chi era ed é veramente responsabile del genocidio in Cambogia?

POL POT NON ERA E NON E’ UN COMUNISTA

Gli apologhi del Capitalismo hanno sempre inventato bugie per provare come il Comunismo sia orribile. Recentemente una delle loro favole favorite riguarda il genocidio in Cambogia attuata dai cosiddetti comunisti Khmer Rossi , guidati da PolPot. Parecchi articoli, un paio di libri e almeno un film importante (Urla del silenzio)sono focfalizzati sui crimini dei KR. Pol Pot ha quasi rimpiazzato Stalin come numero uno nella lista dei sempre-odiati-dai-capitalisti. Ma vi è una grande differenza. Il compagno Stalin era un grande comunista. Pol Pot al contrario , non lo è mai stato. Su dei recenti libri scritti da esperti occidentali sulla Cambogia ed utilizzando l’evidenza avuta dopo la caduta di PolPot, mostra ciò chiaramente. Questi libri devono essere usati con cura , gli autori o sono revisionisti pro-vietnamiti (Vickery,Chandler,Thion) o imperialisti liberali (Shawcross). Sono i fatti da loro scoperti che sono preziosi , non le loro opinioni o analisi di questi fatti , che sono rovinati dalle loro valutazioni anti-comuniste.

Kmer Rossi (i Kmer sono la maggiore etnia del paese) era il nome preso dai contadini ribelli sotto la guida del Partito Comunista di Kampuchea (antico nome della Cambogia) Al fine di vedere come il PCK è divenuto un pugno di assassini anti-comunisti , una breve storia è essenziale.

Storia della sinistra cambogiana

Nel 1951 il vecchio PC Indocinese , dominato da Ho Chi Minh e dal PC Vietnamita, si scinde nei gruppi vietnamita , cambogiano e laotiano. Come l’intero Movimento Comunista mondiale a quel tempo . Questi gruppi erano fradici di nazionalismo e ansiosi di compromettersi con i capitalisti ‘progressisti’ anti-comunisti. A metà degli anni ‘50 , il vecchio PCI fu raggiunto da molti studenti militanti nazionalisti che ritornavano dalla Francia , incluso il futuro dirigente dei KR Pol Pot (vero nome: Saloth Sar) Ieng Sary e Khieu Samphan. Il PCK era un partito che, negli anni ‘60, era formato da due gruppi. Ma la loro esistenza era stata tenuta segreta fino al 1977, molto dopo aver preso il potere. Apparentemente questa era una concessione senza precedenti all’anti-comunismo degli ex-studenti nazionalisti. Quando l’anticomunismo non combattè questa crescita, come vedremo.

La repressione da parte del governo monarchico del principe Sihanouk , spinse il partito alla clandestinità molti dei comunisti del precedente PCI , che abbandonarono la lotta ritornando nel Nord Viet Nam. Solo il gruppo nazionalista di Pol Pot romase. Quando iniziò una rivolta contadina nel 1967 nella regione di Samlaut presso il confine con la Tailandia, il gruppo di Pol Pot vi si unì, Nessun comunista di fatto, ma solo di nome, avrebbe assunto una linea di pensiero in secondo cui qualche contadino potesse facilmente vincere le città (sede dei feudatari assenti e dello stato sfruttatore che tassa i contadini) e che chiunque vi era fosse un nemico, compresi insegnanti, professionisti, operai.

Il romantico attaccamento al contadiname come classe è stato per lungo tempo caratteristica della borghesia radicale. In Russia la prima polemica di Lenin (1885) era diretta contro i Narodniki o ‘Amici del Popolo’ la piccola borghesia narodniki, troppo predicante, un comunalismo contadino a parole, ma praticante un terrorismo sanguinario. Vickery trova allora una stretta similitudine tra KR ei contadini ribelli del Tambov e di Antonov nella Russia occidentale durante la guerra civile, che combatterono i comunisti e i monarchici con eguale vigore e con efferate atrocità. A questo odio contadino delle città della fazione di Pol Pot si aggiunse un feroce odio, ammantato di razzismo, per ogni vietnamita. L’odio del Viet Nam è una visione nazionalista, sviluppata dall’élite cambogiana, che ricordava i conflitti nei secoli passati tra re cambogiani e re vietnamiti , e come i dominatori vietnamiti hanno scacciato i cambogiani fuori dal delta del Mekong che ora è in territorio del Viet Nam. Nel 1970 i militari sotto Lon Nol, appoggiati dagli USA, rovesciarono Sihanouk , i dominatori USA iniziarono un pesante bombardamento aereo contro le truppe nordvietnamite e le linee di rifornimento nel Nord-Est della Cambogia. I bombardamenti uccisero migliaia di contadini e distrussero virtualmente la vita di villaggio.

L’odio verso gli USA e il governo di Lon Nol crebbe, ondate di contadini raggiunsero l’esercito KR . Ritornando dal Nord Viet Nam per unirsi al movimento, i vecchi membri del PCI si ritrovarono sospettati e qualche volta persino uccisi dal gruppo di Pol Pot. Quindi il PCK, che prese il potere nell’aprile del 1975, era una tesa alleanza fra due gruppi distinti. I membri del PCI filo-vietnamiti e la fazione di Pol Pot avevano due distinte aree di influenza, la prima era più influente all’Est (vicino al Viet Nam). I loro soldati vestivano perfino divise differenti.

Il genocidio inizia

Benchè gli scribacchini anticomunisti ritraggano l’evacuazione delle città nell’aprile del 1975 come una atrocità, perfino gli studiosi capitalisti ammettono che fosse necessario. (Zasloff e Brown in Problems of Communism, Jen-Feb.1979, un giornale pubblicato dal Dipartimento di Stato degli USA e devoto alla propaganda anticomunista con una certa inclinazione ‘dotta’). Per esempio, la capitale Phnom Penh era cresciuta da 600mila a 2 milioni di abitanti per via dei contadini che fuggivano dai bombardamenti USA. Come nel Sud Viet Nam, gli USA avevano distrutto completamente l’economia contadina allo scopo di ripulire la società dei villaggi in cui i KR prosperavano. Phnom Penh era approvvigionata solo dalla massiccia importazione di cibo USA, che fu interrotta brutalmente quando Lon Nol cadde. Se la popolazione cittadina non fosse stata evacuata, sarebbe semplicemente stata decimata dalla morte!

Tra il 1975 e il 1977 nessuno dei gruppi dominò realmente il PCK. Gli ‘esperti’ anticomunisti come J.Barron e A.Paul (autori di “Assassinio di una terra gentile” coppia di propagandisti anticomunisti a temo pieno del Reader’s Digest) e F. Ponchaud (Cambogia anno zero) danno l’impressione che i massacri occuparono l’intero periodo 1975-79. Dai ricordi dei sopravvissuti e da centinaia d’interviste ai rifuggiati e di quelli che rimasero nel paese; M.Vickery svela una storia diversa. Benchè vi fossero stati casi di brutalità contro gli orinari cittadini nelle aree controllate dal gruppo di Pol Pot , le esecuzioni di massa non iniziarono prima del 1977, quando Pol Pot consolidò il suo potere. Iniziò una sanguinosa purga contro tutti i sospettati filovietnamiti o i filocontadini ‘tiepidi’. Nel 1978 i filovietnamiti sopravvissuti del PCK guidarono una rivolta , che fu brutalmente repressa. Il governo di Pol Pot allora sterminò chiunque avesse appoggiato questo gruppo, più parecchi vietnamiti della Cambogia orientale. Ciò spinse all’invasione vietnamita del 1979. I KR non fu aiutato da nessuno tranne che dal suo esercito, e i vietnamiti stabilirono facilmente un regime fantoccio con la fgazione sconfitta del PCK, che oggi governa la Kampuchea.

I bombardamenti USA uccisero più cambogiani che i Kmer Rossi

Quante persone furono uccise durante il genocidio? I media USA seguendo Dith Pran del NYT (sul cui racconto è basato il film ‘Urla del silenzio’) dichiarava circa 2 milioni. Quando parlano dei comunisti, non c’è cifra sotto il milione che possa soddisfare uno scrittore capitalista. Vickery dimostra che 300mila, rimanendo una cifra spaventosa, è iol limite massimo possibile. Al contrario Zasloff e Brown scrivono di pesanti perdite umane che gli enormi bombardamenti USA e l’intensificarsi dei combattimenti causarono prima del 1975, e ritengono implicitamente le dichiarazioni dei KR da 600mila a più di 1 milione di morti credibili. Quando iniziò il genocidio, Pol Pot e soci al confronto con gli USA era un dilettante.

Gli anticomunisti e Pol Pot

Comunque sia il numero, questi assassinii non erano ‘lavoro’ di comunisti di qualsiasi tipo, anche se revisionisti di tipo sovietico o cinese, ma anticomunisti. Non tutti i gruppi che si denominano comunisti , lo sono. Per esempio i vietnamiti, i sovietici, i cinesi e altre reliquie del vecchio movimento comunista sono dei capitalisti con una piccola maschera . Tenevano il Marxismo-Leninismo solo al servizio delle labbra così come la Classe Operaia, l’Internazionalismo Proletario e il bisogno di costruzione di una società senza classi. Al contrario Pol Pot, i KR e il PCK rigettavano apertamente l’idea stessa del Comunismo! Una breve citazione da Vickery e Chandler lo dimostra:

-Sul Comunismo: “Noi non siamo comunisti ... siamo dei rivoluzionari che non appartiene ai comunemente accettati raggruppamenti comunisti indocinesi”(Ieng Sary 1977, riportato da Chandler, pag.288)

--Sul Marxismo-Leninismo: “La prima pubblica ammisione che l’organizzazione rivoluzionaria fosse Marxista-Leninista nelle sue orientazioni avvenne nella commemorazione della morte di Mao Zedong fatta a Phnom Penh il 18 settembre 1976 (Chandler, pag.55,nota 28). “Loro (gli speaker kampucheani) dichiararono che il PCK è un partito marxista-leninista, m non dicono nulla sul significato di queste due parole” (Chandler, pag.45)

--Sul bisogno di un partito rivoluzionario: “La più stravolgente idea di rivoluzione trattata dai comunisti kampucheani, era che ciò fosse inesprimibile. Negli anni ‘60, l’opposizione alla politica governativa e gli appelli a una posizione antiimperialista , costituirono la piattaforma per una sinistra.... infatti, la rivoluzione e l’esistenza di un partito rivoluzionario erano utilizzate solo escluse dalla propaganda, erano delle verità completamente nascoste, rivelate solo a a quei pochi illuminati che poterono raggiungere le posizioni più importanti nell’apparato (soprattutto gli ex-studenti radicali) (Thion,Chandler, pag.16). Fino al 27 settembre 1977, l’esistenza di un partito comunista non era stata rivelata dai discorsi di Pol Pot (Chandler, pag.37).

--Sulla classe operaia: “Sebbene scarsa, essa esisteva, resideva nelle città , ma invece di appoggiarla , i KR procedettero alla sua liquidazione come se fosse una decadente eredità del passato.(Thion, pagg.27/28)

Da tutto ciò si può concludere che:

1)Pol Pot e soci non sono comunisti. Nel senso che loro non sono diversi dai sovietici, cinesi e vietnamiti, da R.Reagan o altri capitalisti .

2)Diversamente dai sovietici, cinesi, vietnamiti e altri revisionisti, falsi comunisti, Pol Pot e soci si vantavano di non essere comunisti.

3)L’influenza di una fazione pro-vietnamita significava che qualche terminologia marxista era usata, almeno fino al 1977. Dopo di che i KR abbandonano ogni chiacchera sul Comunismo.

Il gruppo di Pol Pot, inoltre, tra il 1975 e il 1977, descisse se stesso come comunista, nel tentativo di ottenere aiuti dalla Cina; per esempio:

Il tributo di Pol Pot al ruolo cruciale giocato dal pensiero di Mao nella rivoluzione cambogiana, contenuto in un discorso fatto a Beijing il 29 settembre 1977, che non fu trasmesso dalla radio di Phnom Penh. (Chandler, pag.45)

Mao e il PC Cinese avevano portato milioni di contadini a una linea di classe filo-operaia, mentre Pol Pot aveva tentato di portare i contadini a una linea di classe anti-operaia e anarchica. La Cina -e ugualmente importante, gli USA- appoggiò Pol Pot per la sua genuina ostilità ai vietnamiti, non per le loro falsi lodi a Mao.

I KR anticomunisti esaltati da USA Today

Allo scopo di indebolire i vietnamiti filosovietici, la classe dominante USA adesso appoggia una coalizione di forzeribelli cambogiane, di cui i KR di Pol Pot sono l’elemento più forte. Ciò comporta solo un leggero imbarazzo ai capi USA il fgatto che mantiene a galla il gruppo che è veramente colpevole di un genocidio ‘comunista’! In cambio i KR fanno appello alla Democrazia al Capitalismo riformato. Per gli operai del mondo le lezioni dell’esperienza di Pol Pot sono chiare:

1)Non ci sono sostituti al Comunismo nella lotta al Capitalismoe all’Imperialismo. I KR tentarono di costruire un nuovo tipo di rivoluzione basato sul radicalismo piccolo-borghese. Invece gettarono la Kampuchea in un incubo.

2)Non si deve credere a nulla delle cose che i media USA o della classe dominante dicono sul Comunismo! I capitalisti non si curano per nulla della centinaia di migliaia di assassinati. Se fosse il contrario perchè appoggiano Pol Pot? Nel dicembre 1981, il NYT Magazine pubblicò una storia in cui l’autore dice di aver fatto visita ai ‘combattent della Libertà’ KR che dirigevano la guerra d’indipendenzacontro i vietnamiti invasori. Jones, l’autore della storia, dichiarava di aver visto Pol Pot dirigere la lotta, una eroica figura stagliata sul cielo. L’editore del Times pensò che la storia fosse buona e la pubblicarono senza fare l’usuale controllo sull’articolodello scrittore sconosciuto. Si scoprì che Jones fece l’articolo stando in una spiaggia della Spagna! Il Times era così avido di credere a una storia che faceva di Pol Pot e dei KR -che aveva già chiamato genocidi- degli eroi anticomunisti, che la spedirono di fretta alla stampe! Nulla può spegare più chiaramente la malafede della classe dominante liberale nell’accogliere nel suo seno ogni fascista assassino che può aiutarla nella lotta al Comunismo.

Bibliografia:

David P. Chandler e Ben Kiernan, Revolution and its aftermath in Kampuchea:Eight essays, New Haven, Yale University Southeast Asia Studies monograph N°25, 1983

Michael Vickery, Cambodia:1975-1982, Boston, South End Press, 1984

Pubblicato su Challenger-Desafio, Supplemento della Rivista del Partito Laburista Progressista , 19 Febbraio 1986

 

Traduzione di Alessandro Lattanzio

 

LA LUNGA SEGRETA ALLEANZA:LO ZIO SAM E POL POT

Gli USA non solo aiutarono a creare le condizioni che portarono i KR della Cambogia al potere, ma aiutarono attivamente le forze genocide, politicamente e finanziariamente. Dal gennaio 1980 gli USA avevano segretamente finanziato le forze di Pol Pot esiliate in Tailandia. L’estensione di questo supporto -85 milioni di dollari USA dal 1980 al 1986- fu rivelato sei anni più tardi in una corrispondenza tra l’avvocato del Congresso J.Winer, allora consulente del senatore J.Kerry (D-MA) della commissione del Senato per gli affari esteri e la fondazione dei veterani americani del Viet Nam. Winer disse che le informazioni giunsero dal Servizio Ricerche del Congresso. Quando copie di questa lettera circolarono, l’amministrazione Reagan s’infuriò. Allora, senza aver adeguatamente spiegato il perchè, Winer ripudiò le statistiche, mantre non disse come esse fossero giunte dal CRS. In una seconda lettera a N.Chomsky, tuttavia, Winer ripetè la versione originale, che come mi confermò, era assolutamente corretta. Washington, inoltre, sostenne i KR tramite l’ONU, che fornì ai KR imezzi per il ritorno. Benchè il governo cessasse di esistere nel gennio 1979, quando l’esercito vietnamita lo cacciò, i suoi rappresentanti continuarono a occupare i seggi della Cambogia all’ONU. I loro diritti furono difesi e promossi da Washington come estensione della Guerra Fredda, come vendetta contro il Viet Nam,e come parte della nuova alleanza con la Cina (principale sostenitore di Pol Pot e nemico storico del Viet Nam). Nel 1981, il consigliere alla sicurezza del presidente Carter, Z.Brzezinsky disse: “Auspico un amggiore aiuto cinese a Pol Pot. Gli USA” aggiunse “incitano pubblicamente la Cina nell’inviare armi ai KR attraverso la Tailandia”. Per coprire questa segreta guerra contro la Cambogia, Washington istituì un Gruppo di Emergenza per la Kampuchea (KEG) nell’ambasciata USA a Bangkok e al confine Cambogiano-Tailandese. Il lavoro del KEG era la“monitorazizzazione”della distribuzionedegli aiuti umanitari occidentali spediti ai campi-profughi in Tailandia e assicurare che le basi KR fossero rifornite. Lavorando attraverso la ‘Task Force 80’ dell’esercito tailandese, che aveva degli ufficiali di collegamento con i KR, gli statunitensi assicurarono un costante afflusso di aiuti dell’ONU. Due volontari USA scrissero più tardi: “che il governo USA insisteva affinchè i KR fossero riforniti. Gli USA preferivano che le operazioni dei KR fossero beneficiate dalla credibilità di una operazione umanitaria internazionale”. Nel 1980, sotto la pressione USA, il Programma Mondiale per il Cibo, inviò aiuti alimentari per 12 milioni di dollari USA all’esercito tailandese da passare ai KR. Secodno il primo assistente del segretario di stato R.Holbrooke: “Da 20mila a 40mila guerriglieri di Pol Pot na beneficiarono”. Questi aiuti riabilitarono la forza combattente dei KR basata in Tailandia, che é evidentemente una operazione del Dipartimento di Stato. I dipendenti del KEG erano ufficiali con una lunga esperienza in Indocina.

Nei primi anni ‘80 fu diretta da M.Eiland, che prima di continuare l’intervento USA in Indocina nel 1969-70, era un ufficiale operativo di un gruppo clandestino della Special Force denominato ‘Daniel Boone’, ed era responsabile della ricognizione dei bombardamenti USA in Cambogia. Dal 1980il Col.Eiland portò il KEG fuori dall’ambasciata USA di Bangkok, dov’era presentata come una organizzazione ‘umanitaria’. Responsabile per le interpretazioni delle foto dei satelliti-spia sulla Cambogia, Eiland divenne una valida fonte per qualche giornalista occidentale residente a Bangkok, che gli riferivano i loro servizi come analista occidentale. I compiti ‘umanitari’ di eilandlo portarono alla sua nomina alla DIA come capo in carica della regione del Sud-est asiatico, uno dei più importanti posti delo spionaggio USA. Nel novembre 1980, proprio alle elezioni di Reagan, i KR si misero in contatto diretto con il Dr. R.Cline, precedente direttore della CIA, che visitò segretamente un comando operazioni dei KR situato in Cambogia. Cline era allora consigliere per la politica estera del gruppo si transizione del neoeletto presidente Reagan. Entro un anno, secondo le fonti di Washington, 50 agenti della CIA condussero dalla Tailandia operazioni di Washington in Cambogia. La linea di divisione tra le operazioni di aiuto internazionale e la guerra degli USA divenne sempre più confusa. Per esempio, un colonello della DIA era nominato ‘ufficiale di collegamento per la sicurezza’ tra UMBRO (ufficio operazioni aiuti ONU) e DPPU (unità dispiegata per la protezione del personale). A Washington, fonti rivelano egli come collegamento tra governo USA e i KR.

L’ONU come base

Dal 1981, numerosi governi , inclusi gli alleati degli USA, divennero decisamente indisposti sulla mascherata del continuo riconoscimento da parte dell’ONU di Pol Pot come legittimo capo del paese. Questa dissociazione divennedrammaticamente manifesta quando un npostro collega, N.Claxton, entrò in un bar dell’ONU a New York con Thaoun Prasith, rappresentante di Pol Pot; “In pochi minuti” disse Claxton, “il bar fu vuoto”. Chiaramente qualcosa era successo. Nel 1982, USA e Cina, appoggiati da Singapore, inentarono la ‘Coalizione del Governo democratico di Kampuchea’, che, come puntualizza B.Kiernan, non era né una coalizione, né democratico, nè un governo, e non era in Kampuchea. Piuttosto, era ciò che la CIA chiama ‘illusione maestra’. Il precednte dominatore della Cambogia, il principe Sihanouk , vi fu messo a capo; Sebbene con qualche piccolo cambiamento, i KR dominavano i due membri ‘non-comunisti’, Sihanouk e il ‘Fronte di Liberazione Nazionale Popolare Kmer’. Dal suo ufficio dell’ONU l’ambasciatore di Pol Pot, l’urbano Prasith continuava a parlare per la Cambogia. Uno stretto collaboratore di Pol Pot aveva dichiarato a 175 Kmer espatriati di ritornare in patria, dove parecchi dei quali ‘sparirono’. L’ONUera ora lo strumento di punizione della Cambogia. In tutta questa storia il mondo aveva negato gli aiuti per lo sviluppo a un solo paese del Terzo Mondo: la Cambogia. Non solo l’ONU negò-grazie alle insistenze di USA e Cina- un seggio al governo di Phnom Penh, ma le maggiori organizzazioni finanziarie internazionali cancellarono la Cambogia da ogni accordo internazionale sul commercio e le comunicazioni. Perfino l’Organizzazione Saniatria Mondiale rifiutò aiuti al paese. A casa, il governo USA negò a gruppi religiosi di inviare libri e giocattoli agli orfani. Una legge che data dalla Prima Guerra Mondiale, ‘La legge sul commercio con il nemico’, fu applicata alla Cambogia e, prontamente al Viet Nam. Neanche Cuba e l’URSS affrontarono un così completo bando senza eccezioni umanitarie o culturali. Dal 1987 il KEG fu trasformato in Gruppo di Lavoro per la Kampuchea, diretto dal Col.Eiland della DIA. I documenti del grupo di lavoro erano i piani di battaglia, materiali di guerra, spinaggio via satellite forniti ai cosiddetti ‘elementi non-comunisti delle forze di resistenza’. La foglia di Fico non-comunista permise al Congresso, spinto anche da un zelante anticomunista, l’allora deputato repubblicano S.Solarz,(D-NY), ad approvare sia aiuti ‘coperti’ che aiuti ‘aperti’, stimati attorno ai 24 milioni di dollari, da dare alla ‘resistenza’. Fino al 1990, il Congresso accettò le speciose argomentazioni di Solarz: “che gli aiuti USA non erano destinati ad aiutare Pol Pot e i genocidi, e gli alleati degli USA non erano così strettamente vicini a loro (i KR)”.

I legami militari

Mentre Washington pagava i conti e l’esercito tailandese forniva il supporto logistico, Singapore come intermediario, era il canale principale delle armi occidentali. L’allora Primo Ministro Lee Kuan Yew era il maggior sostenitore della posizione degli USA e della Cina, cioè che i KR dovessero far parte della sistemazione della Cambogia. “Sono i giornalisti” disse “che li hanno demonizzati”. Le armi della Germania Occidentale, degli USA, e della Svezia passavano direttamente da Singapore o erano costruite sotto licenza dalle industrie Chartered, che erano di proprietà del governo di Singapore. Alcune di queste armi finirono catturate ai KR. La connessione di Singapore permise all’amministrazione Bush di continuare i suoi aiuti segreti alla ‘resistenza’, perfino attraverso questa asistenza si violò la legge votata dal Congresso nel 1989 sugli ‘aiuti letali’anche indiretti, a Pol Pot. Nell’agosto del 1990, un allora membro delle forze speciali USA, rivelò di aver ordinato di distruggere le prove che che dimostrassero che le munizioni USA in Tailandia venivano spedite ai KR. I registri, disse, coinvolgevano l’NSC e il corpo dei consiglieri per gli affari esteri del Presidente. Nel 1982, quando USA, Cina e i governi aderenti all’ASEAN escogitarono come la ‘coalizione’ permettesse a Pol Pot di mantenere il seggio all’ONU, gli USA addestrarono e finanziarono le fazioni ‘non-comuniste’ dell’esercito ‘resistente’. Questi seguaci di Sihanouk e del suo Primo Ministro Son Sann, leder del KPNLF, erano per la maggior parte banditi e irregolari. Questa resistenza non valeva nulla senza le 25mila unità ben addestrate, ben armate e motivate alla guerriglia di Pol Pot. La cui leadership è stata riconosciuta dal comandante militare di Sihanouk, suo figlio Norodom Ranariddh: “I KR” disse “sono la maggiori forza d’attacco le cui vittorie sono celebrate come nostre”. La tattica guerrigliera come i Contras in Nicaragua, era di terrorizzare la nazione attraverso imboscate e stendendo campi minati. In questo modo il governo di Phnom Penh sarebbe stato destabilizzato e i vietnamiti intrappolati in una guerra tenace: il suo ‘Viet Nam’. Per gli statunitensi a Bangkok e a Washington, il destino della Cambogia era legato alla guerra che avevano perso tecnicamente sette anni prima. “Colpendo i vietnamiti sui campi di battaglia della Cambogia” era una espressione popolare nell’establishment politico USA. Distruggendo la sinistrata economia vietnamita e, se necessario, rovesciare il governo di Hanoi, era llo scopo finale. Fuori da queste rovine, il governo USA avrebbe ancora affermato se stesso in Indocina. Gli inglesi-che avevano forze militari speciali nell’Asia del Sud-Est fino alla II° GM, giocarono, inoltre, un ruolo chiave nel supportare le forze armate di Pol Pot. Dopo ‘l’irangate’, lo scandalo armi-per-ostaggi che esplose a Washington nel 1986, l’addestramento cambogiano iniziò come un’esclusiva operazione inglese. “Se il Congresso ha scoperto che gli americani sono coinvolti in operazioni di addestramento clandestino in Indocina , lasciamo da soli con Pol Pot”, come una fonte del Ministero della Difesa disse a O’Dwyer-Russell del London Daily Telegraph, “Il pallone andrà nel posto giusto. Era una delle classiche cose dell’accordo Thatcher-Reagan. Era stabilito in esse che le SAS avrebbero preso parte allo spettacolo della Cambogia, e lei era d’accordo”.

L’impunità di Washington per Pol Pot

Poco dopo l’inizio della Guerra del Golfo nel gennaio 1991, il Presidente Bushdescrisse S.Hussein come un “Adolf Hitler rivisitato”, la richiesta di Bush per “un’altra Norimberga” per processare S.Husseingrazie alla convenzione sul genocidio, era riecheggiato nel Congresso e attraverso l’Atlantico a Londra. Era un’ironica distrazione. Fin da quando l’originale Fuhrer era spirato nel suo bunker, gli USA avevano mantenuto un sistema di dittatori con tendenze hitleriane -da Suharto in Indonesia a Mobutu in Zaire- e una varietà di mostri latinoamericani, molti dei quali laureati nella scuola delle Americhe dell’US Army. Solo uno fu identificato dalla Comunità internazionale come un vero “Adolf Hitler rivisitato”, i cui crimini erano documentati in un rapporto del 1979 dalla Commissione ONU sui diritti umani, come “il peggiore che si sia mai avuto al mondo dopo il Nazismo”. Pol Pot, di certo, si sarebbe meravigliato di questa fortuna. Non solo lui era coccolato, le sue truppe nutrite, rifornite e addestrate, i suoi inviati permettersi ogni privilegio diplomatico, ma diversamente da S.Hussein, era assicurato dai suoi padroni che mai sarebbe stato processato per i suoi crimini. queste assicurazioni erano fatte pubblicamente nel 1991 quando una sottocommissione ONU sui diritti umani tolse dalla sua agenda yn disegno di risoluzione sulla Cambogia che riferiva che “il livello delle atrocità raggiunge il livello del genocidiocommessi in particolare durante il periododel dominio KR”. Non più, decise l’ONU, i membri del governo sarebbero stati ricercati, incriminati, arrestati o processati , per essere stati responsabili di crimini contro l’umanità in Cambogia. Non più i governi avrebbero dichiarato che di prevenire il ritorno al governo di coloro che erano stati responsabili del genocidio durante il periodo 1975-78”. Questa garanzia di impunità per i genocidi era inoltre parte del ‘piano di pace’ tratteggiato dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU: tra cui gli USA. Per non offendere i principali sostenitori di Pol Pot, i cinesi, il piano cancellò ogni riferimento al genocidio, rimpiazzandolo con l’eufemismo: “politica e praticadel recente passato”. Su ciò H.Kissinger, che giocò una parte importante nei bombardamenti a tappeto della Cambogia nei primi anni ‘70, ebbe una parte rilevante. La propaganda occidentale precedente al ‘processo di pace’ dell’ONU in Cambogia, si concentrò sulla forza dei KR, per giustificare la loro inclusione. Ufficiali ONU e diplomatici USA e australiani parlavano di circa 35/40mila KR. “Comprenderai” dissero “che non possiamo lasciare una forza così importante fuori dalla tenda”. Così, i KR furono ben lieti di ritornare a Phnom Penh e, in effetti, avendo da un quarto a un terzo del paese, si rifiutarono di prendere parte alle elezioni. Il tono allora cambiò. Loro ora erano “finiti”, esclamò un diplomatico occidentale. Sono “deboli ogni oltre speranza”. Nel frattempo i KR si erano dimostrati essere il più ricco gruppo terroristico della Storia con la vendita di tratti di foresta cambogiana, con annesse pietre preziose, fatta ai tailandesi, il cui governo era un firmatario del ‘piano di pace’. Nessuno li fermò. Stabilirono quattro grandi basi nel territorio tailandese, completi di ospedali da campo. I soldati tailandesi controllano le strade che vi portano. Il “loro sono finiti” è una linea che rimane tuttora. Indubbiamente, sono numericamente diminuiti per via di defezioni e attriti, ma il loro numero era sempre una falsa misura della loro vera forza. Sembre che il Dipartimento di Stato creda che siano lontani dall’essere finiti. Il 10 luglio 1997, il portavoce N.Burnsche la forza KR ammonti a migliaia di unità. La reale minaccia proveniente dai KR sorge dalla loro grande capcità di infiltrazione e inganno. Prima della loro presa del potere nel 1975, avevano infiltrato Phnom Penh. Questo processo è certo che si ripeta ancora. Un residente di Phnom Penh ha detto recentemente: “Loro sono dappertutto”. Il ‘processo’ a Pol Pot di quest’anno era un fantastico pezzo di commedia teatrale dei KR, ma era, tuttavia, privo di alcun valore, come indicano la forza dell’organizzazione e gli scopi immediati. La verità eè che nessuno che ne sia fuori può dire cosa realmente succede, e che è solo una misura della forza dell’organizzazione e della sua elasticità. Il leader cambogiano Hun Sen, chiaramente mantiene un timore per la veracità e la minaccia delle loro ambizioni. I media presentano Pol Pot come un unico mostro. Ciò è assai facile e assai pericoloso. E’ un partner faustiano di Washington, Beijing, londra, Bangkok, Singapore e chiunque altroche aiuti il loro riconoscimento. I KR sono stati utilizzati per tutte le loro mira nascoste nella regione. E.Falt, principale portavoce dell’ONU a Phnom Penh al tempo del ‘trionfo’ delle organizzazioni manipolate in Cambogia, mi disse con un sorriso immobile “il processo di pace era mirato a fare ottenere ai KR la rispettabilità”. Sfortunatamente, molti cittadini comuni cambogiani condividono il suo cinismo. Meriterebbero di meglio.

articolo di John Pilger, in CovertAction Quarterly N°62

traduzione di Alessandro Lattanzio

POL POT:DALLA RIVOLUZIONE ALLA CIA

La Cambogia è stata uno dei tanti teatri della Guerra Fredda; una pedina dello scacchiere strategico in cui USA e URSS hanno giocato ,per 50 anni, la loro partita (e forse continueranno a giocarla). Gli USA fecero la “prima mossa”. Infatti la Cambogia era governata dal principe da operetta Norodom Sihanouk, quando nel 1970, con la scusa che il regno cambogiano odspitava delle base dei vietcong, gli statunitensi organizzazrono un colpo di stato contro il principe e posero al governo il fidato generale Lon Nol. La resistenza antioccidentale (i Kmer Rossi), era organizzata e guidata dal Partito Comunista di Kampuchea(antico nome della Cambogia). Il PCK era nato dalla disintegrazione del vecchio Partito Comunista Indocinese(PCI). Durante gli anni ‘50 il PCK , in ossequio alla politica di apertura verso le borghesise nazionaliste progressiste enunciata all’epoca, accolse centinaia di studenti nazionalisti provenienti dalla Francia. Gli elementi più rappresentativi di queste nuove leve, vi erano: Saloth Sar (meglio noto come Pol Pot), Ieng Sary e Kieu Samphan. Il PCK era quindi diviso internamente in due “correnti”: gli ex-aderenti del PCI e gli ex-studenti nazionalisti. Queste tendenze verranno alla luce solo molto dopo la presa del potere, avvenuta nell’aprile del 1975, cioè nel 1977, quando Pol Pot, portando avanti la sua politica “contadinista” e xenofoba, scatenò una purga feroce contro gli elementi del PCK sospettati di simpatie filo-vietnamite. Nel 1978 la frazione perdente del PCK guidò una rivolta contro Pol Pot. La rivolta fu schiacciata nel sangue, reprimendo tutti coloro che avevano o sembravano avere appoggiato tale rivolta. Fu allora che ebbe inizio il “periodo del terrore” di Pol Pot, che culminò sia con il tentativo di sterminare la minoranza vietnamita e sia con operazioni militari contro il territorio del Viet Nam stesso. Alla fine del 1978 i vietnamiti, per ritorsione, invasero la Cambogia e nel gennaio 1979 instaurarono un regime loro favorevole con la fazione perdente del PCK.

L’INTERVENTO DEGLI USA

Nel 1980, Washington si prefisse due obiettivi: aiutare le forze di Pol Pot e le forze “non comuniste” di Sihanouk e del KPNLF(il Fronte di Liberazione Nazionale del Popolo Khmer, costituito dai seguaci di Lon Nol), e contrastare il Viet Nam, cercando di danneggiargli la la traballante economia, forse con la segreta intenzione di rovesciare il regime di Hanoi. Per ottenere questi obiettivi, Washington ricorse a vari espedienti: nel 1980, come già visto, gli USA iniziarono a finanziare le forze antivietnamite. Si calcola che tra il 1980 e il 1986, gli statunitensi abbiano speso 85 milioni di dollari. Inoltre gli USA permisero ai Khmer Rossi di rappresentare la Cambogia presso l’ONU. Nel 1981 Washington lasciò che in Tailandia transitassero le armi destinate alla “resistenza”ed istituì nella regione una base di appoggio alla guerriglia. Infatti creò il KEG (Gruppo di Emergenza Cambogiano) presso la sua ambasciata a Bangkok e vicino il confine Tailandia-Cambogia. Compito del KEG era il controllo della distribuzione degli aiuti umanitari destinati ai profughi; ma in realtà per assicurare i rifornimenti alle basi della guerriglia Khmer. Inoltre gli USA fecero ricorso a presioni dirette contro il governo filovietnamita di Phnom Penh. Nel 1980, in effetti, il governo statunitense costrinse il Programma Mondiale per il Cibo, ad inviare all’esercito tailandese 12 milioni di dollari di aiuti destinati ai Khmer Rossi. Il KEG nei primi anni ‘80 era guidato dal colonello Michael Eiland. Eiland negli anni69/70 era stato ufficiale del gruppo clandestino della Special Force “Daniel Boone” e si occupava di ricognizioni nei territori sottoposti a bombardamento. Grazie a questi incarichi, Eiland divenne direttore della DIA per il settore del Sud-Est asiatico, uno dei più importanti uffici dello spionaggio statunitense. Il predecessore di Eiland, Robert Cline, visitò segretamente, nel novembre 1980, un centro operativo dei Khmer Rossi situato in Cambogia. Cline era all’epoca consigliere per gli affari esteri del neopresidente Reagan. Così, nel biennio 1980-1981, furono inviati in appoggio ai Khmer Rossi circa 50 agenti della CIA, allo scopo di coordinare le azioni della “resistenza”.

Nel 1982 nacque la Coalizione del Governo Democratico di Kampuchea (CGDK); in realtà tale coalizione era una montatura degli USA, della Cina e di Singapore. Alla sua testa fu messo Sihanouk. L’ONU aveva imposto un embargo contro la Cambogia. Infatti, le Nazioni Unite, su insistenza degli USA e della Cina, negarono il seggio al legittimo governo di Phnom Penh, mentre le organizzazioni finanziarie internazionali esclusero la Cambogia da qualsiasi accordo commerciale e sulle comunicazioni. Perfino l’Organizzazione Sanitaria Mondiale si rifiutò d’inviare aiuti al paese. Il governo statunitense a casa sua non si comportò diversamente. Sulla base della “legge sul commercio con il nemico”, emanate durante la I° Guerra Mondiale, vietò che gruppi di volontari religiosi statunitensi inviassero aiuti umanitari alla popolazione cambogiana.

La guerra cambogiana divenne presto fonte di guadagni. Nella prima metà degli anni ‘80, Singapore divenne il crocevia del traffico di armi occidentali (USA, Repubblica Federale Tedesca, Svezia) destinate alle forze antivietnamite di Sihanouk e Pol Pot. Il Primo Ministro di Singapore dell’epoca, Lee Kuan Yew, per incremetare tali “aiuti”, impiantò le industrie Chartered, che producevano su licenza armi di progettazione occidentale. Singapore, inoltre, permise all’amministrazione Bush di continuare l’invio di armi e rifornimenti ai Khmer Rossi, “dribblando” la legge sull’embargo alle forze di Pol Pot, votato dal Congresso nel 1979. Gli aiuti erano destinati prevalentemente ai Khmer; ma anche le altre fazioni della CGDK, così i banditi di Sihanouk divennero guerriglieri addestrati alle tattiche utilizzate anche dai Contras in Nicaragua studiate alla Scuola delle Americhe. Non furono solo gli USA ad appoggiare direttamente i Khmer Rossi; infatti, in base ad un accordo stipulato tra Reagan e la Thatcher, unità dei reparti speciali inglesi (SAS) hanno addestrato i guerriglieri cambogiani quando il congresso statunitense scoprì la partecipazione attiva di militari degli Stati Uniti in operazioni di guerriglia in Cambogia. Il presidente degli Sati Uniti Bush, nel 1991, mentre definiva Saddam Hussein un “nuovo Hitler”, costringeva la sottocommissione ONU per i diritti umani ad abbandonare il progetto di risoluzione sulla Cambogia al tempo del governo di Pol Pot nel 1975-1978. Inoltre dal “piano di pace” delineato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, fu cancellata la parola “genocidio” e sostituita con le parole “politica e pratica del recente passato”. Una volta firmato ed entrato in vigore il “piano di pace”, i Khmer Rossi, le forza più beneficiata dagli aiuti statunitensi, decise di non partecipare alle elezioni. Gli USA, negativamente sorpresi da questa scelta, iniziarono a dichiarare che i Khmer Rossi fossero un aforza marginalizzata. Tale dichiarazione si scontrava con la realtà, poichè i Khmer Rossi controllavano circa un terzo del territorio cambogiano e disponevano di 25/40.000 uomini armati e addestrati da statunitensi, cinesi, inglesi e tailandesi. Questi ultimi hanno sottoscrito degli accordi commerciali e militari con i Khmer di Pol Pot, in cambio i Khmer Rossi potevano mantenere quattro basi nel territorio tailandese.

I KHMER ROSSI ESCONO DI SCENA?

Il “processo” cui è stato sottoposto Pol Pot, è, secondo molti osservatori, solo una messainscena, che dimostra solo la loro duttilità nella ricerca dei loro obbiettivi. La morte di Pol Pot avvenuta il 13 aprile 1998, permetterà ai Khmer Rossi di ripresentarsi sulla scena politica di Phnom Penh con un volto “pulito”, e soprattutto, permatterà ai loro amici occidentali di riutilizzarli in un possibile futuro scontro con il partito filovietnamita al governo di Hun Sen (che i mass media occidentali presentano come un seguace di Pol Pot, benchè Hun Sen provenga, in realtà, dalla fazione sconfitta e perseguitata del PCK), per il fatto di aver liquidato politicamente Sihanouk, fedele esecutore delle potenze occidentali.

 

traduzione di Alessandro Lattanzio