Battendosi, gli Autori di questo sito, già da molto tempo per ottenere un livello preventivo d'attenzione, in primis nel campo dell'indagine e della sorveglianza, sul fenomeno degli incendi boschivi nelle nostre località, è con particolare partecipazione ed interesse che pubblichiamo la seguente lettera del WWF Italia.


 

    Fondo Mondiale

                 per la Natura

                 ONLUS

 

 

 

 

Italia

 

WWF ITALIA

Via Po, 25/c

00198 Roma

Telefono: 06/844971

Telefax:  06/844.97.352

 

ll.mo

Prefetto

 

Roma, 27 giugno 2001

Prot DG/287/2001

 

Oggetto: Incendi boschivi

 

Ill.mo Prefetto,

il fenomeno degli incendi boschivi viene ogni anno letto ed affrontato quasi esclusivamente dopo che gli incendi sono ormai scoppiati e quindi tutta la problematica si evolve nella discussione sulle competenze per prevenire e reprimere le fiamme  e per organizzare al meglio il sistema di tutela del territorio dal dilagare del fenomeno.

Pertanto il WWF Italia, ONLUS, propone un nuovo approccio al problema e con la presente lettera, che indirizziamo a tutti i Prefetti d’Italia, chiede ufficialmente un impegno volto ad affrontare tale problema già in fase preventiva avviando sulle aree a maggior rischio attività di vigilanza per contrastare il fenomeno degli incendi boschivi, prima che questo prenda il sopravvento sul territorio.

Riteniamo che sia il momento opportuno per affrontare tale emergenza, ma sotto un’altra ottica. Infatti quando gli incendi sono divampati, si tratta per lo più di un problema tecnico ed organizzativo con riparto istituzionale finalizzato all’organizzazione di spegnimento delle fiamme.

Considerato poi che, nel nostro Paese, l’autocombustione è un fenomeno praticamente  inesistente, gli incendi boschivi, in particolare quelli di grande rilievo, sono tutti certamente dolosi o comunque fortemente colposi. Sussistendo, dunque, il dolo o la colpa grave, sono fenomeni criminali che derivano da un comportamento scientifico e volontario o comunque fortemente imprudente, da parte di soggetti che erroneamente vengono denominati “piromani” (termine che denota una malattia), ma che invece devono essere qualificati “incendiari”, ovvero dediti al delitto di incendio doloso (o colposo) previsto dal Codice Penale (artt. 423 e segg.).

Il nostro sistema giuridico ha incrementato, nello scorso anno, tale visione con l’inserimento, nel Codice Penale, del reato specifico di “incendio boschivo”[1] (art. 423bis) che si inserisce come tipicità del più generale reato di “incendio” (art. 423 c.p.). Il che significa che il problema degli incendi  - prima che gli incendi si verifichino  - è un problema di strategia contro un fenomeno criminale, individuale o, a volte anche organizzato, che ha tra le cause principali la speculazione edilizia, vendette di varia natura ed altre finalità specifiche connesse a tale tipo di reato, compreso l’interesse indiretto che può avere su questo fenomeno chi è chiamato a lavorare per spegnere gli incendi che misteriosamente vengono appiccati.

Le cause sono dunque spesso eterogenee o complesse, ma un comune denominatore unisce tutti gli incendiari al di là delle motivazioni che li determinano: la natura illecita del proprio comportamento. Si tratta, quindi, di un fenomeno criminale, che, prima di essere visto come problema tecnico ed operativo di competenza regionale o statale per lo spegnimento delle fiamme, deve essere affrontato in un’ottica preventiva (prima che le fiamme si sviluppino), come un problema di ordine pubblico e di sicurezza pubblica.

È per questo che un efficace e penetrante controllo del territorio boschivo e non consente certamente di prevenire la libertà di movimento degli “incendiari” e, verosimilmente, anche di giungere ad una loro individuazione preventiva o immediatamente successiva rispetto al prodursi delle fiamme.

Rileviamo, inoltre, che fino ad oggi la prevenzione del fenomeno degli incendi boschivi intesa come atto criminale non è stata ancora sufficientemente recepita a livello capillare da tutte le forze di Polizia.

Infatti, ferma restando la competenza certamente primaria e particolarmente qualificata del Corpo Forestale dello Stato, il cui personale comunque dovrebbe essere richiamato anche ad una maggiore funzione di vigilanza preventiva, essendo poi particolarmente e quasi esclusivamente impegnato nella funzione di spegnimento delle fiamme, si rende necessario sensibilizzare tutti gli organi di Polizia  (anche con opportune direttive), affinché nel corso della loro quotidiana attività di vigilanza preventiva di ordine pubblico sul territorio, inseriscano i territori boscati a maggiore rischio di fuoco tra gli obiettivi primari di vigilanza.

In conclusione, chiediamo alla S.V. di convocare in tempi brevi una riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica con ordine del giorno specifico dedicato alla prevenzione del fenomeno criminale sugli incendi, estendendo eventualmente l’invito alla riunione, come ente esponenziale esterno, anche ad un rappresentante locale del WWF Italia .

 

Maurizio Santoloci

Vice presidente WWF Italia

 

 

Le proposte del WWF Italia

 

Il WWF da sempre attento alla gravissima situazione ambientale causata ogni anno dagli incendi, e nell’ottica di individuare un intervento urgente diretto alla prevenzione degli stessi, propone di seguito alcuni punti di riflessione e attività realizzabili da parte delle forze di Polizia,  di controllo e vigilanza nelle aree più a rischio di incendi del nostro territorio.

 

Il Prefetto, esercitando le proprie prerogative e competenze potrebbe disporre una direttiva specifica affinché ciascuna pattuglia di tutte indistintamente le forze di Polizia che operano nel territorio di propria competenza si organizzi per destinare durante la normale attività di pattuglia, anche una quota di interesse e di operatività in modo specifico e mirato verso la prevenzione contro gli incendi. Questo presuppone una scarsa innovazione di forze ed economica, giacché tale prevenzione può attuarsi in modo semplice anche attraverso le normali e già programmate pattuglie che operano sul territorio, senza nessun particolare aggravio sul personale o sulla spesa pubblica.

 

Il personale della Polizia Stradale che naturalmente è dedito in modo particolare alle attività di istituto, dovrebbe essere sensibilizzato con opportuna direttiva affinché nel momento in cui circola con la propria autovettura di servizio in luoghi che potrebbero essere oggetto di potenziali attività criminali incendiarie, dedichino anche particolare interesse preventivo ed investigativo a movimenti sospetti di soggetti e mezzi che possano in qualche modo essere connessi alle attività preliminari di tale fenomeno.

 

Analogamente per tutte le altre forze di Polizia le quali, pur indirizzate verso le attività ordinarie di tipo tutela del patrimonio privato o polizia tributaria o altre attività di diversa natura, nel corso del loro turno operativo dedichino particolare attenzione ad una prevenzione su questo aspetto.

 

Inoltre rileviamo che attraverso un coordinamento interforze possa essere stabilita una turnazione tra tutte le forze di polizia statali e locali che operano nel territorio per creare delle pattuglie specializzate, possibilmente in borghese e senza segni distintivi di istituto, che, individuate anche attraverso l’ausilio dei volontari del WWF locale, le aree a maggiore rischio di incidenza del fenomeno criminale, attuino un programma di sorveglianza a sorpresa in dette aree per cercare di prevenire efficacemente il fenomeno.

 

Il W.W.F. Italia, da parte sua, si impegna fin d’ora a sensibilizzare gli attivisti più qualificati della propria rete territoriale ad un ruolo di sensori sul territorio per segnalare tempestivamente alle forze di polizia non soltanto, naturalmente, gli incendi già appiccati, ma a questo punto anche ogni eventuale movimento o comunque informazione che possa essere anche di sospetto in ordine a presunti fenomeni di attivazione criminale nel campo in questione.

 

Sarebbe interessante, in conclusione, verificare quante forze di polizia in questo momento hanno inserito nei propri fogli di organizzazione e di controllo quotidiani come obiettivo primario, a fianco degli obiettivi istituzionali ordinari come banche, soggetti vulnerabili ed altre fonti di tutela similari, anche i territori boscati a maggiore rischio. E questo al di là delle competenze specifiche del Corpo Forestale dello Stato.

 

 



[1] Art. 423bis del codice penale, introdotto dalla legge n. 353 del 21 novembre 2000.1

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