Con le modifiche, quando si tratta di incensare l'attività venatoria, l'Amministrazione Regionale Ligure ci va giù pesante.

E' da diverso tempo, ormai, che, con processi di taglia ed incolla, la normativa sulla caccia finisce sempre più per rassomigliare ad un vademecum di come fare fessi i controlli che non a ciò che dovrebbe essere: uno strumento di tutela della fauna selvatica ed un regolamento di un esercizio amatoriale, consentito, da parte dei cacciatori.

A tal proposito si assiste ad uno stillicidio di piccoli provvedimenti tesi a rendere la vita sempre più facile all'eventuale cacciatore disonesto e sempre più difficile a chi sorveglia.

Grave, poi, è l'abrogazione di un qualsiasi genere di cautela da prendersi nelle vicinanze di un percorso escursionistico, conosciuto ben al di là dei confini regionali, qual'è l'Alta Via dei Monti Liguri.

Da ora il divieto di sparare a meno di cento metri da tale percorso è abolito.

Con buona pace di chi esercita il proprio intangibile diritto di voler usufruire di un patrimonio turistico, naturalistico e culturale collettivo senza rischiare di prendersi una schioppettata o, nella migliore delle ipotesi, un bello spavento.

Evidentemente la Giunta considera di maggior interesse, per il popolo ligure, l'attività venatoria rispetto a quella turistica e ricreazionale.

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