Come dobbiamo comportarci!

Un semplice decalogo ragionato di comportamento ambientale (e civile)

Un comportamento corretto, sia nei confronti delle leggi che verso la società, giova a tutti, anche a noi.
Eviteremo, infatti, spiacevoli brutte figure, discussioni incresciose e ...possibili salassi finanziari.

Oltre a ciò lasceremo i luoghi intatti, così come li abbiamo trovati, anche per chi ci seguirà.

Vediamo insieme le principali regole comportamentali che dobbiamo rispettare quando ci apprestiamo a passare una giornata nel verde.

circolazione fuoristrada

accensione fuochi
i rifiuti le tabelle di divieto
raccolta fiori il lavoro degli agricoltori
taglio o danneggiamento di alberi la raccolta dei funghi
l'Alta Via dei Monti Liguri molestie agli animali selvatici
raccolta di rocce, fossili, minerali, reperti archeologici

Ed inoltre è buona norma:

rumori molesti sulle strade di campagna andiamo piano!

I mezzi a motore, auto, moto o motorini, dobbiamo lasciarli sulla strada. In nessun caso possiamo transitare o parcheggiare nei prati! E' anche vietato utilizzarli per percorrere sentieri, strade forestali, piste di esbosco, greti e sponde di corsi d'acqua (salvo che non vi siano guadi riconosciuti), spiagge.
Perché? Perché il passaggio del nostro mezzo a motore danneggia la cotica erbosa spesso in maniera irreversibile. Il prato resterà deturpato, per la gioia nostra, dei prossimi turisti o del contadino che ha faticato per ottenere un raccolto di foraggio. Inoltre, il passaggio con mezzi a motore su prati o lungo altri tracciati vietati, determina un'azione erosiva del terreno su cui transitiamo. Quando pioverà questi piccoli solchi diventeranno tanti ruscelli, destinati ad approfondirsi ed ingrandirsi ad ogni rovescio e, in tempi anche brevi, causeranno gravi fenomeni erosivi con conseguente inagibilità del percorso, fino a determinare piccoli smottamenti e frane (fenomeno di ruscellamento). I tempi di ricostituzione sono purtroppo lunghissimi.
E se non rispettiamo il divieto? Contribuiremo a provocare quei danni di cui abbiamo appena parlato, ma rischieremo altresì di pagare una sanzione salata: L.200.000 che diventano L.400.000 nelle aree protette (L.R.38/92). Ricordiamo che alcune categorie di persone possono circolare sui percorsi vietati in deroga alla legge. Sono: i mezzi di soccorso e antincendio, gli incaricati della vigilanza ambientale, i proprietari, affittuari, usufruttuari di terreni posti lungo il percorso e coloro che vi accedono per motivi lavorativi accertabili.

I fuochi per cuocere il cibo dobbiamo accenderli soltanto nelle apposite aree attrezzate ed all'interno dei focolari ivi appositamente costruiti. Bisogna assolutamente evitare di accendere fuochi al di fuori dei casi citati e, soprattutto, in giornate di vento o anche dopo pochi giorni di siccità. Pure dove è lecito accenderli è  importante che ci accertiamo che siano bene spenti prima di allontanarsi (magari utilizzando l'acqua) . Non si devono mai costruire nuovi focolori "estemporanei" nemmeno nelle aree attrezzate. Usiamo, a turno, quelli esistenti, costruiti appositamente dai gestori!
Perché? Perché, in particolar modo in Liguria, regione ad alto rischio, potremmo essere gli involontari autori di un incendio boschivo. Casi di questo genere sono ampiamente documentati anche in periodi o momenti in cui, il profano, crede di essere al riparo da ogni rischio (alcune volte piove, ma non a sufficienza, in altri casi, solo dopo mezza giornata di vento da quando è piovuto, è nuovamente tutto estremamente secco...). Nessuno creda di essere al sicuro da tale evenienza. Troppo spesso è capitato proprio a coloro i quali hanno agito con eccessiva disinvoltura credendosi esperti e capaci di controllarne eventuali sviluppi pericolosi.
E se non rispettiamo il divieto? Nella migliore delle ipotesi rischieremo una sanzione di L.200.000 (L.R. 04/99 e Reg.reg.01/99). Nella peggiore dovremo difenderci dall'accusa di incendio colposo. E' penale  e si rischiano da uno a cinque anni di reclusione (C.P., art.449). Oltre a ciò ci resterà sulla coscienza un danno ambientale, che potrà anche essere molto grave. Complimenti: in un minuto siamo riusciti a distruggere quello che la natura aveva impiegato decenni o secoli per costruire!

I rifiuti dobbiamo portarceli via e lasciarli negli appositi contenitori.
Perché? Il perché è semplicissimo: a forza di abbandonare rifiuti dove non si deve, stiamo trasformando amene località in sembianze di discariche. Si aggiunga che, oggigiorno, la maggioranza di essi è, o scarsamente, o per nulla biodegradabile. Le nostre scatole, cartacce, bottiglie resteranno a far bella mostra di sé per secoli. Oltre a ciò, molti rifiuti, possono essere fonte di malattie o causa di lesioni per altre persone, animali, o per noi stessi se vorremo ritornare nel medesimo luogo. Non seguiamo gli esempi sbagliati altrui come tante pecore: se qualcuno è stato così incivile da abbandonare i suoi rifiuti dove non doveva, non è una buona ragione per aggiungervi anche i nostri! Segnaliamo invece il fatto (e l'autore, se lo si conosce) alle Autorità affinché il sito venga bonificato.
E se non rispettiamo il divieto? Siamo dei bei maleducati! Inoltre rischieremo da una sanzione di L.400.000 alla denuncia penale, saremo tenuti a bonificare il sito o a sostenere le spese di ripulitura (D.Lgs.22/97).

La raccolta dei fiori và evitata per quelle specie per cui si è in dubbio se protette o meno. Le specie protette vanno lasciate dove stanno e, per quelle parzialmente protette, è importante rispettare i limiti quantitativi previsti dalla legge.
Perché? Perché una specie è protetta o parzialmente protetta se a rischio di estinzione. Se tutti seguissero il nostro esempio e si portassero a casa qualche esemplare, essa finirebbe di sparire. Teniamo conto che sono quasi sempre proprio quei fiori particolarmente belli o appariscenti che rischiano l'estinzione per il motivo appena ricordato. E poi, dove stanno meglio che in un prato, che è il loro habitat? Lasciamoli ammirare anche agli altri!
E se non rispettiamo il divieto? Oltre ad aggravare il rischio di far scomparire quella specie di fiori che abbiamo inopinatamente raccolto, rischieremo una sanzione pecuniaria e la confisca contestuale dei vegetali (L.R.09/84)

Stessa cosa dicasi per il taglio o il danneggiamento di rami e di piante arboree (ad esclusione, ovviamente, delle normali attività lavorative di taglio forestale).
Perché? Perché tagliare rami o incidere il tronco di una pianta verde vuole dire rovinarla. Ancor peggio è abbatterla. Se si vuole far legna per accendere un fuoco (in aree attrezzate!) cerchiamo i rami secchi caduti per terra.
E se non rispettiamo il divieto? Se volevamo accendere un fuoco (sempre e soltanto in aree attrezzate!) abbiamo faticato per nulla. La legna verde non brucia! Anche se l'albero è spoglio dalle foglie per il riposo invernale. Oltre a ciò rischieremo delle sanzioni, piuttosto salate, per il danneggiamento della pianta. Variano in base alla specie, all'età ed al numero di piante danneggiate, ma, si sappia, che si possono tranquillamente raggiungere cifre oltre il milione di lire (L.R. 04/99 e Reg.reg.01/99).

Le tabelle ,di divieto, esplicative e le indicazioni dei diversi percorsi escursionistici vanno lasciate dove sono e mai danneggiate.
Perché? Non ci sarebbe nemmeno molto da dire! Ma è giusto sapere che, in nessun caso, l'assenza della tabelle di divieto comporta l'inapplicabilità della sanzione. La legge non ammette ignoranze e i cartelli di divieto servono solo come pro-memoria ed avvertimento. Nei restanti casi danneggeremo pacifici escursionisti che rischieranno di perdere la strada. Infine questo materiale costa e lo paghiamo tutti. Rovinandolo danneggiamo anche noi stessi.
E se non rispettiamo il divieto? Oltre a contribuire a farci aumentare le tasse rischieremo una denuncia penale per danneggiamento (C.P.art.635) e, a seconda della tabella (Alta Via, Divieto di Caccia, ad esempio) una sanzione variabile, ma sempre molto salata, prevista dalla legge specifica, in forza della quale la tabella è stata posizionata.

L'Alta Via dei Monti Liguri è un tracciato che, quasi sempre per crinali, percorre tutto il territorio Ligure, dal confine con la Francia, all'estremo ponente Imperiese, fino ai confini con la Toscana, a Sarzana, nell'estremo levante Spezzino. Lungo il percorso esistono, uniformemente distribuiti, punti tappa, luoghi di ristorazione e pernottamento, sia custoditi che incustoditi, aree attrezzate per la sosta. L'intero percorso dell'AVML è segnalato da segnavia rossi-bianchi-rossi, con o senza le lettere AV nere in campo bianco, come in quello riportato all'inizio del testo. Una legge (L.R.05/93). regolamenta l'utilizzo ed i comportamenti da tenersi lungo il percorso e lungo i sentieri di collegamento. Semplici ed elementari i divieti: il transito con mezzi motorizzati per motivi ludici è vietato (esclusivamente però, in alcuni tratti opportunamente segnalati e riportati in apposite tabelle), non è permesso abbandonare rifiuti, danneggiare tabelle ed attrezzature, raccogliere steli fiorali di esemplari che crescono su rupi ghiaioni pietraie e " zone umide", sradicare e comunque danneggiare esemplari di piante spontanee per fini diversi da quelli silvicoli o di ricerca scientifica, asportare e distruggere i nidi distruggere le tane di animali selvatici, distruggere il loro ambiente, danneggiarlo o alterarlo, salvo che questo sia conseguenza di attività agro - silvo - pastorali o altra attività autorizzata. Accendere fuochi liberi all'aperto al di fuori delle aree appositamente attrezzate e segnalate, asportare o danneggiare rocce minerali fossili e reperti di qualsiasi natura salvo che per motivi di ricerca scientifica, danneggiare alterare o chiudere tratti di strade e sentieri pubblici o di uso pubblico, danneggiare o asportare la segnaletica ed i cartelli illustrativi, danneggiare i ricoveri, i rifugi escursionistici, le attrezzature delle aree di sosta e gli elementi di arredo dell'itinerario. Esercitare la caccia per una distanza di 100 metri dal tracciato dell'Alta Via, produrre rumori molesti fatta salva la utilizzazione dei mezzi meccanici per le attività agricole. 
Perché? Perché l'AVML è un tracciato di estremo interesse turistico ed escursionistico per la bellezza dei luoghi che attraversa. Molti di questi luoghi sono altresì delicati ecosistemi che mal sopporterebbero l'afflusso con mezzi motorizzati, la presenza di rifiuti e rumori molesti o altre forme di danneggiamento. E' importante che rispettiamo l'integrità dei siti, la fauna, la flora selvatica e tutti coloro che hanno scelto di divertirsi nella tranquillità della natura. Danneggiare un manufatto, poi, impoverisce la nostra regione di un servizio di grande interesse e unico nel suo genere.
E se non rispettiamo il divieto? Oltre ad essere giustamente additati quali incivili, andremo incontro a sanzioni che vanno dalle 100.000 lire alle 500.000 lire, salvo denuncie penali per i danneggiamenti.
Un'interessante pubblicazione racchiude, in un cofanetto di cartoncino, l'intera cartografia del percorso, molto dettagliata in scala 1:50.000, divisa per tavole, oltre ad un piccolo, ma esauriente, manualetto riportante una breve recensione per ogni tappa con tutti i punti di ristoro e pernottamento. L'opera può essere richiesta gratuitamente  a: Regione Liguria, Ufficio Cartografico, v.le Brigate Partigiane, 16129 GENOVA. Fax 010.54.85.300
Potete inoltre visitare il sito:
http://www.parks.it/grandi.itinerari/index.html. Troverete tutte le informazioni che vorrete sapere sull'AVML.

Rispettiamo gli animali selvatici. Non sono giocattoli a nostra disposizione, ma i veri proprietari del bosco.
Perché? Perché ciascuna specie ha abitudini proprie, spesso apparentemente bizzarre. Cercare di intervenire su quella che a noi sembra una situazione d'emergenza rischia di ottenere risultati opposti alle nostre intenzioni. Molte madri, sia di volatili che di mammiferi, lasciano temporaneamente i piccoli nascosti al sicuro mentre sono in cerca di cibo. Toccarli, o peggio, prenderli, causa una "marcatura", con i nostri odori, della bestiola. La madre cesserà di riconoscerla e noi lo condanneremo a morire di fame. Altre specie, apparentemente insignificanti, possono essere fondamentali per il rispetto di importantissimi equilibri ecologici. Si pensi ai ricci, ad alcune formiche, ai ragni, a molti rettili, solo per fare un esempio, che contribuiscono a mantenere sotto controllo specie dannose o pericolose e molti insetti parassiti di piante o a noi fastidiosi. 
E se non rispettiamo il divieto? Come abbiamo visto potremo essere la causa della morte di una bestiola o distruggere animali utilissimi. Oltre a questo rischieremo di essere perseguiti, con pesanti sanzioni, in alcuni casi anche penali, da leggi quali la normativa sulla caccia (L.R.29/94) o quella che protegge la fauna selvatica minore (L.R.04/92), o che regola i comportamenti sull'Alta Via dei Monti Liguri (L.R.05/93).

Non asportiamo rocce, minerali, fossili o reperti archeologici
Perché? Perché fanno parte di un patrimonio culturale che è di tutti. Non abbiamo il diritto di appropriarcene negandone così il godimento a chi ha avuto la sfortuna di passare dopo di noi. 
E se non rispettiamo il divieto? Impoveriremo il patrimonio culturale del luogo. Inoltre sono molte le leggi che tutelano i reperti fossili, archeologici o i minerali. In molti casi, oltre a pesanti sanzioni pecuniarie amministrative, sono previsti procedimenti penali a carico dei trasgressori.

Rispettiamo il lavoro degli agricoltori.
Perché? Perché molti degli atteggiamenti sbagliati già ricordati ed altri di cui parleremo, arrecano gravi danni a chi vive e lavora nel bosco e nei prati. Accendere un fuoco, transitare con mezzi a motore, lasciare immondizie in un pascolo potrà danneggiare chi dovrà raccogliere il fieno, calpestato e bruciato, e gli animali che, qualora ingeriscano cartacce o lamiere, potranno accusare gravi patologie.
I campi coltivati non sono campi da calcio o aree di ricreazione. E' giusto rispettare la grande fatica che essi costano a chi li lavora.
E se non rispettiamo il divieto? Può darsi che ne dovremo rendere conto al legittimo proprietario, che non sarà particolarmente felice delle nostre intemperanze. Ricordiamo che, se lo riterrà opportuno, potrà citarci in giudizio, sia penalmente, per danneggiamento, si civilmente per la rifusione dei danni. Oltre a ciò, molti dei comportamenti citati, sono espressamente sanzionati da leggi specifiche che abbiamo già avuto modo di conoscere.

I rumori molesti lasciamoli in città!
Perché? Perché al nostro vicino potrebbe non piacere la nostra musica a tutto volume. E, molto più importante, nemmeno alla fauna selvatica. Potremmo, senza volere, disturbare femmine che accudiscono cuccioli e provocarne l'abbandono. Rispettiamo quello che è uno dei maggiori pregi del bosco: il silenzio.
E se non rispettiamo il divieto? In alcune circostanze, oltre a causare i danni testé ricordati, potremo incorrere in sanzioni, come nel caso di chi provoca rumori molesti lungo il percorso dell'Alta Via dei Monti Liguri (L.100.000 L.R.05/93)

La raccolta dei funghi và effettuata nei luoghi e nei termini previsti dalla legge (L.R.30/85). Esistono limiti di peso per la raccolta dei miceti, variabili a seconda della specie, che riportiamo: "in tutto il territorio della Regione la raccolta dei funghi spontanei e' consentita soltanto per le specie commestibili e per una quantità giornaliera individuale nei seguenti limiti: a) per la specie "Boletus reticulatus edulis aereus e pinicola" (porcini) fino ad un massimo di chilogrammi tre per persona; b) per la specie "Amanita caesarea" (ovolo) fino ad un massimo di un chilogrammo per persona; c) per tutte le altre specie fino ad un massimo di chilogrammi cinque per persona esclusi i chiodini la cui raccolta non e' soggetta a limiti. Fermi restando i quantitativi di specie di cui al comma precedente la quantita' di raccolta individuale non puo' complessivamente superare il limite giornaliero di chilogrammi cinque".(Omissis). (Art.3, L.R.30/85).
I funghi, per preservarne il micelio, che è la loro porzione sotterranea da cui potrà rigettare la parte aerea commestibile, devono essere raccolti con una torsione e non strappati. Altresì, se si decide di utilizzare uno strumento per spostare fronde e fogliame, dobbiamo usare un bastone a punta singola, in maniera da non sconvolgere il sottobosco, con gravi danni per le piante ed i funghi stessi. Da evitare assolutamente rastrelli e attrezzi affini.
Le specie velenose o non commestibili, per noi, vanno lasciate in sito integre. Spesso sono commestibili per altre specie animali e comunque rappresentano un patrimonio biologico da preservare.
Facciamo attenzione alla tabellazione. Potremmo trovare porzioni di territorio dove, ai sensi della normativa sui funghi, i proprietari dei fondi abbiano costituito dei consorzi. Alcuni di essi vendono tesserini giornalieri o annuali con cui è possibile accedere alla raccolta  dei funghi in quel specifico consorzio. Altri riservano la raccolta ai soli soci. Le tabelle sono esposte in maniera ben visibile e riportano chiaramente la dicitura del divieto.
E se non rispettiamo il divieto? Potremo danneggiare il sottobosco, porre un'ipoteca sulla ricrescita dei funghi stessi, eliminare una fonte di cibo per la fauna e microfauna selvatica, a noi inutile se non commestibili per l'uomo. La legge punisce chi non rispetta i pesi, o raccoglie i funghi con modalità o attrezzature non conformi, o, ancora, in consorzi senza averne il diritto, con sanzioni che vanno dalle 33.333 lire alle 100.000 lire e, in quasi tutti i casi, con la confisca amministrativa dell'intero raccolto.
Poiché ne và della nostra vita è bene raccogliere ESCLUSIVAMENTE i funghi di cui se ne conosca con CERTEZZA la commestibilità. Nell'incertezza è meglio lasciarli dove sono. Nel caso si sospetti un'intossicazione da funghi è bene chiamare immediatamente il servizio di emergenza sanitaria Tel. 1.1.8 e attenersi alle loro istruzioni!

 

Ed inoltre è buona norma:

Seguiamo i sentieri: eviteremo di perderci e di farci del male. Prima di iniziare delle escursioni procuriamoci tutte le informazioni necessarie per la nostra gita oltre ad una cartografia appropriata (possiamo rivolgerci alle APT o alle Comunità Montane del Giovo, del Pollupice, della Val Bormida o Ingauna, oltre che ai Comuni, all'Ente Parco del Beigua ed alle stazioni del Corpo Forestale dello Stato). Per tutto il territorio regionale il NUMERO D'EMERGENZA SANITARIA e del SOCCORSO ALPINO è il 1.1.8

Sulle strade di campagna, anche se asfaltate, moderiamo la velocità. Spesso su di esse circolano mezzi da lavoro, pesanti e lenti, molte persone decidono di godersele a piedi, in bicicletta o a cavallo, molti, poi, sono gli animali che le attraversano. Eviteremo incidenti e danni alla fauna locale.

 

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