LIGURIA CALCIO NON VEDENTI CALCETTO B1

Il football fu inventato in Inghilterra intorno al 1860 e verso la fine dello stesso secolo venne esportato in Italia. Nel nostro paese, le prime squadre che si costituirono furono: il Genova, l'Ambrosiana (che successivamente mutò nome in Internazionale e più tardi in Inter), il Milan, la Juventus e via via tutte le altre formazioni. Attualmente, nella nostra nazione, vi sono migliaia di squadre che animano i vari campionati di calcio: dalla serie A, alla Terza categoria. Il gioco del calcio è così diffuso in Italia che viene praticato da milioni di persone. Praticamente si gioca al pallone ovunque: nelle piazze dei paesi, per strada, nei giardini, sui prati, nei campetti rionali, negli stadi, ecc.
Praticano questa disciplina sportiva i bambini, i ragazzini, i ragazzi, i giovani, gli adulti, le persone della terza età, uomini e donne. In questo contesto di sport aperto a tutti, era inevitabile che anche individui con qualche disabilità fisica iniziassero, con alcuni accorgimenti, a cimentarsi nella pratica del calcio.

Era il 1985 quando nacquero le prime squadre composte da calciatori non vedenti.
In realtà, nei vari istituti per ciechi sparsi sul territorio nazionale, si giocava a pallone ancora prima, ma erano partitelle estemporanee, raffazzonate.
Le prime formazioni di calcio che si formarono furono: la Roma, il Lecce e il Bari.
Si organizzarono tornei dimostrativi e promozionali adottando un regolamento che con lo svolgersi delle partite veniva pian piano stilato e modificato.Alcuni cenni sul regolamento iniziale.
Dal 1985, al 2000, il gioco del calcio per i privi della vista si svolgeva con le seguenti norme:
il campo era lungo 60 M e largo 40 M;
i giocatori erano 6 (cinque calciatori non vedenti e il portiere vedente);
il pallone utilizzato era in gomma con dentro dei sonagli;
il terreno di gioco poteva essere in erba naturale, o in terra battuta; al centro delle rispettive porte, o sui pali, venivano posizionati dei congegni elettronici che emettendo dei bip permetteva l'individuazione della rete stessa;
l'allenatore stazionava a bordo campo e aveva la facoltà di muoversi lungo la linea laterale di competenza per proferire consigli agli atleti.

Negli anni, oltre la Roma, il Lecce e il Bari, molte sono le squadre che sono nate e che presto sono scomparse: Il Padova, Il Modena (successivamente Bologna), il Milano, il Palermo, l'Empolie il Ferrara.

Nel 2001, però, grosse novità hanno avviluppato il mondo del calcio per non vedenti.
Infatti, dopo molti anni d'indecisione, di mancata compattezza, di discordie, la FISD (Federazione Italiana Sport Disabili) si è accorta della presenza del calcio B1 (B1 sta per ciechi assoluti, dall'inglese blind) e ha accettato di organizzare un vero e proprio campionato agonistico. Esso ha preso vita, in forma sperimentale, il 7 dicembre 2002. Si e' concluso l'8 giugno 2003 ed e' stato vinto dalla ASD Roma 2000. Hanno preso parte al campionato anche: ASCUS Lecce, As. Cul. Capua, A.C. Marche 2000, Polisportiva ciechi genova 2000 e Campania 90 (Napoli).

Per far ciò, però, il mondo del calcio B1 italiano si è dovuto adeguare al calcetto praticato ormai in diverse nazioni europee e sud-americane. Il regolamento introdotto è quello dell'IBSA (l'organo mondiale che regolamenta gli sport praticati dai disabili visivi).

Attualmente le formazioni in attività sono SETTE:
- As. Cul. Capua (Caserta);
-ASCUS Lecce;
- Liguria Calcio non vedenti (Sanremo);
- A. C. Marche 2000 (Macerata);
- Polisportiva Priolese (misto Napoli);
- ASD Roma 2000;
- Nuovi orizzonti Siracusa.

Il calcetto è disciplinato da norme differenti da quelle sopra riportate:
Il terreno di gioco, su cui si svolgono le partite di calcetto tra formazioni composte da giocatori non vedenti, ha le seguenti misure: lunghezza M.40 circa, larghezza M.20 circa.
Il fondo solitamente è costituito da erba sintetica, ma non sempre. Esso in determinati casi può essere in terra battuta, in materiale plastico, in erba naturale. In circostanze particolari, la competizione può avere luogo al chiuso, all'interno di palestre (ma non solo) l'importante che siano locali fonicamente adatti e capienti.
Il rettangolo di gioco e' perimetrato da barriere (strutture in legno, alluminio, plexiglass e via discorrendo, ) poste sui lati laterali del perimetro di gioco, sponde che impediscono alla palla di uscire dal campo, in maniera da rendere lo svolgimento del gioco continuo, pertanto il fuori campo esiste solo per il fondo campo.
La porta e' alta 2 M. e larga 3 M.
I giocatori: la squadra e' composta da cinque elementi: il portiere più quattro giocatori. Il portiere è vedente ed oltre che impedire il goal agli avversari, ha il compito di dirigere la difesa. I giocatori sono non vedenti e sono loro che impersonificano la sfida.
L'allenatore staziona a bordo campo e ha l'incarico di dirigere, tatticamente e tecnicamente, l'intera squadra.
Un accompagnatore si posiziona dietro la porta avversaria e ha le mansioni di dirigere l'attacco e di far individuare la porta ai giocatori.
Il pallone e' in cuoio e pesa 550 GR Circa. Il rimbalzo è controllato (come d'altronde i normali palloni da calcetto per normo-dotati). All'interno della sfera sono (inseriti nella camera d'aria) posizionate 3 placche contenenti delle piccole biglie che con il movimento del pallone stesso producono il rumore necessario ai giocatori per l'individuazione dello stesso.

Per il resto è una normale partita di calcetto: con le varie tattiche di gioco, i falli, le punizioni, i rigori, i tiri liberi, le arrabbiature con l'arbitro e chi più ne ha più ne metta!

Per approfondire le conoscenze consulta il Regolamento del calcetto.

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