Gli
Scritti politici di Oswald Spengler
Giovanni Damiano, In "Margini"
n. 15
Gli Scritti politici di Oswald
Spengler, apparsi nel 1933, raccolgono una serie
di testi già precedentemente pubblicati
(nel 1919 ´Prussianesimo e socialismo', nel
1924 ´La rigenerazione del Reich', ´I
doveri politici della gioventù tedesca', ´Forme
della politica mondiale') in cui si riassumono
le analisi dedicate dall'autore alla crisi della
Germania weimariana e alla situazione internazionale.
In quest'opera si fa, così, pressante il richiamo
dell'attualità politico-concreta e l'urgenza
costruttiva di affrontare da un lato gli irrisolti
problemi dell'economia e dall'altro di delineare
una sorta di "via regia" della politica
imperniata sull'ethos prussiano e sulla capacità
decisionale dell'uomo di governo. Sono questi
i poli intorno cui si condensa l'analisi spengleriana
attraverso il tentativo di armonizzare concetti
ed esperienze a prima vista irriducibilmente confliggenti:
socialismo e prussianesimo, spirito di servizio
e libertà decisionale, capitalismo e dominio
politico sull'economia.
Nella ´Rigenerazione del Reich' Spengler
sottopone a critica demolitrice il parlamentarismo
di Weimar, dominato dai partiti visti come i veri
artefici della dissoluzione dell'unità
statuale, in ciò vicino alle analisi che,
nello stesso torno di tempo, andava sviluppando
anche Schmitt (ad esempio nel ´Custode della
costituzione' Schmitt si sofferma sul "potere
indiretto" esercitato dai partiti e sui guasti
del pluralismo che tende a dar vita a un sistema
"poliarchico" la cui ovvia conseguenza
non puù che essere la frantumazione della
coesione unitaria dello Stato). Per Spengler il
parlamento è ridotto ad essere il luogo
della decisione eternamente differita e del libero
gioco degli interessi particolari dei partiti
costitutivamente portati, quindi, a sacrificare
l'interesse generale dello Stato (è significativo
sottolineare la lontananza di queste posizioni
dalle tesi coeve di Kelsen, tutte centrate sull'essenzialità
del parlamento e dei partiti per una corretta
procedura democratica). Si spiega, allora, perchè
Spengler chiede ´uno straordinario rafforzamento
del potere del governo con l'attribuzione di un'ampia
responsabilità legislativa ed esecutiva',
riducendo così il parlamento alle funzioni
meramente consultive e di periodico controllo
dell'operato governativo, e la necessità
di formare un ceto dirigenziale improntato al
pi severo spirito di servizio prussiano e, insieme,
capace ´di rapide decisioni personali e intelligenza
nel cogliere le situazioni'. In tal modo, facendo
perno sulla ´libertà del volere' che
porta l'uomo germanico a sottomettersi liberamente
al dovere ´svolgendo con disinteresse e impersonalità
il suo servizio', è anche possibile conciliare
prussianesimo e socialismo, attraverso la sostituzione
dell'"Io" con il "Noi" in
modo da dar vita a un ´sentire comune del
quale ognuno è pervaso in tutto il suo
essere. Qui ognuno non sta per sé, ma tutti
per tutti, con quella interiore libertà,
in un senso grandioso del termine, quello cioé
di libertas oboedientiae, libertà
nell'ubbidienza, che ha sempre distinto i migliori
esemplari allevati dalla stirpe prussiana'. L'autentica
comunità, l'"Io nazionale" per
dirla con Costamagna, si costruisce proprio a
partire dal rispetto e dalla valorizzazione piena
dell'individuo nella sua singolarità. E'
questa la strada attraverso cui è possibile
innalzare l'individuale al sovra-individuale e
cioè giungere al socialismo prussiano come sintesi
appunto dell'indipendenza personale e della comunità
sovra-personale intesa quest'ultima come destino
comune e nesso solidaristico intercorrente tra
coloro che la "abitano". Per cui lo
stesso lavoro ´non è una merce bensì
un dovere di fronte alla comunitàª
e la proprietà´non è bottino
privato' ma ´affidamento da parte della comunità',
è un ´bene dato in custodia della
cui amministrazione il proprietario risponde di
fronte allo Stato'. Lo Stato quindi non solo come
forma politica che la comunità si è
data ma anche come principio d'autorità
che pervade e piega ai sui scopi la vita economica
di cui non a caso viene proposta la ´statalizzazione
integrale'. In questa visione però Spengler
privilegia solo le attività economiche
produttive, ossia quelle in grado di fornire beni
utili destinati alla comunità, di contro
al capitalismo finanziario e speculativo che non
solo depaupera lo Stato, asservito com'è
a interessi strettamente privatistici, ma ancor
pi, data la sua internazionalizzazione, è
potente strumento di sradicamento dell'ethos specificatamente
tedesco. Per cui se è vero che ´ l'esistenza
degli Stati ha un aspetto economico' è
fuor di dubbio che ´l'aspetto politico resta
sempre determinante' e che l'economia non è
altro che uno dei mezzi atti a favorire la potenza
dello Stato.
E' quindi lo Stato, e i politici chiamati a guidarlo
(dove echeggia, weberianamente, il concetto di
"Beruf " ossia di vocazione),
il vero leit- motiv dell'opera spengleriana,
al di là perfino di un socialismo biologisticamente
inteso (non a caso Spengler polemizzerà
duramente con il riduzionismo biologistico-razziale
proprio del nazionalsocialismo). Lo Stato e non
il "volk "è l'elemento
decisivo della politica in quanto solo nello Stato
la comunità trova una sua forma, intendendo
ovviamente lo Stato come principio metagiuridico
e non certo equiparandolo, alla Kelsen, con lo
stesso ordinamento giuridico. Questa preminenza
della statualità avvicina Spengler alle
posizioni sostenute e sviluppate nello stesso
periodo da Schmitt in Germania e da Costamagna
in Italia. Costamagna, altro "difensore"
dello Stato, riteneva necessario riporlo al centro
del politico al di là delle dissoluzioni
liberal-partitiche e marxiste e fondare così
una nuova "dottrina dello Stato". Contro
le astrazioni tipiche del liberalismo individualistico,
del normativismo (il bersaglio polemico è
ovviamente Kelsen), del marxismo, lo Stato riacquista
´l'ambito concreto, quale è quello
appunto determinato dalla singola comunità
nazionale' chiamata infatti a realizzarsi proprio
nello Stato; vi è qui una ripresa, in generale,
di tutta la polemica contro l'ideale astratto-universalistico:
ritornano le parole heideggeriane sull'"essere
assieme storico" che, lungi dal rimandare
ad un significato universalistico, rinviano ad
una comunità determinata e intrascendibile,
con la sua storicità particolare e quindi
con la sua peculiare tradizione destinate ad incarnarsi
nella specifica forma statuale che si sono date.
Di poi emerge in Spengler il risalto dato all'uomo
di governo come colui che è il pi lontano
da ogni romanticismo politico (di nuovo forte
è l'affinità con Schmitt), completamente
asservito, com'è, alla durezza della potenza
e al dominio delle passioni, "feroce"
apologeta del "tempo debito".
In definitiva , questa sommaria e certo insufficiente
presentazione degli ´Scritti politici' ci
restituisce l'immagine di uno Spengler più
legato ai circoli della rivoluzione conservatrice
che non affascinato dal movimento hitleriano,
più arroccato su posizioni reazionario-aristocratiche
che non aperto alla "nazionalizzazione delle
masse"; anche se emerge, credo con forza,
la ricerca di una "terza via" tra comunismo
e capitalismo e tra comunismo e regime liberal-democratico,
ricerca che ha connotato buona parte delle esperienze
politiche della prima metà del Novecento.
L'Autore di questo scritto, Giovanni Damiano,
ha pubblicato per le
Edizioni di Ar le seguenti opere:
- La filosofia della libertà in Julius
Evola;
- Elogio delle differenze. Per una critica della
globalizzazione.
Ha curato inoltre la nuova edizione di "Imperialismo
pagano", di Julius Evola e la postafazione
al libro di P. Di Vona "Metafisica e politica
in Julius Evola" (i due libri sono pubblicati
dalle Edizioni
di Ar).
Gli Scritti politici di Oswal d Spengler sono
stati pubblicati in Italia, dalle
Edizioni di Ar, con il seguente ordine:
- O. Spengler, La rigenerazione del Reich,
1992
(contiene: La rigenerazione del Reich e
I doveri politici della giovent tedesca
).
- O. Spengler, Prussianesimo e socialismo,
1994
- O. Spengler, Forme della politica mondiale,
1994.
- O. Spengler, Anni della decisione,
1994.
- O. Spengler, Per un soldato, 1995
- O. Spengler, Albori della storia mondiale,
volume I, 1996
O. Spengler, Albori della storia mondiale,
volume II, 1999
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