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"Le commedie hanno una loro struttura...
l'inatteso era la nostra materia prima,
l'inusuale il nostro obiettivo, e l'unicità l'ideale
che cercavamo sempre di ottenere"
Buster Keaton

Questo mio saggio relativo a un' introduzione critica, seppur sintetica, di "The General" (1926) di Buster Keaton è stato scritto nell'estate del 1997.

In occasione della presentazione di "The General" ad Aosta, all'interno della rassegna Strade del Cinema (3 luglio 2001), mi è stato proposto dagli organizzatori di pubblicarlo e ho accettato con entusiasmo, perché comunque focalizzo alcune considerazioni sul linguaggio keatoniano in "The General".

Una rilettura sintetica, non mediante lo studio analitico del découpage del film e la durata delle singole inquadrature, ma attraverso un rivisitazione più generale delle azioni del film. Ho apportato poche modifiche al testo e ho cercato di trascrivere con cura l'indagine critica delle prime 41 inquadrature.

Sono decisamente importanti gli spazi e i tempi dell'ossatura del film. La trasformazione dello stile di regia che a volte slitta dal carattere comico a quello drammatico (e viceversa).

Le divisioni riscontrabili nei luoghi carismatici del film: i pregnanti esterni e i pochi funzionali interni. Il percorso, quasi circolare, andata-ritorno, Marietta-Chattanooga-Marietta (Sud, Nord, ancora Sud). La vittoria finale del Sud e una scelta keatoniana anticonformista, come per il precedente "The Paleface" (1921), dove vincono gli indiani contro i petrolieri capitalisti...
La divisione del film in sequenze.

Francesco Ballo
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L'autore
Francesco Ballo
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