Abbasso
l’occupazione imperialista del Kossovo! Fuori dai Balkani tutte le forze
USA/NATO/ONU, immediatamente!
traduzione
dal SPARTACIST (organo della LEGA COMUNISTA INTERNAZIONALE
-QUARTAINTERNAZIONALISTA), primavera 2000, pag.46-48
Gli
imperialisti statunitensi e i lroo alleati della NATO, con l’aiuto cruciale
della Russia capitalista di Boris El’cin, nel ruolo di mediatore, sono
riusciti a mettere in ginocchio le Serbia, piccolo paese dipendente. Ai termini
del diktat di “pace” degli USA e della NATO, il kossovo è diventato un
protettorato della NATO, occupato da 50.000 soldati per un periodo
indeterminato.Obbiettivo della NATO fin dall’inizio, e con tutto il suo
chiasso cinico sulla protezione degli albanesi del Kossovo. Ai proletari
internazionalisti, che abbiamo chiamato, senza cedimenti, alla disfatta delle
forze imperialiste della NATO e alla difesa militare della Serbia, noi, Lega
Comunista Intrenazionale, denunciamo la “pace” dei briganti dettata dai più
sanguinari criminali di guerra del Mondo.
Come
nella guerra a senso unico contro l’Iraq nel 1991, gli imperialisti si sono
accaniti sistematicamente contro le infrastrutture necessarie alla sopravvivenza
della popolazione civile: centrali e reti elettriche, depuratori, trasporti
pubblici, industrie, ospedali, quartieri. A dire il vero, gli imperialisri
“democratici” degli USA e della NATO hanno causato più danni in Serbia che
non l’imperialismo tedesco sotto Hitler e il nazismo durante la Seconda Guerra
Mondiale. Per mesi, la NATO ha preparato i suoi piani per una invasione da terra
del Kossovo. Il giornale londinese The Observer del 18 luglio 1999. notava che
la “resa spettacolare del presidente jugolsavo Miloshevich, il mese scorso, è
stato prodotto tre giorni dopo che il Regno Unito e gli USA avevano completato
il piano d’invasione terrestre del Kossovo (nome in codice B-minus),
invasione che doveva essere scatenata la prima settimana di settembre.”
Per
meglio mostrare il carattere menzognero del pretesto degli imperialisti che
questa guerra aveva per scopo la difesa dei “diritti dell’uomo”, al
momento stesso in cui le truppe della NATO incominciassero a penetrare nel
Kossovo, le popolazioniserbe e tzigane sono divenute il bersaglio di una
“purificazione etnica” brutale che includeva famiglie intere. Per i popoli
che abitavano il Kossovoi termini dell’oppressione furono rovesciati: gli
albanesi erano asserviti e oppressi dello sciovinismo serbo di Miloshevich; ma
ora è la popolazione serba, di cui non rimane che una piccola parte, che è
cacciata del Kossovo dal terrorismo mortale. Gli imperialisti, che sono
attualemnte ostili a un Kossovo indipendente e alla Grande Albania, hanno
chiaramente affermato che essi intendono restare i conduttori del gioco.
Questa
guerra è stata condotta, negli USA, dai
democratici di Clinton e, in Europa, dai governi diretti dai partiti
socialdemocraticied ex-stalinisti. A rimorchio della propria borghesia, la
cosiddetta sinistra riformista e centrista non ha mancato di allinearsi come un
sol uomo dietro i piagnistei sul “piccolo povero Kossovo” dei fautori della
guerra imperialista. La sua opposizione ai bombardamenti della NATO è stata di
pura forma, come noi abbiamo fatto notare nelal dichiarazione pubblicata il 21
aprile 1999 dalla LCI (...). Così, la Lega Comunista Rivoluzionaria (LCR) di
Alain Krivine, rifletteva le frizioni tra l’imperialismo francese e una NATO
dominata dagli USA, si appellava esplicitamente a un intervento imperialista
sotto la copertura dell’ONU o dell’OSCE, un’istanza dominata dagli
europei. Ciò si accordava perfettamente con le posizioni della maggioranza del
Segretariato Unificato (SU)[1] che dice: “Noi non
possiamo condannare tutti gli interventi dell’ONU o della NATO. Noi dobbiamo
esaminarli caso per caso”. (Socialist
Action, Aprile 1999). Allo stesso modo, Alex Callinicos, uno dei principali
portavoce dell’inglese Socialist Workers Party di Tony Cliff[2],
figurava tra i firmatari di una dichiarazione, pubblicata il 10 maggio 1999 nel New
Statesman , che si appellava a un intervento dell’OSCE nel Kossovo, come
alternativa alla NATO.
I
centristi di destra del gruppo inglese Workers Power (WP)[3]
hanno marciato a ranghi serrati dietro il governo laburista di Tony Blair nel
Regno Unito, la più guerrafondaia delle potenze imperialiste. Il sostegno
all’ “indipendenza del Kossovo” di pseudo-trotskisti come il WP, che hanno
fatto causa comune con l’UCK, nasconde male il loro sostegno agli obbiettivi
di guerra dell’imperialismo. Ciò si è visto chiaramente quando il WP
partecipò , il 10 aprile 1999, a una manifestazione del “Soccorso Operaio al
Kossovo” dove figuravano ben in vista parole d’ordine come “Buona fortuna
NATO”, e “NATO, ora o mai più”. In seguito WP e alcuni altri gruppi,
sulla scia dei laburisti, organizzavano, l’ 11 maggio 1999, un meeting nella
cui tribuna si trovava due oratori apertamente pro-NATO, uno, albanese
nazionalista virulento, dichiarava che tutti quelli che non sostenevano la NATO,
dovevano stare a casa.
Ora
che la NATO l’ha spuntata, WP proclama: “Tutti devono gioire della ritirata
delle forze genocide che hanno cacciato dal loro paese natale un milione di
kossovari e ne hanno trasformato un altro mezzo milione in profughi interni. Ma
non si deve gioire nel vedere il Kossovo trasformato in un protettorato,
ufficialmente dell’ONU, ma in realtà della NATO” (Workers Power, giugno 1999). Era dovere di tutti coloro che vogliono
l’imperialismo sconfitto, difendere la Serbia contro l’aggressione
imperialista. In questa
dichiarazione WP applaudiva alal sconfitta dell’esercito serbo di fronte
all’imperialismo della NATO, e appoggia, in realtà, le illusioni sull’ONU.
La
nostra denuncia del revisionismo della cosiddetta sinistra e i nostri interventi
con il nostro programma rivoluzionario internazionalista, noi abbiamo valutato
l’ostilità di tutti coloro che, a sinistra, battono la grancassa per la NATO.
Lutte Ouvrière (LO)[4],
piena di rabbia dopo che noi avevamo smascherato la sua linea filoimperialista
nel forum sulla guerra nei Balcani alla festa di LO, vicino Parigi, il 24 maggio
1999, ultimo giorno della festa, inviava un aventina di gorilla contro la LCI,
deliberatamente ruppero in uattro punti un braccio del nostro compagno Xavier
Brunoy, redattore in capo del nostro giornale in francese Le
Bolchévik.
Nell’aprile
1999, mentre la NATO conduceva i suoi bombardamenti contro la Serbia, il
Partito Comunista di Gran Bretagna (CPGB) costituiva una commissione
cosiddetta “d’inchiesta”
su una aggressione fisica contro
Ebbie McDonald, una dirigente della Spartacist
League/Britain, da parte di un certo Ian Donovan, esaltato anticomunista e
simpatizzante del CPGB, ciò era nei fatti per fornire un alibi a questa
aggressione. Pertanto, i fatti non erano contestati da nessuno, neanche dallo
stesso Donovan.Nel gennaio 1999, a Londra, egli aveva colpito Eibhlin McDonald
con un pugno in faccia durante una manifestazione commemorativa del “Bloody
Sunday” del 1972 in Irlanda del Nord, dove dei cattolici erano stati
massacrati dai soldati inglesi comandati da Michael Jackson (che comandava
ancora di recente le truppe d’occupazione della NATO in Kossovo). Donovanera
diventuo isterico quando McDonald, che è irlandese, denunciava il suo sostegno
al Socialist Party, un gruppo filoimperialista conosciuto per avere appoggiato
il dirigente lealista fascista Billy Hutchinson. La commissione
“d’inchiesta” del CPGB era l’espressione della sua lealtà al Partito
Laburista al potere e agli interessi dell’imperailismo inglese: era una
miserabile caricature di inchiesta destinata a trascinare la Spartacist
League nel fango poichè noi eravamo i soli a batterci contro la snagunaria
guerra dei Balcani di Blair e della palude laburista. Il CPGB si è impegnato a
giustificare i bombardamenti terrooristici imperialisti in modo cosi flagrante
che i nostri compagni l’hanno soprannominato i “socialisti stile Jamie Shea”.
Il CPGB dichiarava così “ E’ evidente a tutti , salvo quelli che sono
volontariamente stupidi, che la NATO ha fattodi tutto per minimizzare le perdite
umane” (Weekley Worker, 10 giugno
1999). Infatti, durante i bombardamenti, le perdite fra i civili
hanno superato di molto quelle fra i militari.
Gli
pseudo-trotskisti si sono largamente ridefiniti come “liberali” e
socialdemocratici, si richiamano raramente, se non per motivi formali, al
leninismo. Il comitato esecutivo del SU, ad esempio, ha votato nel febbraio
1999, di ritirare dal proprio statuto ogni refernza alla Rivoluzione Russa del
1917, ai quattro primi congressi dell’Internazionale Comunista e al Programma
di transizione (il documento di fondazione della Quarta Internazionale). Il
luglio scorso, in un meeting a Londra, Alain Krivine, dirigente francese del SU,
ha denigrato quelli che si richiamano apertamente al trotskismo, proclamano che
il compito di oggi è la rivoluzione, che egli definisce come qualcuno che
“dirige un movimento sociale” congiuntamente con altre forze,
compresi i cristiano sociali. Infatti è con clericali antisocialisti, come i
controrivoluzionari di Solidarnorsc in Polonia, che SU si è alleata. Un compagno della
SL/B affrontava Krivine, e fece notare che SU non era mai stato la Quarta
Internazionale e che questa eredità programmatica appartiene alla LCI. Questo
compagno ricordava notava che piuttosto è nella Seconda Internazionale che
Krivine e compagnia hanno il loro posto. La lealtà degli pseudo-estremisti
verso al propria borghesia durante la guerra contro la Serbia è lo sbocco
logico del sostegno precedentemente apportato alla controrivoluzione patrocinata
dall’imperialismo in URSS e negli stati operai deformati dell’Europa
Orientale e della Jugoslavia.
Il
proletariato aveva meno entusiasmo per questa guerra che non
la cosiddetta sinistra che acclamava “l’imperialismo dei diriti
dell’uomo”. Anche negli USA, dove non vi erano manifestazioni di massa,
l’atteggiamento degli operai verso la guerra andava dalla passività alla
diffidenza. Il Primo Maggio, in tutta Europa, e fino al Giappone e
all’Australia, la guerra dei Balcani era la questione bruciante. malgrado gli
sforzi dei burocrati sindacali per controllare l’attenzione rivolta verso le
preoccupazioni economiche. L’opposizione proletaria alal guerra è stat
particolarmente esplosiva in Italia e in Grecia. Il 13 maggio 1999 in Italia, più
di un milione di lavoratori ha partecipato a uno sciopero politico di un giorno,
all’iniziativa dei COBAS, con la parola d’ordine “Non una vita, non una
lira per questa guerra”. I COBAS hanno ugualmente lanciato una campagna
finanziaria per i lavoratori jugoslavi, dopo il bombardamento e la distruzione
della fabbrica di automobili Zastava a
Kragujevac ad opera della NATO, che spaeva perfettamente che gli oeprai avevano
formato uno scudo umano per proteggere la fabbrica. Le sezioni della LCI,
malgrado le divergenze dai COBAS, hanno partecipato attivamente alla campagna
finanziaria per la Zastava che dava ai
lavoratori un mezzo per prendere concretamente posizione contro il “proprio”
imperialismo mortale.
Nella
guerra contro la Serbia, i dirigenti della NATO hanno celebrato l’unità delle
potenze occidentali. Ma dietro tale unità di facciata, la guerra ha accentuato
le tensioni tra le grandi potenze capitalistiche, tensioni che si sono
intensificate dopo la distruzione controrivoluzionaria dell’URSS.
La
Germania e altri paesi europei occidentali sono determianti a costituire una
forza militare indipendente dagli USA, a mano a mano che le loro rivalità economiche con gli USA si
accrescono.
Non
si può condurre la lotta contro la guerra imperialista separatamente della
lotta di classe. Solo la rivoluzione può rovesciare il sistema capitalista
imperialista che genera la guerra. E’ la Rivoluzione d’Ottobre del 1917
diretta dal Partito Bolscevico di Lenin e Trotsky che ha strappato la Russia
alla Prima guerra mondiale e creato il primo stato operaio, un faro
dell’internazionalismo rivoluzionario per il proletariato del mondo intero.
Noi lottiamo per riforgiare la Quarta Internazionale , strumento che potrà
condurre le masse operaie verso nuove rivoluzioni di Ottobre e una società
socialista mondiale.
[1] La cui sezione italiana è costituita da Bandiera Rossa, consorella della LCR e da cui provengono Ilario Salucci e il gruppo filo-UCK di REDS di Loris Brioschi (N.d.T.)
[2]In Italia è presente una sua filiazione “Socialismo dal Basso”, nettamente interventista e antisovietico, ora inserito in Rifondazione Comunista (N.d.T.)
[3]Con il cui rappresentante in Italia, Paul O’Brien, ho avuto una dura polemica via internet (N.d.T.)
[4]In Italia è vicino alle sue posizioni l’Associazione Proposta (N.d.T.)
traduzione di Alessandro Lattanzio