AURORA

BOLLETTINO APERIODICO D’INFORMAZIONE-N°2

FEBBRAIO 1999

 

LA FILOSOFIA DEL BOMBARDAMENTO

 

Con l’operazione Volpe del Deserto gli Stati Uniti e il loro reggicoda europeo, il Regno Unito (non a caso i due paesi sono governati da due star della nostra sinistra smidollata: Clinton e Blair), hanno compiuto l’ennesima operazione di polizia, che ha provocato 104 morti tra gli iracheni. USA e Regno Unito si sono vantati di aver lanciato in questa operazione più missili da crociera che durante la seconda Guerra del Golfo: esattamente 415.

In realtà ci sarebbe ben poco da vantarsi, e molto da vergognarsi. In effetti dopo aver strombazzato, all’indomani della guerra del Golfo, l’annientamento militare del nemico, risulta alquanto ridicolo pavoneggiarsi con il più massiccio attacco missilistico della storia; data la loro manifesta inefficacia. Infatti il Dipartimento di Stato e quello della difesa statunitensi hanno ammesso di aver colpito solo una parte degli obiettivi militari e industriali.

In compenso Clinton e socio sono riusciti a distruggere in un giorno, quel poco che avevano costruito in anni di sforzi altrui. Le bandiere a stelle e striscie che erano state issate nel territorio della patetica Entità Autonoma Palestinese per accogliere il beneffatore dell’umanità Clinton, il giorno dopo la sua partenza venivano allegramente utilizzate per accendere falò antiamericani e antisionisti. Mentre a Damasco, la popolazione esasperata dall’interventismo USA, ha preso d’assalto l’ambasciata statunitense, saccheggiandola.

Si sono dimostrati solidali con l’operazione, oltre i paesi della fratellanza anglosassone(Australia, Nuova Zelanda, Canada), anche i paesi arabi a democrazia realizzata, quali Arabia Saudita, Giordania, Quwait ed emirati vari.

In realtà lo scopo profondo, reale del comportamento di queste potenze imperialistiche, risiede nel terrore che i paesi del terzo mondo possano ripetere un’esperienza simile a quella dell’Unione Sovietica e della Repubblica Popolare Cinese. Cioè che diventino delle potenze autonome dall’ingerenza occidentale, e che quindi sviluppino una politica economica, industriale e commerciale concorrenziale con quelle occidentali. In questa visione del conflitto di interessi tra imperialismo occidentale e nazionalismo del terzo mondo è centrale la questione del controllo militare e strategico.

L’Iraq rappresenta la pietra di paragone di questo conflitto tra imperialismo e nazionalismo.

Utilizzata nella guerra contro l’Iran komeinista, che voleva rafforzare la propria autonomia dagli USA tramite la rivoluzione nazionalista di stampo sciita avutasi nel 1979, l’Iraq, grazie alle sue risorse petrolifere, agli aiuti finanziari degli paesi arabi produttori di petrolio, all’aiuto da parte degli Stati Uniti, dei paesi europei, dell’URSS e della Cina, ha potuto sviluppare i suoi programmi di modernizazione che riguardavano l’industria, l’energia e ovviamente le forze armate.

Conclusa la guerra, l’Iraq si ritrovò prima potenza militare ed economica del Medio Oriente (Israele inclusa, visto che campa grazie alle sovvenzioni USA). Ma un paese che sembrava realizare i sogni del nazionalismo panarabo era estremamente pericoloso per l’egemonia occidentale. Di qui il ricorso alle sanzioni; alla guerra; agli interventi di polizia; alla sobillazione di rivolte(come nel caso dei Kurdi e degli Sciiti, che sollecitati dagli statunitensi si ribellarono a Hussein, salvo poi essere abbandonati quando si scoprì che l’annichilito esercito irakeno era tutto tranne che defunto), all’appoggio e fometazione del fanatismo religioso reazionario e retrogrado, come nel caso dei talebani che svolgono il ruolo di utili idioti del subimperialismo del Pakistan e dell’imperialismo dei loro mentori di Washington; agli attentati e persino alla calunnia personale nei riguardi di S.Hussein.

Scopo finale di questa politica non è la stabilità del Medio Oriente, la pace e l’ordine mondiale. Ma infliggere ai paesi del Terzo Mondo il timore che se tentino di cambiare la situazione attuale, ormai inacncrenitasi in modo irreversibile, verrebbero sottoposte a interventi di polizia. In questo quadro si inseriscono le vari tentativi per rendere operativo il cosidetto tribunale penale internazionale, con cui giustificare gli interventi armati contro i ribelli al Nuovo Ordine Mondiale, non di certo i criminali che sono ai vertici delle potenze occidentali egemoni o siedono nei consigli direttivi delle multinazionali(non a caso, uno dei paladini di questa strategia è il commissario Emma Bonino, il cui partito, quello Radicale, è l’unico nella storia che organizza cortei di sostegno ai bombardamenti, e solo perchè a bombardare sono gli USA).

Sono queste le cause che determinano la linea di azione della politica internazionale. Non di certo gli affari di cuore e di giustizia (diciamo così) del presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton; con cui si rabbonisce e si circuisce l’opinione pubblica.

 

 

LA LUNA E’ ROSSA

Quest’anno si celebrerà il trentesimo anniversario dello sbarco sulla Luna. Ma c’è mai stato uno sbarco umano sulla Luna? Negli ultimi anni, negli USA ha preso sempre più piede la teoria cospirazionista che ritiene che tale evento sia solo il prodotto del più sofisticato e colossale inganno della storia umana; un po' sullo stile del sibillino film Capricorn One.

Il maggior esponente di questo pensiero è Bill Kaysing, già ingegnere della NASA, che lavorò a suo tempo sul progetto del missile Saturn, il vettore di lancio delle missioni Apollo. Kaysing, nel suo libro Non siamo mai andati sulla Luna, edito anche in Italia, afferma che l’allunaggio di Armstrong e Aldrin non sia null’altro che una messinscena televisiva ad uso e consumo di un pubblico di spettatori creduloni. Il libro si basa sulla documentazione riportata dal Rapporto Baron. Baron era un’altro ingegnere della NASA, che aveva redatto il rapporto dove si accusava la NASA di aver condotto la ricerca, la sperimentezioni e le operazioni spaziali in modo affrettato, dilettantesco, irresponsabile e senza tenere in considerazione la vita degli astronauti; di aver utilizzato materiali scadenti o mai provati; e, infine, di perseguire finalità politiche e propagandistiche, piuttosto che scientifiche. Baron, poco dopo la pubblicazione del suo rapporto, morì schiacciato dalle ruote di un treno, mentre il suo rapporto sparì dalla circolazione per vent’anni.

Kaysing ha recuperato tale rapporto e lo ha utilizzato per il suo libro, dove indica alcuni punti che rendono sospette le missioni lunari con equipaggio umano degli USA.

Ne citerò alcuni:

1)Al momento del lancio del modulo di rientro del LEM (Il veicolo usato per l’allunaggio), nei filmati riportati, non si scorge il cratere, che si dovrebbe formare sul suolo lunare, nel momento in cui si accende il razzo del veicolo di rientro.

2)Il veicolo utilizzato per il viaggio sulla Luna era dotato di un computer le cui capacità non superano quelle dei computer installati nelle macchine lavatrici odierne.

3)Il pubblico che assistette allo sbarco, non fece caso ad un curioso fenomeno, che invece alcuni radioamatori hanno rilevato; quando la base della missione lunare americana, installata ad Houston, nel Texas, chiamava il veicolo spaziale sia mentre era in viaggio verso la Luna, sia mentre orbitava intorno al satellite, i dialoghi con l’equipaggio della missione avvenivano in tempo reale. La stranezza sta nel fatto che quando due persone, che stanno rispettivamente a San Francisco e a Londra, parlano al telefono, si ha un ritardo di circa 0,7 secondi nella ricezione delle parole. Com’è allora possibile allora che persone distanti centinaia di migliaia di kilometri potessero parlare come se fossero di fronte l’una con l’altra.

4)Nelle foto ufficiali della NASA sull’allunaggio, si rilevno parecchie incongruenze. In una foto che riprende due astronauti che piantano la bandiera statunitense si possono rilevare le ombre dei due astronauti ma NON della bandiera; inoltre tutte le foto mostrano il cielo lunare completamente privo di stelle, cosa assurda visto che il telescopio orbiatnte Hubble ha mostrato quanto invece il Cosmo, al contrario di quanto si ci aspettava, sia illuminato dalle luci stellari.

Ma su quest’ultimo punto Kaysing ha buon gioco, poichè le foto ufficiali della NASA sono universalmente ritenute false dalla comunità degli esperti di fotografia.

Perchè, allora, montare tutto questo baraccone? semplice la Guerra Fredda.

Il presidente degli USA Kennedy, nel 1961, aveva promesso che entro la fine del decennio, un americano avrebbe messo piede sulla Luna. Fu una promessa fatta per risollevare la popolazione statunitense, prostrata dai successi della cosmonautica sovietica. In effetti è immaginabile il panico che si sarebbe diffuso negli USA, se invece dell’uomo americano fosse stato l’uomo sovietico a mettere piede, per primo, sulla Luna.

In effetti i sovietici stavano lavorando alacremente a loro programma lunare. Quasi tutti i preparativi, i mezzi, gli uomini e il veicolo sovietico di allunaggio erano pronti. Mancava solo il vettore di lancio. Infatti il missile che doveva portare un cosmonauta sovietico sulla Luna, l’N-1, presentava dei gravi difetti di accensione del primo stadio. Tali difetti non furono mai superati per via della subitanea morte del progettista-generale Sergej Korolev, il vero padre dell’astronautica. Ciò non permise ai sovietici di realizzare l’incubo dei vertici statunitensi.

Comunque, per parare qualsiasi eventualità negativa, negli USA si ci prepararò a tutto. La NASA in effetti ha ammesso di aver preparato uno stage televisivo per rappresentare lo sbarco a milioni di persone, nel caso le cose fossero andate male.

Se è vero ciò che riporta Kaysing, possiamo inserire lo sbarco sulla Luna nel libro nero della Guerra Fredda, sotto la voce menzogne. Menzogne di cui è pieno questo cinquantennio di guerra fredda e di post-guerra fredda; e possiamo inserire in questo libro nero anche la morte di Baron, sotto la voce assassinio politico, assieme a tanti altri:i fratelli Kennedy, Mattei, Guevara, Moro, ecc. Tutte morti misteriose per chi non vuole vedere in faccia la realtà storica in cui viviamo.

Infine posso fare una puntualizzazione; se gli statunitensi non sono mai sbarcati sulla Luna, allora la Luna costituisce un successo esclusivo dei sovietici, che nel 1958 fecero atterrare sul nostro satellite la sonda Lunik II.

 

 

 

In realtà lo scopo profondo, reale del comportamento di queste potenze imperialistiche, risiede nel terrore che i paesi del terzo mondo possano ripetere un’esperienza simile a quella dell’Unione Sovietica e della Repubblica Popolare Cinese. Cioè che diventino delle potenze autonome dall’ingerenza occidentale, e che quindi sviluppino una politica economica, industriale e commerciale concorrenziale con quelle occidentali. In questa visione del conflitto di interessi tra imperialismo occidentale e nazionalismo del terzo mondo è centrale la questione del controllo militare e strategico.

L’Iraq rappresenta la pietra di paragone di questo conflitto tra imperialismo e nazionalismo.

Utilizzata nella guerra contro l’Iran komeinista, che voleva rafforzare la propria autonomia dagli USA tramite la rivoluzione nazionalista di stampo sciita avutasi nel 1979, l’Iraq, grazie alle sue risorse petrolifere, agli aiuti finanziari degli paesi arabi produttori di petrolio, all’aiuto da parte degli Stati Uniti, dei paesi europei, dell’URSS e della Cina, ha potuto sviluppare i suoi programmi di modernizazione che riguardavano l’industria, l’energia e ovviamente le forze armate.

Conclusa la guerra, l’Iraq si ritrovò prima potenza militare ed economica del Medio Oriente (Israele inclusa, visto che campa grazie alle sovvenzioni USA). Ma un paese che sembrava realizare i sogni del nazionalismo panarabo era estremamente pericoloso per l’egemonia occidentale. Di qui il ricorso alle sanzioni; alla guerra; agli interventi di polizia; alla sobillazione di rivolte(come nel caso dei Kurdi e degli Sciiti, che sollecitati dagli statunitensi si ribellarono a Hussein, salvo poi essere abbandonati quando si scoprì che l’annichilito esercito irakeno era tutto tranne che defunto), all’appoggio e fometazione del fanatismo religioso reazionario e retrogrado, come nel caso dei talebani che svolgono il ruolo di utili idioti del subimperialismo del Pakistan e dell’imperialismo dei loro mentori di Washington; agli attentati e persino alla calunnia personale nei riguardi di S.Hussein.

Scopo finale di questa politica non è la stabilità del Medio Oriente, la pace e l’ordine mondiale. Ma infliggere ai paesi del Terzo Mondo il timore che se tentino di cambiare la situazione attuale, ormai inacncrenitasi in modo irreversibile, verrebbero sottoposte a interventi di polizia. In questo quadro si inseriscono le vari tentativi per rendere operativo il cosidetto tribunale penale internazionale, con cui giustificare gli interventi armati contro i ribelli al Nuovo Ordine Mondiale, non di certo i criminali che sono ai vertici delle potenze occidentali egemoni o siedono nei consigli direttivi delle multinazionali(non a caso, uno dei paladini di questa strategia è il commissario Emma Bonino, il cui partito, quello Radicale, è l’unico nella storia che organizza cortei di sostegno ai bombardamenti, e solo perchè a bombardare sono gli USA).

Sono queste le cause che determinano la linea di azione della politica internazionale. Non di certo gli affari di cuore e di giustizia (diciamo così) del presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton; con cui si rabbonisce e si circuisce l’opinione pubblica.

 

 

IMPENSABILE

 

La Terza Guerra Mondiale doveva scoppiare il 1 luglio del 1945. Questa è la scoperta sensazionale che ha fatto lo storico militare John Erickson. Nel corso delle sue ricerche negli archivi del governo del Regno Unito e nell’archivio privato di Churchill, lo studioso inglese ha scoperto la documentazione relativa all’ operazione Unthinkable (Impensabile). Tale operazione prevedeva l’attacco congiunto di truppe angloamericane e dei resti dell’esercito nazista tedesco contro l’Armata Rossa; scopo principale dell’operazione era la scacciata dei sovietici dal territorio tedesco, la conquista della Polonia e la liberazione dei paesi baltici, ma non si escludeva l’occupazione della Bielorussia e di parte dell’Ucraina, dove operava l’OUN, l’esercito indipendentista ucraino, creato dai nazisti e guidato da Bandera, ex-uffciale delle SS ucraine.

L’operazione, quindi prevedeva l’utilizzo delle truppe del Reich nazista, ineffetti, come vedremo più avanti, esse non furono sottoposte a una forte pressione da parte dell’aviazione e dell’esercito alleato durante i combattimenti sul suolo della Germania, nè furono sciolte subito dopo la fine dei combattimenti.

I preparativi erano iniziati già durante il conflitto tra alleati e Terzo Reich. Infatti in Svizzera, durante gli ultimi mesi di guerra, si erano incontrati dei rappresentani dei servizi segreti inglese e statunitense e alcuni alti ufficiali delle SS e delle forze armate tedesche. In queste riunioni si contrattarono le condizioni della resa delle truppe tedesche in Italia. Gli alleati, nonostante avessero concordato con i sovietici di esigere la resa senza condizioni dell’esercito tedesco su tutti i fronti, accettarono le trattative per la deposizione delle armi delle sole truppe dell’Asse presenti in Italia. Ciò avrebbe permesso agli eserciti alleati di occupare rapidamente il Nord Italia cercando, così, di prevenire sia la sollevazione armata dei reparti partigiani contro le truppe d’occupazione tedesche e le truppe fantoccio di salò; sia di precedere l’esercito di Liberazione Jugoslavo nell’occupazione dei territori friulani e istriani; sia infine di permettere, almeno in parte, il vecchio sogno di Churchill, cioè la penetrazione alleata nei Balcani allo scopo di salvare l’Europa orientale dalla liberazione da parte dell’Armate Rossa e la sua conseguente sovietizzazione.

Forti di questi primi successi diplomatici, gli angloamericani decisero di contrattare la resa

della Germania direttamente con il successore del suicida Fuerer: il GrandAmmiraglio Doenitz. Questi era preoccupato per l’avanzata dell’esercito sovietico, e facendo leva sul terrore del Bolscevismo, aveva chiesto e ottenuto, la cessazione dei combattimenti SOLO sul fronte nord-occidentale, dove i tedeschi affrontavano le truppe inglesi guidate dal Maresciallo Montgomery. Alla luce delle ultime rivelazioni su quelle vicende si spiegano con maggiore logica il comportamento degli alleati, soprattutto degli inglesi e del loro primo ministro Churchill, nei riguardi sia della Germania nazista e dei suoi vertici che nei riguardi dell’URSS di Stalin. Trova risposta la tattica attuata dal generale Eisenhower, comandante supremo delle truppe alleate, che non volle partecipare all’offensiva finale contro Berlino, poichè avrebbe impegnato le sue truppe, e quindi distolto uomini e mezzi dall’occupazione del resto della Germania e per converso, permesso alle truppe sovietiche di avanzare in profondità nell’Europa centrale e di liberare altre capitali come accadde, infatti, con Copenhagen, pochi giorni dopo la caduta di berlino. Trova una risposta la domanda che il commisssario agli affari esteri dell’Unione Sovietica Vjaceslav Molotov rivolta al ministro degli esteri britannico su che cosa ci facessero 80.000 soldati tedeschi ancora inquadrati ed equipaggiati, nel territorio tedesco occupato dalle truppe inglesi. Trova, anche, una risposta chiarificatoria la provvidorio repressione delle forze partigiane greche nel 1944 da parte dell’esercito occupante inglese.

L’operazione Impensabile indica con nome, data e luogo precisi l’inizio della Guerra Fredda, della Strategia della Tensione, di Gladio e della degenerazione economico-sociale e politica attuale, che la Guerra Fredda , in realtà mai finita(vedasi Jugoslavia, Iraq, espansione a Est della NATO, ecc.) ha provocato.