Mica poi tanto                  di Moemi

 

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La sporca verità è che non provo più nulla.
Lascio che mi scopra il seno, inarco la schiena per riempirgli la mano,
sento che stringe, pizzica morde. Ed io lo guardo e accennando un gemito, mi
domando:"Ma oggettivamente, cos'è che dovrei provare?"
Mi abbassa le calze sulle cosce e le accarezza piano... ed io: "Ho fatto
bene a mettere la gonna" oppure "Mi sarò depilata bene? Non è che pungo in
qualche punto?".
Continuo a pensare.
Poi inspiro il suo odore e questo sembra stordirmi un po'. "Buono... buono",
penso.
Approfittando dell' intontimento, esploro le mie sensazioni per identificare
una vaga traccia di vera eccitazione.
Sento:
- la tela ruvida dei suoi pantaloni che mi sfrega sulle cosce.
- il capezzolo sinistro pulsare dal dolore per l'ultimo morso.
- l'aria mossa dallo schiaffo che sta per arrivarmi sul sedere.
- le sue dita che non so davvero più dove vogliano infilarsi.
- gli umori che fuoriuscendo dalla mia fica, inumidiscono i peli pubici.

Questo sento, e niente più.
Se dovessero collegare il mio cuore a qualche macchinario, una linea piatta
sarebbe tutto ciò che vedrebbero.

Nella mia testa fioccano insulti. Proviamo così.
"Porca! Ti piace farti mettere culo all'aria, eh? Proprio come una vera
puttana! E guarda come ti piace farti mettere le dita in bocca... come se
gli succhiassi l'uccello! Scommetto che godresti se te lo ficcasse nel culo
proprio adesso! Porca, sei una porca!"
Questo mi dico, eppure... mi sento una porca io? No, assolutamente.

Penso:
- ma non potresti per una volta, leccarmi un po' la fica? no, eh?
- ma sarai eccitato davvero, o stai fingendo? un uomo può fingere?
- non è che ne ho poi così tanti di buchi... decidi, dove le vuoi mettere
'ste dita?
- male, mi fa maaaale! com'è che non lo capisci?

Ecco che si apre la patta dei pantaloni, le mutande sembrano volergli
scoppiare addosso.
Bene, ne sono contenta... è tutto normale.
Lo tiro fuori ed è bellissimo, maestoso nella sua erezione, con tutte le
venature e la cappella tutta scoperta... praticamente un pezzo di carne.
Per non continuare ad osservarlo come se mi avesse messo davanti un tonno a
pallini viola, lo prendo in bocca e scompare dalla mia vista. Il sapore è
buono, vediamo se stavolta riesce ad andare più in fondo senza soffocarmi.
Su, giù, su, giù. E anche questa è fatta. Cosa viene dopo?
Ah, già, ci siamo.
Mi ricordo che i preservativi sono nella borsa, vado a prenderli. Intanto
controllo che sia ben chiusa la porta, mi abbasso meglio le calze, mi libero
degli slip. E mi aggiusto i capelli, per non averli tutti davanti alla
faccia.
Mentre mi sistemo supina davanti a lui, poggiando le gambe aperte sulle sue
spalle, penso ai criceti: le femmine in calore si buttano a terra pancia all
'aria, e sono buffissime.
Mi sento un po' un criceto.

Uno, due, tre, contatto. E' dentro. E spinge.
Accidenti mi sta guardando.
Così:
- faccio l'occhio da pesce lesso.
- gemo affannata, basandomi sulla potenza delle spinte per il ritmo.
- gli stringo il polso con forza.
- scuoto la testa di qua e di là...

E penso. Alla scena del film in cui Sally finge un orgasmo al ristorante,
davanti ad Harry. Devo essere convincente come Sally.
Un, due, gemo...convincente come Sally.
Un, due, ansimo...convincente come Sally.
Ah... bello. Adesso sì che mi pia... beh? Finito? Ok. Sarà per la prossima
volta.

E neanche ci penso a dirgli che, per il momento, forse sarebbe meglio che
non ci fosse una prossima volta.
Giusto il tempo che riprendo ad eccitarmi guardando certe foto, o leggendo
certe cose.
O a masturbarmi sapendo bene di chi è la faccia che ho in mente.
Giusto il tempo che mi riprende a battere il cuore, mica poi tanto.

 

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Di Moemi

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