Io e lui           di Moemi

back   next

 

Aria, finalmente!
Respiravo a pieni polmoni la serata estiva, camminando con disinvoltura al
fianco del mio fedele Giorgio, e m'inorgoglivo del figurone che facevamo
insieme, io bruno e lui biondo, due esemplari di maschi nel pieno della loro
gioventù.
Entrambi avevamo già avuto dolorose esperienze sentimentali; ma pur avendo
stampata negli occhi l'espressione triste da cucciola di Ero, la mia vicina,
mentre mi salutava per trasferirsi in un'altra città, ero convinto che
l'amore avrebbe bussato nuovamente alla mia porta.
Giorgio invece era proprio a terra. Certo per lui il fattaccio era più
recente, Monica l'aveva mollato per uno più vecchio e più ricco, uno che
aveva tanto da darle... ma non si parlava di sentimenti.
Personalmente non la capivo. Aveva uno come Giorgio, così passionale, pieno
di ormoni, che poteva renderla felice, e lo lasciava per quel matusa...
niente da aggiungere, uno sa quel che lascia e non sa quello che trova.
Lei lo sapeva bene, quello che lasciava, e glielo ripeteva spesso:
"Giorgio, sei un poveraccio, ma a letto mi fai godere come nessuno...".
L'avevo sentito personalmente, con queste orecchie, e del mio udito potete
fidarvi. Ero lì dietro la porta che ascoltavo, Giorgio mi avrebbe lasciato
entrare ma lei non voleva, e l'aveva convinto a lasciarmi ad aspettare in
salotto. Alla Tv, che avevano lasciato accesa per coprire gli urletti di
Monica, non davano niente d'interessante, così mi ero acquattato dietro la
porta per ascoltarli.
Gli ansiti dei due erano più interessanti di qualsiasi dannato commissario
Rex. Del resto io, negli inseguimenti, so fare di meglio di quello stupido
pastore tedesco.
In ogni modo, eravamo nel parco, per la solita passeggiata serale. Giorgio
mi ripeteva per l'ennesima volta del suo cuore ferito, seh... ma non lo
ascoltavo granché. Scusa amico, ma quando è troppo è troppo! Cercavo di
portarlo verso le donne più belle del parco, ma lui niente, continuava a
piagnucolare imperterrito.
L'aria era carica di promesse. Sentivo un odore... pregno di novità, di
eccitazione...
Oh, no! Olga e Lulù... cheppalle! Le due cotonatissime si avvicinavano con
il loro passo ricercato, schiena dritta, petto in fuori, sguardo
arrogante... puntando proprio verso di noi! Non le sopportavo. Non
sopportavo vedere il mio amico che si liquefaceva a guardare quell'oca di
Olga, né gli strusciamenti di Lulù, perennemente in calore.
"Oh, che sorpresa... Giorgio e Romeo... quale buon vento?" attaccò Olga,
mentre Lulù, con la scusa di salutarmi, mi si strofinava addosso.
"Ciao Olga... una breve passeggiata, tutto qua! E voi, sempre in giro a
spezzar cuori?"
Olga, portando la manina a coprire i suoi denti da cavallo (credeva che non
me ne accorgessi?) e chinando appena il petto perché s'intravedessero i bei
seni sodi, ridacchiò felice.
Lulù invece, leccandomi appena l'orecchio, mi fece i complimenti per il mio
odore maschio.
Io starnutii. Questi profumi che dannazione! Ne era piena. A me piace
sentire l'odore della carne femminile, del sesso, non di spray alla
vaniglia!
Dandole le spalle, li lasciai chiacchierare delle loro cose e mi misi a
guardare la gente che passeggiava. Finalmente dei visi conosciuti! Giulia e
Cleo camminavano tranquille per i vialetti, senza dar segno di averci visti.
Scrollandomi di dosso quella ventosa di Lulù, corsi verso di loro,
salutandole con entusiasmo.
"Ciao Romeo! Dov'è il tuo inseparabile Giorgio?" nomini il diavolo ed ecco
che spuntano le corna (ahia che gaffe!) Giorgio arrivò trafelato, col fiato
corto.
"Anf... anf... Ma sei impazzito? Mi hai mollato come uno scemo... anf!Hey...
glom... hey Giulia... anf!" Da quando non scopava più Giorgio era fuori
forma. Lo sguardo adorante di Giulia, una ragazza non bellissima per i
canoni correnti, ma con una spiccata femminilità, impossibile da nascondere,
accese una lampadina nella mia testa.
Cercai lo sguardo di Cleo per comunicarle tacitamente le mie intenzioni,
precipitando per un attimo nella profondità dei suoi occhioni azzurri, due
pezzi di cielo. Dimenticavo sempre le sue origini nordiche ed ogni volta mi
ammutolivo davanti a lei, alla sua dolcezza.
Mi capì al volo, quasi non aspettava altro. Ci avviammo rapidamente verso il
fondo del parco per lasciarli soli, incuranti delle loro proteste, fino a
nasconderci dietro un cespuglio. Ci lasciammo cadere sull'erba contenti
della nostra marachella, rotolandoci e saldandoci addosso per gioco, finché
non ci ritrovammo allacciati, i corpi ansanti premuti l'uno contro l'altro.
Che buon odore aveva! Sembrava che tutta la natura le si fosse adagiata
addosso, facendo il nido nel suo manto argenteo, scompigliato per la corsa.
Sarei rimasto ad annusarla per ore.
Sfregai teneramente il naso contro il suo. Aveva un espressione così...
viva.
Il suo musetto allegro mi si strofinava addosso, stuzzicandomi e spronandomi
a rispondere alle sue provocazioni. Mi leccò il collo, con delicatezza. Mi
stavo eccitando, lo sentivo crescere in modo quasi imbarazzante. Ma ho
imparato da tempo a non imbarazzarmi più di queste cose così naturali. Mi
spostai verso il suo ventre e presi ad annusare quella fragranza così
personale che mi faceva impazzire ogni volta... i suoi effluvi mi
assicuravano che anche lei era eccitata, che mi voleva.
Presi a leccarle l'ano, cibandomi del suo dolce sapore finché non mosse il
bacino contro di me supplicandomi di prenderla. Allora mi posizionai alle
sue spalle e cingendole la vita, la penetrai. Nonostante fosse pronta, non
riuscì a trattenere un guaito di dolore.
Oh, la mia piccola Cleo... affondavo in lei senza sosta, rapidamente,
sbuffando come un dannato e lei, sotto di me, restava ferma ferma ad
assecondare le mie spinte. Tutto il creato godeva con noi di quell'attimo
d'amore, i grilli, le civette, il vento che accarezzava piano la nostra
spontanea nudità...
Non c'importava la gente che poteva sorprenderci allacciati, no... non
importava neanche a cosa ci avrebbe portato, era un atto innato, profondo.
Gli esseri umani sprecano questi momenti fermandosi a pensare al "Poi", al
"Cosa-succede-dopo"... noi no... noi avevamo solo quel momento, quella
gioia... e la sfruttammo fino in fondo, venendo insieme con un uggiolio di
piacere. Ci girava la testa e ci lasciammo andare daccapo sull'erba.
"Romeo! Cleo! Dove vi siete nascosti? E' ora di andare!"
Era la voce di Giorgio. Feci cenno a Cleo di non rispondere e ci addentrammo
più a fondo nel  cespuglio per spiarli.
"Non posso crederci... non si era mai comportato così. Sembra quasi che lo
faccia apposta, come se volesse lasciarci soli...". Certo che il mio amico
era un vero genio! Invece di approfittare di quel momento si rompeva la
testa per cercare una spiegazione al mio comportamento!
"...ti dispiace così tanto restare da solo con me?" Forse Giulia era più
intelligente.
"Eh? No, che dici... è solo che... oddio... non so, è che non me lo
aspettavo da lui, ecco tutto! Di solito ci capiamo al volo, ma ora non lo
capisco proprio!"
"In altre parole, non capisci perché Romeo ti abbia voluto lasciare solo con
una ragazza così poco attraente come me". Cleo era corrucciata. Non gli
andava giù che trattassero male la sua amica. La frenai da andare a dare una
lezione a Giorgio.
"Ma che dici! Non è vero che sei poco attraente!! Giulia tu hai. tu sei
diversa dalle altre ragazze, non hai quella bellezza provocante che ti fa
venir voglia di... di scopare e poi via...".
"Vuoi dire che non sono eccitante! Non ti piaccio proprio... non mi
porteresti mai a letto, dì la verità!" Certo che quanto a figuracce, Giorgio
non lo superava nessuno. La poveretta era quasi in lacrime, come faceva a
non capirlo Giorgio, che Giulia aveva preso una sbandata per lui! Bastava
che usasse l'istinto! Si doveva lasciar andare...magari chiudendo gli occhi
e annusando l'odore di pesche che emanava la pelle della ragazza.
"Ma che dici Giulia! Io non ho mai pensato a te in quel..." Provaci ancora
Sam!
"Voglio dire...sei una bella ragazza...ma io so che tu meriti qualcosa di
meglio di un'avventura senza importanza...tu meriti il meglio!"
"Lo pensi davvero? Non è solo per addolcirmi la pillola?"
"No, tesoro...tu...davvero sei bella...hai dei capelli così lucenti, e non è
un castano banale il tuo, anche alla luce del lampione sembrano color
miele...". E vai così! Giorgio affondò le mani nel caschetto della ragazza,
accarezzandole il collo.
"...E sono così soffici... e la tua pelle è così... morbida e calda... "
Baciala stupido!
"...E mi guardi con quegli occhi così dolci che... che...". BACIALA!
"Che...?" Giulia era protesa verso di lui, in attesa. Io e Cleo ormai
pensavamo in coro: BACIALA! BACIALA! BACIALA!
"Che ho paura di ferirti..." Stavolta fu Cleo a trattenermi dall'andare a
sbranarlo. Fortunatamente Giulia, che era così vicina alla meta, non si
lasciò sfuggire l'occasione e mormorando un "Al diavolo le ferite...". Si
attaccò alla sua bocca con passione.
Dopo il primo attimo di sorpresa, Giorgio le cinse la vita, ricambiando il
bacio. Dall'apertura delle loro bocche capii che ci stavano dando dentro con
la lingua, ed era già un buon segno.
Quando le braccia di Giorgio la strinsero spasmodicamente, capii di aver
vinto la mia personale scommessa sul finale della serata. Dal nostro
nascondiglio, io e Cleo notammo il movimento del bacino di Giulia, che prima
si scostò un attimo, quasi avesse avvertito qualche strano movimento nei
pantaloni di Giorgio, poi prese a muoversi contro il turgore che cresceva a
vista d'occhio, accompagnata dalle mani di lui che, serrandosi fermamente
sui suoi glutei, la attirava verso di sé.
Ormai si erano dimenticati di noi, si baciavano e si toccavano con un'
urgenza che non aveva nulla da invidiare alla nostra di poco prima.
Prendendola per mano, Giorgio la trascinò nell'ombra di una panchina di
pietra, isolata dalle altre e se la mise in grembo. Aprendole la camicetta
di cotone e slacciandole il reggiseno, le tuffò il viso tra i seni,
leccandoli e succhiandole i capezzoli. Avevo ragione a proposito della
femminilità di Giulia! Non me ne intendevo moltissimo quanto a misure, ma le
mammelle della ragazza avrebbero fatto felice qualsiasi maschio. Cleo mi
scoccò un'occhiataccia.
I movimenti delle mani di Giulia invece, erano concentrati sulla patta dei
pantaloni di Giorgio, e dopo aver arrancato un pò sui bottoni avevano tirato
fuori l'uccello e le palle gonfie, e le massaggiavano con sapienza. La
manina fresca di Giulia scivolava sul membro fremente, mentre Giorgio le
affondava le mani negli slip bianchi di lei, visibili sotto il bordo della
gonnellina completamente arrotolata in vita. Vidi Giorgio annusarla,
finalmente...era una cosa così importante per me che non poteva che essere
decisiva anche per lui. Infatti si distaccò dalla ragazza e facendola alzare
dalle sue gambe le disse con decisione "Giulia... voglio leccarti... voglio
sentire il tuo sapore...".
Non era una richiesta e lei non aveva risposte da dargli. La aiutò a
distendersi sulla panchina, tirandole giù quel fastidioso pezzo di stoffa
che non so davvero perché le donne si ostinano a portare, e le divaricò le
gambe.
Poi s'inginocchiò davanti a lei e immerse il viso nella fica della ragazza.
Cleo, imbarazzata, si coprì gli occhi. Io invece mi allungai per vedere
meglio la scena. Mi sentivo partecipe, ecco. Ed ero certo che Giulia, al
contrario di quella stronza di Monica, non avrebbe avuto nulla in contrario
a farmi assistere ai loro amplessi.
Giorgio leccava con passione, fermandosi a succhiare ogni tanto qualcosa tra
i peli della ragazza. Doveva essere quella che chiamano clitoride, ma io non
ho mai capito bene qual'è, ecco.
Il rumore della suzione, accompagnata dagli ansiti della ragazza era
coinvolgente. Giulia aveva il collo inarcato e gli teneva giù la testa con
la mano. Come se Giorgio avesse desiderato allontanarsi! Sapevo bene che
Giorgio adorava leccarla alle ragazze, me l'aveva confidato lui. E lo faceva
da vero artista... anche Giulia non seppe resistere e mordendosi le labbra
per non fare rumore, si accasciò sulla panchina, rilassando i muscoli.
Vidi Giorgio sdraiarsi su di lei e inserirle il sesso nella vagina. Mi
sentii orgoglioso della virilità del mio amico e lo incitai mentalmente a
dare il massimo. Forse mi sentì, non so... ma lo vidi spingersi dentro di
lei con vigore, un espressione assorta che non gli avevo mai visto. E sì che
lo conoscevo bene. Doveva proprio piacergli, Giulia.
Spingeva con un'energia che scuoteva la ragazza fino a farle sussultare i
seni con un movimento budinoso. Lei gli aveva circondato la vita con le
gambe e gli affondava le dita nelle braccia robuste, non riuscendo più a
trattenere i gemiti ed iniziò una cantilena di "Oh...sì, oh." molto
orecchiabile. Lui rispose con un "Sì, bambina... godi, godi...".
Penetrandola a fondo, finché gli "Oh, sì!" non aumentarono di volume per
smorzarsi del tutto, raggiunto il culmine. Solo allora lui tirò fuori
l'uccello turgido, e con un buffo brontolio le bagnò le cosce di sperma. Mi
sentii un pò triste, perché Giulia sarebbe stata una mamma meravigliosa, ma
non si poteva mai dire in futuro, e mi accasciai anche io sulla schiena di
Cleo, soddisfatto dalla scena a cui avevo assistito.
"Si avvisano i gentili signori che il parco sta chiudendo. Siete pregati di
avviarvi verso l'uscita, grazie.".
La voce metallica dell'altoparlante risvegliò i due dall'abbraccio in cui si
erano quasi assopiti, spingendoli a ricoprirsi per avviarsi verso i
cancelli.
Hey, quei tonti si stavano dimenticando di noi! Con un balzo, io e Cleo
uscimmo dal nostro nascondiglio, scodinzolando felici.
"Hey... dove eravate finiti, monellacci!" Giulia ci coccolò entrambi, ancora
un pò indebolita dall'amplesso. Giorgio invece, con una pacca confidenziale
mi sussurrò "Grazie, amico.".
All'uscita dal parco i due rimasero a guardarsi, imbarazzati.
"Bhe...allora..."
"Bhe, uhm, sì...allora..."
Oddio, non avevano imparato niente...ma prima che mi lanciassi con tutto il
mio peso sulle gambe di Giorgio per spingerlo contro di lei, lui si decise a
metterle un braccio sulla spalla dicendole:
"Allora ti accompagno a casa... dobbiamo organizzare una bella cenetta a
casa mia, io, te, Romeo e Cleo. Che ne dici?"
"Sì, certo!" Giulia scosse il caschetto, raggiante, e lo abbracciò.
Trotterellai beato al fianco di Cleo, che camminando muoveva con grazia la
coda a punto interrogativo. Era la femmina di Husky più bella che avessi mai
incontrato, ed io il bastardo più dannatamente fortunato del quartiere. Ed
era una notte d'estate piena di promesse e molte le aveva già mantenute.
Cosa potevo desiderare di più dalla vita? E non dite "Un Lucano" o vengo lì
a mordervi il sedere.
----

 

back   next

 

Di Moemi

I racconti di Moemi su
http://www.moemiweb.net/