Sabato Pomeriggio  di Navetel

 

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Non vedevo l'ora che arrivasse il sabato pomeriggio, l'avevo ardentemente desiderata per tutta la settimana, ed ora lei era li, solo per me, tutta per me. Quando non si lavora e si rimane a casa in ferie, la vita è dura, le giornate passate nell'ozio scorrono lente, ed i pensieri indugiano sui desideri più nascosti, che vengono amplificati e analizzati fin nei minimi particolari.

Il mio desiderio particolare di quella settimana (e non solo di quella) era lei, ed ora stavo per vedere se quanto avevo a lungo sognato si dovesse veramente realizzare o meno. L'andai a prendere a casa sua, come al solito. Suonai il campanello e mi rispose sua madre. Mi fece entrare in casa, e mi offrì un caffè. Intanto scese la mia bella. I lunghi capelli biondi che le coprivano le spalle adornavano un fisico da modella, con due tettine da coppa di champagne come piacciono a me. Vestiva sportiva, per non insospettire i suoi. Mi salutò con un bacio ed uno sguardo malizioso, dal quale capii che non ero il solo ad ardere dal desiderio. Dopo esserci congedati in tutta fretta da casa sua, saltammo in macchina e partimmo. Avevamo in programma un pomeriggio di fuoco, ma siccome le nostre case erano occupate ed il mio appartamento "di lavoro" non era utilizzabile, avevamo progettato di andare in un appartamento dei genitori di lei che era in fase di ristrutturazione. A dire il vero era praticamente finito, mancava solo il mobilio e i complementi, in altre parole era un bellissimo attico completamente vuoto. Arrivammo al condominio, parcheggiammo la macchina in un luogo nascosto e salimmo al sesto piano. La voglia era tale che già in ascensore non riuscivamo a tenere le mani a posto. Giunti in cima entrammo e chiudemmo la porta alle spalle. Il pomeriggio era tutto per noi, ci abbracciammo e la baciai intensamente, subito gli abiti cominciaronouno ad uno a cadere a terra come fichi maturi da un albero di pesche... Lei mi infilò una mano nelle mutande e cominciò a menarmelo, poi si mise in ginocchio e, toltomi anche l'ultimo indumento che avevo, se lo mise in bocca e cominciò a succhiarlo. Mentre con la destra seguitava a muoverlo ritmicamente, con la sinistra mi accarezzava le palle. Che bello, come godevo! Venni in un attimo, riempiendole la bocca di sperma.

 -Di gia!?-

Avrete detto, beh, si io sono fatto così, la prima volta vengo subito, ma poi mi rifaccio con la seconda, la terza ed, a volte, la quarta. Neanche due minuti e il mio picasso era già pronto per cominciare a divertirsi di nuovo, lei si era data una sciacquata al viso ed ora tornava verso di me con indosso solo le mutandine rosa di pizzo che le avevo regalato per il nostro anniversario. Fui io stavolta a finire in ginocchio davanti a lei: le sfilai quello straccetto e presi a baciarla tra le gambe. Ho sempre adorato il suo sapore ed esploravo ogni piega del sesso alla ricerca di goccioline di miele, soffermandomi talvolta a succhiarle il clitoride. Lei si appoggiò ad un pilastro ed allargò le gambe per facilitarmi il compito, tenendomi una mano tra i capelli e palpandosi il seno con l'altra. Dopo di che mi rialzai, la presi per mano e mi diressi con lei verso la finestra che dava su una splendida vista di città alta. Lei mi capì subito, appoggiò entrambe le mani sul davanzale e si piegò in avanti offrendomi la vista spettacolare del suo posteriore. La presi così, da dietro, quasi con foga, rallentando subito il ritmo ed alternando profonde penetrazioni con dolci carezze e baci sulla schiena. Lei mi prese le mani: una se la mise sul seno, l'altra tra le gambe e mentre seguitavo a possederla la palpavo in ogni dove. Come mi piace sentirla godere, è una sensazione stupenda; i mugolii, i gridolini e le urla vere e proprie che precedono di poco quello finale dell'orgasmo meriterebbero di essere registrati e riascoltati... devo provvedere la prossima volta. 

Venimmo insieme in quella strana posizione, in effetti, lo avevamo sempre fatto sdraiati o seduti in un comodo letto e mai in piedi, ma devo riconoscere che ne valse davvero la pena. Restai dentro di lei ancora un po', mentre entrambi riprendevamo fiato. Poi lei si girò, mi baciò e guardandomi fisso negli occhi disse:

 -ne voglio ancora! Subito!-

E come potevo dirle di no? Restando in piedi ricominciò a giocarci, lo baciò e continuando a leccarlo e a masturbarlo lo fece tornare duro in un baleno. Cercammo qualcosa su cui sederci o sdraiarci ma la casa era vuota. Io mi sedetti quindi per terra e lei salì sopra di me e riprese ad amarmi con ampi movimenti del bacino, fermandosi solo ogni tanto per permettermi di baciarle il seno. Era troppo bello, ma la posizione era anche alquanto scomoda, così sul duro del parquet. Perciò cambiammo varie volte posizione, finché non fu lei a sdraiarsi a terra supina ed io sopra di lei. I nostri corpi nudi e madidi di sudore fremevano l'uno sull'altro finché non venimmo ancora e restammo lì addormentati sul pavimento con i sessi fradici di umori. Avremmo continuato fino a sera se non fosse stato per un impegno molto importante che avevamo entrambi, quindi alle sei, dopo un ultimo scambio di effusioni, ci rivestimmo e tornammo in ascensore, dove le promisi che l'avremmo fatto una notte quando saremmo andati a vivere finalmente insieme. E per fortuna che l'indomani era domenica, ed il mio appartamento libero, così finalmente si potemmo tornare a fare l'amore su un comodo letto, anche se devo dire, ci si può benissimo arrangiare anche senza...

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