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venerdì 24 marzo 2000, S. Romolo

Sommario Rassegna Stampa

Scuola, autonomia sgovernata
Scuole e Comuni più forti prendono tutto. Il resto muore

Anna Franca Tana un'insegnante e una cittadina delusa

In un periodo in cui il ministro Berlinguer non gode di popolarità positiva tra i docenti spezzo una lancia in suo favore: l'autonomia può diventare una buona cosa. L'errore che ha fatto il ministro è quello di avere varato questa riforma e poi di essersela dimenticata: vedi il contratto della categoria scuola.
L'errore che stanno facendo Enti Locali e Regione è quello di non governare la realizzazione, ma di limitarsi a registrare le meschinerie del singolo comune e della singola scuola: chi urla più forte vince, a scapito degli altri. Un progetto di autonomia governato, che tenga conto dei bisogni reali, dovrebbe prevedere per la provincia di Ferrara tre grandi nuclei dotati di tutte le specializzazioni: i distretti di Ferrara, Codigoro e Cento e
degli accordi di Rete tra le scuole di Ferrara e quelle di Portomaggiore, Argenta, Copparo e Bondeno per fornire, in loco, agli studenti dei comuni citati le specializzazioni di cui hanno bisogno, fermo restando il nucleo centrale di formazione da svolgere direttamente in quella realtà.
Questa scelta permetterebbe a questi comuni di mantenere le loro strutture superiori, ridurrebbe il pendolarismo studentesco, con vantaggi per la vivibilità di Ferrara e per i problemi d'inquinamento, ma anche con vantaggi per la cura degli studenti, che nelle realtà scolastiche più ridotte ricevono più attenzioni e forse hanno problemi inferiori. Certo aumenterebbe il pendolarismo degli insegnanti, ma il contratto può

risolvere il problema: da un lato utilizzando i famosi sei milioni del "concorsone", per incentivare la qualità di sistema che richiede differenziazione di compiti che diventano valutabili, dall'altro mettendo in funzione l'organico funzionale per tutte le realtà e finalizzandolo anche agli accordi di rete. Per far questo occorrerebbe una capacità di lettura del testo della normativa sull'autonomia ed una volontà di governo locale scevra da timori elettorali. Al momento invece l'idea di autonomia che si sta realizzando è quella "mors tua, vita mea".
La scuola ed il comune più forte prende tutto. Perciò il destino di questa provincia sarà caratterizzata da tre grandi mostri: Liceo Classico, Liceo Scientifico e Itis di Ferrara che faranno tutto; dal mantenimento faticoso e solitario di Cento e Codigoro, dalla sparizione lenta ma inesorabile di tutte le altre scuole della città e dei comuni citati. Basta guardare alle deroghe alla normativa dell'autonomia sul dimensionamento. Le deroghe infatti non sono state concesse sul numero degli studenti già iscritti in modo da rientrare entro i limiti "saggi" dei novecento allievi in tempi ragionevoli: sono invece state concesse o interpretate nella logica "possiamo aumentare finché vogliamo", col Comune e la Provincia che incentivano tale interpretazione dedicando la gran parte delle risorse a queste scuole. Ha senso? Non sarebbe più sano non perdere le specializzazioni esistenti, anzi decidersi a mettere in piedi quelle mancanti (Liceo Artistico, Liceo Musicale ad esempio) senza aspettare il "là ministeriale" (autonomia vuol dire anche questo) ed avere degli studenti curati e seguiti in tutte le realtà con a disposizione tutte le possibilità formative diffuse sul territori.


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