DDT o Diclorodifeniltricloroetano
Pesticida chimico incolore, utilizzato per eliminare insetti portatori di malattie e
infestanti delle colture. Isolato in Germania nel 1874, solo nel 1939 fu riconosciuto dal
chimico svizzero Paul Müller (premio Nobel) come potente veleno nervino per gli insetti.
Utilizzato per la prima volta intensivamente nella seconda guerra mondiale come misura
precauzionale prima delle invasioni, il DDT fu sparso, poi, in grandi quantità in tutto
il mondo per combattere la febbre gialla, il tifo, l'elefantiasi e altre malattie
veicolate da insetti.
In India, il DDT ha ridotto i casi di malaria da 75 milioni a meno di 5 milioni in un
decennio, mentre le colture e il bestiame trattati con DDT talvolta sono giunti a
raddoppiare i loro rendimenti.
A partire dagli anni Sessanta si è scoperto che il DDT produce gravi effetti collaterali
sull'uomo e sugli altri animali. Esso, infatti, entra nella rete alimentare di questi
organismi, causando disfunzioni riproduttive e altri gravi problemi sanitari. Inoltre,
alcuni insetti nocivi hanno sviluppato ceppi resistenti al DDT, la cui popolazione è
cresciuta indisturbata, mentre i loro predatori naturali sono stati sterminati
dall'insetticida. Per questi e altri motivi, il DDT è stato vietato in molte nazioni,
sebbene ancora oggi possa essere utilizzato in casi di emergenza sanitaria.