AURORA

BOLLETTINO APERIODICO D’INFORMAZIONE-N°4

OTTOBRE 2000

 

La tragedia del Kursk e la strategia della menzogna

 

Riporto dodici punti su cui riflettere e tentare di dare una spiegazione sensata, quindi aldilà delle solite affermazioni giornalistiche superficiali e basate su luoghi comuni tanto fasulli quanto politicamente corretti, sulla causa della perdita del sottomarino russo Kursk, avvenuta il 12 agosto 2000.

1) L’incrociatore Pjotr Velikij, aveva rilevato con il sonar, una massa enorme navigare sott’acqua. Inoltre dei marinai a bordo avevano avvistato delle boe di salvataggio di colore verde-bianco ( i russi utilizzano boe di colore rosso-bianco). I mezzi di salvataggio russi e i sub norvegesi, durante le loro operazioni di recupero, hanno raccolto dei rottami provenienti da unità non appartenenti alla flotta russa (si ritiene fossero parti dei pannelli del rivestimento esterno anecoico dei sottomarini occidentali, oltre al rinvenimento di una o più parti di antenna).

2) I sub norvegesi hanno affermato che il minisottomarino inglese costruito per le operazioni di salvataggio (LR-5), sarebbe stato inutile. In effetti non era stato mai impiegato, e a quanto pare il sottomarino del “miracolo” era un altro di concezione australiana, ma mai offerto in aiuto. Se è così., perché gli inglesi hanno insistito tanto a partecipare alle operazioni di salvataggio?

3) Gli USA hanno rilevato due esplosioni nel Mar di Barents al momento dell’affondamento del Kursk ( i russi parlano di tre esplosioni) Gli statunitensi affermano che le esplosioni sono state causate dalla detonazione di un siluro pronto per il lancio, a bordo del sottomarino. Ma nelle esercitazioni, a cui partecipava l’unità, non si usano munizioni vere, ma siluri o missili a testata inerte. Tanto meno si impiegano armi sperimentali, per i cui test sono previste aree idonee. Allora cosa ha causato le esplosioni? Secondo alcuni esperti delle marina russa, un battello di 18.000 tonnellate (il Kursk) che viene speronato da un altro battello di 6/7.000 tonnellate provocherebbe lo stesso fenomeno.

4) Va sottolineato l’uso propagandistico che si è fatto della tragedia. Si è derisa l’ “inefficienza” russa, dimenticando volutamente che ciò è dovuto alla crisi generale che colpisce la Russia del momento della dissoluzione dell’URSS. Una causa del disastroso esito dell’operazione di salvataggio; esito non di certo provocato dall’incapacità o dalla paranoia dei russi.

5) Il 12 agosto, giorno della perdita del Kursk, Putin ha avuto un colloquio telefonico di 25 minuti con Clinton; infatti gli USA stanno perseguendo una politica volta a sminuire ulteriormente il peso politico-diplomatico della Russia. Si cerca di convincere Putin ad abbandonare qualsiasi tentativo di stringere legami con la Cina o con l’India. In ogni caso l’azione dei media occidentali rientra nella vasta campagna di disinformazione che colpisce la Russia fin dall’aggressione alla Jugoslavia. Mentre i media russi, appartenenti quasi tutti ai magnati nemici di Putin, hanno approfittato della disgrazia per contrattaccare un governo che cercava di ridurre il loro strapotere nell’economia e nella società russe.

6) Il Kursk, chi, come e perché si domandano in Russia. A questa triplice domanda hanno risposto l’Ammiraglio A. Shtyrov esperto della Flotta Russa, che ai tempi della guerra fredda studiava la Nato e il Capitano Efanov, comandante di un sottomarino della stessa classe (autore dell’intervista il quotidiano delle forze armate russe Stella Rossa).

Shtyrov: Nel 1968 il sottomarino sovietico K-129 affondò nel Pacifico, gli statunitensi affermarono che era affondato a causa dell’esplosione di una batteria; ma non si sono mai registrati altri casi simili nella storia dell’impiego dei sottomarini. In compenso il sottomarino statunitense Swordfish chiese, causa gravi danni a bordo, di attraccare nel porto giapponese di Sasebo, e ciò accadde dopo pochi giorni la perdita del K-129. Il Kursk, come il K-129, ha perso il periscopio e parti del rivestimento esterno. Un sottomarino statunitense, il Memphis , ha chiesto e ottenuto il permesso di attraccare nel porto di norvegese di Bergen, un paio di giorni dopo l’affondamento del Kursk. Secondo una fonte ufficiale del governo norvegese, il sottomarino aveva subito dei danni. Ciò é stato smentito subito dopo dalle autorità statunitensi e norvegesi stesse. Fatto sta che i russi avevano chiesto di ispezionare lo scafo del Memphis, ottenendo un netto rifiuto.

7) Sono state registrate nel Mar di Barentz due esplosioni distanti tra loro 12 secondi. Una eventuale collisione tra due grandi sottomarini provocherebbe una onda sonora subacquea simile a quella registrata. Efanov: Gli USA hanno detto che il Kursk è affondato per l’eplosione di un siluro a bordo, al momento del lancio; ma nessuno usa armi vere nelle esercitazioni. Inoltre il Kursk è stato trovato con il periscopio e le antenne sollevate, ciò dimostra che NON stava effettuando il lancio, poiché tale manovra si compie senza esporre in superficie la benché minima superficie che possa essere rilevabile dai radar nemici.

8) Nell’area dell’esercitazione a cui partecipava il Kursk , erano presenti una nave-spia statunitense, almeno due/tre sottomarini statunitensi (tra cui il Toledo e il Memphis), uno inglese e il sottomarino-spia norvegese Marjatta . Gli statunitensi affermano che essi operavano a 200 miglia nautiche dall’area delle esercitazioni; ma ciò è altamente improbabile, visto che per stessa ammissione degli ufficiali della marina militare statunitense, i sottomarini spiano i loro avversari a meno di un kilometro di distanza dal bersaglio. Queste operazioni di spionaggio sono, probabilmente la causa dell’affondamento del sottomarino sovietico K-219, avvenuto nel 1986 nell’Atlantico, a d opera del sottomarino statunitense Augusta, come rivela nel suo libro il Capitano della marina militare statunitense P. Hoohthausen.

9) Un corrispondente della TV russa RTR ha riferito che l’incrociatore Pjotr Velikij aveva avvistato una boa di salvataggio non usata dalla flotta russa; ciò poteva significare che il sottomarino che l’aveva lanciata fosse stato danneggiato seriamente. Shtyrov: Il governo statunitense può sempre dire che il sottomarino si è danneggiato urtando contro uno scoglio subacqueo, magari mentre navigava in un altro mare! Il fatto che sia sopravvissuto allo speronamento può essere spiegato dal fatto che probabilmente ha colpito con la propria prua, la parte più robusta di un sottomarino, un fianco dello scafo del Kursk. In effetti i sottomarini russi hanno due scafi, uno dentro l’altro, quello interno è più robusto, più spesso; quello esterno è più sottile. L’impatto deve aver provocato lo squarcio che ha portato all’affondamento dell’unità.

10) Vi è un ulteriore dato sconcertante, i sub norvegesi impiegati nell’operazione di recupero, e i soccorritori russi, hanno notato che al battello mancavano 25 metri della prua. Ciò può essere stato provocato da una esplosione esterna allo scafo, visto che le lamiere d’acciaio erano piegate verso l’interno, e non verso l’esterno come nel caso di esplosione a bordo dell’unità russa. In pratica come se gli avessero lanciato contro un siluro!

11) Eventualità simili si sono già verificate in passato. Il caso del sottomarino sovietico Lilla Nero è emblematico. Questa unità, nel 1972 mentre navigava al largo di Petropavlovsk, venne speronata dal sottomarino statunitense Tautog . Il sottomarino statunitense subì gravi danni alla torretta (o vela), mentre il Lilla Nero sembrò inabbissarsi. Gli statunitensi non fecero mai parola dell’incidente. In realtà il sottomarino sovietico riuscì a rientrare nella base, e i tecnici sovietici trovarono conficcati nello scafo frammenti metallici provenienti dall’unità statunitense, lasciando così la prova della sua colpevolezza.

 

12) Tra il 1967 e il 2000 vi sono stati 11 collisioni documentate tra sottomarini sovietici e della Nato, di cui ben otto avutisi nel Mar di Barentz. Riporto alcuni esempi a titolo di documentazione:

-Marzo 1998, due sottomarini statunitensi il Kentucky (classe Ohio) e il San Juan (classe Los Angeles) si sono scontrati al largo di Long Island.

-Febbraio 1998, un sottomarino statunitense, classe Los Angeles, ha speronato e affondato un peschereccio sudcoreano.

-Febbraio 1992, un sottomarino russo, il Kostroma e un sottomarino statunitense, il Baton Rouge, che lo inseguiva, entrarono in collisione. Il sottomarino statunitense è stato radiato per i danni subiti.

-Marzo 1993, un sottomarino russo, il Novomoskovsk, e il suo inseguitore, il sottomarino statunitense Grayling (classe Sturgeon) si speronarono, il sottomarino statunitense è stato ritirato dal servizio per i danni subiti.

-Ottobre 1986, il caso già ricordato del K-219, affondato dal sottomarino statunitense Augusta (classe Los Angeles) che giunse nella base portuale di permanenza con vistosi danni allo scafo.

Fonti: www.redstar.ru/kursk5.html 

        The Guardian, 30 agosto 2000

        Vesselin Petkov, <vpetkov@alcor.concordia.ca> msg del 5 settembre 2000

        Dossier du BIP n°69 (agosto) edizioni Democrite

        www.aeronautics.ru 

        AA. VV., Immersione Rapida, il Saggiatore,1999