Liceo Scientifico e Classico "G. Asproni" - Iglesias |
Malaria |
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Negli anni 1920 / 1939 la Sardegna era la regione d'Italia più colpita dalla malaria, seguita dalla Puglia.
Anni 1936/ 1938 mortalità: 221
casi, con un tasso di 2,11
Anni 1936/ 1938 mortalità: 149
casi, con un tasso di 0,56
Durante la seconda guerra mondiale la Malaria aumentò sensibilmente in tutta l'Italia a causa della disgregazione dei servizi sanitari e della distruzione degli impianti di drenaggio in seguito a operazioni militari; ciò portò ad un aggravarsi della situazione in varie regioni, ad esempio nel Lazio, nelle Paludi Pontine e nell'Agro Romano; ma ritornò sotto controllo nel 1946 con l'uso del DDT. La Sardegna tuttavia deteneva ancora il triste primato nazionale: la popolazione dell'isola rappresentava circa il 2,7% di quella nazionale e si registrava il 20% del numero totale dei casi di Malaria.
Sembra che la Talassemia major fosse già presente in Sardegna in tempi preistorici così come la malaria, ma quest'ultima ai tempi di Alessandro Magno (350 a.C.) divenne un problema epidemico. Nel delta padano la malaria è diventata endemica nel dodicesimo secolo, inoltre le migrazioni e le colonizzazioni dei popoli hanno contribuito all'attuale distribuzione delle Talassemie. In Italia la migrazione dal sud e dalle isole verso il nord ha determinato un aumento dell'incidenza del tratto talassemico in zone come Milano e Torino. In alcune zone del Mediterraneo, ma soprattutto nella zona sud-occidentale della Sardegna è evidente l'elevato numero di portatori sani ( eterozigoti ) del tratto Beta-talassemico: 1 ogni 8 abitanti, che costituisce un problema sanitario e sociale di assai vaste dimensioni. Si pensa che la malaria rappresenti il fattore selettivo responsabile della forte incidenza delle Talassemie in queste regioni. E' evidente infatti una chiara correlazione, nelle stesse aree geografiche, tra la frequenza della malaria e la frequenza del tratto Beta talassemico sia nel presente che in epoche passate; sembra infatti che i portatori sani di Beta-talassemia, a causa dei loro globuli più piccoli (Microcitemia) e di forma anomala, abbiano trovato nella Malaria un fattore selettivo rispetto al resto della popolazione. Infatti il Plasmodio falciparum, troverebbe inospitali gli eritrociti presenti nei portatori sani di Beta-talassemia che dunque vengono risparmiati dalla malattia e pertanto hanno maggiori probabilità di sopravvivenza rispetto ai non portatori che invece vengono appunto preferibilmente colpiti dalla Malaria.
E' questo il motivo per cui i dati relativi all'incidenza della malaria in Sardegna si aggravano in peggio rispetto alla media nazionale . Gli screening eseguiti intorno al 1945 -1960 mostrano l'incidenza globale delle varie forme di microcitemia: 10% in Sicilia, Calabria, Lucania, Puglia Campania, delta padano. 27-30% nella Sardegna meridionale. Intorno al 1978 è stato eseguito uno screening in Sardegna per valutare l'incidenza delle sindromi talassemiche . I dati indicano una frequenza media del 12,6% per la Beta talassemia eterozigote, e del 6,9% per l'Alfa talassemia eterozigote, con lievi differenze fra le varie zone della regione.
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