Raja Yoga   La forma che fonde insieme bhaktiyoga, karmayoga e jnanayoga è denominata rajayoga ("yoga reale").
Sachiel   Arcangelo inferiore oggi praticamente scomparso dalla liturgia Cristiana.
Salamandre   Enti immortali depositari della materia e della vita.
Samael   Arcangelo inferiore oggi praticamente scomparso dalla liturgia Cristiana.
San Agostino
   Agostino (Tagaste, Numidia 354 - Ippona 430), filosofo e santo, uno dei più eminenti padri e dottori della Chiesa. Figlio di padre pagano e di madre cristiana, nel 371 Aurelio Agostino si recò a Cartagine per compiervi gli studi di retorica. Qui ebbe un figlio, Adeodato ("dono di Dio"), da una donna con la quale visse in concubinaggio per circa quindici anni.
All'età di diciannove anni, in seguito alla lettura dell'
Ortensio di Cicerone, Agostino riconobbe in sé la vocazione alla filosofia; dopo breve tempo, aderì al manicheismo, religione di origine persiana largamente diffusa in Africa settentrionale. Insegnante di grammatica e retorica dal 373, prima a Tagaste, poi a Cartagine, nel 383 si recò a Roma, dove sperava di trovare studenti più disciplinati e migliori possibilità di carriera. A Roma, tuttavia, Agostino rimase poco più di un anno: nell'autunno del 384 si trasferì a Milano, avendo ottenuto, grazie all'aiuto di alcuni amici manichei, l'incarico di professore ufficiale di retorica della città.
L'esperienza milanese segnerà una svolta radicale nella vita e nel pensiero di Agostino. L'incontro con il vescovo della città, Ambrogio, dal quale apprende il valore dell'esegesi allegorica delle Scritture, e la scoperta dei testi dei filosofi neoplatonici, in particolare le
Enneadi di Plotino, nella traduzione latina del retore Mario Vittorino, contribuiscono alla sua conversione al cristianesimo: divenuto catecumeno nel 385, Agostino riceve il battesimo dalle mani di Ambrogio nel 387.
Accostandosi al pensiero dei neoplatonici, Agostino intuisce la superiorità metafisica del cristianesimo, che risolve il problema del male definendolo come privazione o assenza d'essere, senza elevarlo al ruolo di principio sostanziale, come avevano fatto i manichei. Su tali basi la filosofia, intesa come conoscenza dell'essere, può illustrare razionalmente ciò che per la fede è certezza assoluta soltanto spostando il fuoco dell'indagine nel cuore di ogni uomo: secondo Agostino, infatti, il percorso svolto nell'interiorità dell'anima verso il riconoscimento della verità della fede corrisponde al cammino di salvezza che il cristianesimo incarna.
Motivi centrali di questo percorso, del quale Agostino ci dà al tempo stesso una narrazione in chiave autobiografica e una meditazione interiore nelle
Confessioni (397), sono i temi della memoria e del tempo. Agostino esplora la dimensione della memoria dell'uomo che, oltre ai ricordi degli eventi passati, custodisce le verità prime della scienza (secondo una concezione che risale alla dottrina platonica del conoscere come ricordare), i sentimenti e le passioni, ormai sedimentati e spogliati della loro originaria forza emotiva, fino a coincidere essa stessa con l'intera dimensione latente della coscienza e a rivelarsi come il luogo della presenza di Dio nell'anima. Questa tendenza a privilegiare l'interiorità della ricerca è riscontrabile anche a proposito dell'analisi del tempo, che secondo Agostino non è una realtà oggettiva, ma esiste solo nello spirito dell'uomo. Passato, presente e futuro vengono infatti ricondotti a tre differenti aspetti di una medesima "estensione dell'anima": il presente del passato, ossia la memoria delle cose passate; il presente del presente, cioè l'intuizione delle cose presenti; il presente del futuro, ossia l'aspettazione delle cose future.
Vescovo e teologo
Tornato a Tagaste nel 389, Agostino si dedicò allo studio e alla meditazione; nel 391 venne ordinato sacerdote e nel 397 fu nominato vescovo di Ippona, in un periodo di disordini politici e conflitti teologici: i barbari premevano ai confini dell'impero, mentre la Chiesa si vedeva minacciata da scismi ed eresie. Agostino si dedicò totalmente alla lotta contro il manicheismo e le dottrine eretiche dei donatisti e dei pelagiani: i primi facevano dipendere la validità dei sacramenti dal rigore morale di chi li amministra, mentre i secondi negavano la dottrina del peccato originale. Nel corso di quest'ultimo conflitto, che fu lungo e aspro, Agostino elaborò le sue dottrine sul peccato originale, la grazia divina e la predestinazione.
Cercando una mediazione fra gli estremi del pelagianesimo e del manicheismo, Agostino affermò la presenza del peccato nell'uomo e la necessità dell'intervento della grazia divina per conseguire la salvezza, al fine di confutare la dottrina pelagiana; contro i manichei, egli difese invece la coesistenza di libero arbitrio e grazia.
Satana   Diavolo Nell'ebraismo, nel cristianesimo e nell'Islam, il supremo spirito del male, che da tempo immemorabile governa un regno di spiriti malvagi e si oppone costantemente a Dio. Il termine "diavolo" deriva, tramite il latino ecclesiastico diabolus, dal greco diabolós ("calunniatore"), e venne utilizzato nella versione greca della Bibbia (vedi Bibbia dei Settanta) per tradurre l'ebraico ha-satan ("il satana"), espressione usata originariamente come titolo di un membro della corte divina che raccoglieva informazioni sugli esseri umani nei suoi viaggi sulla Terra (vedi Libro di Giobbe). In relazione al diavolo, il problema teologico più rilevante è quello dell'origine del male.
Nella tradizione del tardo giudaismo e nel pensiero del primo cristianesimo, il diavolo, chiamato Satana, cominciò a essere considerato l'avversario di Dio. In questa trasformazione non è possibile escludere l'influenza culturale dello zoroastrismo, che oppone le potenze del bene (Ahura-Mazda) a quelle del male (Ahriman); nell'ebraismo e nel cristianesimo il dualismo è solo relativo e temporaneo, essendo il diavolo comunque una creatura in ultima istanza sottomessa a Dio. Figure diaboliche, o di angeli decaduti divenuti ostili a Dio, sono ampiamente riscontrabili nella letteratura apocalittica e nella letteratura apocrifa, ad esempio nei manoscritti del Mar Morto, nei quali il diavolo viene chiamato
Belial, spirito della malvagità.
In alcune correnti del pensiero rabbinico, Satana è collegato con l'"impulso malvagio", che viene così in certa misura oggettivato e reso altro dalla coscienza dell'individuo che lo sperimenta: in questa accezione l'ebraismo e il cristianesimo intendono il fatto che gli uomini possano essere "posseduti" dal diavolo o dai demoni che a lui obbediscono.
Nel Nuovo Testamento il riferimento al diavolo appare totalmente subordinato al ministero di Gesù che libera dal male in tutte le sue forme, anche quelle legate all'esistenza e alla malvagia presenza del diavolo. In questo senso i vangeli faranno dire a Gesù: "Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore" (Luca 10:18).
La sostanziale sobrietà dell'approccio neotestamentario al tema del diavolo risulta evidente quando si consideri il collegamento al tema più generale della fede e dell'incredulità. In questa prospettiva addirittura Pietro sarà allontanato come "Satana" quando rifiuterà di riconoscere la necessità della passione di Gesù (Marco 8:31-33).
Nel Medioevo il diavolo ebbe una parte importante nell'arte e nel folclore, e venne rappresentato quasi sempre come malvagia creatura con coda e corna, accompagnato talvolta da diavoli a lui subordinati.
L'Islam, che riconosce l'ispirazione divina dell'ebraismo e del cristianesimo, trasse da queste fonti la raffigurazione del diavolo. Menzionato nel Corano col nome di Iblis, il diavolo è l'angelo che rifiuta di inchinarsi dinnanzi a Adamo. Allah lo maledice, ma lo lascia libero di tentare gli incauti.
Serafino  Essere celeste con sei ali a cui si fa riferimento in una visione del profeta Isaia (6, 2-6). I serafini, la più alta delle gerarchie angeliche, sono caratterizzati dalla carità e posti in relazione con luce, ardore, purezza.
Silfi    Enti immortali depositari della materia, che dominano e la mantengono stabile.
Sinodo   Sinodo Assemblea dei membri del clero di una determinata Chiesa, o di parte di essa, convocata allo scopo di discutere particolari argomenti di dottrina, liturgia o amministrazione, talvolta in presenza di rappresentanti del laicato. Derivato dal greco synodos ("assemblea"), il termine "sinodo" nella prima letteratura cristiana veniva applicato a qualsiasi incontro per l'esercizio del culto.
Il primo sinodo del cristianesimo fu il sinodo apostolico di Gerusalemme, convocato per discutere della condizione dei gentili convertiti al cristianesimo (Atti 15 e Galati 2). Nel II e III secolo furono convocati numerosi sinodi per discutere le questioni teologiche e per comunicarne al papa le conclusioni, conformemente a una procedura rimasta quasi immutata fino alla Riforma protestante.
Spirito   parte infinitesimale dell'unità increata
Sublimazione (psicologia) L'attività creativa e intellettuale indirettamente capace di appagare i bisogni pulsionali. In psicoanalisi indica il processo psichico attraverso il quale l'individuo può appagare i bisogni pulsionali mediante attività che apparentemente non hanno alcun rapporto con le diverse pulsioni. In tal modo i desideri sessuali e aggressivi possono essere soddisfatti indirettamente: utilizzando l'eccitazione che deriva dalle pulsioni (detta energia psichica) per compiere le più diverse attività, ben distanti da quelle sessuali o aggressive. Secondo Sigmund Freud questa possibilità di trasformazione della pulsione è specifica dell'uomo e, in parte, giustifica il suo notevole sviluppo sociale e culturale.
sumeri veneravano quattro divinità principali, conosciute come gli dei creatori dei quattro elementi: An, dio del cielo; Ki, dea della terra; Enlil, dio dell'aria; Enki, dio dell'acqua. L'atto della creazione avveniva pronunciando la parola divina; la divinità creatrice doveva solo pianificare e pronunciare il nome dell'oggetto da creare. L'armonia del cosmo era garantita dal me escogitato dagli dei, ossia da un sistema di regole e leggi universali e immutabili a cui ogni essere doveva assoggettarsi.