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Libri sul matrimonio e l'educazione della prole nel Settecento,  in Piemonte

( Per la privata e per la pubblica felicità )

di Alessandro Bima

"Guide della vita" potrebbero essere detti i numerosi libri sul matrimonio pubblicati nel Settecento in Piemonte , a somiglianza delle "guide del tempo", gli almanacchi, così ben studiati per questo stesso periodo da Ludovica Braida (1).

Si tratta di volumi per la maggior parte anonimi , non facilmente reperibili nelle nostre biblioteche, edizioni originali oppure ristampe di edizioni francesi o venete , opere di scarso valore letterario ma significative , a cominciare dagli stessi titoli, per conoscere gli interessi della societˆ piemontese del Settecento.

Non mancano però opere e autori che ben si inseriscono nel dibattito contemporaneo sull’educazione , penso in particolar modo alle opere del Cardinal Gerdil e alle sue Réflexions sur la Théorie, et la Pratique de l'Education contre les principes de M. Rousseau e ad autori come Gaspare Morardo e il Conte Benvenuto di San Raffaele, esponenti di una cultura tutto sommato "alta".

Non tutti leggevano le opere del Gerdil , molti necessitavano solamente di consigli o rassicurazioni più pratici a cui prontamente librai e stampatori facevano fronte con libri dai titoli allettanti come questi: La felicità del matrimonio (2) , Doveri annessi allo stato coniugale (3), La figliuolanza da' genitori cristianamente educata (4), Breve metodo di educare fisicamente i bambini(5), Lo stato coniugale secondo la religione a pro delle persone a quello destinate (6), Il padre di famiglia in casa e in campagna (7).

Che esistesse un vero interesse per il matrimonio e le problematiche connesse lo si deduce dal fatto che non di rado vennero ripubblicate opere sull'argomento risalenti ad epoche anteriori , come il La scelta della moglie di Francesco Barbaro pubblicato dalla Stamperia Patria di Vercelli nel 1776 e La balia di Luigi Tansillo , stampato nel 1767 sempre a Vercelli, ma dal Panialis, con note di G.A.Ranza, ed operette poetiche contemporanee , come Il maritaggio del conte Giuseppe Franchi di Pont, in cui il tema del matrimonio appare già in veste neoclassica.

Dire che nel Settecento il matrimonio era in crisi sarebbe una banalità ( per un pessimista qualsiasi istituzione è sempre in crisi), tuttavia in un'opera contemporanea La felicità del matrimonio , il cui autore cita Muratori e Metastasio, si fanno queste considerazioni: "non vi è ormai angolo delle nostre città, ed anche delle ville, in cui non ci abbattiamo ben sovente ad udire rumori continui, lamenti, strilli, fughe, gelosie e disperazioni tra i coniugati (8).

In molte opere si fa spesso risalire la causa dei dissidi matrimoniali alla disparità di spirito, idee, età o condizione sociale tra i coniugi, cosa spesso satireggiata anche in stampe popolari sul matrimonio.

Si tratta indubbiamente di un luogo comune , tuttavia sono molte le testimonianze risalenti al nostro Settecento che ci tramandano il ricordo di dispute legali tra coniugi. Leggendo i numerosi documenti a stampa della causa intentata dalla baronessa di Tarnavasio contro il cavaliere di Bricherasio si ha un quadro molto illuminante su non pochi matrimoni dell'epoca.(9)

La "barona", ricca, carattere forte e imperioso, recrimina sul comportamento del cavaliere di Bricherasio , un cadetto, non ricco, a servizio del Principe di Carignano , di indole contemplativa e gentile che a detta della consorte dopo tre giorni dallo sposalizio non era ancora riuscito a consumare il matrimonio, cosa intollerabile agli occhi della Baronessa, una vera offesa alle sue grazie e sufficiente per chiedere l'annullamento del matrimonio, sebbene il povero cavaliere adducesse a sua discolpa l'essere stato in quei giorni "incomodato".

Tuttavia non bisogna generalizzare, si possono citare molti matrimoni di tutt'altra specie: emblematico è il caso del barone Vernazza (Alba 1745-Torino 1822), una delle figure più simpatiche e significative della società piemontese del tempo, definito dal Romagnano «tipico rappresentante di quella categoria di intellettuali -funzionari, spesso annobiliati grazie ai loro meriti letterari e professionali»(10), del quale possediamo molte testimonianze dei contemporanei relative alla sua vita famigliare.

Di grandissimo rilievo è l’epigrafe che un amico del Vernazza , Bonaventura Porro (11), dedica alla consorte del Barone : ALLA VIRTU DELLA NOBIL DONNA GIACINTA VIRGINIA FAUZON DEÕ CONTI DI MONTELUPO CONSORTE DEL SIGNOR BARONE VERNAZZA DI FRENEY SEGRETARIO DI STATO DI SUA MAESTA’ LA QUALE NELL’ALLATTARE ELLA STESSA ETTORE UNICO LORO FIGLIUOLO NATO IN TORINO ADDI’ III DI GENNAIO MDCCLXXXII RINNOVA GLI ILLUSTRI ESEMPI DELLE DONNE DI SPARTA E DELLE MATRONE DI ROMA RARA VIRTU’ DEGNA DI ESSERE COMMENDATA CON LE PAROLE DEI SANTI PADRI E CON GLI ENCOMII DE’ FILOSOFI (12).

Anche in altre opere a stampa contemporanee si trovano cenni al credo educativo del Barone Vernazza , come ne La filosofia militare di Gaspare Morardo(13), di Oneglia, regio professore di filosofia, che nella nostra città pubblicò svariate altre opere di carattere educativo (14). Ne La filosofia militare, il Morardo, facendo propria l’indicazione del Locke rivolta alle persone di qualità, di trattare i loro figli come i contadini trattano i loro, per abituarli al caldo, al freddo , al sole, al vento, alla fame e alla sete, al fine di irrobustire il corpo e lo spirito, citava il Barone Vernazza che applicava questi principi nell’allevare il proprio figlio primogenito Ettore : «Il dottissimo barone Vernazza mi produsse un giorno il suo primogenito di otto mesi nudo formato qual era dalla natura, che fermo sulla persona già movea felicemente i passi. Il pavimento , o una pietra di freddo marmo formava il suo diletto sofà. Lo immerse più volte alla mia presenza nell’acqua fredda, e avrebbe meravigliato chiunque vederlo in quella ridere, e scherzare.... Nel rigor del verno era tenuto fra il giorno esposto all’aria più fredda, e si facea talor passeggiare sulle agghiacciate nevi, e lungi dal dare alcun segno di patimento in questo stato, tripudiava e gioiva.(14)

Se le idee del Morardo erano tutto sommato abbastanza progressiste, infatti attraverso l’educazione anche la damigella si sarebbe trasformata in «una donna onesta e dabbene, utile alla società e alla sua famiglia, ma non mai una disutile monaca, e (Dio ne guardi) non mai una trista atrabiliare pinzochera»(15), ben diverso era il tono della maggior parte dei testi che sono stati elencati all’inizio di queste pagine. Predomina in essi un moralismo spesso reazionario, a volte addirittura misogino all’eccesso come nel già citato La felicità del matrimonio che si conclude con l’appendice Aggiunta di due capitoli del Signor Avv. G.B.F. alla sua consorte sopra il contegno, ch’ella dee tenere circa il vestire. Il capitolo primo inizia con questi versi: «Giacchè per vostra miserabil sorte nasceste donna... e continua poco dopo : Voi siete Donna , idest un imperfetto parto della Natura: e Ôl vostro sesso, incauto, instabil, fragile vien detto...»

Non molto dissimili erano le idee riassunte ne i Doveri annessi allo stato coniugale dalle massime del celebre giurista Andrea Tiraquello di cui basta citare la prima lex connubialis : Viri uxoribus imperanto , Uxores viris obediunto (Gli Uomini comandino alle mogli, le mogli obbediscano ai mariti) per farsi un’idea di quelle che seguono.

Anche in opere più aperte a nuove idee si possono leggere proposizioni come questa: «La più parte dei matrimoni veramente felici e fortunati furono, e sono di persone , che o non mai si videro, o appena si conoscevano».(16)

Un altro tema che ricorre frequentemente nelle operette prese in esame è la messa in guardia contro i cicisbei, i galanti di professione, così apprezzati dal gentil sesso che le donne « non si fanno persuadere che questi non siano gl’idoli più degni del loro amore , e sono più sensibili per l’infarinata testa d’uno svampato cicisbeo, e d’un Cascamorto, che per qualunque persona di ogni più degno carattere».(17)

La polemica contro il cicisbeismo , come è noto, coinvolse anche sommi scrittori del tempo ,come il Parini e il nostro Alfieri che nelle Satire dileggiava questo «servaggio».

Che nella società torinese del tempo fosse molto diffuso questo costume è ben documentato, non si dimentichi, ad esempio, che una delle ragioni che determinò il Baretti a lasciare la casa paterna per andare a Venezia fu il contrasto con il Miglyna, cavalier servente della matrigna.

Il Baretti non era certamente un reazionario misogino, come invece lo era il Pastore Arcade Diunilgo Valdecio che ne Lo scoglio dell’umanità, e particolarmente nel cap. XIII, Confutazione dell’amor platonico , sulla scorta di illustri esempi a cominciare dai Santi Padri, riteneva che qualsiasi rapporto con le donne fosse pernicioso e portasse alla perdizione:«Cos" l’Uom , qualunque sia, / che con genio e simpatia / si trattiene bene spesso / a trattar con vario Sesso / è improbabil, che non cada,/ e in tal Scoglio a urtar vada».(18)

Allo sconsolante pessimismo di fondo circa le donne e il matrimonio di molti di questi autori settecenteschi , si tenga presente che molti erano ecclesiastici, si contrappone una più equilibrata visione del matrimonio quando l’accento cade sul tema della «figliuolanza» e come conseguenza viene valorizzato il ruolo di madre della donna.

Si è già accennato al caso esemplare del Barone Vernazza che mostra un esponente della classe colta del tempo che ha pienamente recepito le idee nuove in fatto di educazione del Locke e del Rousseau; a loro modo anche molte di queste operette risentono di questo rinnovamento sebbene i loro autori professino ancora principi affatto contrari. Sul piano pratico sono i comportamenti parentali che riguardano specialmente l’educazione fisica dei bambini che vengono accettati: niente fasciature strette, allattamento da parte delle madri, igiene dellÕalimentazione e prevenzione delle malattie. Il tutto in un’ottica tesa a formare dei futuri individui sani e utili alla collettività; infatti « L’educazione dei figliuoli è un punto che interessa il pubblico, ed il privato bene».(19)

Questa branca dell’editoria minore in Piemonte ebbe particolare fortuna nella seconda metà del Settecento e stimolò l’imprenditorialità di piccole imprese , quali erano quelle dei librai torinesi Beltramo Antonio Re e Bernardino Tonso, sebbene i librai più importanti come i Fratelli Reycend e Carlo Maria Toscanelli , o la stessa Stamperia Reale, non disdegnassero affatto di editare queste operette. Infatti questo genere di libri, come quello dei lunari e degli almanacchi, garantiva un sicuro guadagno essendo spesso la fortuna incontrata altrove la molla che decideva l’impressione locale, e dai numerosi "reimprimatur" che trovo nei dati editoriali è ipotizzabile anche uno smercio consistente, tale da far sorgere la necessità di una ristampa. Posso citare un dato, perchè reso noto dallo stesso autore , il Morardo, su un’operetta originale stampata da noi , La damigella istruita che « di più di 3000 copie , che si fece per questa morale filosofia per le damigelle, quasi interamente si smaltì in brieve tempo»(20)

Per poter avere un panorama più completo sulle letture riguardanti le tematiche matrimoniali ed educative della società del tempo occorre sottolineare il fatto che molte altre opere venivano importate e le edizioni francesi o venete da noi circolavano in gran numero. Erano molto diffuse le opere del Tissot, dagli Avvertimenti al popolo sopra la sua salute al trattato sull’Onanismo ovvero dissertazioni sopra le malattie cagionate dalle polluzioni volontarie e altre consimili come Le tableau de l’amour coniugale del dott. Venette. Solo raramente si stamparono da noi opere divulgative sul sesso e le malattie sessuali come il trattato del Perenotti Storia generale, e ragionata dell’origine, dell’essenza o specifica generalitˆ dell’infezzione venerea,Torino,Stamperia Reale, s.d., sebbene non mancassero opere di contenuto medico-accademico sull’argomento come quelle del Bianchi e del Bertrandi (21)

Interessantii per conoscere i costumi matrimoniali del settecento e le piccole corti di letterati che gravitavano attorno a personaggi minori, in genere nobili o ricchi borghesi quali notai, avvocati, medici e possidenti, sono le innumerevoli raccolte di poesie epitalamiche e quelle di celebrazione per le nascite degli eredi di più o meno illustri lignaggi. Quando si dispone di abbastanza complete raccolte delle edizioni di qualche stampatore, come è il caso delle edizioni vercellesi catalogate dal Gorini, si comprende quanta importanza questo costume rivestississe per la società del tempo. Cadute ormai nell’oblio , cito il caso curioso segnalato da G.Ferraris (22) di una raccolta stigmatizzata nella Biblioteca Oltremontana da F.S.M. così: «Le poesie sono le peggiori, che io abbia letto mai.» Un cenno poi a Catullo e al Fracastoro, autore del De siphilide, fa dire al recensore de Gli Applausi poetici per le nozze degli Ill.mi Signori il nobil uomo Conte Paolino dei Gianfilippi di Verona e la nobil Donna Delfina Compans di Brichanteau d’Orio di Torino, Vercelli, Stamperia Patria, 1787, «Ecco la prima volta che l’autore della Sifillide figura in un matrimonio». Nel caso di matrimoni reali queste raccolte di poesie venivano arricchite di splendide illustrazioni in rame e questi volumi spesso segnano l’apice delle possibilità editoriali locali.(23)

Per le raccolte edite in occasione di nascite o battesimi di primogeniti cito il caso del Marchese Ghilini di Alessandria che per l’occasione coinvolse alcuni cantanti di fama per una Cantata nella Cattedrale di Alessandria (24).Un genio cantava: Figlio ben degno di generosa stirpe con teneri vagiti a grande ufficio, e pio / dolce m’invita, e dolce priega.. ; nel finale tutti in coro:Liete risplendono / vaghe s’accendono / in ciel le stelle / d’Almo splendor. / Il ciel secondi / spemi sì belle / serbi e fecondi / sì nobil fior.

(1) LODOVICA BRAIDA , Le guide del tempo. Produzione, contenuti e forme degli almanacchi piemontesi del Settecento,Torino, Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1989 ; e La presse populaire dans le Piemont à l’Epoque de Victor Amédé III in Batir une ville au siècle des lumières Carouge: modèles et réalités, Torino, Archivio di Stato, 1986.

(2) La felicità del matrimonio. Opera morale, piacevole, e politica dell’abate N.N., Torino, A spese di Beltramo Antonio Re, I764 (In fine: Stamperia Reale).Quest’opera viene attribuita a Tommaso Campasti.

(3) Doveri annessi allo stato coniugale. Operetta utile, non solo a chi aspira a tale stato, e a chi lo ha di già intrapreso, ma altresì a’ parrochi, e a tutti coloro, che hanno la cura fisica e morale de’ figliuoli. Torino, presso Carlo Maria Toscanelli librajo nella Contrada deÕ Guardinfanti, 1778 (in fine:Vercelli,Giuseppe Panialis.)

(4) FULGENZIO MARIA RICCARDI, La figliuolanza da’ genitori cristianamente educata, Torino, Giammichele Briolo, 1779.

(5) Breve metodo di educare fisicamente i Bambini dalla loro nascita sino allo spoppamento, diviso in XVIII Articoli. Trattato utile ai Capi di casa, e spezialmente alle Madri, alle Ostetrici, ed a chiunque è preposto alla fisica cura, ed educazione di tali Bambini. Torino, Presso Bernardino Tonso, 1786 (In fine: Dalla Stamperia Reale).

(6) Lo stato coniugale secondo la religione a pro delle persone a quello destinate, Torino, Fr.Reycends, I776 ( Stamperia Soffietti).

(7) J.A.ALBERTAZZI, Il Padre di famiglia in casa, ed in campagna, Vercelli, Panialias, 1790-92,voll.6.

(8) Op. cit. pag. 6

(9) Tra le molte scritture a stampa per lÕannosa causa si veda : G.B.Belgrano-M.Rebuffo Per lÕIllustrissimo Sig. Cavagliere Fabrizio Cacherano di Bricherasio contro L’Illustrissima Signora Barona Susana Roera di Ternavas, Torino, G.B.Valetta, 1729.

(10) G.P.ROMAGNANI, Vernazziana, pag. 43 in L’Almanacco dell’Arciere , I985.

(11) Bonaventura Porro , compositore presso la Stamperia Reale di Torino, fu inviato a Cagliari a dirigervi la locale Stamperia Reale, creata con privilegio del 4 dicembre 1769. Ritornò nel 1781 a Torino e per alcuni anni fu proto della locale Stamperia Reale ; ebbe contatti epistolari molto frequenti col Vernazza e sovrintese alla stampa di molte sue opere.

(12) L’epigrafe è sormontata dal blasone del Vernazza e della consorte uniti , incisi da Domenico Cagnoni con l’indicazione tipografica: Nella Stamperia Reale di Torino (I782)

Se ne veda la riproduzione fotografica in : Dal trono all’albero della libertà, Roma, 1991.

(13)Un compiuto elenco delle opere del Morardo si trova nell’opera dello stesso Memoria ragionata di fatti memorandi relativi all’Ateneo di Torino e Catalogo storico di tutte le opere dell’Autore con molte interessanti notizie di storia patria, Torino, G.Fea, anno XII (1804).

(14) GASPARE MORARDO, La filosofia militare, Torino, presso B.Tonso, 1785-86, Voll.3 ; vol. I¡, p.125-126.

(15) pag. 79 della Memoria.. del Morardo, citata alla nota 13.

(16) GASPARE MORARDO, La damigella istruita, Torino, Stamperia Mairesse,1787, p.129.

(17) La felicità del matrimonio, p.75 dell’ed. citata alla nota 2.

(18)Lo scoglio dell’umanità, ossia avvertimento salutare alla gioventù per cautelarsi contro le male qualità delle donne cattive del Pastore Arcade Diunilgo Valdecio, Torino, Presso Francesco Prato, 1797 (in fine: Ivrea, Stamperia di Ludovico Franco ), p. 210. Quest’operetta fu stampata svariate volte in molte città italiane , specialmente a Venezia, nei decenni precedenti.

(19) La felicità del matrimonio p.76 dell’ed. citata alla nota 2.

(20) p.77 della Memoria ragionata;; citata alla nota 13.

(21) Di G.B.BIANCHI (1681-1751), nominato nel 1720 professore nella nostra Università da Vittorio Amedeo II, si vedano varie edizioni del suo De naturali in Humano Corpore, vitiosa morbosaque Generatione Historia, Torino, 1741 et 1749 ; di Ambrogio Bertrandi in paricolare il Vol.VI delle Opere anatomiche e cerusiche, Torino, Frat.Reycend , dedicato alle malattie veneree.

(22) E. GORINI, Vercelli nei libri e nelle stampe del Settecento, Parma , La tipografia parmense,1961 , p. 10

(23) Tra i molti volumi segnalo in particolare quelli editi nel 1775 per le nozze del Principe di Piemonte e Maria Adelaide Clotilde di Francia dalla Stamperia Reale di Torino e per lo stesso matrimonio ricordo pure il magnifico volume stampato dal Bodoni a Parma Epitalamia exoticis linguis reddita a cui collaborarono storici e letterati subalpini.

(24) I virtuosi che cantarono nel 1716 questo dialogo sacro-eroico furono: il Sig. Geminianino,virtuoso di S.A.Serenissima di Modena; il Sig.Pietro Sbaraglia, detto il Pesciatino, contralto, virtuoso del Ser.Gran Principe di Toscana; il Sig. Paita, tenore; il Sig.Alessandro Besozzi , virtuoso di S.A.S. il Principe Eugenio di Savoia; la musica era del Sig. Giuseppe Maria Perroni. L’opuscolo che ricorda l’avvenimento , stampato in Alessandria, senza note tipografiche nel 1716 era dedicato a Vittorio Amedeo , Re di Sicilia, e ad Anna d’Orléans sotto i cui auspici «viene lavato nell’acque Battesimali» il figlio primogenito del Marchese Ghilini che « si dole con i vagiti di non conoscere le grandezza del Beneficio» ricevuto.