Nella foto: La valle Cannobina
 
OSSERVAZIONI ALLE CENTRALINE SUL CANNOBINO
Ecco le nostre osservazioni
a due centraline sul Cannobino
26.8.03

ALL’UFFICIO V.I.A.

PROVINCIA VCO

 

Oggetto:

IMPIANTO IDROELETTRICO SUL TORRENTE CANNOBINO E RIO FALMENTA NEI COMUNI DI GURRO E DI FALMENTA

Presentato all’Ufficio VIA della Provincia VCO dalla Ditta Sant’Anna srl.

Data di scadenza per le Osservazioni nella Fase di Verifica: 6.09.03

L’Associazione Circolo Verbano di Legambiente, portatrice di interessi diffusi di tutela del territorio, interviene con le seguenti Osservazioni nella Procedura provinciale di VIA. Chiede all’autorità competente di essere coinvolta ai sensi della LR 40/98, art. 9 c. 3, e comunque di presenziare alle Conferenze dei servizi, di avere copia dei verbali e di essere informata di ogni ulteriore passaggio amministrativo.

 

Dott.ssa Amelia Alberti

Presidente Circolo Verbano di Legambiente

02/08/2003

SINTESI DEL PROGETTO

L’impianto di sfruttamento a scopo idroelettrico delle acque del t. Cannobino e del rio Falmenta si compone delle seguenti opere:

opere di presa (480 m slm - 610 m slm) in località (Ponte Gurro – Ponte Barra)

gallerie di derivazione lunghe (1960 m – 1930 m)

vasche di carico a quota ( 476 m – 606 m)

condotte forzate lunghe (338 m – 378 m)

centrale elettrica a quota 390 m e canale di restituzione a Ponte Falmenta

Le portata turbinabili medie dei torrenti sono di (2088 l/s – 425 l/s), max (3300 l/s – 690 l/s), min (825 l/s 69 l/s), i DMV calcolati sono di (335,2 l/s – 67 l/s) l/s. I DMV sono anche i deflussi massimi del torrente per tutto l’anno. I DMV sono rilasciati dalla traversa, in cima alla scala di risalita dei pesci.

I salti netti sono di (79 m – 203 m). I salti legali di (90 m – 220 m).

Le potenze nominali medie sono pari a (1842 Kw – 920 Kw).

E’ attesa la produzione di 15.636.166 Kwh/anno.

OSSERVAZIONI

Il Cannobino e il Falmenta sono corsi d’acqua a carattere torrentizio, che scorrono per lo più in forre profondamente scavate, conservando una fascinosa caratteristica di selvaggità. E’ una natura che richiama la selvaggità del contiguo Parco Nazionale Val Grande, di cui dovrebbe da tempo fare parte, se i calcoli miopi degli Amministratori locali non si dimostrassero prevaricanti rispetto alle vocazioni del territorio. La vicinanza estrema con il Parco Nazionale Val Grande, in fase di espansione territoriale, mette in discussione preliminare la possibilità di costruire impianti idroelettrici nelle sue vicinanze, con il rischio di corrompere la natura del SIC.

Si chiede di analizzare la possibilità di ricorrere ad una procedura di Valutazione di Incidenza, che includa tutti gli impianti recentemente sottoposti a VIA (lungo i torrenti Ogliana di Pozzolo, Melezzo orientale, Cannobino e Falmenta).

Con le opere di presa previste, al torrente Cannobino e al Falmenta resteranno per tutto l’anno miseri quantitativi costanti di acqua, pari al DMV. Questa banalizzazione, grave per tutti i corsi d’acqua, diventa insopportabile, quando si tratta di torrenti inforrati, che scavano da millenni le rocce con le loro acque spesso impetuose, modellando la montagna.

Si chiede di rivedere la modulazione del DMV secondo il variare delle stagioni.

L’impianto idroelettrico interferisce con un biotopo di interesse provinciale, inserito nell’elenco ufficiale dei Biotopi (gennaio 2000).

La L.R. 3 aprile 1995 n. 47 "NORME PER LA TUTELA DEI BIOTOPI" è stata pubblicata sul B.U.R. n.15 del 12 aprile. Per l’individuazione dei siti da segnalare come Biotopi il gruppo di lavoro incaricato dalla Provincia si è attenuto (v. il documento "Censimento Biotopi del territorio provinciale") alla definizione contenuta nella summenzionata legge:

L’art. 2 che definisce i biotopi come " …… porzioni di territorio che costituiscono un’entità ecologica di rilevante interesse per la conservazione della natura indipendentemente dal fatto che tali aree siano protette dalla legislazione vigente"

Il punto 3. Dell’art. 1 "Sono classificati come biotopi anche i geotopi di interesse morfologico, geologico e mineralogico".

Nelle Considerazioni conclusive al Censimento i tecnici scrivono:

"Lo scopo del presente lavoro è quello di accrescere la sensibilità verso l’ambiente e nello stesso tempo di creare dei percorsi turistici nel territorio provinciale.

La gestione dei siti secondo gli intendimenti della legge regionale che valorizza i biotopi dovrà essere affidata ad associazioni ed enti che ne cureranno la conservazione e la fruizione".

Il biotopo di valenza geologica, con cui interferiscono le opere dell’impianto in oggetto è descritto nella scheda: "Anfiboliti e strahlenstein" di Falmenta, alla confluenza tra il rio Falmenta e il t. Cannobino, nella zona prevista per la costruzione della centrale. I progettisti, in proposito, scrivono (a pag. 48 della Relazione ambientale) che "la costruzione della centrale in area golenale ... comporta una incidenza unicamente visiva del manufatto e non va ad alterare o a modificare la qualità complessiva del biotopo, non prevedendosi sbancamenti in roccia". E’ certo che anche il solo inserimento di un manufatto nel contesto di un biotopo sarebbe contestabile. Alla pag. 70 della stessa Relazione si precisa, però: "Il piano di fondazione (della centrale) verrà realizzato mediante sbancamento con bulldozer ed escavatore (in terreni sciolti) e/o con riprofilatura tramite martello demolitore (in roccia). ... Si prevede la realizzazione preliminare di un muro in c.a. parallelo all’asse dell’alveo ... Il muro sarà ancorato e intestato in roccia, protetto da una scogliera di massi ciclopici annegati in malta cementizia".

Si contesta l’interferenza grave dell’impianto con il Biotopo di cui sopra e si chiede quindi di rivedere il posizionamento della centrale.

Si cita il seguente paragrafo, di tono perentorio, tratto dal volume edito dalla Regione Piemonte, Collana Ambiente, 1999, "Proposta di linee guida per la predisposizione dei dossier di compatibilità ambientale dei prelievi idrici da corsi d’acqua naturali", pag. 252: "In ogni caso i tracciati non devono attraversare Biotopi".

In relazione alla costruzione della galleria si osserva che non sono documentati e accertati i punti di conferimento del materiale di scavo.

Si chiede di produrre documentazione adeguata.

Si afferma che l’area di Falmenta ricade nelle zone di ricarica della falda, secondo il PTR del ’97, ma la questione viene trattata come marginale, benché in altro punto si accenni anche alla possibilità che le gallerie di adduzione potrebbero drenare acque sotterranee.

Si chiede di esaminare nel dettaglio questa questione.

I comuni della Valle Cannobina non sono serviti da impianti di depurazione, ma soltanto da fosse Imhoff, che recapitano direttamente o indirettamente nel torrente. Né risultano in programma progetti di costruzione dei medesimi. L’impianto modificherà in modo negativo sostanziale la diluizione degli scarichi fognari. La situazione è già precaria allo stato attuale, soprattutto nei mesi estivi, quando la popolazione si accresce. La situazione tenderà ad aggravarsi, quando le acque, ridotte di quantità e di turbolenza, avranno una ridotta capacità autodepurativa. (Per tutto ciò, si rimanda alla Premessa generale).

Si chiede di calcolare in modo documentato l’impatto ambientale presente e futuro degli scarichi fognari.

Viene affermato che la qualità delle acque è ottimo (prima classe IBE) e che le modifiche indotte dall’impianto non avranno effetti negativi sulla qualità indicata. La classificazione riportata risale al 1998 (Piano Ittico provinciale), quando venne effettuata in mesi autunnali. Non è stata ripetuta e soprattutto non è stata fatta la misurazione in punti diversi e in periodi dell’anno diversi, ad esempio in presenza di un forte apporto turistico.

Si chiede di produrre una classificazione più esaustiva della qualità del corso d’acqua interessato.

Non si producono le prove che non vengono interessati dalle opere terreni gravati da uso civico, mentre invece è molto probabile che ciò sia.

Si chiede che vengano evidenziati tutti i terreni gravati da uso civico, e che vengano indicati i passi già compiuti o che si intendono compiere e far compiere per risolvere il problema.

A conclusione piace notare la contraddizione in cui cadrebbe la politica del territorio, quando si confrontano le opere in fase di valutazione con gli obiettivi approvati dalla Comunità Montana con il Piano Ecologico Territoriale del ’99, ripresi anche nel progetto in esame: "conservazione del capitale esistente, costituito dagli ecosistemi e dalle funzioni da essi espletate, mediante un’opera continua di manutenzione; valorizzazione, sul piano economico e sociale, del patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale, finalizzata a perseguire uno sviluppo sostenibile del territorio; promozione della vocazione turistica del territorio".

Agli Amministratori pubblici si chiede soltanto coerenza con i documenti da loro stessi approvati.


ALL’UFFICIO V.I.A.

PROVINCIA VCO

 

Oggetto:

IMPIANTO IDROELETTRICO SUL TORRENTE CANNOBINO NEI COMUNI DI FALMENTA E DI CAVAGLIO S. DONNINO

Presentato all’Ufficio VIA della Provincia VCO dalla Ditta Sant’Anna srl.

Data di scadenza per le Osservazioni nella Fase di Verifica: 6.09.03

L’Associazione Circolo Verbano di Legambiente, portatrice di interessi diffusi di tutela del territorio, interviene con le seguenti Osservazioni nella Procedura provinciale di VIA. Chiede all’autorità competente di essere coinvolta ai sensi della LR 40/98, art. 9 c. 3, e comunque di presenziare alle Conferenze dei servizi, di avere copia dei verbali e di essere informata di ogni ulteriore passaggio amministrativo.

Dott.ssa Amelia Alberti

Presidente Circolo Verbano di Legambiente

 

02/08/2003

SINTESI DEL PROGETTO

L’impianto di sfruttamento a scopo idroelettrico delle acque del torrente Cannobino si compone delle seguenti opere:

opera di presa a quota 370 m slm, a circa 50 m a valle della confluenza tra il t. Cannobino e il rio Falmenta, in località Lunecco, comune di Falmenta

galleria di derivazione lunga 3750 m in roccia, di sezione 5 mq, in versante orografico sinistro

vasca di carico di circa 150 mc a quota 363 m

condotta forzata interrata lunga 90 m

centrale elettrica a quota 290 m slm e canale di restituzione in comune di Cavaglio S. Donnino, presso la confluenza del rio Cavaglio nel t. Cannobino, parzialmente in caverna e parzialmente in esterno, in versante orografico sinistro

La portata turbinabile media del torrente è di 3181 l/s, max 5200 l/s, min 1300 l/s, il DMV calcolato è di 506,9 l/s. I DMV sono anche i deflussi massimi del torrente per tutto l’anno. I DMV sono rilasciati dalla traversa, in cima alla scala di risalita dei pesci.

Il salto netto è di 68 m. Il salto legale di 80 m.

La potenza nominale media (P=qhg=3,181x68x9,81) è pari a 2495 Kw.

E’ attesa la produzione di 15.636.166 Kwh/anno.

OSSERVAZIONI

Il Cannobino è un corso d’acqua a carattere torrentizio, che scorre per lo più in forre profondamente scavate, conservando una fascinosa caratteristica di selvaggità. E’ una natura che richiama la selvaggità del contiguo Parco Nazionale Val Grande, di cui dovrebbe da tempo fare parte, se i calcoli miopi degli Amministratori locali non si dimostrassero prevaricanti rispetto alle vocazioni del territorio. La vicinanza estrema con il Parco Nazionale Val Grande, in fase di espansione territoriale, mette in discussione preliminare la possibilità di costruire impianti idroelettrici nelle sue vicinanze, con il rischio di corrompere la natura del SIC.

Si chiede di analizzare la possibilità di ricorrere ad una procedura di Valutazione di Incidenza, che includa tutti gli impianti recentemente sottoposti a VIA (lungo i torrenti Ogliana di Pozzolo, Melezzo orientale, Cannobino e Falmenta).

Con le opere di presa previste, al torrente Cannobino resteranno per tutto l’anno miseri quantitativi costanti di acqua, pari al DMV. Questa banalizzazione, grave per tutti i corsi d’acqua, diventa insopportabile, quando si tratta di torrenti inforrati, che scavano da millenni le rocce con le loro acque spesso impetuose, modellando la montagna.

Si chiede di rivedere la modulazione del DMV secondo il variare delle stagioni.

L’impianto idroelettrico interferisce con un biotopo di interesse provinciale, inserito nell’elenco ufficiale dei Biotopi (gennaio 2000).

La L.R. 3 aprile 1995 n. 47 "NORME PER LA TUTELA DEI BIOTOPI" è stata pubblicata sul B.U.R. n.15 del 12 aprile. Per l’individuazione dei siti da segnalare come Biotopi il gruppo di lavoro incaricato dalla Provincia si è attenuto (v. il documento "Censimento Biotopi del territorio provinciale") alla definizione contenuta nella summenzionata legge:

L’art. 2 che definisce i biotopi come " …… porzioni di territorio che costituiscono un’entità ecologica di rilevante interesse per la conservazione della natura indipendentemente dal fatto che tali aree siano protette dalla legislazione vigente"

Il punto 3. Dell’art. 1 "Sono classificati come biotopi anche i geotopi di interesse morfologico, geologico e mineralogico".

Nelle Considerazioni conclusive al Censimento i tecnici scrivono:

"Lo scopo del presente lavoro è quello di accrescere la sensibilità verso l’ambiente e nello stesso tempo di creare dei percorsi turistici nel territorio provinciale.

La gestione dei siti secondo gli intendimenti della legge regionale che valorizza i biotopi dovrà essere affidata ad associazioni ed enti che ne cureranno la conservazione e la fruizione".

Il biotopo di valenza geologica, con cui interferiscono le opere dell’impianto in oggetto è descritto nella scheda: "Nivetta: pieghe negli gneiss" di Cavaglio Spoccia. I progettisti, in proposito, scrivono che le opere non interferiscono con il biotopo, che certamente verrà svilito da un corso d’acqua ridotto a un rigagnolo, a meno che non venga anche direttamente interessato dagli scavi della galleria che corre parallela al fiume.

Si contesta l’interferenza grave dell’impianto con il Biotopo di cui sopra e si chiede quindi di rivedere il posizionamento della centrale.

Si cita il seguente paragrafo, di tono perentorio, tratto dal volume edito dalla Regione Piemonte, Collana Ambiente, 1999, "Proposta di linee guida per la predisposizione dei dossier di compatibilità ambientale dei prelievi idrici da corsi d’acqua naturali", pag. 252: "In ogni caso i tracciati non devono attraversare Biotopi".

In relazione alla costruzione della galleria si osserva che non sono documentati e accertati i punti di conferimento del materiale di scavo.

Si chiede di produrre documentazione adeguata.

I comuni della Valle Cannobina non sono serviti da impianti di depurazione, ma soltanto da fosse Imhoff, che recapitano direttamente o indirettamente nel torrente. Né risultano in programma progetti di costruzione dei medesimi. L’impianto modificherà in modo negativo sostanziale la diluizione degli scarichi fognari. La situazione è già precaria allo stato attuale, soprattutto nei mesi estivi, quando la popolazione si accresce. La situazione tenderà ad aggravarsi, quando le acque, ridotte di quantità e di turbolenza, avranno una ridotta capacità autodepurativa. (Per tutto ciò, si rimanda alla Premessa generale).

Si chiede di calcolare in modo documentato l’impatto ambientale presente e futuro degli scarichi fognari.

Viene affermato che la qualità delle acque è ottimo (prima classe IBE) e che le modifiche indotte dall’impianto non avranno effetti negativi sulla qualità indicata. La classificazione riportata risale al 1998 (Piano Ittico provinciale), quando venne effettuata in mesi autunnali. Non è stata ripetuta e soprattutto non è stata fatta la misurazione in punti diversi e in periodi dell’anno diversi, ad esempio in presenza di un forte apporto turistico.

Si chiede di produrre una classificazione più esaustiva della qualità del corso d’acqua interessato.

Non si producono le prove che non vengono interessati dalle opere terreni gravati da uso civico, mentre invece è molto probabile che ciò sia.

Si chiede che vengano evidenziati tutti i terreni gravati da uso civico, e che vengano indicati i passi già compiuti o che si intendono compiere e far compiere per risolvere il problema.

A conclusione piace notare la contraddizione in cui cadrebbe la politica del territorio, quando si confrontano le opere in fase di valutazione con gli obiettivi approvati dalla Comunità Montana con il Piano Ecologico Territoriale del ’99, ripresi anche nel progetto in esame: "conservazione del capitale esistente, costituito dagli ecosistemi e dalle funzioni da essi espletate, mediante un’opera continua di manutenzione; valorizzazione, sul piano economico e sociale, del patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale, finalizzata a perseguire uno sviluppo sostenibile del territorio; promozione della vocazione turistica del territorio".

Agli Amministratori pubblici si chiede soltanto coerenza con i documenti da loro stessi approvati.