT a Pieve Vergonte, bisognava pur che qualche illuminato spiegasse ai politici di allora che il DDT è indistruttibile, liposolubile, bioaccumulabile: tutto ciò era ampiamente noto a partire dagli anni settanta. E che a Pieve Vergonte si smettesse di fabbricare il micidiale insetticida, come nel resto d’Europa.

Sul terzo punto crediamo che Calderoni non sia il tecnico più indicato per esprimersi su problemi sanitari, non avendone le competenze: le strutture sanitarie locali ed extralocali intervengano, assumendosi le loro responsabilità, e supportino le decisioni dei politici. Opportuna sarebbe finalmente un’indagine epidemiologica a partire dai lavoratori ex Enichem, i più a contatto con il DDT, per stabilire la cancerogenicità della sostanza, e anche l’eventuale rifusione dei danni.

Infine, sul quarto punto, restiamo perplessi: anche i furti ci sono, anche le truffe, e le violenze, e lo spaccio di droga: decidiamo perciò di renderli legali? Oppure continuiamo con le forze dell’ordine a cercare di prevenire e reprimere?

Una proposta ha trovato tutti d’accordo: le pescate "selettive" di agoni, per riequilibrare l’ecosistema e per mantenere una vestigia di tradizione della pesca, che – se non cambierà il limite attuale – propriamente non si potrà mai più svolgere, nelle acque italiane del lago Maggiore. Il tutto verrà ridiscusso in una Commissione ristretta.

E il mercurio? Soltanto Calderoni ne ha accennato, senza trovare seguito. Noi, nel nostro piccolo, continuiamo a tenere desta l’attenzione sul problema.

03/09/01