Tantrismo   Il tantrismo, attraverso la recitazione di mantra e la pratica di tecniche yoga e di meditazione, cerca la via della redenzione avendo come fine ultimo il distacco da ogni legame terreno.
Telepatico    comunicazione a distanza fra due o più persone tramite la mente.
tetragramma   sacro YHWH esprime il nome di Dio, che probabilmente in origine si sarebbe dovuto pronunciare come Jaweh o Yahweh, parola riconducibile alla radice del verbo "essere". infatti in un passo fondamentale del libro dell'Esodo (3:14) Dio si rivela a Mosè proclamando: "Io sono colui che sono", una proposizione che ha dato luogo a infinite discussioni in sede esegetica, ma il cui significato non appare comunque discosto dall'idea esprimibile compiutamente con le parole: "Io sono colui che è", nel senso che Dio definisce se stesso come entità reale e realtà suprema per eccellenza, che, nel contesto specifico dell'esodo del popolo di Israele dall'Egitto, rende manifesta la sua presenza di liberatore della sua gente dalla schiavitù. La tradizione israelitica considera illecito pronunciare il nome di Dio. Esso, a motivo dell'uso tipico della scrittura ebraica di non registrare le vocali, compariva nella redazione antica della Bibbia in forma consonantica come Yhwh, sostituito nella lettura con il termine più generico Adonai ("Signore"), in quanto soltanto il sommo sacerdote era autorizzato, una sola volta all'anno (durante la festa dello Yom Kippur), a pronunciare solennemente il nome ineffabile della divinità. Quando, nel VII secolo d.C., i dotti masoreti si accinsero a dotare di vocali i libri biblici per renderne più sicura la tradizione testuale, inserirono nel tetragramma sacro le vocali di "Adonai", dando luogo alla forma "Yehowah" che sta all'origine del nome Geova.
Tranfert      contraccolpo di una volontà non incanalata correttamente sul soggetto.
Zen  Buddhismo Zen. Indirizzo di pensiero sorto in Cina dall'incontro del buddhismo mahayana con il taoismo e diffusosi prevalentemente in Giappone a partire dal XII secolo: "zen" è la forma giapponese della parola cinese chan, a sua volta connessa con il termine dhyana, che in sanscrito esprime la condizione contemplativa che libera la mente dalla distinzione fra il sé e la realtà esterna. Si tratta del tentativo, comune anche ad altre scuole buddhiste, di superare i condizionamenti delle proprie sensazioni attraverso la consapevolezza del "vuoto" (sunyata) che caratterizza tutte le cose.
Zoroastro o Zarathustra   profeta persiano fondatore dello zoroastrismo. Noto nell'antica Persia col nome di Zarathustra, nacque da una famiglia di cavalieri, gli Spitama, probabilmente nel periodo anteriore a quello dei re achemenidi; ritiratosi nel deserto in meditazione, fu colto da visioni estatiche in cui gli apparve Ahura Mazda ("Signore della Saggezza"), il principio del bene, che gli ordinò di combattere il principio del male, Angra Mainyu. Le Gatha, una parte dell'Avesta, riportano le sue conversazioni con la divinità. Dopo anni di lotte con i sacerdoti del feroce culto di Mitra, Zoroastro trovò un sostenitore in Vishtaspa, re di Chorasmia (l'attuale Turkestan), che patrocinò la diffusione della sua religione. Pur mantenendo l'adorazione del fuoco, lo zoroastrismo proibiva i riti orgiastici connessi con i tradizionali sacrifici persiani agli dei.
Le Gatha presentano il culto di Ahura Mazda ("Signore della Saggezza") e il conflitto cosmico di Verità e Menzogna. Tutto ciò che è buono è emanazione di Ahura Mazda: lo è Spenta Mainyu (il "Sacro Spirito", lo Spirito benefico, forza creativa) e le entità che lo assistono. Tutto il male è causato dal "gemello" di Spenta Mainyu, Angra Mainyu (lo "Spirito malvagio" e distruttore; in persiano, Ahriman) e dai suoi aiutanti. Angra Mainyu è malvagio per scelta, in quanto alleato della Menzogna, mentre Spenta Mainyu ha scelto la Verità, come possono scegliere gli uomini: dopo la morte l'anima di ciascuno sarà giudicata al Ponte del Giudizio; il seguace della Verità lo attraverserà e sarà condotto in paradiso, mentre gli amici della Menzogna precipiteranno nell'inferno. Il male sarà infine eliminato dal mondo grazie a una sorta di prova del fuoco.
Le Gatha e i Sette Capitoli
La complessità strutturale delle Gatha è stata spiegata partendo dal presupposto che lo Zoroastrismo abbia armonizzato due sistemi religiosi. Il primo, delineato nelle Gatha, è molto probabilmente opera dello stesso Zoroastro e descrive il culto di Ahura e delle sue emanazioni; il secondo, incentrato sul culto di un Signore custode della Verità, è attestato in una parte dell'Avesta composta dopo la morte di Zoroastro, i Sette Capitoli che presenta, attribuendole al maestro, dottrine alquanto diverse da quelle delle Gatha. Nei Sette Capitoli le emanazioni compaiono accompagnate da altre astrazioni sacrali; lo stesso Ahura Mazda, con i suoi attributi divini e le mogli (Ahurani), è più assimilabile al dio Varuna del più antico testo religioso indiano, il Rig Veda (
vedi Veda), che alla divinità presentata da Zoroastro.
Lo Yasna e il Vendidad
Le Gatha e i Sette Capitoli fanno parte di una più ampia liturgia, lo
Yasna, le cui sezioni rimanenti costituiscono ulteriore testimonianza di uno zoroastrismo a cui si sovrappongono quegli elementi del politeismo dei popoli ariani riscontrabili anche negli Yasht, gli inni rivolti alle singole divinità. L'ultima parte dell'Avesta, il Vendidad o Videvdat, fu composto nella Persia orientale, come rivelano la lingua e i toponimi, dopo la conquista greca della Persia nel IV secolo a.C. Esso è fondamentalmente una codificazione del rituale e della legge che rispecchia i costumi attribuiti dallo storico greco Erodoto ai magi, una casta sacerdotale nata fra i medi.
Storia  Il primo re persiano che riconobbe la religione predicata da Zoroastro fu probabilmente Dario I. Anche suo figlio, Serse I, fu un adoratore di Ahura Mazda, mentre Artaserse I, che regnò dal 465 al 425 a.C. promosse una forma di sincretismo fra la dottrina di Zoroastro e il vecchio politeismo: le tracce di questo sviluppo sono ben visibili nelle diverse componenti degli Yasht. Artaserse II venerava Ahura Mazda e Anahita; durante il suo regno fu probabilmente costruito il primo tempio persiano. Sotto la dominazione dei Seleucidi (greci, 312-65 a.C.) e degli Arsacidi (parti, 247 ca. a.C. - 224 d.C.), prosperarono accanto allo zoroastrismo culti e divinità straniere. La nuova dinastia persiana dei Sassanidi (224-636 d.C.) proclamò lo zoroastrismo religione di stato della Persia. Nonostante l'islamizzazione della Persia, avvenuta dopo la conquista araba del VII secolo, lo zoroastrismo sopravvisse in piccole comunità nelle regioni montuose di Yezd e Kerman. Il culto di Zoroastro, attualmente, conta circa 18.000 fedeli in Iran. Numerosi in India, soprattutto nella zona di Bombay, gli zoroastriani, detti parsi (letteralmente "persiani"), celebrano ancora la liturgia avestica e curano il fuoco sacro, ma soltanto in pochi seguono l'uso di esporre i cadaveri sulle cosiddette torri del silenzio perché siano preda degli avvoltoi.