Singolare e Choccante prima esperienza  di Giomayo

 

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Come potrete comprendere leggendo il mio racconto, purtroppo non sono più
 giovanissimo e ovviamente non sono neppure uno scrittore di professione
 (anzi, non ho neppure un titolo di studio particolarmente elevato), sono
molto
 semplicemente una persona che si ingegna occasionalmente a buttar giù
 qualche raccontino erotico..per il suo (e, possibilmente, l'altrui.)
diletto.
Molte delle storie che - se me lo consentirete - vi farò conoscere, sono
frutto di
 fantasia, ma alcune (tra cui quella che sto per narrare) rispecchiano
 avvenimenti davvero accaduti.
A proposito di questa mia prima fatica (sic) letteraria. voglio sottolineare
che l'episodio (che forse, se vogliamo, non è particolarmente forte anche se
direi inusuale) va inserito nel suo giusto contesto temporale, la fine degli
anni'50 : ebbene, posso assicurare i molti che non hanno vissuto quegli
anni,
che all'epoca le esperienze sessuali dei giovani erano estremamente limitate
e la morale era ovviamente ben diversa dall'attuale per cui, per fare degli
esempi, l'esibizione - anche parziale - delle nudità era qualcosa di
conturbante
e quindi la visione, che so, di una ragazza in spiaggia in costume a due
pezzi
(e non si trattava ancora di bikini) era per noi ragazzi estremamente
emozionante
come, per contro, le ragazzine erano, nella grande maggioranza dei casi,
assolutamente ingenue e a digiuno in fatto di anatomia maschile.
Il sesso in genere, poi, era tabù anche per noi maschietti, che a nostra
volta non
potevamo certo dirci esperti della materia (anche se talvolta esibivamo una
spavalderia del tutto fasulla)
La storia che segue è dunque vera, l'ho vissuta personalmente: dirò di più,
non ho variato luoghi e persone anche perché credo che dopo oltre quaranta
anni non si pongano problemi di privacy

LA RAFFAELLA E LE GEMELLE
DOLCE VIOLENZA AD UN RAGAZZINO

Estate 1959, Quinto al mare (periferia di Genova).
Terminate le scuole ed in attesa di iniziare a lavorare presso l'azienda
 portuale di un mio zio, trascorro l'estate nella residenza abituale:
contrariamente alla norma, i miei decidono, quell'anno, di non andare in
villeggiatura, forse anche come  punizione per il mio scarso profitto
scolastico.
La cosa però non mi disturba poi più di tanto anche perché i miei compagni
di
giochi sono quasi tutti nelle mie stesse condizioni, per cui ci possiamo
ritrovare
ogni giorno per i consueti giochi di gruppo.
La zona di Quinto è davvero una sorta di grande parco naturale : il cemento
 ancora non la fa da padrone, la vegetazione è rigogliosa ed i prati
accessibili
 a noi ragazzi sono per nostra fortuna ancora tantissimi.
Quell'indimenticabile pomeriggio di fine agosto, ci troviamo a giocare in
otto:
oltre a me (il ricordo è ancora ben nitido) ci sono Elio, Armando, Mimmo,
Rori, più le solite tre ragazzine, due gemelle (Carla e Rossella)
quattordicenni
e Raffaella, cugina di Elio, una ragazzina della mia stessa età (15 anni).
Anche gli altri ragazzi hanno tra i 14 e i 15 anni, eccetto Elio, che credo
sia
prossimo ai 18 anni.
Il gioco che viene scelto per quel pomeriggio prevede che colui o colei che
perde, debba fare una penitenza consistente nella "tortura del palo".
Si tratta in sostanza, semplicemente, di lasciarsi addossare ad un grosso
albero ed a lasciarvisi legare per il busto, rimanendo poi perfettamente
immobili e muti per un determinato numero di minuti (credo dieci).
E' previsto il raddoppio della pena per chi si fosse mosso od avesse rotto
il
 silenzio prima dello scadere dei dieci minuti.
Questa forma di penitenza, che in realtà mai prima avevamo sperimentato,
è proposta da Elio, il quale già si era premurato di procurarsi corde e
cordicelle
utili allo scopo.
Primo a perdere ed a dover sottostare alla tortura è uno dei ragazzini,
Mimmo, che viene legato all'albero e poi  puntualmente liberato (grazie al
fatto
d'essere rimasto zitto ed immobile malgrado qualche maldestra provocazione
dei compagni).
Poi sono io a perdere e, naturalmente, non subdorando alcunché di anomalo,
mi
 lascio docilmente legare dal solito Elio.
Nel giro di pochi minuti mi ritrovo legato abbastanza saldamente, con i
polsi
 dietro la schiena.
Mi accingo a trascorrere così i minuti di penitenza quando Elio chiama
 tutti a raccolta facendo più o meno questo discorsetto:
"Il nostro Giorgetto è bello che legato, l'ho legato ben saldamente, non
 può proprio liberarsi e scappare.. vogliamo divertirci un po' ?.. cosa
potremmo fargli ? su, datemi qualche idea !"
Ricordo che Rossella, un po' banalmente, propone di farmi il solletico,
mentre i ragazzi propendono per azioni più violente, ma fini a se stesse e
tutto sommato piuttosto cretine (torcermi le braccia o le gambe,
imbavagliarmi strettamente.)
Ecco però che ad intervenire è Raffaella, la mia prediletta, colei di cui
sono segretamente innamorato (ovviamente la mia timidezza ha sinora impedito
che manifestassi la mia simpatia per lei !)
Raffaella (della quale posso oggi rilevare la straordinaria somiglianza con
la Maria,
la nipotina di Banfi, della fiction "Un medico in famiglia" nella serie di
qualche
anno fa) non credo invece mi abbia in gran simpatia: ancora oggi non so dire
se
l'idea davvero perversa che suggerirà al cugino sia stata determinata dalla
voglia di
beffare, di umiliare, di dileggiare proprio me oppure semplicemente dal
desiderio di
togliersi una. curiosità, profittando di me solo perché in quel momento ero
io a trovarmi nella scomoda posizione.
Sia come sia, Raffaella sussurra qualcosa all'orecchio di Elio, il quale
subito dopo
ne da pubblicamente annuncio, ad alta voce
" ragazzi, Raffaella ha un'idea davvero geniale ! sapete cosa potremmo fare
?
gli togliamo tutti i vestiti.. Si, lo spogliamo e lo lasciamo così, magari
in mutande,
legato... poi vedremo."
A sentire queste parole io mi sento venir meno per l'emozione, sicuramente
impallidisco, so di non potermi liberare .. quindi mi metto a scalciare a
tutta
forza, poi cerco di convincere Elio e gli altri a desistere dal loro
proposito !
Il solo pensare che tra pochi minuti sarò denudato, anche se non
completamente
(almeno questo è il massimo che mi aspetto.) ha l'effetto di procurarmi un
inizio di erezione: avverto che il mio uccello sta pian piano rizzandosi..
Intanto Elio mi si fa vicino e prende a slacciarmi la cinghia dei calzoni,
poi a sbottonarmeli, mentre le tre ragazzine, poco distanti, se ne stanno
a seguire la scena ridacchiando e parlottando tra loro.
Elio però è in evidente difficoltà perché io tiro calci e allora chiama a
raccolta
 gli altri: "venite a darmi una mano, su, almeno tenetegli ferme le gambe"
Prime a farsi avanti sono proprio le tre ragazzine, che, un po' a fatica,
 riescono però ad afferrare le mie gambe ed a tenermele quasi ferme.
I calzoni sono ormai completamente aperti sul davanti e, anche per forza di
 gravità, prendono a scendere, a scendere, finché la discesa si arresta
 all'altezza delle ginocchia.
Poi, non so neanche come, Elio e le ragazze riescono a sfilarmi del tutto i
 calzoni, poi le ragazze si ri-posizionano ai miei piedi per ytenermi ferme
 le gambe.
Ormai solo le mutande coprono l'essenziale ! e la mia erezione aumenta,
tanto che il profilo del mio pene si delinea chiaramente, tendendo la stoffa
delle mutande (tipo boxer, una sorta di clazoncino molto corto, con due-tre
bottoni sul davanti)
Elio torna vicinissimo a me e, a bassa voce (ma non tanto bassa da non
 farsi udire dagli altri) mi fa : " vedo che ti è venuto duro ! cos' è ? è
la
vergogna che ti fa questo effetto ? vabbeh, meglio così.. ci sarà da
divertirsi di più.. E le ragazze vedranno e impareranno meglio !"
Ciò che proprio non mi aspetto è l'azione che Elio fa seguire alle parole.
 si perché subito dopo il ragazzo allunga le mani proprio sul davanti delle
mie mutande ed inizia a toccarmi i genitali con movimenti leggeri e lenti.
Benché questi toccamenti avvengano attraverso la stoffa, io sono sempre
più teso ed eccitato, ma, come impietrito, non riesco a profferir parola.
Ed ecco che lui, forse per umiliarmi al massimo, forse per farmi capire
quale
 sarà il mio immediato destino, commenta " però. ce l'hai davvero duro.
vediamolo meglio. vediamolo bene !"
Disorientato, annientato, riesco solo a mormorare " No, Elio, no, questo no.
 questo proprio no.. avevi detto che mi avresti lasciato in mutande !! no,
non puoi farmi questo.. no ! nooooo ! "
Assolutamente incurante delle mie suppliche, Elio prende a sbottonare il
primo
bottone... ed io tento ancora di convincerlo a desistere dal proseguire..
" Elio, no, ti prego no..., non davanti alle ragazze.., non puoi fare una
cosa del
genere. su. dai. ragiona.. dai. basta così.. "
Perfidamente, Elio finge di accogliere parzialmente la mia supplica e chiede
alle
ragazze : "volete che prosegua o devo smettere ? "
Le tre ragazzine rispondono in maniera quasi incomprensibile. ma subito la
Raffaella si affretta a dichiarare la sua contrarietà a smettere il gioco
uscendo
con un inequivocabile " ormai che ci siamo.. "
Mi sento perso ! mi divincolo (inutilmente) mentre Elio riprende a
sbottonare e
 nel volgere di pochi secondi riesce a fare in modo che le mie mutande,
aprendosi e scendendo lentamente, scoprano il cespuglio pubico (già
abbastanza
folto) e subito dopo il mio uccello.
Avverto che ora il mio sesso svetta libero nell'aria, ballonzolando : non
riesco
ad evitare di dargli un'occhiata anch'io e mi pare eretto come mai prima
l'ho visto e l'impressione è che sia  anche un poco più lungo e più grosso
del
solito... poi chiudo gli occhi tentando invano di non pensare all'onta che
sto subendo.
Istintivamente, tento di serrare le gambe, quasi a voler trattenere il
membro tra
 le cosce come per nasconderlo, ma naturalmente l'inutile manovra non
sortisce
alcun effetto (anche perché le ragazze mi tengono sempre) e rimango così,
bello
nudo, esposto, praticamente in balia di tutti gli "amici" che nel frattempo
si
sono radunati attorno all'albero.
Quando riapro gli occhi, il mio sguardo corre subito alle ragazze, per
vederne
le reazioni e le vedo li, praticamente ai miei piedi : continuano a tenermi
ferme le
gambe (in posizione un po' aperta) e non sbaglio se affermo che si stanno
godendo
lo spettacolo, divertitissime !
Raffaella in particolare è quasi paonazza in viso e sta fissando con occhi
sbarrati
il mio uccello, che ora è preda di alcune contrazioni nervose del tutto
spontanee.
Io sto davvero morendo di vergogna, anche se sono eccitatissimo.
A tratti mi chiedo se son desto o se sto vivendo un sogno (o un incubo ?),
quasi
 non mi rendo conto di quale sia la realtà.. Sono frastornato... come
intontito
quando sento la voce di Elio che mi desta dal torpore : " Ebbene, ragazze,
state
bene a vedere.. Ora glie lo prendo in mano e gli faccio una bella sega..
Così
imparate per bene a farle ! sapete cos'è una sega o no ? "
La Raffaella ammette " no.. non lo so. " imitata dalle altre due compagne,
le gemelle, che sussurrano timidamente appena " no."
"Semplice" - è la spiegazione di Elio - " la sega è il modo più facile per
far godere un ragazzo "
Mentre io sono costretto ad assistere impotente a questo "colloquio"
restando
 seminudo, con i genitali belli esposti. in comprensibile agitazione.., Elio
insiste " allora, ragazze, se volete vederne una dal vero. comincio io a
fargliela. voi guardate bene. imparate..poi vedremo. d'accordo ? "
Le ragazzine non hanno il coraggio di profferir parola ed allora Elio se ne
esce con la frase " chi tace acconsente ! vado a cominciare !"
Io ho il cuore in gola, sono sudato, teso, sto davvero male.. chiudo per
 l'ennesima volta gli occhi, quasi che così facendo possa sottrarmi alla
indecente esibizione, poi tento l'ultima carta " no Elio, no ! mi hai
spogliato
completamente davanti alle ragazze... mi hai fatto mostrar tutto... ora
basta.. smettila.. altrimenti, guarda, mi metto a gridare.. "
La mia minaccia si rivela un boomerang, visto che Elio mi fa notare che se
davvero mi metterò a gridare potrà sopraggiungere qualcuno (magari una
donna,
mi fa notare sadicamente.) che altro non farà se non aggiungersi alla lista
di
coloro che mi hanno visto nudo.. (mentre loro, i miei "amici", se la daranno
a
gambe levate.)
Effettivamente il ragionamento non fa una grinza.. ed io mi sento
ulteriormente
 sconfitto..
Detto fatto, Elio mi si pone di lato (immagino lo faccia per dar modo alle
ragazze
di vedere bene !) ed impugna letteralmente il mio paletto di carne
palpitante e
comincia a muovere la mano su e giù, su e giù, molto lentamente.
" Ecco ragazze, questa è una sega.. E chissà quante se ne è fatte il nostro
Giorgio
 magari pensando alla Lollo oppure a una di voi. "
Manco a dirlo, è la prima volta che il mio membro viene toccato da una
mano che non sia la mia... e anche se si tratta di una mano maschile
 il piacere che provo è centuplicato rispetto all'atto "solitario".
C'è poi da aggiungere che il fatto di essere costretto ad esibirmi mi umilia
ma al tempo stesso mi da una carica erotica impagabile !
Per qualche minuto cala il silenzio. Elio prosegue nell'azione,
masturbandomi
con delicata abilità... le ragazze assistono quasi stupefatte... io chiudo
ancora
gli occhi e assaporo.. sino a che non sento salire l'eccitazione a livelli
prossimi all'orgasmo...
A quel punto non posso fare a meno di mugolare e dimenarmi...
Elio, ovviamente, capisce al volo che la conclusione è imminente, e
rende nota la cosa alle ragazze: "ecco, ragazze, ci siamo quasi. Giorgio
sta per godere. si dice "venire".. guardate bene, guardategli il pisello..
il "cazzo" come si dice. vedete quanto è duro ?.. ora lo lascio andare.ecco.
Ciò detto, Elio "abbandona" il mio uccello, che si mostra ai presenti in
tutta la sua... possenza ed è scosso da spasmi nervosi !!
Come in un sogno sento la voce di Elio " ora, cara la mia Raffaella,
glie lo prendi in mano. su. forza..da brava.. Toccaglielo. coraggio !"
Sono sempre più confuso ed annientato. mentre la ragazza sembra molto..
come dire. perplessa..
Elio vede l'indecisione ed insiste, calcando la mano " dai, non fare la
bambina,
accarezzalo, dai, toccalo.. vedrai che poi ti piacerà.. guarda che se non lo
fai andrò a dire a tuo papà che proprio tu hai voluto a tutti i costi far
denudare
un ragazzo...dai. allunga le mani..toccaglielo !"
La ragazza si convince, lascia alle due gemelle il compito di tenermi ferme
le
gambe, si alza, mi si pone di fronte e, cercando di imitare il cugino,
impugna
il mio uccello.
Il contatto della manina della ragazza col mio membro è una sensazione
paradisiaca, meravigliosa, un attimo che non scorderò mai più..
"Com'é caldo.." é il solo commento della Raffaella.
Notando che la ragazzina tiene ferma la mano attorno all' uccello, Elio
interviene per suggerirle i dovuti accorgimenti " devi muovere la mano
su e giù, su e giù. si..un po' lentamente. come ho fatto io prima.
capito ?"
La ragazza, applicando diligentemente i suggerimenti del cugino, imprime
alla
mano un lento e leggero movimento sussultorio, certamente maldestro ma
tuttavia
efficacissimo .. non c'è che dire...
Bastano due o tre "su e giù" : sono talmente sovraeccitato che
immediatamente
alcuni spasmi contorcono tutto il mio corpo mentre non riesco ad evitare di
emettere una serie di mugolii..
Ecco, ci siamo, non riesco a tacere.."no.no.ah. ah.si. sii. siiiii "
Mentre emetto, quasi senza volerlo, questi monosillabi, ecco che si scatena,
irrefrenabile, una vera eruzione di sperma..
Raffaella lascia immediatamente la presa, quasi. spaventata dall'evento
che, conoscendo solo approssimativamente (o più probabilmente non conoscendo
affatto) non prevede, ma si tira indietro velocemente, al punto che riesce
addirittura a non.imbrattarsi, mentre le due gemelline, meno pronte,
ricevono addosso parte del seme prima di fuggire schiamazzando.
L'orgasmo, molto più intenso di quelli vissuti prima, ovviamente non si
arresta: anche se sono ormai "abbandonato" a me stesso (ed ancora
impossibilitato ad aiutarmi con le mie stesse mani) ecco che il seme,
dopo i primi schizzi molto potenti, scorre lungo la mia verga,
ancora rigida. poi pian piano la fuoruscita rallenta e, quando termina,
mi ritrovo spossato, annientato dalla tensione nervosa e anche, non
lo nego, dalla vergogna.
Malgrado la magnifica e debilitante goduta, grazie ai 15 anni d'età, il mio
uccello
conserva una apprezzabile rigidità...!
E le ragazzine (tutte e tre) non si fanno scrupolo e tornano vicine all'
albero
cui continuo ad essere legato per gustarsi ancora la visione dei miei
genitali,
visione cui sicuramente non sono abituate e che evidentemente desta il
loro interesse...
Elio, manco a dirlo, approfitta di questo stato di cose e ritarda il momento
della "liberazione" lasciandomi ancora nella oscena posizione per parecchi
minuti, mentre io, pur avendo ora le gambe libere, sono talmente esausto che
non tento neppure più di occultare le mie intimità....
Ancora una volta, la situazione in cui mi trovo è per me umiliante ma
al tempo stesso eccitante, e ciò è dimostrato dal fatto che la mia erezione
non
accenna a smorzarsi se non impercettibilmente.
Mentre continuano imperterrite ed impertinenti a guardare e "controllare" le
reazioni del mio sesso, le ragazzine se la ridono. rendendomi ancora più
penosa la perdurante forzata esibizione..
Io, per di più, sono seriamente preoccupato perché temo sopraggiunga
qualcuno.
Come volevasi dimostrare, le mie preoccupazioni non si dimostrano
infondate.e
la mia agitazione aumenta vertiginosamente quando, in lontananza, avverto un
vociare di donna: si tratta senza ombra di dubbio della mamma delle gemelle
che richiama a casa le figlie..
Le gemelle, quasi spaurite,vorrebbero rispondere immediatamente ai richiami
materni e rientrare a casa, ma il solito Elio vuol prendere tempo ed io
corro il
rischio di esser sorpreso anche dalla ancor giovane mamma delle ragazzine
in questa tenuta a dir  poco sconveniente..
Il risultato è scontato: al solo pensiero che un'altra donna possa vedermi
nudo,
il mio uccello riprende in un baleno le sue massime dimensioni.
Per mia fortuna, le due gemelle, incuranti dell'appello di Elio, dopo pochi
 minuti scappano via per rientrare a casa, ed il pericolo è scongiurato.
A guardarmi rimane la sfrontata Raffaella, i cui sguardi sempre interessati
e sempre diretti "li" tra le mie gambe fanno si che la mia erezione stenti a
smorzarsi.. però a tutto c'è un limite.. e difatti pian piano l'erezione
si esaurisce.. per cui finisco per ritrovarmi con il pene ormai ridotto ai
minimi termini..
La cosa peraltro è fonte di ulteriore scherno da parte di Raffaella, la
quale
a questo punto incita il cugino a liberarmi " dai, ora puoi liberarlo...
guarda
come ce l'ha piccolino."
Tutti fuggono via, mentre Elio mi slega: io però, stremato, non ho neppure
la
forza o la voglia di gridargli tutta la mia rabbia.
Quella è anche stata l'ultima giornata trascorsa con quei compagni di
giochi,
dal momento che per qualche giorno non mi sono fatto vedere in giro (mi
vergognavo troppo !) e la settimana successiva, il 1° settembre, ho iniziato
a lavorare in ambito portuale
Ma non ho mai dimenticato quel pomeriggio d'agosto... e non ditemi che
non mi comprendete..!!!

 

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By Giorgio di Genova