Una proposta semplice:
la pensione massima che lo Stato italiano può erogare ad un Cittadino, non può essere superiore al doppio della minima.
Le conseguenze di questa scelta sarebbero semplici e risolutive: fine delle dispute per l'età pensionabile perché il minimo fissato dovrà essere raggiunto con un certo numero di versamenti a cui nessuno potrà sottrarsi.
Ognuno potrà decidere se accettare la minima o continuare a lavorare per ottenere la massima.
Scelta a chi fare i versamenti pensionistici, se all'INPS burocratizzato e sindacalizzato oppure a banche, assicurazioni o società finanziarie che impiegheranno i versamenti personalizzati dei lavoratori alle migliori condizioni di mercato.
Le generazioni future non dovranno più pagare per gli errori delle presenti.
I Cittadini con reddito insufficiente che non abbiano maturato il minimo o siano inabili al lavoro, potranno chiedere al fisco l'integrazione al reddito minimo con il procedimento dell'imposta negativa.
Fine dello scandalo del prendere al povero per dare al ricco.
Imposta negativa:  chiunque abbia un reddito insufficiente rispetto al minimo stabilito dal proprio Comune di residenza, può richiedere al fisco la differenza tra quanto da lui dichiarato ed il minimo previsto. Fatti i dovuti accertamenti il fisco paga la differenza di reddito mancante. Questa imposta negativa sostituirebbe totalmente gli Enti che oggi provvedono alla redistribuzione del reddito. Questa imposta negativa sarebbe decrescente in modo da indurre gli interessati a cercare lavoro, oltre a ciò chiunque goda di questo reddito dovrebbe fornire alla collettività una quantità di ore di lavoro proporzionali al beneficio concesso.
In sostanza il beneficiato sarebbe a disposizione del proprio Comune per ogni tipo di lavoro. In caso di offerta di lavoro al beneficiato del reddito negativo ed in caso di rifiuto, il beneficio cessa immediatamente.
Fine degli enti burocratici assistenziali - principio di giustizia sociale - offerta di un'alternativa di vita a chi vive in condizioni di marginalità.

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