Vendita per corrispondenza: come ordinare
e-mail:libreriaar@tin.it - Tel./fax 089 221 226 
Posta: largo Dogana Regia 84121 Salerno


Julius Evola: Bibliografia (da completare)

Indice:

- libri di Julius Evola

- libri su Julius Evola

(consulta pure: Julius Evola)

---------------------------------------

scritti di julius evola

Julius Evola, I testi del ‘Meridiano d’Italia’. Edizioni di Ar A cura di Francesco Ingravalle. Contributi di F. Ingravalle: ‘Una meditazione per l’azione’; P. Di Vona: ‘Evola, il fascismo e la ricostruzione nazionale’; A. Braccio: ‘Nota sul ‘Meridiano d’Italia’’ Collezione ‘I testi di Julius Evola’. Pp. 240 circa. 21.
Gli interventi evoliani sul ‘Meridiano d’Italia’, dal ‘49 al ‘58, costituiscono un contributo dottrinario per l’azione. Scrive F. Ingravalle: “L’ambiente della ‘destra radicale’ italiano fu effettivamente formato, sotto il profilo teorico, da Evola. Che, poi, la sua parola, trasposta sul terreno della prassi, paia ‘semplificata’, è cosa normale per ogni idea che sia trasposta sul terreno della prassi”.

Julius Evola, I testi di 'Totalità', 'Il Borghese', 'la Destra'. Edizioni di Ar
A c. di R. Melchionda. Contributi di Roberto Melchionda: "Politica dell'apolitìa. Evolismo metafisico ed evolismo politico" e di Piero di Vona: "Osservazioni". Collezione: I testi di Julius Evola. Euro 18
Il volume contienegli articoli di Julius Evola pubblicati dai periodici Totalità' di Firenze, 'Il Borghese' di Milano, 'la Destra' di Roma.
Con l'eccezione di un articolo del 1953, gli scritti appartengono tutti agli ultimi sette anni di vita dell'Autore.


Julius Evola, I testi del 'Corriere Padano'. A cura di Giovanni Damiano. Edizioni di Ar Contributi di G. Damiano: 'Negli anni della decisione. Appunti su Evola e il fascismo'; P. Di Vona: 'Evola fra Tradizione e Cattolicesimo'. Euro 40,00
La collaborazione di Evola al 'Corriere Padano' va dal 1933 al 1942 e consta di più di cento articoli. La collaborazione di Evola al 'Corriere Padano', "espressione ufficiale del fascismo ferrarese', confrontata con la sua collaborazione ad altri giornali e riviste fasciste del tempo, dimostra che egli estese a tutti gli ambienti fascisti del tempo che poté raggiungere, la sua propaganda tradizionalista.

Julius Evola, I testi de 'Il Conciliatore', Edizioni di Ar, pp. 228, a cura di Anna K. Valerio, con uno scritto di Piero Di Vona e una nota di Aldo Braccio, Collezione " I testi di Julius Evola", 2002,   Euro 21.00.
"Le parole di Evola sembrano fatte ad arte per resistere. Per rovesciare - a dirla con sua formula - il tavolo del gioco. Che siano linee accennate su giornali, o pensieri definitivi consegnati ad un'opera che ha la certezza di imporsi al tempo (naturalmente contro il tempo), i ritmi restano quelli di chi conosce il vero, ne ha sostenuto la vertigine, ha imparato a rispettarlo e ora ne disciplina il culto" (dalla prefazione di Anna K. Valerio).

Julius Evola, I Testi di 'Ordine Nuovo', Edizioni di Ar, pp. 164. a cura di R. del Ponte, con una notizia di P. Di Vona. Collezione ‘I testi di Julius Evola’. 2001. 18,10
Evola dopo il 1951 continuerà ad offrire, fino all’ultimo giorno della sua esistenza, un appoggio morale e un apporto culturale a chi ancora si proponeva di resistere “in un mondo di rovine”. Pure il significato della sua cooperazione sarà esclusivamente quello di un contributo dottrinle per un valido sostegno delle vocazioni e un corretto orientamento delle qualità nell’epoca “dell’uomo sfuggente”. È in questo senso che andranno intese le collaborazioni date, a partire dal 1955, a Ordine Nuovo e alle varie testate che, con diverse denominazioni, ne seguirono le sorti sino alla metà degli anni settanta. (Dall’introduzione di R. del Ponte)

 
Julius Evola, I testi de 'La Rassegna Italiana', pp. 126, a cura di A. Braccio, con una notizia di P. Di Vona Collezione "I testi di Julius Evola", 2001, Edizioni di Ar, 12,90 
"Gli scritti di Evola, che coprono un arco di tempo cha va dal 1933 al 1952, apparsi sul mensile fondato nel 1917 da Tomaso Silani. 
Anche negli articoli pubblicati su 'La Rassegna Italiana' vi sono elementi di dottrina degni di grande attenzione per lo studioso, e di essere ripresi in uno studio generale del pensiero di Evola (...)"

(Dall'appunto di Piero di Vona)

Julius Evola, I testi de La Difesa della Razza, a cura di P. Di Vona, Edizioni di Ar. Collezione "I testi di Julius Evola", L. 40.000.
Inaugura la collezione questo volume, che comprende i trentaquattro articoli di Evola pubblicati su La Difesa della Razza dal 5 gennaio 1939 al 20 aprile 1942 - allorché insanabili dissidi dottrinari interruppero la sua collaborazione al quindicinale diretto da Telesio Interlandi.

Julius Evola, Metafisica della guerra, Edizioni di Ar, a cura di Roberto Melchionda. Collezione 'gli Inattuali'. 15,50
Per chi ritenga di dovere, e senta di potere, trasmutare in farmaco il veleno della Modernità, la lettura dei pensieri contenuti in Metafisica della guerra -oltre a confermare la profonda coerenza speculativa del loro Autore- contribuirà a rivelargli le necessarie forme di coesione implicite nella propria decisione etica di stare 'combattivamente' nella storia. Introdotto dalle considerazioni di Roberto Melchionda Sulla doppia guerra, questo volume -curato dallo stesso Melchionda- raccoglie alcuni scritti pubblicati da Julius Evola, nell'arco di tempo compreso tra il 1935 e il 1950, su quotidiani e periodici quali "il Regime Fascista", "La Vita Italiana", "Augustea", "La Stampa", nonché la versione italiana (con testo originale a fronte) della conferenza "Die arische Lehre von Kampf und Sieg", pronunziata dall'Autore in lingua tedesca a Roma, il 7 dicembre 1940.

J. Evola, Orientamenti. Undici punti, Edizioni di Ar, a cura di F. G. Freda. Collezione "gli Inattuali". 10,35
Il perno su cui si innestano Orientamenti è l'uomo nella sua qualità spirituale, il vir nelle sue virtù dell'anima, nella sua formazione caratteriale - non il sistema ideologico, il programma politico o l'organizzazione partitica. A quest'uomo, la permanenza della fisionomia legionaria avrebbe richiesto, ora, di proseguire la propria milizia per un ordine considerato come luogo dello spirito, con il proposito di fondare le condizioni normative, interiori ed esteriori, dello Stato giusto, di trasformare l'operato politico: da gestione del potere in esercizio della potenza come pratica dell'idea. Attorno a Orientamenti -e ai due brevi scritti coevi inclusi in questa edizione- si sviluppa un ricco corollario. Qui (applicando valori interpretativi diversi) Giovanni Damiano, Piero Di Vona, Enzo Erra, Roberto Melchionda, Giovanni Perez considerano lo specifico contenuto storico politico del testo, inserito nelle generali dimensioni metastoriche e metapolitiche dell'etica e dei "pensier contemplativi" del Maestro Evola.
Gli exerga ospitano, infine, la glossa marginale di Luciano Licandro e una aggiunta editoriale.

J. Evola, Sintesi di dottrina della razza. Edizioni di Ar, 14,50
La dottrina della razza chiarita da una prospettiva "tradizionalistica".

Julius Evola, Il mito del sangue. (II ed. riveduta, del 1942). Edizioni di Ar, 14,50
Le teorie e le vedute razziali dalle epoche più antiche ai tempi moderni.

J. Evola, Tre aspetti del problema ebraico.Edizioni di Ar, 6,71
Le linee del profilo spirituale, di quello culturale e di quello economico- sociale dell'ebraismo.

J. Evola, Indirizzi per una educazione razziale. Edizioni di Ar, 7,75
Le nozioni basilari sulla razza secondo la dottrina "tradizionalistica" dell'Autore

J. Evola, Imperialismo pagano. Il fascismo dinanzi al pericolo euro-cristiano. Edizioni di Ar, 14,50
Il testo con il quale l'Autore affrontava - in termini di 'visione del mondo' - il problema della compatibilità tra fascismo e cristianesimo.

J. Evola, L'idea di Stato. Edizioni di Ar, 9,30
La fisionomia del vero Stato e la destinazione essenziale della Politica.

J. Evola, I saggi della Nuova Antologia. Edizioni di Ar, 4,15
I due saggi, su americanismo, bolscevismo e spirito europeo primordiale pubblicati in "Nuova Antologia" nel '29 e nel '30.

J. Evola, I saggi di Bilychnis. Edizioni di Ar, 12,90
Gli elementi compositivi di quelle ricerche di carattere 'sapienziale' che saranno poi proseguite e coordinate nelle opere successive dell'autore.

J. Evola, Due imperatori. Edizioni di Ar, 2,00
Due recensioni bibliografiche che rivelano le caratteristiche del metodo evoliano, ovvero 'tradizionale', dell'indagine storica.

J. Evola - R. Guénon, Gerarchia e democrazia. Edizioni di Ar, 4,15
Purezza e degradazione dello spirito aristocratico dai tempi delle origini alla modernità.

J. Evola, La tradizione di Roma. Edizioni di Ar, esaurito
Una somma di punti di riferimento affinché "quel che oggi esiste non appaia come l'unica cosa reale e degna di essere esaltata".

Evola J. - Cavalcare la tigre, Mediterranee, 15,50.
Il tipo umano differenziato nell'epoca della dissoluzione. Con un saggio di S. Zecchi.

Julius Evola, La dottrina del risveglio, Mediterranee, 19,63
Saggio sul buddhismo delle origini.

Julius Evola, L'uomo come potenza, Mediterranee, Euro 14,46
I Tantra.  

Julius Evola, Rivolta contro il mondo moderno, Mediterranee, 24,79
L'opera che disegna il complesso del pensiero evoliano.

Julius Evola, Metafisica del sesso, Mediterranee, 19,63
I fini estatici, iniziatici e magici del sesso.

Julius Evola, Lo Yoga della potenza, Mediterranee, 15,50
Saggio sui Tantra.

Julius Evola, La tradizione ermetica, Mediterranee, 15,50
Il simbolismo ermetico-alchemico e i procedimenti operativi.

Julius Evola, Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo, Mediterranee, 13,90
Occultiso ed esoterismo del '900 al vaglio del pensiero tradizionalista.

Julius Evola, Il mistero del Graal, Mediterranee, L.

Evola J., Oriente e Occidente. Mediterranee, Euro 15,49
Scritti apparsi sulla rivista diretta da Tucci.  

Julius Evola, Teoria dell'individuo assoluto, Mediterranee, 18,08
L'idealismo trascendentale, portato alle estreme conseguene.

Evola J., Fenomenologia dell'individuo assloluto. Mediterranee, Euro 12,91
Il seguito della 'Teoria'.  

Julius Evola, L'operaio nel pensiero di E. Jünger, Mediterranee, 15,50
Il pensiero di Juenger visto da Evola.

Evola J., Tao-Te-Ching. Mediterranee, Euro 15,49
Le due interpretazioni evoliane, filosofica e sapienziale, del '23 e del '59.  

Julius Evola, Il fascismo visto da destra, Settimo sigillo, 12,90

Julius Evola, Gli uomini e le rovine, Mediterranee, £.

Evola J., Ricognizioni. Mediterranee, Euro 10,33
Uomini e problemi.  

Julius Evola, Meditazioni delle vette, Mediterranee,

Julius Evola, Vita Nova (1925 - 1933), 19,63

Julius Evola, Il maestro Dioniso. Scritti sulla musica 1936-1971, 7,75

Evola J. - Il nichilismo attivo di Federico Nietzsche, Fondazione Evola, 7,75
Un excursus del pensiero di Evola sul filosofo tedesco. A c. di G. Perez.

Evola J. - Economicismo, Settimo Sigillo, 6,20
La critica evoliana alla favola utilitaristica, in una scelta di passi curata da G. Borghi.

Evola J. - Lettere a Carl Schmitt. 1951-1953, Fondazione Evola, 9,30
Sono finalmente disponibili al lettore le lettere indirizzate da Julius Evola al celebre giurista tedesco.

Evola J., Lettere a Giovanni Gentile, (1927-1929), A cura di S. Arcella e con una nota di G. de Turris. Fondazione J. Evola, 5,16
Julius Evola, Lettere a Giovanni Gentile (1927-1929), Fondazione Evola.
Queste lettere contribuiscono a gettare nuova e significativa luce sul ruolo avuto da Evola nelle vicende culturali italiane del ‘900. Completano il volume un’ampia introduzione di Stefano Arcella e uno scritto di Alessandro Giuli, Evola-Gentile-Spirito: tracce di un incontro impossibile, che è la versione ridotta di un lavoro, ben documentato e di sicuro interesse, uscito con lo stesso titolo in un testo collettaneo della Luni Editrice. Anzi, a nostro avviso il lavoro di Giuli, in quanto meritevole di una più ampia diffusione, andava pubblicato integralmente anche in questo “quaderno” evoliano. (Giovanni Damiano in 'Margini" n. 32)

Evola J. - Il Secolo d'Italia. 1952-64, Fondazione Julius Evola, 19,63
Evola ebbe modo di esporre sulle pagine dell'organo di quella che passava per "destra istituzionale", alcuni aspetti del pensiero politico tradizionale, a fianco di approfondimenti  e di significative polemiche nei confronti dei maggiori esponenti culturali del tempo.

Evola J. - René Guénon, Fondazione Evola, 7,75
Gli scritti più significativi di Evola sul maestro tradizionalista.

------------------------------------------------------

scritti su julius evola

Un segno evidente del rinnovato interesse per l’opera evoliana è costituito dalla presenza di alcune “voci” dedicate ad Evola in recenti volumi collettanei. Infatti, nell’Enciclopedia del pensiero politico, diretta da Carlo Galli e Roberto Esposito, Laterza, Roma-Bari, 2000, figura una voce “Evola” a cura di Francesco Ingravalle, mentre nel Dizionario delle opere filosofiche, Bruno Mondadori, Milano 2000, sono inclusi, e ampiamente commentati da Franco Volpi, due testi di Evola: Metafisica del sesso e Rivolta contro il mondo moderno.

Piero Di Vona, Evola e l’alchimia dello spirito, Edizioni di Ar. Collezione: ‘gli Inattuali’, vol. XVI, pp.82. Euro 8.
Ingiustamente qualificata come trattazione specialistica, La Tradizione ermetica di Julius Evola è invece un testo luminoso e audace, che esalta gli aspetti attivi, eroici e regali della Tradizione. Questo studio che Piero Di Vona dedica al saggio evoliano vuole appunto scostare il velo dei simboli, vincere il labirintico e cifrato codice degli alchimisti, fino a trasformare la descrizione dell’arte alchemica nella filosofia di essa. Semplice e immediato nel suo stile, profondo e sottile nelle conclusioni che trae, Evola e l’alchimia dello spirito restituisce all’universo speculativo di Evola la sua energia suscitatrice. Che nell’intorpidirsi di quest’epoca prende risalto soprattutto per virtù di antitesi, opponendosi alla tirannia dei simboli, delle figurazioni e delle ideologie cristiane. Scrive infatti il Di Vona: “Fu un grande merito di Evola l’aver cercato di costruire un pensiero ed una visione del mondo indipendenti dalla religione venuta a dominare nel mondo occidentale”.

P. Di Vona, Metafisica e politica in Julius Evola, Postfazione di G. Damiano, Edizioni di Ar, Collezione 'gli Inattuali'. 15,50
Il testo di Piero Di Vona rappresenta il primo contributo organico e analitico dedicato all’esame della “metafisica” evoliana, nozione spessissimo richiamata ma sinora mai studiata con rigore e profondità. Di Vona, oltre ad analizzare il senso generale della “metafisica” nell’opera di Evola, si sofferma, con cura e ricchezza di interpretazioni, sul significato metafisico del razzismo evoliano, sull’importanza di Rivolta contro il mondo moderno, testo in cui traspaiono con la massima chiarezza i principi metafisici fatti propri da Evola, sul ruolo e il significato della politica, sulla scienza della sovversione e, infine, sul “pensiero finale” di Evola, pensiero che lo stesso Di Vona rintraccia, con mossa originale, ne 'Il cammino del cinabro', libro che, di conseguenza, non è più considerato semplicemente l’autobiografia di Evola. (F. Masulli in 'Margini n. 32)


Beniamino M. di Dario, La via romana al Divino. Julius Evola e la religione romana. Edizioni di Ar. Collezione 'Paganitas', 15,50
Con questo studio, l'autore tenta per la prima volta di ricostruire in maniera organica l'interpretazione del culto romano e, più in generale, della civiltà di Roma propria di Julius Evola. Nel ciclo romano Evola coglieva infatti la manifestazione di alcuni capisaldi della sua formulazione dell'idea di tradizione: le dottrine della regalità e dell'imperium, la forza impersonale del rito, la via dell'azione. E' soprattutto su quest'ultima che l'autore si sofferma ogni qualvolta essa conduca l'interpretazione di Evola verso determinate conclusioni, marcandone in tal modo il carattere di "predisposizione". Nel delineare progressivamente la visione evoliana del culto e della civiltà romana, il libro tocca via via questioni imprescindibili, quali la sistemazione del ciclo romano all'interno delle complesse concezioni cosmostoriche di Evola e la comprensione del "significato ultimo" di Roma, nonché il tema del rapporto tra Evola e il cristianesimo - meglio definito dallo svolgersi del suo "paganesimo" - fino a trattare della posizione tenuta da Evola nei confronti del fascismo e del tradizionalismo romano.


G. Damiano, La filosofia della libertà in Julius Evola. Nota introduttiva di Roberto Melchionda. Edizioni di Ar, Padova 1998. Collezione Consonanze, pp. 85, 9,30
"Il merito principale di Damiano sta nell'aver saputo ripensare il tema centrale della filosofia di Julius Evola con mente libera e direi creativa, e di averlo fatto alla luce della cultura filosofica contemporanea più vivace: così da inserirlo senza sforzo nel mezzo del dibattito in corso sul nichilismo" (dalla prefazione di R. Melchionda).
Attraverso un serrato confronto tra il pensiero filosofico evoliano e gli esiti più interessanti della riflessione contemporanea sul nichilismo, Damiano prova a leggere la “teoria dell’individuo assoluto” come una filosofia della libertà. Per Damiano, però, la “libertà” mostrata dall’individuo assoluto evoliano, non ha nulla a che fare con le libertà dei moderni: queste sono concepibili solo all’interno di un ambito che è già nichilistico, mentre la libertà che è nel cuore dell’individuo evoliano è pura potenza, precedente ogni realizzazione e ab-soluta da ogni necessità. Una libertà libera anche dal dover necessariamente essere se stessa: e quindi sempre in forse, sempre nel “frammezzo” tra essere e non – essere, sempre revocabile. Una libertà che può costituire il principio di una risposta – sempre rischiosa, mai pacificamente assicurata - al nichilismo del moderno. (G. Amendola, in 'Margini' n. 23)

Philippe Baillet, Julius Evola e l’affermazione assoluta.Introduzione all’opera di Julius Evola, Edizioni di Ar. 7,80
Trascrizione di due conferenze, tenute dall’Autore verso la metà degli anni Settanta, il testo sviluppa un’introduzione al pensiero evoliano, preceduta da essenziali note biografiche. Da queste pagine emergono alcuni elementi che mettono in risalto la particolarità del pensatore, che presentava, già in giovane età, quell’impulso osservatore e critico verso la realtà contingente che lo accompagnerà, poi, per tutta la sua vita e in tutte le sue opere. Impulso, c’é da precisare, non orizzontale, sterile, informe, bensì verticale, in costante formazione, basato sulla dicotomia distruttivo/costruttivo - cioè impulso distruttivo verso gli schemi culturali e sociali proiettati dallo ‘spirito borghese’; costruttivo, invece, in senso formativo. Ossia: indirizzato interiormente verso qualcosa di trascendente, Evola sarà portato ad avvicinarsi alle nuove correnti artistiche che nei primi anni Venti contenevano, almeno apparentemente, il germe di una rivoluzione culturale ed interiore. In particolare sarà il movimento Dadaista ad attrarlo. Il fascino del’abbattimento, appunto, di tutte le ‘impalcature’ mentali e comportamentali per giungere ad una totale affermazione individuale - e l’espressione artistica era il campo perfetto per la sua attuazione - , aveva colpito anche il giovane Evola. Egli però aveva compreso quasi subito, attraverso riflessioni personali che assumeranno talvolta aspetti interiori anche critici, che più che affermazione liberatoria, il risultato di un semplice smantellamento delle ‘strutture imposte dall’esterno’, poteva portare, e nella maggior parte dei casi era proprio così, ad un ancora più pericoloso appesantimento dell’ego quale ‘struttura imposta dall’interno’. Avendo sospettato la pericolosità di questo incatenamento del pensiero individuale a se stesso, Evola comprende che verà libertà si realizza solo nel successivo e fondamentale superamento di sé. E se ego vuol dire ‘impropria’ rappresentazione della realtà quale campo d’azione per l’affermazione dei propri scopi individualistici - quasi una battaglia da super-uomo - la direzione da seguire è quella verso l’alto, al di sopra dell’ego, oltre gli scopi; anzi, superamento, anche e soprattutto, dello scopo stesso del raggiungimento della libertà. Nirvana è non aver bisogno del Nirvana. Praticamente quasi un illuminazione. Da qui il giro di boa di Evola che, allontanatosi dalle correnti artistiche, si dedica esclusivamente all’approfondimento filosofico, periodo nel quale cercherà di dare un’impostazione chiara e ordinata alle sue intuizioni sul microcosmo umano. Sono di questo periodo le prime opere importanti. Continua, inoltre, il suo cammino sulla via della Tradizione attraverso l’esplorazione delle varie dottrine sapienziali. Questa sua ricerca lo porterà, insieme ad altri illustri studiosi, alla costituzione del gruppo di ‘Ur’, i cui approfondimenti nell’ambito dell’esoterismo, ancora oggi, varranno come veri punti di riferimento generali nel tortuoso cammino verso la conoscenza.
Al crocevia storico degli anni ‘30/’40, Evola, alla luce dei suoi studi sulla dottrina dello Stato e sul principio di Autorità, esprimerà delle riserve tanto verso il fascismo che verso il nazionalsocialismo, considerandoli tentativi incompiuti di restaurazione di una Stato tradizionale.
Nel dopoguerra Evola continuerà a sviluppare le sue riflessioni sui principi tradizionali su due diversi piani: da un lato impegnandosi nella chiarificazione dei presupposti metafisici dell’azione politica; dall’altro indicando i riferimenti interiori per chi volesse affrontare lo sconvolgimento in atto anche sul piano esistenziale. (S. Carini, in 'Margini' n. 32, aprile 2001)

R. Melchionda, Il volto di Dioniso. Filosofia e arte in Julius Evola. Pref. di G. Accame, Basaia, 9,30

P. Di Vona, Evola Guénon Di Giorgio, Sear, 33,57
Con questo secondo saggio dedicato al pensiero metafisico di Guénon, Piero Di Vona apporta un contributo determinante allo studio dell'opera del pensatore francese. Già con il precedente Evola e Guénon (Napoli 1985) l'Autore aveva offerto un significativo approfondimento dei contenuti dell'opera di René Guénon, studiata sia in rapporto al pensiero di Evola, sia nel contesto della cultura europea della prima metà del secolo. Un approfondimento la cui importanza fu posta in evidenza immediatamente da due lati fondamentali: il primo rappresentato dalla puntualità e dall'ampiezza che caratterizzavano la stesura del saggio, come si conviene ad uno studioso del livello del Di Vona; il secondo per avere sottratto Guénon a quei giudizi sommari provenienti dagli ambienti della cultura cosiddetta 'ufficiale'. Liquidare Guénon come uno dei tanti scrittori dell'ambiente occultista francese di inizio secolo era un'operazione che mostrava la lontananza che tanti intellettuali europei intendevano stabilire fra essi e il mondo culturale nel quale il pensiero di Guénon ha preso forma. Ma tale posizione - che dopo questo secondo saggio del Di Vona si mostra ancora più chiaramente con i caratteri di un pregiudizio ideologico - celava l'incapacità di una comprensione, una difficoltà a ricondurre l'opera di René Guénon entro il panorama intellettuale dell'Occidente. Lo studio condotto da Piero Di Vona va proprio nel senso di una riconduzione, fin dove possibile, del pensiero di Guénon entro le categorie concettuali dell'Occidente, e questo soprattutto in riferimento al discorso metafisico che l'autore francese sviluppa in diverse opere, in un arco di tempo di oltre una decina di anni. Di Vona restringe lo studio a quelle opere che si occupano direttamente di argomenti di metafisica: Introduction générale à l'étude des doctrines hindoues (1921), La métaphysique orientale (1939, la cui prima stesura risale al 1925), Le Simbolisme de la Croix (1931), Les Etats multiples de l'Etre (1932). In esse vengono messi in risalto i contatti tra il pensiero dell'autore francese e la metafisica elaborata in Europa. Quali elementi della metafisica occidentale, e di quella moderna in particolare, Guénon introduce nella sua opera? Quanto nei suoi testi è derivato dalla sua formazione occidentale? Quali filosofi si intravedono, sovente in maniera molto chiara, negli scritti di uno dei maggiori maestri del pensiero tradizionale? Guénon non rivela mai, se non in rarissimi casi, gli autori a cui si riferisce, e tuttavia alle precedenti domande Di Vona dà una risposta chiara, in un saggio che appare subito ben distante, per il tono della scrittura e per l'esaustività dell'analisi, sia da quelle impostazioni che sconfinano spesso in una sterile 'agiografia', sia dalle, altrettanto sterili, critiche accademiche. Certo, dopo la pubblicazione di questo saggio noi non crediamo ingenuamente che il mondo accademico si aprirà, senza pregiudizio alcuno, all'opera del pensatore francese, ma riteniamo, certi di non poter essere smentiti, che quelle critiche a cui i lettori di Guénon sono abituati ora avranno anche il limite di mostrare chiaramente che derivano da una 'semplice' ignoranza. Non si tratta forse dell'ignoranza del 'profano', del 'laico'? (M. Pacilio, in 'Margini' n. 23)

G. De Turris (a c.), Testimonianze, Mediterranee, 14,46

G. De Turris, Elogio e difesa di Julius Evola, Mediterranee, 12,90

AA.VV., Delle rovine e oltre. Saggi su Julius Evola, Pellicani 15,50

Pablo Echaurren, Evola in dada, Settimo Sigillo, 23,24

C. Mutti, Julius Evola sul fronte dell’est, Veltro, 9,30

Gianfranco de Turris, Bruno Zoratto (a cura di), Julius Evola nei rapporti delle SS, Fondazione Evola. Euro
I documenti pubblicati in questo “quaderno” rendono sempre più chiaro il ruolo avuto da Evola nella Germania nazionalsocialista, e dimostrano, altresì, senza equivoci, l’autonomia di giudizio del pensatore tradizionalista e la sua mancanza di servilismo, così come indicano, in modo altrettanto evidente, la lontananza dello stesso Evola dagli elementi di modernità presenti nel nazionalsocialismo (G. D., in 'Margini' n. 32)

A. Romualdi, Su Evola, Fondazione Julius Evola, Euro

AA.VV. - Studi evoliani. 1998, Fondazione Julius Evola, 19,63
il primo numero dell'annuario, con gli atti del primo convegno tenutosi a Roma, per il centenario evoliano.

AA.VV. - Studi evoliani. 1999, Fondazione Julius Evola, 19,63.
Il nuovo numero della rassegna, che raccoglie gli atti del secondo convegno di Roma e altri interventi.

Germinario F. - Razza del Sangue, razza dello Spirito. Julius Evola, l’antisemitismo e il nazionalsocialismo (1930-43), Boringhieri, 15,50
Uno studio, documentato e approfondito, sull’evoliano razzismo dello Spirito.

Franco Giorgio Freda, Per un radicalismo di destra: “Cavalcare la tigre”, in “Tradizione”, 1963.
Si tratta della recensione di F. G. Freda a Cavalcare la tigre, originariamente apparsa sul periodico “Tradizione” nel 1963 e poi ripubblicata in appendice a Ph. Baillet, Julius Evola e l’affermazione assoluta, Edizioni di Ar, Padova, 1978, pp. 103-114. La recensione di Freda s’impernia, oltre che sulla “nozione” di “uomo differenziato” e sulla necessità di non inibire bensì di favorire le forze libere dell’antitradizione, al fine di affrettare la dissoluzione e di far precipitare la crisi, sull’analisi di Nietzsche e dell’esistenzialismo sviluppata da Evola nella parte centrale di Cavalcare. Inoltre, osservazione cruciale, l’apolitia evoliana viene letta da Freda come pathos della distanza ma non come assoluto divieto dell’azione politica, purché, ovviamente, tale azione non finisca per “corrodere” quello stesso pathos. Infine, l’apolitia viene ricondotta da Freda ad una sorta di “esaltazione dell’anarchia: di un tipo particolare - a livello elevato - di anarchia”. E questa ci sembra davvero una intuizione fondamentale. (L. Boffa, in 'Margini' n. 32, aprile 2001)

Francesco Germinario, Evola davanti al ‘68, in “Annali Istituto Gramsci Emilia-Romagna” 1998-99, n. 2/3.
La destra nel secondo dopoguerra è fuori dalla realtà politica, sociale e culturale d’Italia. Vive in una nicchia, animata da proposte e dibattiti lontanissimi dalle dinamiche di quegli anni. All’improvviso la storia viene sorpresa da quell’evento denominato “il ’68". La destra può rientrare in gioco, può cavalcare la tigre. Finalmente nascono proposte e progetti all’altezza dei tempi, in grado di fornire soluzioni non pateticamente retrò. Ma Evola, che pure aveva anticipato, e proprio con Cavalcare la tigre, quei tempi febbrili e così potenzialmente ricchi di spazi e alternative, finisce con lo schierarsi su posizioni conservatrici quando non francamente reazionarie. L’occasione tramonta (anche per fattori esterni, sia chiaro, a partire dalla sempre più forte pregiudiziale “antifascista” del movimento studentesco). Ma è indubitabile che Evola abbia contribuito a quel tramonto. E merito altrettanto indiscutibile di F. Germinario è quello di aver compreso tutto questo, pur partendo (o, forse, proprio grazie a ciò) da posizioni “ideologiche” totalmente altre da quelle di destra. (L. Boffa, in 'Margini' n. 32, aprile 2001)

Enrico Ferri, Cavalcare la tigre e l’individualismo di Julius Evola, in “La società degli individui”, 1998, n. 3.
Il testo di Enrico Ferri, di cui siamo venuti a conoscenza soltanto adesso, è una sommaria ricognizione dell’individualismo evoliano a partire dal periodo artistico sino a Cavalcare la tigre. I punti d’interesse del testo sono, a nostro parere, i seguenti: per Ferri quello dell’Evola tradizionalista non sarebbe personalismo ma pur sempre individualismo (p. 77), anche se di matrice elitaria e aristocratica; tra Individuo Assoluto e “uomo differenziato” ci sarebbe una fondamentale distinzione (p. 80): il primo è in rivolta in nome di “una libertà anarchica che esalta le pulsioni interiori e l’istinto”, mentre la rivolta del secondo farebbe perno sui principi metafisici e trascendenti della Tradizione (anche se, alla luce di queste osservazioni, non si comprende affatto come Ferri possa scrivere, nella chiusa del suo lavoro - p. 83 - , che quel che avrebbero in comune l’Individuo Assoluto e l’uomo differenziato sarebbe proprio “l’affermazione dell’io come superamento della naturalità, che nell’uomo si presenta essenzialmente come passione e istinto”); da ultimo, l’affermazione più interessante, anche se appena abbozzata e priva di ulteriori sviluppi: per Ferri (p. 75) in Evola Tradizione e storia si implicano a vicenda, sono collegate e addirittura si “confondono” l’un l’altra. (L. Boffa, in 'Margini' n. 32, aprile 2001)

Francesco Germinario, Con Evola, oltre Evola. Europeismo, riattualizzazione del nazismo e nuova identità politico-culturale della destra negli scritti di Adriano Romualdi, in AA. VV., Il lungo decennio. L’Italia prima del 68, Cierre Edizioni.
Già dal titolo traspare chiaramente l’impostazione di Germinario.Romualdi, invece di seguire pedissequamente il pensiero evoliano, avrebbe tentato di andare oltre quello stesso pensiero. Questa acuta lettura si condensa nelle battute finali dello scritto (p. 365), laddove Germinario scrive che la visione di Romualdi “rifuggiva dalla disperazione antimodernista dell’evolismo [...], offrendo certamente una prospettiva più politica all’area radicale del neofascismo, nella misura in cui si chiamavano i militanti non alla sdegnosa e aristocratica contemplazione del tramonto dell’Occidente, bensì a una nuova stagione che trovava i propri punti di riferimento negli aspetti più radicali e attivistici della tradizione di destra”. (L. Boffa, in 'Margini' n. 32, aprile 2001)

Piero Operti, L’ultimo libro di Evola. Gli uomini e le rovine.
Gianbattista Vico ricercò una “storia ideale eterna sulla quale corrono nel tempo le storie delle singole nazioni”, e tale ricerca doveva necessariamente volgersi alla terza dimensione della storia, al sottosuolo da cui si sviluppano i fatti di superficie. La Scienza nuova risiedeva appunto nella integrazione della storiografia con la filosofia, nella accezione della filosofia come momento metodologico della storia, e fecondissime furono le riflessioni del pensatore napoletano, riassunte in formule concettose che egli chiamava degnità, sull’evoluzione dei pubblici ordinamenti dall’età omerica sino al medioevo e al periodo delle monarchie pure.
Un medesimo proposito di visione sintetica e chiarificatrice ispira Julius Evola quando in Rivolta contro il mondo moderno (2 ediz. Bocca, Milano, 1951) e ultimamente in Gli uomini e le rovine (Edizioni dell’Ascia, Roma, 1953) formula la legge della regressione delle caste, secondo cui un processo involutivo si sarebbe attuato con il passaggio del potere politico da originarie caste di capi spirituali aventi carattere sacrale ad aristocrazie guerriere e successivamente ad oligarchie mercantili.
Lo scrittore chiama mondo tradizionale quello governato dalle “élites” del primo e del secondo tipo, a cui si oppone il mondo moderno caratterizzato dal tirannico primato dell’economia, e occorre notare che ai due termini egli non attribuisce soltanto un significato cronologico ma li considera anche come due distinte forme dello spirito umano, presenti e variamente operanti in ogni tempo.
Predominava nelle civiltà tradizionali l’elemento sovrannaturale, cioè lo spirito “concepito non come una astrazione filosofica bensì come una realtà superiore e come meta di una integrazione trascendente della personalità”, mentre nell’età moderna il razionalismo distruggendo il principio di autorità e negando ogni valore superindividuale consegnò la direzione della società al Terzo Stato e all’antica casta dei ‘mercanti’, moto regressivo che non può arrestarsi e che procede oggi verso il suo compimento che è la civiltà (o inciviltà) collettivistica del Quarto Stato.
Chi respinga come reazionaria questa sintesi storica (la preistoria e la storia delle prime civilizzazioni è una materia malsicura nella quale si possono trovare argomenti atti ad avvalorare le tesi più diverse) non può parimenti respingere la crisi dell’Occidente, intorno alla quale da un secolo si affaticano i pensatori e che ha lontane radici teoretiche e pratiche nella demolizione delle normali gerarchie umane.
D’altronde il reazionarismo di Evola ha un significato trascendente la sfera economica, poiché nelle contrapposte classi dei capitalisti e dei proletari egli vede due facce d’una stessa realtà che è la “demonia dell’economia”, l’assunzione d’una categoria strumentale a categoria finalistica, conseguente alla “invasione barbarica” dell’industrialismo.
L’illusorio miraggio delle conquiste tecnico-industriali, che egualmente abbacina i due antagonisti, vela ai loro occhi il deserto spirituale in cui il materialismo li ha condotti e dove essi officiano all’ultima divinità superstite: il progresso, tra i possibili fasti del quale vi è la distruzione scientifica dell’umanità.
Nec mala nostra nec remedia pati possumus: la parola di Cicerone è a buon diritto applicabile al nostro tempo, e nessuno nega la crisi, mentre il fatto stesso che della suddetta possibile distruzione si discorra e si scriva ovunque con fare tra compunto e snobistico, prova l’abisso di demenza in cui siamo precipitati. Lo sterminio atomico sospeso sul nostro capo si annunzia come l’epilogo d’un cammino che due secoli or sono prese le mosse dal “diritto alla felicità” consacrato nella Dichiarazione di Filadelfia.
Il termine di destra non può attribuirsi ad Evola se non in quanto egli difende i valori spirituali che la corsa a sinistra, allora iniziata, ha quasi interamente distrutti, difesa disperata poiché, come con verità lo scrittore osserva, gli stessi uomini disposti ad arginare la rovina sono più o meno intaccati dalle tossine del male che essi vogliono curare, delle quali la cultura moderna è impregnata.
Nessuno come Evola ha operato su di sé una disinfezione altrettanto radicale e dispone di un coraggio mentale paragonabile al suo.
In Gli uomini e le rovine, che si apre con chiara presentazione del Principe Valerio Borghese, Evola riunisce sistematicamente temi che in parte aveva fatto oggetto di trattazioni giornalistiche.
Di importanza essenziale è il capitolo dedicato ai concetti di sovranità e di imperium, dall’autore riferiti a un principio inderivabile e incondizionato, ordinatore del mondo umano: istanza contrastata da Massimo Rocca nel periodico Italia di tutti (30-4-1953).
La critica del Rocca, fondata sulla premessa immanentisca d’un giusnaturalismo che vede nella società il soggetto e non l’oggetto della politica, ripete in sostanza l’obiezione contro l’immortalità dell’anima sollevata nel Fedone da Simia, il quale concepisce l’anima come armonia del corpo e quindi da questo condizionata. Al discepolo Socrate oppone che l’anima pur poggiando sulla vita fisica ha leggi sue proprie, tali da piegare quella vita a proprii fini. Il rapporto resta valido sostituendo ai termini corpo e anima i termini società e Stato, il quale è da intendersi come l’entelechia, la forma o principio ordinatore della società. Tale relazione complementare è riscontrabile nelle origini di tutti gli organismi politici ed ha un chiaro esempio nel Regno di Prussia sorto dall’Ordine dei Cavalieri teutonici e creatore, o meglio formatore, della nazione germanica.
Posto questo dualismo di forma e materia della politica, occorre riconoscere che l’azione della prima non è necessaria soltanto durante il costituirsi e svilupparsi dell’aggregato umano, bensì anche in ogni successiva fase affinché questo non graviti verso gli stadi più bassi degli appetiti e degli istinti elementari. Sotto l’iridescente vernice del progresso tecnico tale gravitazione è in atto da quando i dotti hanno fatto tabula rasa di ogni credenza nel sovrasensibile, e gli indotti ne hanno tratto le inevitabili illazioni edonistiche, non lasciando spazio ad altro ordine che non sia l’instabile equilibrio dei contrapposti equilibri. Equilibrio così instabile, che i paesi i quali non siano all’interno e nelle relazioni esterne lacerati dalle rivalità e dagli odii costituiscono piccole oasi in un mondo convulso e sconvolto.
È ancora possibile un arresto del processo involutivo?
Lo scrittore si richiama talora a una élite a carattere spirituale, formata da uomini esprimenti un ideale di virilità immateriale, dotati di una fedeltà incondizionata, ascetica, incrollabile all’idea che li accomuna.
Come nell’antica Grecia sarebbe da attendere un ritorno degli Eraclidi?
Siffatti uomini non possono formarsi nel presente “clima” che ormai si è diffuso a tutta la terra senza rispettare alcuna Tule boreale, e l’esperienza induce a pensare che il ciclo debba svolgersi sino al compimento e che solo dalle “rovine” possano sorgere gli “uomini”.
Evola nutre forse la nobile ambizione d’essere il Socrate che Kierkegaard auspicava per la nascita d’un ordine nuovo.
(Recensione di Piero Operti apparsa sul Secolo d’Italia del 13 maggio 1953, e riportata in 'Margini' n. 32, aprile 2001)

---------------------------------------------

Per ordini, informazioni o comunicazioni, tel/fax:089-221226,
Email: libreriaar@tin.it

(i libri ordinati vengono spediti a mezzo
pacco postale con pagamento in c/assegno)

home page

argomenti: edizioni di ar, edizioni ar, libreria ar, julius evola, del ponte, ingravalle, di dario, de turris, franco freda, guénon, fondazione evola, settimo sigillo, mediterranee, piero di vona, giorgio freda, tradizione, tradizionalismo, fascismo, guénon, schuon, de giorgio, reghini, alchimia, ermetismo, occulto, tantrismo, buddhismo, libreria ar, margini, ur krur, gruppo di ur, la torre, julius evola

 

scrivici un e-mail per maggiori informazioni