RACCONTIBREVI
  
    

IL SECONDO INCARICO
Spiritello srotolò felice la pergamena. Anche se dicevaa tutti il contrario gli piaceva andare sulla Terra erendersi utile. Come secondo incarico gli toccò unadonna anziana. Il suo angelo custode era stato assegnatoa una creatura appena nata, per Spiritello non dovevaessere difficile occuparsi di lei. Era una donninatranquilla di novant'anni che passava gran parte del suotempo seduta al sole, dove poi si addormentava. Sembravaun lavoro veramente facile e per questo motivo al suoangelo custode venne assegnato un incarico piùimpegnativo e a lei toccò Spiritello. Al suo arrivoSpiritello fece di tutto per stare buono e tranquillo.Questa volta era arrivato sulla Terra carico di buoneintenzioni. Voleva fare in modo che il Gran Maestro siricredesse sulle sue capacità, desiderava tanto che glivenisse assegnato un incarico un pochino più impegnativoe perché no, anche divertente. Ma la sua pazienza duròsolo un paio di giorni, quella donna dormiva incontinuazione, non c'era mai niente da fare, nessuno dasalvare, nessuno con cui parlare e intrattenersi, nonaveva neanche una piccola possibilità di sfogarsi. Inquell'enorme casa, oltre alla dormiente, viveva anche unmaggiordomo, il Signor. Frisci, che si occupava dellevarie mansioni domestiche. Spiritello aveva provato acontattare il suo angelo, per fare anche solo unasemplice chiacchierata. Gli sarebbe bastato molto pocoper riuscire a superare quelle giornate vuote. Ma questoera uno di quelli super occupati e dovendo spostarsi incontinuazione non aveva tempo da perdere con lui.Spiritello non ce la faceva proprio più a stare lì,buono buono a guardare i fiori sbocciare e poi sfiorire,ed era stufo di contare le foglie sugli alberi, decisecosì di fare una piccola pausa. Era sua intenzionesvagarsi solo un momentino per poi ritornare a farecompagnia alla donna. Nessuno si sarebbe accorto diniente, sarebbe stato molto attento a non fare confusione.Entrò quindi in casa, e lì per lì, non vedendo nullache attirasse la sua attenzione, decise di andare acuriosare in cucina. Normalmente non ricordava nientedella sua vita terrena ma di tanto in tanto alcuni flashdel passato gli facevano ricordare cose che non riuscivaa comprendere, e in quel momento si era ricordato diessere una buona forchetta. " Chissà, se glispiriti possono mangiare? " Si chiese, mentreripensando al passato, cominciò a tirar fuori dallacredenza barattoli e barattolini di frutta sciroppata,marmellate e sott'oli. In pochi minuti, la tavola siricoprì completamente di cose che i suoi ricordidefinivano ottime e per accompagnare la sua scorpacciatafuori programma, mise della musica, ma a basso volume,per non svegliare la sua ospite. Spiritello fece propriouna bella abbuffata, talmente bella da sentirsi male eimprovvisamente strani lamenti cominciarono a risuonarenella grande villa. Preoccupato il maggiordomo saltò giùdal letto e in un baleno si mise alla ricerca delfantasma. Spiritello intanto, disperato e piegato in duedal forte dolore alla pancia, dovuto all'indigestionepresa, si era sdraiato sul divano in salotto, mugolando efarfugliando frasi sconnesse. Il Signor. Frisci convintoche gli spiriti avessero invaso la tranquilla dimorachiamò in aiuto il parroco del paese. Padre Mattiaincuriosito dalla strana richiesta, si presentòimmediatamente alla villa. Anche se non credeva nellapresenza di presunti fantasmi, si era sempre mostratointeressato verso tali fenomeni. Si era quindi, vestitodi tutto punto in abito talare, aveva portato con sel'acqua santa e il rosario e non vedeva l'ora di viverequell'esperienza indimenticabile, in prima persona. IlSignor. Frisci, lo stava aspettando ansioso, sbirciandodi tanto in tanto fuori dalla finestra e appena sentì ilrombo del motore della sua utilitaria, invadere ilgiardino, aprì immediatamente la porta. I lamenti eranoappena cessati, ma il Signor. Frisci, bianco in viso e icapelli ancora scarruffati dalla nottata interrotta,tremava come una foglia. In quella casa non era maisuccesso niente del genere e lui non aveva mai avutocrisi isteriche o sofferto di traveggole e nemmeno potevadire che quei rumori erano stati provocati dal vento,dato che fuori non si muoveva nemmeno una foglia. PadreMattia entrò in casa, tutto preso dalla situazioneintrigante e misteriosa. Non gli era mai capitato ditrovarsi di fronte a uno spirito e non vedeva l'ora disperimentare ciò che in fretta e furia aveva letto primadi uscire, in un articolo, su un fascicolo a cui dasempre era abbonato. < Come liberarsi dagli spiritimaligni!... >. - Allora Signor. Frisci, cosa hasentito esattamente? - Chiese, guardandosi intorno coninsistenza, sperando di vedere apparire da un momentoall'altro il fantasma in questione. - Oh padre, è statoterribile, un lamento disumano rimbombava dappertutto.Sembrava che qualcuno stesse soffrendo le penedell'inferno. Povera anima! -. Padre Mattia continuava aguardarsi intorno allungando i padiglioni auricolari piùche poteva, senza però riuscire a percepire un ben cheminimo rumore. - A quanto vedo, i lamenti sono cessati! -Disse dopo un attimo di silenzio. - Si, da qualcheminuto, ma io ho ancora tanta paura! Mi creda, è statoterribile!...- Rispose il maggiordomo ancora tremante. -Se non le dispiace, già che ci sono, visito tutta lacasa! - propose padre Mattia, incuriosito - Ma che dite,fate, fate pure, non immaginate neanche quanto questo mifaccia piacere. Andate, andate. Scusate se non viaccompagno ma le gambe mi tremano ancora, se non vi seccapreferirei rimanere qui! - Disse il Signor. Frisci,lasciandosi cadere in un sol colpo sul divano, propriodove si era appena addormentato Spiritello. Un urlodisumano risuonò all'improvviso in tutta la villa, e ilpovero Signor. Frisci, scattò immediatamente in piedilanciando a sua volta un urlo ancora più disumano delprecedente. Padre Mattia più impaurito di tutti, tornòindietro a gambe levate. - Che…che è su...suc...ces...so...?Chi, chi è… sta...tato? - Chiese balbettando esenza aspettare risposta, cominciò animatamente aschizzare il salone con l'acqua Santa. Spiritello, si erasvegliato di soprassalto, non se l'aspettava che qualcunosi sarebbe seduto proprio su di lui a dire il veroquell'uomo non gli aveva fatto male, ma si era a suavolta spaventato. Normalmente non aveva bisogno diriposare, ma in quell'occasione aveva sentito unimpellente desiderio di dormire e il suo sonno si erapresentato in modo strano e profondo. Divertito,osservava ora, padre Mattia che si dava un gran da farecon l'acqua Santa " Chissà cosa aveva in mente difare quel prete? " pensava, senza immaginareminimamente di essere proprio lui la causa di tutto quelpandemonio. - Siete sicuro che in questo modo, lo spiritose ne andrà? - chiese il Signor Frisci alquanto scettico.- Non vi preoccupate, non ho molta esperienza in questocampo, ma prima di uscire di casa ho letto una rivistaspecializzata, dove raccomandano di non avere paura e diagire con calma e precisione!- Lo tranquillizzò padreMattia, e convintosi ormai di trovarsi veramente difronte a un fantasma cominciò a benedire e a pregare congrande serietà. Spiritello, non credeva alle sueorecchie, quelle persone stavano parlando proprio di lui.Era lui lo spirito che volevano mandare via! " Macome potevano avere paura di un angelo custodeapprendista, debole e indifeso? Cosa aveva mai fatto dicosì tremendo da infastidire a tal punto quei duemortali? " Spiritello era disperato e mentre sichiedeva dove aveva sbagliato, il suo spirito vennenuovamente richiamato in Purgatorio. Anche questa voltanon era riuscito a guadagnare neanche una piuma delletante sospirate ali che il Gran Maestro non vedeva l'oradi assegnargli. Il suo rientro non fu ben accolto, mafortunatamente molti spiriti erano nuovi e nonconoscendolo non lo scansavano come facevano quelli checonoscendolo, non volevano più avere niente a che farecon lui. Dopo quell'esperienza, Spiritello si mise ilcuore in pace. Era sicuro che non sarebbe mai riuscito adiventare un angelo custode e si convinse di essere unbuono a nulla incallito. Se nemmeno con tutta la suabuona volontà era riuscito a fare qualcosa di buono, nonci sarebbe mai più riuscito. A questo punto, secondolui, non valeva più neanche la pena riprovare.

UN NUOVO INCARICO
Ancora una volta in purgatorio, Spiritello pensò bene diriprendere la situazione in mano, da dove l'avevalasciata prima di andare via e ricominciò a imporre achiunque i suoi giochetti innocenti, sperando che non glivenisse mai più assegnata una missione. Ma dopo un po'di tempo al Gran Maestro capitò fortunatamente pertutti, l'occasione giusta per rimandarlo sulla terra. Ilsuo compito era quello di assistere spiritualmente unmoribondo, una cosa dall'apparenza molto semplice,perlomeno così credeva il Gran Maestro che erafermamente convinto che quella sarebbe stata la voltabuona. Spiritello però non credeva più nelle suecapacità e non era molto felice di quell'incarico. Arrivòquindi in ospedale sfiduciato, svogliatamente si presentòdavanti all'uomo e prese posto sulla seggiola accanto alui. Mentre in silenzio lo osservava, si chiedeva perchémai quell'uomo, aveva bisogno di conforto spirituale.Sembrava così tranquillo e sommesso, somigliava molto aqualche angelo di sua conoscenza e già lo vedeva vestitodi tutto punto, con la sua bella aureola sulla testa,correre di qua e di là dietro a qualche mortale.Spiritello pensò così di non ubbidire all'ordinericevuto, decidendo di fare di testa sua; tanto qualunquecosa avesse fatto sarebbe andata comunque a finire male.Male per male, perlomeno aveva fatto qualcosa che loavrebbe reso fiero di se. Odiava le prediche per quelpoco che riusciva a ricordare, anche da vivo non neandava matto, anzi faceva di tutto per scansarle, eassistere spiritualmente un moribondo, non gli sembravaper niente un compito adatto a lui, rendere invece quegliultimi minuti di vita indimenticabili, questo si, che glisembrava una cosa ben fatta. Spiritello era convinto chequell'uomo avesse bisogno di una carica di felicità. Unattimo speciale che avrebbe contribuito a riscaldare ilsuo cuore e il spirito per l'eternità e non di unanoiosa predica che come un colpo finale l'avrebbeintrodotto in un mondo che la monotonia rendeva ancora piùlucubre che mai. Senza pensarci su due volte, tirò fuoriistintivamente dalla tasca dei pantaloni un'armonica ecominciò a suonarla con maestria. Incredulo, ascoltavala musica che riusciva a far uscire da quello stranostrumento che non sapeva neanche di avere. Un altroflash, un altro ricordo che l'aveva riportato indietronel passato e proprio quel ricordo fece in modo che lasua musica all'inizio melodiosa e soave, si tramutasse inqualcosa di molto più roccheggiante e potente. Unamusica che aveva accompagnato la sua vita terrena.L'intero ospedale si allertò. I malati spaventati eimpauriti cominciarono a suonare contemporaneamente tuttii campanelli esistenti nelle stanze. Il reparto era infervore, lettighe e carrozzine, correvano da tutte leparte come impazzite. Dottori e infermiere venivanochiamati a dare spiegazioni, mentre i malati più gravierano stati colpiti da fulminei attacchi di cuore.Un'infermiera entrò nella camera dove si trovavaSpiritello, che naturalmente non vide, e notò che ibattiti cardiaci del paziente erano molto accelerati,preoccupata chiamò immediatamente il dottore il qualenon poté fare altro che constatarne la morte.

RIENTRO IN PURGATORIO
Spiritello ritornò quindi in Purgatorio, la sua missioneera finita prima ancora di cominciare. Sapeva che per ilGran Maestro, aveva nuovamente fallito, ma in cuor suoera felice, quell'uomo ora, in Purgatorio avrebbe avutoun gran da fare e nessuno si sarebbe più preso cura dilui. Si rammaricava solamente di aver avuto troppo pocotempo a disposizione se solo avesse avuto qualche minutoin più, era sicuro che l'uomo avrebbe portato con se unricordo piacevole che forse gli avrebbe permesso diabbozzare un sorriso mentre indaffarato correva di qua edi là.
" Certo, che era proprio sfortunato! " pensò
Ma dello stesso parere non era però il Gran Maestro, ilquale gli aveva raccomandato di usare molta cautelanell'assolvere quella missione, perché le condizionifisiche del malato erano precarie e lui avrebbe avutosolo il tempo di infondere allo spirito la forzanecessaria per abbandonare la vita terrena. Con quellamusica assordante non aveva fatto altro che accelerarel'arrivo della fine e l'uomo era morto senza quelconforto spirituale che erano tenuti a dargli. I l GranMaestro era veramente arrabbiato. " Com'erapossibile non riuscire a farsi per niente intendere daquello spirito monello?" Da sempre aveva fatto quellavoro e tutti gli spiriti, prima di allora, avevanorisposto bene ai suoi insegnamenti, diventando dei braviangeli custodi. Ma Spiritello era proprio terribile,monello e distratto! Con lui non ce la faceva più e pernon correre altri rischi decise di tenerlo insieme a lui." Prima di mandarlo a compiere altre missioni erameglio se approfondiva un po' di più l'arte dell'angelocustode! " Si disse. Ma Spiritello si era stufato ditutti quegli insegnamenti. Era convinto che nessun tipodi insegnamento avrebbe mai potuto cambiare il suo mododi essere, al quel punto, non gli importava un bel nientedi diventare un bravo angelo e come tutti i monelli nonascoltava più nessun tipo di indottrinamento. Il GranMaestro parlava, e lui con la sua fionda tirava briciolealle nuvole, dividendole nel mezzo, provocando laformazione di altrettante piccole nuvolette. Oppurefischiava infastidito e di tanto in tanto non dimenticavadi proporre i suoi adorati scherzetti. Una volta, mentreil Gran Maestro dormiva, gli legò l'aureola a una nuvolae quando questa si mosse gliela portò via lontano solodopo qualche giorno riuscirono a ritrovarla. Tutti inParadiso si erano dati un gran da fare per cercarla eSpiritello se la rideva come un matto.

IL SUPERIORE
Dalla disperazione, però il Gran Maestro si videcostretto a rivolgersi direttamente al suo superiore. Nonl'aveva mai fatto prima di allora e temeva che questil'avrebbe considerato un buono a nulla. Ma non sapeva piùcosa fare con Spiritello e temeva, a sua volta di fallirequella missione. Sommesso e serio si presentò davanti alSuperiore, pronto a riferire l'accaduto e a prendersi ildovuto rimprovero. Ma il Superiore sapeva bene di cosa sitrattava e in cuor suo se la rideva proprio comeSpiritello. Da tempo osservava il via vai frenetico delPurgatorio. Il suo regno era popolato da una scontentezzagenerale e non era per niente contento di come andavanoavanti le cose. L'arrivo di Spiritello era statoprovvidenziale e aveva tanto sperato che la sua allegriainteriore avrebbe contagiato anche qualcun altro, tipo ilGran Maestro, ma così non era stato. Si limitò quindi adire ciò che da tempo pesava sul suo cuore. Sapeva cheda sempre svolgeva quel lavoro nel migliore dei modi. Ilsuo desiderio però era quello di intravedere sui voltidei suoi ragazzi un'aria meno dura, più tranquillacontornato da un bel sorriso liberatorio. "Amicomio, non è la serietà e la disciplina a fare di unospirito un buon angelo custode. Spiritello è un buoncristiano e la sua gioia deve essere vista come un donoimportante e nobile. Per questo motivo non va espulso, macopiato. Siete voi, amici miei, a dover imparare da lui enon viceversa. Quando è arrivato qui da noi, era pienodi buoni propositi se è diventato un monellodisubbidiente, è solo perché sulla sua strada hatrovato persone prive di comprensione. Ma credi a me,basterà molto poco perché lui ritorni ad essere quelloche era è finalmente in questo luogo riesploderà lagioia, come già era stato tanto e tanti anni fa. Ricordiamico mio?". Il Gran Maestro osservava il Superioreche con occhi sognanti ricordava il suo regno come erastato in passato, quando i suoi angeli non costretti afare un lavoro estenuante, ovunque giacevano per riposaredalle fatiche della vita. In silenzio aveva ascoltatoquella lezione di umiltà. Aveva trattato Spiritello comeun vecchio professore noioso e pedante e per questo avevasbagliato. Aveva avuto la presunzione di essere lui,quello perfetto e credeva che il suo dovere fosse quellodi insegnare agli altri di diventare identici a lui." Che cosa terribile aveva fatto! Com'era possibileche aveva dimenticato la regola base del suo lavoro?.Imparare, e imparare prima di insegnare!..." IlSuperiore, gli aveva detto molte volte che il suo compitonon era quello di insegnare ma di imparare. Solo in quelmodo sarebbe riuscito a entrare in contatto con le animeche arrivavano in purgatorio. Insegnando loro, a suavolta, ad avere l'umiltà necessaria per imparare. IlGran Maestro però, con tutto il suo da fare avevadimenticato quella prima semplice regola di base. Mafortunatamente era ancora in tempo per riparare al grandetorto che inconsapevolmente, stava facendo a tuttal'umanità.

FINALMENTE UN INCARICOVERO
Quando ritornò in Purgatorio molte erano le cose cheavrebbe voluto dire a Spiritello ma si limitò aesternare un gran sorriso che Spiritello non riuscì adecifrare. "Cosa era successo Al Gran maestro? Chesi fosse ammattito tutto in una volta?" si chiedevaincredulo di fronte a quel fatto inaspettato. Ma luistava bene e i la sua anima ritornata finalmente allaluce non poteva fare altro che sprigionare la sua gioia.Invitò Spiritello a seguirlo e gli fece vedere cataste ecataste di richieste arrivate dalla Terra. Spiritellosrotolò molti rotoli, aveva la possibilità di scegliereda solo la sua destinazione e non voleva sbagliare. Non acaso scelse un bambino appena nato, sapeva che insiemeavrebbero cambiato il mondo. Quel bambino crebbeall'insegna della felicità e della soddisfazione, nonconobbe la gelosia, la noia, e da grande fece in modo diinsegnare anche ad altri l'arte della felicità. Perchésia insegnare che imparare ad essere felici è un lavoroassai difficile e l'insegnate dev'essere molto, moltospeciale, proprio come Spiritello.

FINE

  

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