Spiacenti, gli mp3 di Fango di Quartiere non sono ancora disponibili.

Pubblichiamo la scheda del CD e, di seguito, la presentazione del Trio nel libretto interno:

 

Fango di quartiere è il quarto CD ufficiale del Rhapsodija Trio (ne esiste anche un quinto, i Tredici Tanghi pubblicati dalla De Agostini nel 1996).

Se il precedente CD iatrìa presentava un'intera raccolta di brani di composizione originale, in questo nuovo lavoro la collaudata creatività dei tre si concentra tutta nell'esecuzione, nel gioco di dinamiche, e soprattutto nel personalissimo arrangiamento dei brani, tutti rigorosamente tradizionali o di autori terzi.
La performance live permette di assaporare le qualità di grande energia e affiatamento del trio, grazie anche a un missaggio accurato, indispensabile per la piena godibilità del prodotto artistico.

Un CD ricco di spunti e di motivazioni. I tre musicisti, noti per la ricerca musicale in area centro-est europea, ci presentano un affresco sulle reciproche influenze tra musica klezmer e gitana, dove non mancano le riletture dei brani più tradizionali - hore lente e veloci, brani klezmer come Gas Nigun o A Nakht in Gan Eydn, brani tzigani come Zigeunerweisen, tutti corredati nel libretto da brevi note esplicative. I brani sono intervallati da registrazioni eseguite dai tre musicisti sul campo, cioè nei luoghi dagli stessi frequentati: le strade di Milano, il mercato, le sale da concerto, il carcere di San Vittore, dove recentemente si sono esibiti, i tram sotto casa.

L'intento era quello di avvicinare nel tempo e nello spazio quelle realtà che nei secoli, ma ancor oggi accade, da certi paesi giungevano fino alle nostre piazze, ai nostri mercati, portandoci suoni lontani e affascinanti, novità ed esotismi, ma anche un pizzico di già sentito… Dai carrozzoni di ieri alle carrozze della metropolitana i sentimenti, spesso contrastanti, non sono mutati.

E al contempo si voleva rendere nel CD la stessa atmosfera dei concerti del Trio, il suono d'insieme, quella gioia di vivere o di suonare fuori da qualsiasi schema o preconcetto, quello spirito generoso e languido dove le malinconie, i canti a squarciagola, gli scoppi di riso, il battere di mani e piedi, testimoniano reali momenti di allegria o di emozione. Come - nel CD - la toccante testimonianza dal carcere.

Lo sanno bene i molti che li seguono da tempo, sempre più divertiti, sorpresi e determinati a seguirli fino in fondo, in un viaggio che più naturale di così non potrebbe essere. Facciamo la musica est-europea come solo tre italiani potrebbero fare… dicono di sé con non poca ironia, considerando che da circa un ventennio sono uno dei gruppi più importanti di questo genere sulla scena italiana - e, forse, ripensando all'eredità di Vittorio Monti, violinista-mandolinista italiano, autore di quella che da tutti è considerata la più famosa e significativa czarda ungherese! - .

Capita così che klezmer e tzigano siano mescolati a melodie italianissime, come le indimenticabili musiche di Fiorenzo Carpi per Pinocchio o come la celeberrima Volevo un gatto nero (Zecchino d'Oro 1969), ma c'è anche qualche altra sorpresa.

Per finire, segnaliamo una piccola incursione nel genere manouche, con i due omaggi a Djiango Reinhardt e Matelo Ferret (Montaigne Saint Genevieve e Minor Swing).

Buon ascolto.

Andrea Verbano

 

 

 

 

Fango di quartiere (testo tratto dal libretto interno del CD)

 

Barro de Barrio, Fango di Quartiere, è un'espressione amata dal grande Astor Piazzolla. La usava per far capire ai propri musicisti quale vigore espressivo dare ai suoi brani - sanguigno, più vicino ai postriboli che alle aule di conservatorio - e per pungolarli nell'esecuzione.

Ci ha subito entusiasmato. Fango come materia da plasmare, come creta primigenia. Fango come fertile ricettacolo di germogli. Come sozzura che non sporca le mani, purché si abbia il coraggio di immergervele fino in fondo. Fango che lascia tracce, che si stacca dalle nostre suole contadine - il passato è dietro l'angolo - per ricadere sui marciapiedi lustri in una notte di lavaggio-strade e macchine in divieto.
Fango di quartiere per descrivere un'umanità di frontiera, posta ai limiti, spesso rinchiusa, come gli amici conosciuti a San Vittore e di cui riportiamo le voci.
Quartiere di una città qualsiasi, di esistenze non più ritmate dalle lune e dai raccolti, dove tuttavia ascoltare, magari da una finestra aperta a chissà quale piano, l'ammaliante distanza di una czarda o di una hora.
Fango di quartiere per parlarvi del nostro sguardo musicale, fatto di colore, irruenza, e sì, sporcature, come quelle volutamente lasciate nella realizzazione, praticamente live, del CD.

L'idea originaria era quella di raccontare, attraverso suoni della tradizione e rumori d'oggi, i rinnovati movimenti di popoli e culture in una città come Milano, gli zingari nelle metropolitane, le voci nei mercati, i tanti linguaggi incomprensibili.
Quasi da sé si sono aggiunti riferimenti, citazioni, ricordi d'infanzia, scoppi di allegria. Ne è scaturito un affresco, crediamo sincero, di ciò che in fondo sono le nostre vite, anch'esse tracce, tasselli di un unico grande mosaico.

Allora, eccovi la nostra musica. Come modesto contributo, scatto impercettibile e ulteriore nell'anello del tempo.

 

i Rhapsodija

 

 

 

 

 

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