PARCO DEI NEBRODI
DOVE LA MEMORIA RESTA CUSTODITA
di Nuccio Lo Castro pubblicato su "Nebrodi - Il Parco tra cultura e natura"
supplemento al n° 44 di Ambiente duemila
Maturata soprattutto nell’ultima metà del secolo una sensibilità nei confronti dello studio della cultura materiale, della relazione tra le attività umane tradizionali e la trasformazione culturale dell’ambiente, si è fatto strada un interesse verso la conservazione dello straordinario patrimonio di conoscenze, cicli, processi, abilità e prodotti, che tanto facilmente sono esposti al rischio dell’oblio in un tempo - come il nostro - in cui la cancellazione della "memoria
" appare quasi un processo inarrestabile. Mentre in altre regioni la "museografia folklorica" è stata una più precoce conquista, nella nostra ha fatto breccia solo negli ultimi decenni e con difficoltà, in grado tuttavia di inserirsi entro contesti in cui la cultura contadina non è del tutto scomparsa e resta non solo la memoria di tecniche, linguaggi, funzioni ma perdurano, continuando a tramandarsi, pratica e uso.A partire dagli anni
‘70 in alcuni centri dei Nebrodi e per opera di appassionati e studiosi, si sono promosse mostre temporanee a carattere etnoantropologico. Avendo destato un certo interesse e rafforzato il convincimento a proseguire in un’azione di conoscenza, divulgazione e conservazione, le iniziative si sono moltiplicate, con l’obiettivo di giungere alla istituzione di musei permanenti. In qualche caso ciò è stato possibile anche grazie all’impegno di alcuni Enti Locali ma sono tante le collezioni di proprietà di privati, associazioni o comuni che attendono di disporre di adeguate sedi che ne consentano in primo luogo la fruizione (Tortorici, Mistretta, Galati Mamertino, S. Marco d’Alunzio). Essi potranno contribuire, insieme ai luoghi da preservare, le sedi produttive, le strutture non mobili, alla comprensione dei processi storici, sociali, economici che sono alla base dell’identità e del patrimonio di cultura di queste popolazioni. Nei paesi del Parco sono diverse le strutture museali che godono di una sede stabile e osservano orari di apertura per le visite, presentando talvolta aspetti di precarietà e provvisorietà negli allestimenti.A
Caronia il Museo del Bosco è ospitato all’interno del Palazzo Cangemi, dove pure trovano spazio la Biblioteca e la Pinacoteca Comunale; la sua collocazione in questa cittadina è assai significativa, considerato il rapporto storico di essa col suo territorio basato sul millenario sfruttamento delle risorse forestali, pur salvaguardandone sempre lo straordinario equilibrio. Nel museo sono oggetti della cultura materiale e documentazioni relative al processo della carbonizzazione ("u fussuni"), della caseificazione, della coltivazione granaria. Tra gli elementi più significativi, sono riproposti nelle particolari tipologie, forme e dimensioni i "pagghiari" che servivano da rifugio per pastori e carbonai.A
S. Agata Militello, un moderno edificio espone le collezioni del Museo Etnoantropologico dei Nebrodi. che si prefigge di illustrare non solo strumenti e tecniche del lavoro contadino (cicli del lino, del grano, delle olive) e dei pastori (abbigliamento, lavori di intaglio in legno) ma anche quelle attività che hanno interessato la vita della donna e il lavoro domestico (tessitura, panificazione) e la sfera relativa alla religiosità popolare, raccogliendo costumi, immagini, ex-voto, documenti relativi soprattutto alle feste patronali e a quelle della Settimana Santa, ancora vissuta con straordinario coinvolgimento.A Bronte, a ovest dell
’abitato nella fertile contrada Cuntarati dominata da una torretta di difesa, sorge la masseria Lombardo, che ospita in una serie di edifici restaurati il Museo dell’antica civiltà locale.Ad
Ucria si visita il Museo Etnostorico dei Nebrodi "A. Gullotti", dove sono radunati i reperti raccolti nella zona (strumenti, attrezzi, suppellettili della vita contadina e dei mestieri che hanno costituito il fondamento economico di molti centri) ed esposti curando il criterio della collocazione entro contesti che ne favoriscano la lettura e la comprensione.Una sezione documenta l
’interazione uomo-natura, guardando al rapporto con l’ambiente e ai processi che conducono alle specializzazioni di tecniche e mestieri. La seconda documenta il binomio uomo-donna, con tutte le implicazioni relative alla differenziazione dei ruoli e alla definizione di attività specificamente femminili all’interno delle civiltà contadina ed una nuova recente sezione che riguarda le maschere di cartapesta.A
Randazzo, presso il Castello-carcere (edificio risalente al XII secolo), sorge il Museo Archeologico Vagliasindi interessante collezione dovuta al nobile locale che nel 1885 scavò in una sua proprietà una necropoli che ha restituito materiali del secolo VI-IV a.C. (ceramiche ioniche, attiene e siceliote, vasi figurati e dipinti, tra cui la preziosa oinochoe Vagliasindi, statuine, gioielli). Sempre a Randazzo vi è l’interessante Museo Civico di Scienze Naturali, con la collezione ornitologica Priolo (2250 esemplari), una sezione geologica, una marina ed una di fauna esotica. A S. Marco d’Alunzio è da ammirare il Museo della Cultura e delle Arti Figurative Bizantine e Normanne, collocato nei restaurati edifici dell’ex Convento Benedettino, con gli interessanti affreschi Bizantini (abside della "pròtesis" con le figure dei Quattro Dottori della Chiesa d’Oriente).A S. Stefano di
Camastra ha trovato opportuna sede nel restaurato Palazzo Trabia o Sergio il Museo della Ceramica, che raccoglie una documentazione della produzione figula e ceramica stefanese dal XVII secolo ad oggi. Oltre alle tavole esplicative, le sale ne offrono un ampio e sistematico repertorio tipologico e figurativo.In una sezione sono ordinati gli oggetti d’uso quotidiano, legati alle necessità della vita domestica e del lavoro
("ciascu", "cannata", "lumera", "bummulu", "burnia", "fangottu", "bic-bac", "carusiedru", "lemmu", "quartara", "giarra").Altra sezione è quella che raccoglie antiche mattonelle maiolicate (stagnate), che sono state ampiamente prodotte e diffuse in molti centri dell
’Isola, e utilizzati per la pavimentazione di case e palazzi, per il prezioso rivestimento di ambienti domestici, per gli impiantiti di numerose chiese. Infine la collezione di opere contemporanee di ceramisti locali attesta la capacità evolutiva di questa forma di attività artigiana, ricercando confronto e stimolo a fianco dei più prestigiosi nomi della produzione d’arte ceramica nazionale.
I MUSEI |
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BRONTE Museo dell’antica civiltà locale C/da Piana Cuntarati Tel. 095/691635 da lunedì al sabato ore 9-13
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CARONIA Museo Del Bosco Palazzo Cangemi Tel. 0921/332433 da lunedì al sabato ore 9-13 |
CESARÒ Museo della gente di Cesare Scuola Media "L. Sturzo" Tel. 095/695156 da lunedì al sabato ore 9-13 |
MISTRETTA Museo civico Polivalente Corso Umberto I Tel.0921/382053 da lunedì al sabato ore 9-13 |
RANDAZZO Museo archeologico Vagliasindi Castello Carcere Tel. 095/7990064 Museo Civico di Scienze Naturali Piazza Roma da lunedì alla domenica ore 9-13, 16-19
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S. AGATA MILITELLO Museo dei Nebrodi Lungomare E. Cosenz Tel.0941/722308 |
SAN MARCO D’ALUNZIO
Museo della cultura e delle arti figurative Bizantine e Normanne Chiesa di S. Agostino Tel. 0941/797007-797339
Museo Parrocchiale di Arte Sacra Chiesa di S. Giuseppe Tel. 0941/797045 da lunedì al sabato ore 9-13 |
S. STEFANO DI CAMASTRA
Museo della Ceramica Palazzo Sergio Tel. 0921/339640 da lunedì al sabato ore 9-13
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UCRIA
Museo Etnostorico A. Gullotti Scuola Media Statale Tel. 0941/664021 - 664002 da lunedì al sabato ore 9-13
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