R. Guénon, Precisazioni
necessarie. Nota introduttiva di Aldo
Braccio.
Il Cavallo alato, Edizioni
di Ar, Padova 1988, pp. 145, 10,35
Opera di autentica propedeutica per chi intenda
accostarsi al mondo 'tradizionale', cercando
un avviamento basilare, introduttivo a tale
realtà.
Il volume comprende - rispettando l’esplicito
auspicio dell’Autore di un’organica raccolta
dei suoi scritti sparsi - gli articoli pubblicati
da Guénon su “Diorama”, pagina speciale
curata da Evola sul quotidiano “Il Regime
Fascista”.
Essi attraversano un arco di tempo di 6 anni
(1934 - 1940) e abbracciano tutti i temi essenziali
dell’Intelligenza tradizionale come pure diverse
“apparenze” della civilizzazione moderna -
dal senso dei simboli al significato delle
arti e delle scienze, dall’idea di progresso
alle suggestioni “spiritualistiche”.
L’opera rappresenta effettivamente una guida
esauriente - anche se sintetica - al mondo
e alle idee della Tradizione, indicandone
l’approccio più semplice e rigoroso.
Testimonia anche - accompagnandosi agli interventi
apparsi su “Diorama” di Julius Evola, Othmar
Spann, Domenico Rudatis, Gottfried Benn, Paul
Valery, per non citare che alcuni nomi - dell’esistenza,
negli anni Trenta e Quaranta in Europa, di
un cenacolo tradizionale apertamente “schierato”,
cui René Guénon attivamente
partecipò.
René Guénon, Considerazioni
sull'iniziazione, Luni, 19,59
René Guénon, Errore
dello spiritismo, 19,63
René Guénon, Autorità
spirituale e Potere temporale, 12,91
René Guénon,
Il Re del mondo, 6,50
René Guénon, La
grande triade, 10,50
René Guénon, La
crisi del mondo moderno, Mediterranee,
10,35
René Guénon, Forme
tradizionale e cicli cosmici, 12,91
René Guénon, Simboli
della scienza sacra, Adelphi, 11,36
René Guénon, Il
simbolismo della croce, Luni, 17,56
René Guénon, La
metafisica orientale, 7,75
René Guénon, Sull'esoterismo
cristiano, 14,98
René Guénon, Oriente
e Occidente, 18,08
René Guénon, Iniziazione
e realizzazione spirituale, 16,53
René Guénon, L'esoterismo
di Dante, 6,71
René Guénon, L'archeometra,
9,30
René Guénon, Studi
sull'induismo, 17,56
René Guénon, Scritti sull'esoterismo
islamico e il taosimo, 7,75
René Guénon, Gli stati molteplici
dell'Essere, 8,26
René Guénon, Recensioni,
8,26
René Guénon, Introduzione
generale allo studio delle dottrine indù,
14,46
René Guénon, L'uomo e il
suo divenire secondo il Vedanta, 16,53
R. Guénon, San Bernardo,
7,75
-----------------------------------------
scritti
su rené guénon
Di Vona P., Evola Guénon Di Giorgio,
Sear, 33,57
Rivolto da F. Freda questo
“invito alla lettura” dell’opera di Piero
Di Vona (Evola e Guénon – Tradizione
e Civiltà, Napoli, 1985; poi, Evola
Guénon Di Giorgio, Borzano, 1993) apparve
in Orion (n. 25, 1986). L’invito, inoltre,
fu ripreso dalla rivista francese Totalité
(nell’editoriale a firma di G. Boulanger,
del n. 27, 1987, dedicato ad Evola e Guénon):
«Freda a chaudement recommandé
la lecture, notament en raison de sa ‘rare
honnêteté intellectuelle’».
Debbo a un ‘chierico’ amico, Philippe Baillet,
l’esortazione a leggere quest’opera: ‘testo
unico’, in un certo senso, per il fatto di
rappresentare e sistemare tutti gli elementi
‘normativi’ della speculazione guénoniana
ed evoliana. L’aver raccolto la sua esortazione
mi ha consentito di scoprire uno studio che
–elaborato con metodo scrupoloso e profonda
dottrina, e segnato da singolare onestà
intellettuale- a mio avviso ‘fa testo’. La
sua lettura quindi mi sembra necessaria a
quanti intendano, con disciplina, coordinare
e meditare gli insegnamenti proposti attraverso
le opere di Guénon e di Evola. Lascio
ad altri il compito faticoso (ma certo meritorio)
di recensire il libro del prof. Di Vona. Io
mi limito a segnalarlo, raccomandando (…)
la lettura -con diligenza, per intelligenza…-
delle sue 450 pagine. A quei pochi lettori
desiderosi del ‘libro’, ma insofferenti alla
‘cura’ di un esame attento e responsabile
del ‘testo’, assicuro che pure una lettura
sommaria di questo non risulterà priva
di efficacia. Poiché sono i lettori
non virtuosi a suscitare la mia considerazione,
per persuaderli ho estratto -sfogliando il
volume mentre scrivevo questa nota- i passi
seguenti:
“(…) Accantonate le molto discutibili propensioni
di Guénon per il fascismo e il nazismo,
riteniamo di poter dire con ragione che una
storia delle idee delle destre europee nel
secolo XX sarebbe difettosa e incompleta,
se non tenesse conto anche del pensiero di
Guénon e della sua orma (p. 9) (…)
Senza il concetto guénoniano di tradizione
la ricostruzione del mondo della tradizione
e la critica del mondo moderno, dovute ad
Evola, appaiono acefale. Solo quel concetto
vi ha rango di principio formale. Tutti gli
altri contributi di diversa provenienza al
suo paragone appaiono secondari e quasi materiali
(p. 14) (…) Le idee di Guénon sul Taoismo
eterno hanno certamente ispirato chi al giorno
d’oggi vede nella interpretazione maoista
della contraddizione dialettica come complementarietà
tra contrari, un rinnovamento della tradizione
taoista sotto il rivestimento terminologico
marxista-leninista (p. 76) (…) Non si può
fare ad Evola il rimprovero di aver chiaramente
veduto che l’Italia si apprestava a sviluppare
la possibilità guelfa, come in realtà
è accaduto prima in modo ambiguo col
fascismo, e poi apertamente nella sua posteriore
storia. Evola ebbe la visione lucidissima
del destino, cui sarebbe andato incontro l’imperialismo
borghese e industriale sostenuto da fascismo
(…) Queste previsioni sulla natura dell’imperialismo
fascista, e sull’esito inevitabile dello scontro
con le potenze anglosassoni, costringono ad
interrogarsi sulle ragioni profonde, e non
occasionali e personali, dell’appoggio dato
da Evola al fascismo (p. 183) (…) Evola ritiene
che l’applicazione delle leggi cicliche favorisca
l’Occidente proprio perché questo è
più addentro all’età oscura,
e perciò ne uscirà prima. Proprio
l’Occidente costituisce il luogo metafisico
e storico per il ritorno dell’età dell’oro.
Quanto tale veduta possa essere derivata dalle
concezioni millenaristiche di Hitler o delle
SS, o avervi influito sarebbe un punto da
considerare attentamente (pp. 290-291) (…)
Guénon si rende ben conto che la mentalità
moderna non tollera nessun segreto e nessuna
riserva, che le appaiono sempre come privilegi
istituiti a vantaggio di qualcuno. Essa non
può soffrire nemmeno nessuna superiorità.
Sarebbe vano spiegare che questi cosiddetti
privilegi si fondano sulla natura stessa degli
esseri, perché proprio questo negano
i sostenitori dell’egualitarismo. Con la sua
scienza e la sua filosofia la mentalità
moderna si vanta di aver soppresso ogni mistero
(…) Questa mentalità ha esteso perfino
alla vita ordinaria il suo orrore del mistero.
Guénon denuncia il carattere mostruoso
ed infraumano di un mondo dove tutto fosse
diventato pubblico (…) Guénon afferma
che, a dispetto dell’odio per il segreto,
nel mondo moderno c’è un segreto custodito
meglio di ogni altro, ed è la formidabile
impresa di suggestione collettiva che ha prodotto
e conserva la mentalità moderna in
modo da farne negare l’esistenza e persino
la possibilità (pp. 372-373)”.
M. Pacilio, Conoscenza tradizionale
e sapere profano. René Guénon
critico delle scienze moderne. Edizioni
di Ar, 14,46.
"Nonostante Guénon non abbia riservato
alle scienze moderne un saggio specifico,
è tuttavia possibile rintracciare,
sin dalle sue prime pubblicazioni, i contenuti
di una serrata critica a questa forma di sapere,
permettendoci, così, di intraprendere
una ricerca destinata ad esporre, il più
esaurientemente possibile, le concezioni guénoniane
intorno allo strumento conoscitivo di cui
l'Occidente moderno si è dotato"
(dall'introduzione di P. Di Vona).
Piero Di Vona, René
Guénon e la metafisica, SeaR
Con questo secondo saggio dedicato al pensiero
metafisico di Guénon, Piero Di Vona
apporta un contributo determinante allo studio
dell'opera del pensatore francese. Già
con il precedente Evola e Guénon (Napoli
1985) l'Autore aveva offerto un significativo
approfondimento dei contenuti dell'opera di
René Guénon, studiata sia in
rapporto al pensiero di Evola, sia nel contesto
della cultura europea della prima metà
del secolo. Un approfondimento la cui importanza
fu posta in evidenza immediatamente da due
lati fondamentali: il primo rappresentato
dalla puntualità e dall'ampiezza che
caratterizzavano la stesura del saggio, come
si conviene ad uno studioso del livello del
Di Vona; il secondo per avere sottratto Guénon
a quei giudizi sommari provenienti dagli ambienti
della cultura cosiddetta 'ufficiale'. Liquidare
Guénon come uno dei tanti scrittori
dell'ambiente occultista francese di inizio
secolo era un'operazione che mostrava la lontananza
che tanti intellettuali europei intendevano
stabilire fra essi e il mondo culturale nel
quale il pensiero di Guénon ha preso
forma. Ma tale posizione - che dopo questo
secondo saggio del Di Vona si mostra ancora
più chiaramente con i caratteri di
un pregiudizio ideologico - celava l'incapacità
di una comprensione, una difficoltà
a ricondurre l'opera di René Guénon
entro il panorama intellettuale dell'Occidente.
Lo studio condotto da Piero Di Vona va proprio
nel senso di una riconduzione, fin dove possibile,
del pensiero di Guénon entro le categorie
concettuali dell'Occidente, e questo soprattutto
in riferimento al discorso metafisico che
l'autore francese sviluppa in diverse opere,
in un arco di tempo di oltre una decina di
anni. Di Vona restringe lo studio a quelle
opere che si occupano direttamente di argomenti
di metafisica: Introduction générale
à l'étude des doctrines hindoues
(1921), La métaphysique orientale (1939,
la cui prima stesura risale al 1925), Le Simbolisme
de la Croix (1931), Les Etats multiples de
l'Etre (1932). In esse vengono messi in risalto
i contatti tra il pensiero dell'autore francese
e la metafisica elaborata in Europa. Quali
elementi della metafisica occidentale, e di
quella moderna in particolare, Guénon
introduce nella sua opera? Quanto nei suoi
testi è derivato dalla sua formazione
occidentale? Quali filosofi si intravedono,
sovente in maniera molto chiara, negli scritti
di uno dei maggiori maestri del pensiero tradizionale?
Guénon non rivela mai, se non in rarissimi
casi, gli autori a cui si riferisce, e tuttavia
alle precedenti domande Di Vona dà
una risposta chiara, in un saggio che appare
subito ben distante, per il tono della scrittura
e per l'esaustività dell'analisi, sia
da quelle impostazioni che sconfinano spesso
in una sterile 'agiografia', sia dalle, altrettanto
sterili, critiche accademiche. Certo, dopo
la pubblicazione di questo saggio noi non
crediamo ingenuamente che il mondo accademico
si aprirà, senza pregiudizio alcuno,
all'opera del pensatore francese, ma riteniamo,
certi di non poter essere smentiti, che quelle
critiche a cui i lettori di Guénon
sono abituati ora avranno anche il limite
di mostrare chiaramente che derivano da una
'semplice' ignoranza. Non si tratta forse
dell'ignoranza del 'profano', del 'laico'?
(M. Pacilio, in 'Margini' n. 23)
Guénon R., La crisi
del mondo moderno, Mediterranne
Se negli anni ‘20-’40 l’opera
di Guénon era mediata in Italia soprattutto
da Evola, Reghini e De Giorgio, nell’immediato
secondo dopoguerra la Rivista di Studi Iniziatici
(nuova serie della precedente rassegna Mondo
Occulto), con sede a Napoli, ne assunse le
posizioni, traducendo vari scritti dello stesso
Guénon e facendo esplicitamente riferimento
alla rivista guénoniana francese Etudes
Traditionnelles. Oltre la recensione del libro
La crisi del mondo moderno - apparsa in Mondo
Occulto, 1937, n. 1, pp. 40-41 - riproduciamo
anche alcune segnalazioni di articoli della
rivista francese.
“Quest’opera del Guénon [La
crisi del mondo moderno; n.d.r.], che l’editore
Hoepli ha voluto rendere accessibile al più
vasto pubblico italiano, non va confusa con
le tante altre che trattano di ‘crisi’ e di
‘tramonto’ occidentale. Non si tratta di vane
critiche, ma di una visione cruda, virile,
realistica, la quale non procede da concezioni
personali o da elucubrazioni dialettiche,
ma dal punto di vista della verità
stessa. Il Guénon affronta il problema
del senso e del destino del mondo moderno
in nome di una ‘tradizione’, nel significato
più alto e universale del termine.
Egli può considerarsi come l’esponente
principale, in Europa, del ‘tradizionalismo
integrale’: la difesa dei valori dello spirito,
della gerarchia, della personalità
spirituale è in lui inattenuata, precisa
e priva di compromessi come in pochi altri
nostri contemporanei. Da questo aspetto, e
con uno stile di chiarezza cristallina, vengono
affrontati, nel libro, i massimi problemi
della civiltà moderna non solo nel
campo etico, sociale e scientifico, ma anche
in quello religioso e, infine, vien posto
il problema dei rapporti fra Oriente e Occidente
e sono indicate le vie e le condizioni per
il superamento della decadenza europea e la
funzione e la formazione della nuova ‘élite’.
Per coraggio, decisione e reale ampiezza e
novità di orizzonti, pochi libri -
come lo dice il traduttore [J. Evola; n.d.r.]
in una densa introduzione - sono, come questo
del Guénon, così rivoluzionari:
dato che per ‘rivoluzione’ si intenda sia
una rivolta contro un dato stato di fatto
e un rinnovamento, sia un ritorno o una conversione
(ri-voluzione) ai principi perenni di ogni
vera grandezza umana. Per questo una tale
opera non solo offre un interesse diretto
per ogni classe di lettori, ma costituisce
un prezioso contributo per l’orientamento
delle avanguardie intellettuali più
consapevoli della nuova Italia fascista e
per il rafforzamento del fronte supernazionale
di tutti coloro che oggi sono scesi in campo
contro le forze oscure della decadenza moderna”.
“Alla testa delle poche pubblicazioni
che s’occupano di studi tradizionali, ispiratrice
e guida, dobbiamo porre l’ammirevole rivista
diretta da Paul Chacornac Etudes Traditionnelles
di Parigi. In virtù d’un gruppo di
collaboratori d’eccezione, che, pur ispirandosi
generalmente a dottrine tradizionali orientali,
debbono essere considerati come i più
illustri rappresentanti della vera élite
intellettuale dell’Occidente, essa pubblica
studi di rara profondità e competenza.
Basterebbe citare il nome di René Guénon,
di cui molte opere sono già state tradotte
in italiano, per caratterizzare l’indirizzo,
la serietà e la profondità incomparabile
di siffatta pubblicazione” (da Mondo Occulto.
Rivista di Studi Iniziatici, 1946, n. 1-2-3,
p. 46).
“In Etudes Traditionnelles n.
265, René Guénon tratta di una
questione del tutto ignorata in Occidente,
quella di upaguru, vale a dire della occasione,
che può essere di un genere qualsiasi,
rappresentante per un individuo, debitamente
qualificato, il punto di partenza per un certo
sviluppo spirituale. Queste circostanze determinanti
possono evidentemente porsi sia prima che
dopo l’iniziazione vera e propria, e scaturire,
nell’un caso, dal Guru interiore, per dirigere
l’essere verso una via di conoscenza, nel
secondo caso, stesso dal Maestro spirituale
alfine trovato, per favorire l’attualizzazione
della influenza spirituale ricevuta con l’iniziazione.
È un semplice accenno che qui facciamo
per dare un’idea dello studio di René
Guénon, che si sviluppa con chiarimenti
altamente istruttivi per coloro i quali s’interessano
di questioni iniziatiche da un punto di vista
che non vuol restare semplicemente teorico”
(da Rivista di Studi Iniziatici, 1948, n.
1, p. 47).
“Nel numero di dicembre di Etudes
Traditionnelles notiamo un articolo di René
Guénon “Necessité de l’exotèrisme
traditionnel”. Si tratta di una messa a punto
di grande importanza di fronte alle pretese
di certi pseudo-esoteristi ed alla ignoranza
di alcuni aspiranti all’iniziazione. Scrive
il Guénon: ‘è ammissibile che
un exoterista ignori l’esoterismo, quantunque
sicuramente questa ignoranza non ne giustifichi
la negazione; ma, invece, non lo è
che chiunque abbia delle pretese all’esoterismo
voglia ignorare l’exoterismo, non fosse che
praticamente, poiché il ‘più’
deve necessariamente comprendere il ‘meno’.
Del resto, questa stessa ignoranza pratica,
consistente nel considerare inutile o superflua
la partecipazione ad una tradizione esoterica,
non è possibile senza una ignoranza
anche teorica di questo aspetto della tradizione,
ed è ciò che la rende ancora
più grave, poiché verrebbe da
chiedersi se qualcuno che abbia una tale ignoranza,
sia realmente pronto ad avvicinare il dominio
esoterico ed iniziatico e se non debba applicarsi
a comprender meglio il valore e la portata
dell’exoterismo prima di cercare di andare
più avanti’. L’articolo continua esponendo
come l’adesione ad un exoterismo sia una condizione
preliminare per pervenire allo esoterismo
e come non bisognerebbe che questo exoterismo
possa essere rigettato allorché si
è ottenuta una iniziazione” (da Rivista
di Studi Iniziatici, 1947, n. 6, p. 111).