Ricordo - lettera d'amore   di Venus Callipigia

 

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"Sono al buio  e penso a te
chiudo gli occhi e penso a te,
io non dormo e penso a te..".


Già, dormo male da quando nel mio letto tu non ci sei più .
Sai  che sono orgogliosa e mi costa ammetterlo, ma faccio fatica ad
addormentarmi senza provare quella calma, quel senso di protezione e
tranquillità che mi regalava sentirmi abbracciata da te, la mia
schiena contro il tuo petto, di fianco, soprattutto dopo aver fatto
l'amore, quando restavamo in silenzio, ascoltando il rumore dei nostri
respiri, che si quietavano a poco a poco, e ci addormentavamo.
Ho sempre troppe domande che si affollano tormentose nella mia testa,
ma soprattutto si rincorrono nella mia mente tanti ricordi.


Ricordo la prima volta che ti incontrai: da quel momento non riuscii
più a dimenticare la struggente tenerezza del tuo sguardo e
l'ineguagliabile dolcezza del tuo sorriso.
Purtroppo eravamo troppo timidi e impacciati per avvicinarci e
parlarci. Poi ci incontrammo nuovamente in Università: ricordo la
fatica che mi costava ostentare sicurezza quando ti incontravo, lo
sforzo per non abbassare lo sguardo. Avevo la sensazione che i cuore
mi volesse balzare fuori dal petto, tanto batteva forte. Ricordo
l'imbarazzo della richiesta del nostro primo appuntamento, l'emozione
che mi imporporava le gote e la tua voce un po' tremante.


Ricordo la gioia di scoprire tra noi tante affinità, l'ebbrezza che mi
provocava indovinare i tuoi pensieri,  l'intima soddisfazione di
quando io completavo le tue frasi e tu le mie, prima che finissimo di
parlare.

Ricordo la serena tranquillità, priva di qualsiasi turbamento che mi
pervadeva mentre  su una panchina mi tenevi seduta sulle tue gambe e
mi cingevi la vita con un braccio e appoggiavi l'altra mano sulle mie
cosce.
Io non mi accorsi nemmeno di aver schiuso leggermente le gambe, (me lo
facesti notare tu dopo) ,inclinai il busto verso di te, e mentre ci
baciavamo mi accarezzavi le gambe. Era il nostro primo bacio e ricordo
che anche la natura sembrava partecipare del nostro amore, regalandoci
un cielo stellato e un'aria tiepida e profumata.

Ricordo gli sguardi  maliziosi durante le lezioni, così diversi ma
altrettanto intensi di quelli timidi e orgogliosi di quando ci
osservavamo in silenzio a vicenda senza avere il coraggio di
avvicinarci e parlare. Ricordo anche le occhiate di vicendevole
gelosia se parlavamo con qualcuno del sesso opposto.


Ricordo il nodo allo stomaco che mi prendeva quando dovevo vederti, le
ore passate  a provare e riprovare i vestiti per scegliere quello
giusto da indossare,
la cura maniacale che mettevo nello scegliere la biancheria intima,
le ore passate ad esaminare il mio corpo nel timore di trovare una
particolare che non ti potesse piacere,
quelle spese a pensare a come pettinarmi,
ma soprattutto le ore passate a fantasticare sulle tue mani dalle dita
lunghe e affusolate sul mio corpo,
il tuo torace ampio e le spalle ben definite, a immaginare di
accarezzare e sentire dentro di me
la tua verga pulsante e carica di desiderio.
Ricordo che scoprii così la masturbazione: prima avevo solo fantasie
romantiche, non avevo mai provato uno slancio fisico così forte.
Lo scopristi  anche tu che mi  bastava poco per bagnarmi quando mi
toccavi e ti divertivi un po' a prendermi in giro per questo.


Ricordo l'imbarazzo di quando i professori ci han sorpreso
abbracciarci e baciarci tra gli scaffali della biblioteca,
la sofferenza e il senso di vuoto mentre stavamo lontani per preparare
gli esami,
le risate alle imitazioni dei professori.

Ricordo le nostre passeggiate mano nella mano, quando mi sembrava che
esistessimo solo io e te nell'universo,
la gioia spensierata dei pomeriggi ubriachi di sole abbracciati tra le
colonne del cortile dell'università, accarezzati da una brezza tiepida
e profumata di speranza, mentre progettavamo la nostra vita.

Ricordo le carezze rubate sotto il tavolo del ristorante a cena per la
mia laurea con i miei parenti,
il sincero entusiasmo alla notizia del mio primo scavo e della
pubblicazione dei tuoi articoli .

Ricordo lo stupore e la gioia imbarazzata di quando ricevetti a casa
le rose che mi mandasti per il nostro primo anniversario, accompagnate
da una poesia in latino scritta da te.


Ricordo come l'aria fosse carica di elettricità quando stavamo assieme
e come la tenerezza diventasse facilmente passione: ogni volta in
macchina o in collegio ci spingevamo sempre più in là
nell'esplorazione dei nostri corpi, fino a che non facemmo l'amore per
la prima volta.


Eravamo a casa tua, finalmente libera.
Ricordo  il tocco leggero e impaurito delle tue mani che si
insinuavano sotto il mio maglione, mentre scrutavi il mio sguardo con
la paura di scorgervi un  rifiuto.

Ricordo il profumo della tua pelle,
il sapore delle tue labbra dolci,
il solletico del tuo pizzetto mentre mi baciavi,
 i fremiti che percorrevano i nostri corpi mentre ci strusciavamo
addosso ancora mezzi vestiti,
l'emozione di vederci nudi per la prima volta e sentire il nostro
desiderio reciproco,
gli arabeschi lascivi che con la lingua tracciavi sul mio corpo,
la luce nei tuoi occhi quando mi dicevi che avevi voglia di me,
la tua lingua che giocava con il mio clitoride,
la mia bocca che ti assaggiava dappertutto,
la tua verga pulsante e carica di desiderio, che aveva una piccola
scossa a ogni bacio, l'emozione nei nostri occhi quando sentisti una
resistenza contro il pene,
la sensazione di averti dentro di me e la concentrazione
nell'accarezzarti contraendo e rilassando ritmicamente i miei muscoli
pelvici,
il calore del tuo respiro
il rumore delle tue spinte dentro di me,
il tuo gemito strozzato quando sei venuto.


Ricordo  che ci siam addormentati abbracciati, mentre sentivo il tuo
seme caldo che lento colava sulle mie cosce, mescolato al mio miele
d'amore.

Ricordo che la mattina dopo lo abbiam rifatto nella doccia, ricordo le
tue mani forti e delicate nello stesso tempo quando mi sollevavi e mi
spingevi contro la parete.

Da allora lo abbiamo fatto molte volte: ricordo  i baci voraci  e le
carezze audaci rubate nei camerini dei grandi magazzini ( non ti
dispiaceva in quei momenti andare per negozi) quelli lenti e
appassionati in camera da letto,
quelli veloci e istintivi in piedi nell'ascensore dell'albergo dove ci
vedevamo,
la note  struggenti  che intrecciavano allusivamente le nostre gambe
al ritmo del tango,
gli amplessi ora lenti e teneri, ora brutali e animaleschi.


Ricordo quanto mi facevi sospirare con i tuoi giochini all'ingresso
della vagina: te lo prendevi in mano, mi accarezzavi la vulva con la
punta, poi lo infilavi dentro con una lentezza esasperante, che mi
faceva impazzire.

Ricordo le notti abbracciati in macchina in penombra sotto il cielo
stellato, avvolti dal nero mantello della notte stellata di  una
tiepida primavera in fiore, accarezzati dai riverberi argentati della
luna sui nostri corpi nudi e tremanti.

Ricordo di quando tu fingevi di volermi seguire mentre studiavo e ti
sedevi dietro di me, sostenendo che saresti stato fermo e zitto e che
ti bastava avermi vicino. Ricordo anche che non mantenevi la promessa,
iniziando a muoverti strusciandomi lentamente su di me, accarezzandomi
la pancia e sfiorandomi i seni. Io non riuscivo a esserti
indifferente, e tu lo sapevi, ma non volevo dartela vinta troppo
presto, finchè un gemito, che mi sfuggiva dalla bocca, non mi tradiva.
Allora io mi giravo, sollevavo la gonna e mi siedevo su di te,
accogliendo la tua durezza fiera ed impertinente nelle pieghe morbide
e tenere del mio sesso.

Ricordo il tuo stupore quella volta che sono venuta a trovarti nello
studio senza mutandine,
e lo stupore di quella suora che ci sorprese mentre ti facevo un
pompino dentro l'androne di un palazzo, che pensavamo abbandonato,
tanto era silenzioso--

Ricordo il tuo sguardo la sera del tuo compleanno mentre mi guardavi
ancheggiare a ritmo di musica mentre mi spogliavo per te.

Ricordo il tocco delle tue mani mentre giocavi a far il "barbiere":
Figaro, l'acconciatore di tope--


Ricordo quando ti tenesti le mie mutandine intrise dei mie umori,
perché dicevi che quello era il tuo profumo preferito--


Ricordo i nostri amplessi in viaggio di nozze sulla spiaggia chiara
delle Maldive  al chiaro di luna,
le nostre risate quando ci rendevamo conto di assomigliare a due
cotolette, tutti impanati di sabbia--.


Ricordo il nostro viaggio a Santorini e il bacio che ci demmo a Oia,
accarezzati dal caldo riverbero del sole al tramonto sull'acqua del
mare.


Ricordo che ti piaceva mangiare su di me, il tuo " vassoio da portata"
preferito--

Ricordo che mi svegliavi al mattino con una  carezza  sulla testa,
il primo bacio del mattino e l'ultimo alla sera prima di
addormentarci.


Ricordo la tua voce profonda che mi faceva venir i brividi mentre
pronunciava il mio nome, i libri che leggevamo, le poesie che mi
dedicavi , gli scatti fotografici che realizzasti dopo che facevamo
l'amore: dicevi che sembravo una dea--

Ricordo la tua gioia quando ti ho detto che ero incinta,
ricordo i rari  litigi ma soprattutto  gli appassionati amplessi che
ne seguivano,
ricordo la tenera fermezza del tuo abbraccio da dietro, sdraiati di
fianco, quando accennavo ad alzarmi dal letto.


Ricordo la prima volta che ti ho legato e bendato e non ti permettevo
di prevedere le mie mosse sul tuo corpo--.


Ricordo l'ondeggiare buffo del tuo pene mentre mi rincorrevi nudo per
la casa mentre io fingevo di scappare da te, la dolce fermezza delle
tue mani attorno ai miei polsi , sollevati sopra la testa, mentre mi
baciavi in piedi contro il muro, il tuo ginocchio che si insinua tra
le mie gambe, le tue mani che mi sollevano e mi schiacciano contro il
muro mentre mi penetri sorreggendomi per le natiche.

Ricordo le occhiate di fuoco che ci lanciavamo anche nelle cene tra
amici, e i giochi  di carezze illecite sotto il tavolo: ricordo che
eravamo i primi ad andare via.

Ricordo che con te imparai anche  ad amare la montagna, anche se a dir
la verità quel che mi piaceva era stare abbracciata con te davanti al
camino acceso.

Ricordo quella sera che eravamo al bar con la nostra compagnia, io
seduta su di te, che avevi iniziato ad accarezzarmi sempre più
insistentemente la schiena e giocherellavi con l'allacciatura del mio
reggiseno, approfittando della penombra dell'angolo in cui era situato
il nostro tavolo. Io mi sforzavo di   mantenermi indifferente alle tue
carezze, per poter reggere sensatamente la conversazione, nonostante
il mio respiro stesse diventando un po' irregolare e sentissi un gran
calore tra le cosce. Ricordo che avevo tentato  di divincolarmi, ma tu
mi cingevi la vita. Allora io ti sussurrai con tono di finto
rimprovero "Guarda che se continui così, va a finire che ti violento
qui seduta stante". Ricordo il sorriso di stupore misto a
compiacimento
che era comparso sul tuo volto. " Non vedo l'ora" mi avevi risposto.
Fu così che ci alzammo e salutammo i nostri amici, fingendo di uscire,
ma in realtà dirigendoci verso i bagni del locale, al secondo piano.
Lì facemmo l'amore in fretta, in piedi,con la paura di essere
scoperti. Ricordo che a entrambi piacque tantissimo e a casa
continuammo a fare l'amore per il resto della notte, tanto il giorno
dopo era domenica--Già, le domeniche--Non mi erano mai piaciute, perché
inevitabilmente pensavo al lunedì e alla ripresa degli impegni e
inoltre i negozi eran pure chiusi--Con te imparai ad amarle e non
vedevo l'ora che arrivassero, perché adoravo passarle a letto con te.


Anche ora sono a letto e il ritmo delle immagini che si  susseguono e
rincorrono nella mia mente  accompagna  quello delle mie mani sul mio
corpo, fino a un orgasmo forte, ma malinconico.
 Riapro gli occhi e una lacrima mi riga la guancia destra, scende
sulla pelle ancora calda per l'orgasmo e sento il suo sapore sulla
lingua: è salato, ma per me è amaro. Così come i miei giorni senza te.
I frammenti della nostra vita insieme mi tengono in una dolce
prigionia.
 Mi manchi e il tuo ricordo  mi aiuta a vivere e mi uccide  allo
stesso tempo.
Non riesco  a sottrarmi a questi pensieri perché son schiava del tuo
amore:
sei sempre nelle mia mente e il ricordo di te mi strazia.

"--quare id faciam: nescio, sed fieri sentio et excrucior".

 

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By Venus Callipigia

Racconto pubblicato su ti.sesso.racconti in data 05/04/2004