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MANIFESTO DELLE
PIETRE COLORATE




Noi siamo i sassi colorati che mettono in fuga il marrone, colore principe medioevale. Noi siamo i pigmenti di piombo che sbaragliano l'arenaria triste e grigia come il mesozoico minerale meofriggione e parlamentare. Noi siamo le pietre dipinte che il dilemma amoroso di Epicuro raccoglie nel mazzolino della putrefazione spirituale. Noi siamo le margherite, i ricettacoli dell'attività celeste che sciamani ed asciugamani insieme ritrovano nel trance condominiale. Noi siamo i macigni antenati, il respiro logaritmico della creazione, la pausa obliterante, l'elisir della sette vite della vecchia Romagna che batte e invecchia come 'cuore amore cuore': una rima elettorale. Noi siamo l'incipiente fioritura degli scogli colorati che è il ritorno al centro primordiale, ai giardini sotto un bell'ulivo o al Polo Nord in compagnia di una pianta di coccodrillo. Noi siamo la quintaessenza dell'Ikebana degli strati minerali dei massi, siamo l'emblema del moplèn, la sintesi del triciclo vitale e, tuttavia, effimero come i cappelli di Cesare Ragazzi in fuga informe dalla bellezza preda di piene e titoli di stampa. Noi siamo il peso delle anime delle lastre divise per il seno dell'angolo che formano il volo delle papere ed i manigoals a porta vuota. Noi siamo le centrifughe dei ciottoli colorati, i trapianti di acidi pensieri non lontani dal vero. Noi siamo i sassi vivi e brillanti, pallidi e vuoti come assi waltidesnyani sdraiati e dormienti. Noi siamo le pietre tinteggiate che sanno amarsi, consumarsi, ritrovarsi, sbattersi l'un l'altro con estenuante bellezza prereaffaelita. Noi siamo i monoliti rusticani, filarmonici e adolescenti, eterni nell'egolatria dei fiumi. Noi siamo i sassi come il pane e certamente le rose, le lime e i pesci addormentati moltiplicati per il piacere degli dei e ispirazione per artisti poeti e tutori del disordine. Noi siamo le pietre pitturate dell'uomo mediatore. Noi siamo le attitudini irrazionali, le radici coincidenti del fittone miocardio. Noi siamo il lento contagio planetario. Noi siamo sopravissute alla rete autostradale, al conglomerato cementizio della variante di valico, al buonismo del gusto, alle gite fuoriporta, al pendolarsimo ferro - viario, alle canzonette di Paolo Bonolis e del mullah Omar.  Noi siamo l'assenzio dei cori dell'osterie. Noi siamo l'arcobaleno futurista, fumettista, oltranzista.

Noi siamo l'oro del Reno, loro del Reno, l'ora del Reno. 


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