L'OSPITE    di Jacco

 

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Sono ospite a casa vostra, si cena, ci si conosce, si chiacchiera, si va a
dormire senza che nulla accada, il mattino dopo inizia il gioco.

Tu entri nella mia stanza per darmi il buongiorno, indossi un elegante
pigiama a righe e mi apri le imposte dicendo "Gentile ospite, ecco la
colazione!" e batti due volte le mani, ridendo del tuo gesto e del tuo
linguaggio, un po' goffi e recitati.

Entra gattonando tua moglie. È completamente nuda e cammina con malcelato e
divertito imbarazzo su mani e ginocchia. Io vorrei ridere ma rimango
serioso. Lei viene vicino alla sponda del letto e tu le poggi sulla schiena
una tazza ancora calda di cappuccino caffè e latte. "Si serva con comodo" e
aggiungi sulla schiena nuda di Claudia anche un piattino con il cornetto.

Scosto le lenzuola e mi siedo sul bordo del letto. Mi stiracchio e provo
almeno a mimare di mangiare qualcosa su quell'originale tavolino mobile.

Prima tocco i seni, voglio sentirne il peso sul palmo della mano. È
gradevole sentire il capezzolo turgido che sfiora l'incavo del palmo.
Accarezzo quel che posso della schiena, delle braccia e del culo. È una
pelle giovane, delicata e fresca, non indurita dagli anni o dal carattere.

"Grazie mille Signor Carlo, davvero il buongiorno si vede dal mattino" e
inzuppo così il cornetto. Lo mordo. È alla marmellata, di ciliegie.

"Buongiorno anche a lei Signora Claudia, vedo che si è preparata bene!" e
così dicendo le pizzico con gesto maldestro un capezzolo. Claudia ha una
reazione naturale anche se contenuta. Le tazze traballano ma lei riesce a
non farle cadere. Rimane con i muscoli contratti aspettandosi da me un'altro
gesto disaccorto. "Ma cos'ha combinato?" dico io cercando di giocare e
recitare. Non sapendo cosa aggiungere alzo le tazzine e le pulisco la
schiena con le dita. che ripasso poi sulle sue labbra. Lei non reagisce, non
le lecca, quasi fosse ancora risentita. Ma nemmeno si scosta, lascia fare, è
docile. Allora io mi accanisco e inizio a sentire i suoi umori più intimi.
Mordo il cornetto, le scosto le natiche e mentre mangio strofino le dita
sulle sue grandi labbra. Me le odoro. Mi piace ma poi mi pulisco su di lei.
Di nuovo,  questa volta infilo il medio nella schiuma del cappuccino e lo
poggio con insistenza sull'ano. Lei reagisce con imbarazzo, non può muoversi
senza far cadere tutto e non è pronta ad aprire il culo alle visite.

Ti guardo e non so se ti aspetti un rimprovero o se vuoi portarlo tu, a lei.
Sei immobile e di brutto colorito. Sembri paralizzato. Riesco stranamente a
simulare una qualche forma di sicurezza, del gioco, e mi odoro il dito che
avevo insistentemente provato a penetrare nel culo di Claudia. Lo ripulisco
sulle sue natiche.

"Vuole del burro, Signore?". Così esordisci per segnalarci che hai ripreso
coraggio. Teneramente anche Claudia reagisce di suo e prova ad aggiungere
qualcosa. Vorrebbe dire che si scusa e io trovo il pretesto per
rimproverarla. "Doveva spalmarsi bene il buco del culo di burro! Con cosa
condisco ora le fette biscottate?" e detto questo dovrei sculacciarla ma
devo invece trattenermi: farei una rovina del servizio. Riprendo quindi
goffamente la colazione, sbrodolando con intenzione sulla sua schiena.

Ti guardo sott'occhi e per non deluderti aggiungo "Signor Carlo credo che la
Signora vada punita! Che ne dice di usare la cinghia? Così, appena appena,
sul culetto, su questo culetto sbadato" e così dicendo, schiudendo le
natiche, verso del caffè ancora caldo sull'ano di Claudia. Tu intanto hai
preso dall'armadio una cinghia e ti avvicini per fustigarla leggermente
mentre finisco la colazione.

Il "tavolino" inizia a muoversi e a gemere e noi ridiamo. Poi mi pulisco le
mani sul suo corpo, mi passo i capelli sulla bocca e mi alzo dicendo a
Claudia "Vediamo se sei brava a portare in cucina il servizio" e lei ci
prova seguita da noi due divertiti nel vedere ondeggiare il culetto già
arrossato da alcune striscie.

È il tuo culetto arrossato, Claudia!

Nel corridoio facciamo appena in tempo a salvare tazzine e piattini da una
rovinosa caduta. "Scherzi a parte! Carlo, io devo pisciare. Tu dove pisci
nel cesso o in bocca a Claudia?" "No, non l'abbiamo mai fatto!" "Nemmeno io.
Che ne dici Claudia?" ma tu m'interrompi "Ehi lei oggi è la nostra schiava,
cosa Le chiedi?". Ti ritrovi così in ginocchio nella vasca da bagno e con la
bocca aperta mentre Carlo ed io cerchiamo di pisciarti addosso.
L'eccitazione è tanto forte che il cazzo si è rizzato e non riesco a
distendermi. Infine orino alto sul tuo viso, facendoti una doccia "dorata".
Carlo ride e poi ti piscia davvero in bocca, tu non ce la fai e sputi tutto
nella vasca.

Ora il programma vuole che tu ci svesta del pigiama e ci vesta di tutto
punto, sempre nuda. Lo fai ed è molto piacevole. Quando arrivi ai pantaloni
t'inginocchi per sfilarmeli e poi prendi il boxer. Ti viene spontaneo
spompinarmi e potresti berti il mio sperma ma non andiamo oltre e m'infili i
boxer. Io invece protesto, voglio che mi lavi prima l'uccello e andiamo in
bagno perché tu mi faccia il bidè. Prima defeco e tu sei lì in ginocchio che
aspetti che finisca, ti tengo per mano e osservo il tuo imbarazzo che è
anche il mio. Poi mi lavi il culo e i genitali, di nuovo in ginocchio mi
asciughi e di nuovo il cazzo è tra le tue mani ma questa volta lo infili
dentro mutande e pantaloni, senza provare nemmeno a leccarlo o smanettarlo.

Al termine Carlo ed io ci mettiamo comodi e tu inizi i servizi di casa. Il
gioco è che tu li faccia nuda o talvolta appena vestita, con gli accessori
da cucina. Ora sei nuda, dai piedi ai capelli, ed hai solo i guanti gialli.
Stai lavando a terra ed è bellissimo vederti chinare, guardandoti il culo,
od osservare come dondolano ti tuoi seni quando passi il panno, con la
mazza, sul pavimento. Ti filmiamo e ti fotografiamo.

Ora sei passata al bucato, stai infilando i panni sporchi in lavatrice. Ti
chini spesso e noi siamo molto concentrati sul tuo culo. Quando la lavatrice
entra in funzione io voglio prenderti da dietro e incularti mentre ti poggi
alla macchina vibrante. Non lo faccio, t'infilo ancora un dito, il pollice,
dentro e poi un altro, l'indice, in fica, per sentirmeli strisciando sulle
tue pareti interne, di retto e di fica.

Dopo t'infili il grembiule ed è un classico da rivisitare. Tu ai fornelli
che cucini con il solo grembiule indosso. In verità la cosa ci annoia e
allora passiamo ai fatti. Non possiamo che punirti per questo calo
d'eccitazione e dovendo omaggiare un classico dell'erotismo sciupato,
cerchiamo di rinnovarlo sculacciandoti, riversa sulle nostra ginocchia, con
il mestolo di legno. Hai ancora il grembiule e vogliamo farti almeno il culo
rosso, molto rosso. Il grembiule è a strisce gialle e blu. Peccato (si fa
per dire) che per arrivare a questo risultato tu debba soffrire un po'.
Piangi sommessamente mentre avevi urlato ai colpi del mestolo, tanto da
doverti a turno tenere ferme le mani, prima io e poi Carlo. D'istinto le
avevi portate dietro la schiena e il mestolo ti aveva colpito sulle nocche.
Ci siamo alternati e quando sei caduta sulle mie ginocchia il culo era già
violaceo. Mentre Carlo ti teneva le mani io ho continuato con mani a
colpirti sulla carne già livida ed ogni colpo era un sussulto convulso di
dolore.

Abbiamo leccato le tue lacrime e accarezzato il viso. Piangevi a dirotto,
sul pavimento. Poi stanchi di consolarti abbiamo levato le scarpe e ti
abbiamo detto di leccarci i piedi mentre continuavi a piangere. E per non
farti smettere ti abbiamo preso a schiaffi sul viso. Mentre piangevi e
prendevi i ceffoni sei stata ben fotografata e filmata. Dovevi anche girarti
e mostrare bene le natiche arrossate. Ed aprirle bene alla vista perché si
vedessero i genitali e l'ano. È importante, sono le foto che mostrerai alle
tue amiche per dimostrare quanto sei disposta a subire per il piacere degli
uomini. Lo farai questa sera con noi presenti, in un party già organizzato.
Le foto sono digitali ma alcune saranno stampate nella serata da un Quick
Service dove lavora un vostro amico, anche lui invitato con la fidanzata. È
più eccitante sapere che passeranno sotto il suo sguardo, nella macchina. La
fidanzata potrà sbirciarle prima di confezionarle per la consegna. Si
bagnerà sotto gli slip? È ovvio che sarà lei la nuova vittima della serata.
Lei lo sa o lo ha solo presentito? Ovviamente vedremo anche il filmino, in
video.

La lavatrice ha smesso e devi stendere il bucato. Potremo finalmente
approfittarne, secondo programma, per divertirci a torturarti con le
mollette. Sei nuda e ovviamente non puoi affacciarti. Dobbiamo stendere noi
i panni e allora ti trasformiamo in un porta mollette. Ridiamo a crepapelle
nel vederti piena di mollette. Le abbiamo messe sul seno, intorno intorno ai
capezzoli. Infine li metteremo anche lì, sui capezzoli, ma per poco, giusto
il tempo prima di utilizzarli. Altre mollette ti terranno aperte le grandi
labbra tra le cosce e in faccia sarai trasformata in una maschera. Che foto!
Una fila per ogni labbra, una sui lobi delle orecchie, una sul naso. Ma
questo è solo per ridere e fotografare. Il dolore sono quelle sulle
mammelle, loro restano a lungo, per tutto il tempo che scioriniamo fuori dal
balcone. Prima di prenderle le facciamo saltare via, con un colpetto. È la
cosa più dolorosa!

Quando il gioco è finito tu torni ai fornelli e finisci di preparare il
pranzo, in testa ti abbiamo messo una cuffietta e io ti riprendo mentre
lavori con il culo gravemente arrossato e segnato. Quando ci servirai te lo
toccheremo e tu salterai ogni volta. Seduti a mangiare ti faremo anche
chinare bene, per ammirare l'opera compiuta. Così facendo ti scosteremo
anche le natiche per guardarti il culo, il buco del culo. Lo lavoriamo con
il burro e finiamo per sdraiarti sul tavolo e mangiare sul tuo corpo. Il
pinzimonio con il sedano lo facciamo dopo avertelo infilato profondamente
dentro la vagina. Una grossa mela rossa, ad aprirti la bocca. La tieni con i
denti. Poi ti giriamo e, riempito il tuo corpo di ogni salsina rimasta, ti
lecchiamo e ripuliamo con il pane, non dimenticandoci di farti mangiare
qualcosa dal nostro cazzo, anche lui ben inzuppato, e di incularti e
penetrarti, anche insieme e in ogni occasione che il pasto osceno presenti.

Alla fine dell'orgia tu sei sdraiata, sul tavolo, immonda tra avanzi che ti
circondano, tu stessa avanzo tra gli avanzi. Hai bevuto e mangiato il nostro
sperma, con ogni pietanza per quanto sia bastato, dal risotto allo spumante
ti abbiamo condito ogni portata. Hai mangiato senza posate e senza mai
sederti, persino leccandoci i chicchi di riso tra le dita dei piedi, che poi
ovviamente ci siamo ripuliti sul tuo viso. È difficile ora distinguere sul
tuo volto gli abbondanti accumuli di sperma seccatosi da incrostazioni di
altra origine. I capelli sono unti di ogni cosa. Hanno sostituito i
tovaglioli e ci siamo ripuliti anche i cazzi.

Noi invece siamo sfiniti, io sopra un divano e Carlo s'una poltrona.
Ammiriamo e rimiriamo. Dopo un quarto d'ora Carlo mi dice "C'è da
sparecchiare, mi aiuti? Io faccio anche il caffè". Vengo da te e inizio a
liberare la tovaglia, scopo anche per terra ma di te non mi curo. Anzi, ogni
tanto ripulisco un cucchiaio su di te o ti verso addosso un avanzo di
bicchiere. Al termine è rimasta solo la tovaglia imbrattata e tu sopra.
Giriamo i risvolti della tovaglia su di te, quasi dovessimo buttarti
scuotendola.

Anche per terra è stato lavato. Io e Carlo ci beviamo il caffè ignorandoti e
discorrendo di tanta bellezza. Abbiamo le foto ovviamente e il filmino, sul
televisore. Bussano alla porta e tu vai ad aprire. Sai già che è Maria, la
fidanzatina che lavora al Quick Service. È venuta a ritirare le foto. "Vuoi
un caffè? È ancora caldo!" La signorina accetta e noi orgogliosi le
mostriamo il tuo corpo, Claudia, umiliata e ormai tremante sul tavolo. Maria
ha un sussulto "Sta male?". "No - dico io - cioè l'abbiamo solo strapazzata"
.. Maria beve il caffè incredula e per lunghi interminabili attimi ti fissa
negli occhi. Non so cosa vi siate detti ma sicuramente vi siete parlate a
lungo. E vi siete intese. Tant'è che al termine io vorrei chiedere a Maria
cosa porta sotto. Poi capisco che non posso rischiare di spaventarla. Lei si
volta e mi guarda quasi avesse letto la mia intenzione di alzarle la gonna.
Ci guarda entrambi, "Ehi ragazzi calma! Io devo scappare al negozio.c'è
Marco giù", quasi volesse richiamare una protezione che sa potrebbe solo
volgersi all'incontrario.

Uscita anche Maria, riempiamo la vasca di acqua calda e ci occupiamo di te.
Con dolcezza. Quasi a volerti restaurare e ridonare alla vita. Ti laviamo
con cura, tu mezza dormiente. Una volta asciutta, ti mettiamo a letto per
un'oretta. Tuo marito esce per le ultime faccende e, mentre dormi, anch'io
mi lavo, con una doccia. Quando Carlo torna ti medichiamo e ti profumiamo,
dappertutto. Ti ispezioniamo anche vagina e ano. Prima di truccarti ti
laviamo i denti e con la spazzolino ti puliamo anche la lingua. Infine ti
aiutiamo a vestire, con cura nei dettagli. Questa sera devi  essere una
regina. La Regina dei Cazzi di Tutto il Mondo! Sarà Maria la tua schiava.

 

 

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By Jacco