DALLA
RACCOLTA; RACCONTI BREVI SPIRITELLO
di P.I.L. Spiritello è oggi un
angelo custode molto speciale, ma quando arrivò in
purgatorio le cose non andarono molto bene per lui e
persino il Gran Maestro, tutte le volte che doveva
assegnargli un incarico, pregava il Buon Dio affinché
l'aiutasse, a portarlo a buon fine. Lui però ritornava
immancabilmente indietro, sconfitto, deluso e sfiduciato.
Per consolarsi, Spiritello, decise che non era affatto
interessato a trasferirsi tra i comuni mortali, e che in
fondo, fare l'angelo custode non era proprio un lavoro
adatto a lui. Troppe responsabilità, troppi grattacapi,
attanagliavano quel compito che secondo lui, doveva
essere liberamente svolto da ogni singolo angelo, a
secondo delle loro effettive capacità. " Ma
figuratevi se uno spiritello spensierato e giocherellone
come lui, poteva, in qualche modo, aiutare un mortale,
così come pretendevano quegli angeli altolocati ?"
si diceva amareggiato. " Ma per chi l'avevano preso,
per una specie di Rambo? Ma l'avevano visto bene?. Era
piccolo e minuto, lui, non certo un forzuto!..." Ben
altre erano le sue capacità, ma purtroppo, sembrava che
quelle non interessavano proprio a nessuno. Tutti lo
vedevano come un rompiscatole piantagrane, capace solo di
creare una gran confusione intorno a lui. Spiritello
infatti, faceva scherzi a tutti e persino gli angeli più
anziani che erano anche i più saggi e disciplinati, non
riuscivano a sopportarlo e in continuazione chiedevano al
Gran Maestro, di trovargli un lavoro duraturo sulla
Terra, in modo che egli potesse guadagnarsi al più
presto quel benedetto paio d'ali che gli avrebbe permesso
di lasciare il purgatorio per sempre. Il Gran Maestro però,
non sapeva più cosa fare, gli aveva assegnato già vari
incarichi e tutti, secondo lui, molto facili, dato che
Spiritello era ancora un angelo custode apprendista. Ma
lui, anche se aveva fatto veramente di tutto per portare
a termine nel migliore dei modi quei compiti, aveva
fallito. Era come se un fato crudele lo perseguitasse,
tutto ciò che faceva si ritorceva sempre contro di lui. IL PRIMO INCARICO Come primo incarico, il Gran Maestro, lo aveva assegnato,
come aiutante a un angelo custode anziano a cui era
toccato una coppia di gemelli e non vedeva l'ora di
ricevere un aiuto dall'alto. Questo, quando seppe
dell'arrivo di Spiritello tirò un respiro di sollievo,
felice che da lassù, qualcuno avesse esaudito le sue
preghiere. Ma l'arrivo di Spiritello non fu proprio una
benedizione per lui, che vide la vita dei suoi protetti
cambiare completamente. I gemellini non volevano più
saperne di dormire, non facevano altro che giocare e
vocalizzare con il loro nuovo amico invisibile. Persino i
genitori, si accorsero che qualcosa era cambiato, la casa
era continuamente sotto sopra. I loro piccoli gattonavano
e si arrampicavano ovunque, tirando giù dai mobili tutto
ciò che riuscivano ad agguantare per poi scaraventarli
divertiti contro Spiritello che abile riusciva sempre a
scansare, ridendosela poi di brutto, e facendo loro mille
boccacce di giubilo. Il vecchio angelo custode stanco di
correre dappertutto, per soccorrere i bambini che
rischiavano seriamente di farsi del male, cadendo o
scivolando giù dai mobili, rimandò indietro Spiritello,
dicendogli che non aveva la forza di badare a tre neonati.
Due gli erano già più che sufficienti. Spiritello
ritornò in purgatorio malvolentieri, si era trovato bene
con quei bambini e se avesse avuto più tempo a
disposizione era sicuro che insieme, avrebbero fatto
grandi cose. Avrebbe insegnato loro, cose che
quell'angelo custode pieno di boria e serietà, non
sarebbe mai riuscito a insegnare, neanche se avesse avuto
mille anni a disposizione. Col suo aiuto, quei ragazzini
sarebbero diventati unici e avrebbero imparato a dare
alla vita un significato particolare, imparando ad amarla
e ad onorarla come solo pochi erano in grado di fare.
Quando il suo spirito era ancora imprigionato in un corpo
vitale, Spiritello credeva che dopo la morte avrebbe
trovato ad attenderlo, un universo meraviglioso, nel
quale poter finalmente esprimere tutto il suo vero
essere, ma così non era stato. Anche in Purgatorio,
erano tutti indaffarati a svolgere i loro compiti e
sembrava che nessuno avesse ne il tempo, ne la voglia di
abbozzare neanche un semplice sorriso. Spiritello, non
riusciva a capire perché tutti fossero continuamente così
scivolosi. " Che male c'era nell'essere cordiali?
" Si chiedeva incredulo, infastidito da tanta
compicità. Ma gli altri angeli lo guardavano dall'alto
in basso, come se fosse un fenomeno da baraccone e questo
anche se in un primo momento l'aveva divertito, doveva
ammetterete che col passare del tempo gli dava fastidio.
" Ma chi si credevano di essere, quei musoni in
camicia da notte? " Si diceva, mentre furtivamente
si preparava alla vendetta e appena poteva, proprio come
un vero monello alle prime armi cercava di ravvivare la
situazione. SPIRITELLO MONELLO Un giorno per vendicarsi della troppa serietà
dell'angelo Carmelo, che non gli rivolgeva mai la parola,
gli legò insieme i lacci dei saldali facendogli fare un
bel capitombolo. Fortunatamente le nuvole attutirono la
caduta e Carmelo essendo un angelo ben educato e
paziente, si rialzò per niente irritato, sciolse i lacci
e proseguì la sua corsa. Nell'osservare la scena,
Spiritello se la rideva di tutto cuore, ma avrebbe tanto
voluto che anche qualcun altro fosse lì a ridere insieme
a lui. " Possibile, che con tutte le sue buone
capacità casinistiche, non riusciva a coinvolgere nessun
altro? " Spiritello non riusciva a credere ai suoi
occhi e dato che non si voleva dare assolutamente per
vinto, continuava i suoi scherzetti innocenti. Tutti quei
musoni che correvano di qua e di là senza trovare il
tempo per scambiarsi un saluto, una parola, gli davano
sui nervi. " Ma era mai possibile che anche da morti
i loro spiriti dovessero correre e correre, senza avere
un attimo di tregua? " Si chiedeva incredulo. CERCASI PERSONALE TUTTOFARE |
- Cercasi
personale tuttofare - si era proprio questo il cartello
che avrebbero dovuto esporre alle porte del purgatorio.
Quei poveri spiriti che arrivavano stanchi della vita
terrena, non avevano neanche un attimo di tempo per
riprendere fiato. Al loro arrivo, un angelo era pronto ad
accoglierli per rimandarli di volata sulla terra, sotto
le spoglie di angeli custodi apprendisti, a seguito di
qualche persona bisognosa che ne aveva fatto richiesta.
In purgatorio avevano veramente un gran da fare e anche
se avrebbero voluto intrattenersi tra di loro per
esprimere la loro gioia, non avevano tempo per farlo. Era
ormai da tanto tempo che in Paradiso, c'era peluria di
spiriti buoni. Negli ultimi tempi dalla Terra, ne
arrivavano sempre meno meritevoli di tale pregio. Al
contrario, gli inferi aveva aumentato la popolazione in
modo considerevole. Figuratevi che il Gran maestro era
stato costretto a mettere una postazione fissa alle porte
degli inferi. Un paio di angeli custodi avevano il
compito di redimere, qualche spirito penitente e portarlo
sulla retta via. In quel modo era riuscito a procurarsi
diversi spiriti, ma non tutti di buona fattura. Alcuni si
erano convertiti con tutto il cuore, ma altri lo avevano
fatto solo per scampare al fuoco degli inferi e il Gran
maestro non era molto soddisfatto della sua idea. Quando
ci ripensava però, doveva ammettere, che per una
conversione falsa ne aveva ottenute almeno cinque vere e
quei cinque spiriti erano destinati a diventare ottimi
angeli custodi. Il purgatorio era subissato di richieste,
avevano tutti un gran da fare. Gli spiriti venivano
chiamati in continuazione dagli umani, e loro dovevano
essere in grado di soddisfare innumerevoli richieste
terrene, nel migliore dei modi e nel minor tempo
possibile. A qualche angelo custode, erano state persino
assegnate più persone contemporaneamente e questi, erano
costretti a correre in continuazione, quanto dall'uno e
quanto dall'altro. Si poteva proprio dire che in
Purgatorio, non conoscevano la disoccupazione, anzi c'era
una grande richiesta di mano d'opera e persino uno
spirito monello come Spiritello, faceva comodo. Per
questo il Gran Maestro fu costretto a mettersi ancora una
volta nelle sue mani e dopo aver alzato gli occhi al
cielo in segno di preghiera, consegnò nelle mani di
Spiritello un foglio che riportava l'indirizzo della
nuova destinazione. Con grossi caratteri, il Gran Maestro
vi aveva annotato in fondo minutamente il compito che
avrebbe dovuto svolgere, sperando che perlomeno in quel
modo, avrebbe seguito le istruzioni alla lettera. |