Un comportamento corretto, sia nei
confronti delle leggi che verso la società, giova a tutti, anche a noi.
Eviteremo, infatti, spiacevoli brutte figure, discussioni incresciose e
...possibili salassi finanziari.
Oltre a ciò lasceremo i luoghi intatti, così come li abbiamo trovati, anche per chi ci seguirà.
Vediamo insieme le principali regole comportamentali che dobbiamo rispettare quando ci apprestiamo a passare una giornata nel verde.
I mezzi
a motore, auto, moto o motorini, dobbiamo lasciarli sulla strada.
In
nessun caso possiamo transitare o parcheggiare nei prati! E' anche vietato utilizzarli per
percorrere sentieri, strade forestali, piste di esbosco, greti e sponde di corsi
d'acqua (salvo che non vi siano guadi riconosciuti), spiagge.
Perché? Perché il passaggio
del nostro mezzo a
motore danneggia la cotica erbosa spesso in maniera irreversibile. Il prato
resterà deturpato, per la gioia nostra, dei prossimi turisti o del contadino
che ha faticato per ottenere un raccolto di foraggio. Inoltre, il passaggio con
mezzi a motore su prati o lungo altri tracciati vietati, determina un'azione
erosiva del terreno su cui transitiamo. Quando pioverà questi piccoli
solchi diventeranno tanti ruscelli, destinati ad approfondirsi ed
ingrandirsi ad ogni rovescio e, in tempi anche brevi, causeranno gravi fenomeni
erosivi con conseguente inagibilità del percorso, fino a determinare piccoli
smottamenti e frane (fenomeno di ruscellamento). I tempi di ricostituzione sono purtroppo
lunghissimi.
E se non rispettiamo il divieto?
Contribuiremo a provocare quei danni di cui abbiamo appena parlato, ma rischieremo altresì
di pagare una sanzione salata: L.200.000 che diventano L.400.000 nelle aree
protette (L.R.38/92). Ricordiamo che alcune categorie di persone possono circolare
sui percorsi vietati in deroga alla legge. Sono: i mezzi di soccorso e
antincendio, gli incaricati della vigilanza ambientale, i proprietari,
affittuari, usufruttuari di terreni posti lungo il percorso e coloro che vi
accedono per motivi lavorativi accertabili.
I fuochi
per cuocere il cibo dobbiamo accenderli soltanto nelle apposite aree
attrezzate ed all'interno dei focolari ivi appositamente costruiti. Bisogna assolutamente evitare di accendere fuochi al di fuori dei casi citati e,
soprattutto, in giornate di vento o anche dopo pochi giorni di siccità. Pure dove è lecito accenderli è importante che ci accertiamo che siano
bene spenti prima di allontanarsi (magari utilizzando l'acqua) . Non si devono mai
costruire nuovi focolori "estemporanei" nemmeno nelle aree attrezzate.
Usiamo, a turno, quelli esistenti, costruiti appositamente dai gestori!
Perché? Perché, in particolar modo in
Liguria, regione ad alto rischio, potremmo essere gli
involontari autori di un incendio boschivo. Casi di questo genere sono ampiamente
documentati anche in periodi o momenti in cui, il profano, crede di
essere al riparo da ogni rischio (alcune volte piove, ma non a
sufficienza, in altri casi, solo dopo mezza giornata di vento da quando è
piovuto, è
nuovamente tutto estremamente secco...). Nessuno creda di essere al sicuro da
tale evenienza. Troppo spesso è capitato proprio a coloro i quali hanno
agito con eccessiva disinvoltura credendosi esperti e capaci di controllarne
eventuali sviluppi pericolosi.
E se non rispettiamo il divieto? Nella
migliore delle ipotesi rischieremo una sanzione di L.200.000 (L.R. 04/99 e
Reg.reg.01/99). Nella peggiore dovremo difenderci dall'accusa di incendio
colposo. E' penale e si rischiano da uno a cinque anni di reclusione (C.P.,
art.449). Oltre a ciò ci resterà
sulla coscienza un danno ambientale, che potrà anche essere molto grave.
Complimenti: in un minuto siamo riusciti a distruggere quello che la natura
aveva impiegato decenni o secoli per costruire!
I rifiuti
dobbiamo portarceli via e lasciarli negli appositi contenitori.
Perché? Il perché è semplicissimo: a
forza di abbandonare rifiuti dove non si deve, stiamo trasformando amene località in
sembianze di discariche. Si aggiunga che, oggigiorno, la maggioranza di essi è,
o scarsamente, o per nulla biodegradabile. Le nostre scatole, cartacce,
bottiglie resteranno a far bella mostra di sé per secoli. Oltre a ciò, molti
rifiuti, possono essere fonte di malattie o causa di lesioni per altre persone,
animali, o per noi stessi se vorremo ritornare nel medesimo luogo. Non seguiamo
gli esempi sbagliati altrui come tante pecore: se qualcuno è stato così
incivile da abbandonare i suoi rifiuti dove non doveva, non è una buona ragione
per aggiungervi anche i nostri! Segnaliamo invece il fatto (e l'autore, se lo si
conosce) alle Autorità affinché il sito venga bonificato.
E se non rispettiamo il divieto? Siamo dei
bei maleducati! Inoltre rischieremo da una sanzione di L.400.000 alla
denuncia penale, saremo tenuti a bonificare il sito o a sostenere le spese di
ripulitura (D.Lgs.22/97).
La raccolta
dei fiori và evitata per quelle specie per cui si è in dubbio se protette o meno. Le specie
protette vanno lasciate dove stanno e, per quelle parzialmente protette, è
importante rispettare i limiti quantitativi previsti dalla legge.
Perché? Perché una specie è protetta o
parzialmente protetta se a rischio di estinzione. Se tutti seguissero il nostro
esempio e si portassero a casa qualche esemplare, essa finirebbe di sparire.
Teniamo conto che sono quasi sempre proprio quei fiori particolarmente belli o
appariscenti che rischiano
l'estinzione per il motivo appena ricordato. E poi, dove
stanno meglio che in un prato, che è il loro habitat? Lasciamoli ammirare anche
agli altri!
E se non rispettiamo il divieto? Oltre ad
aggravare il rischio di far scomparire quella specie di fiori che abbiamo
inopinatamente raccolto, rischieremo una sanzione pecuniaria e la confisca contestuale
dei vegetali (L.R.09/84)
Stessa cosa dicasi per il taglio
o il danneggiamento di rami e di piante arboree (ad esclusione,
ovviamente, delle normali attività lavorative di taglio forestale).
Perché? Perché
tagliare rami o incidere il tronco di una pianta verde vuole dire rovinarla.
Ancor peggio è abbatterla. Se si vuole far legna per accendere un fuoco (in aree
attrezzate!) cerchiamo i rami secchi caduti per terra.
E se non rispettiamo il divieto? Se
volevamo accendere un fuoco (sempre e soltanto in aree attrezzate!) abbiamo faticato per
nulla. La legna verde non brucia! Anche se l'albero è spoglio dalle foglie per
il riposo invernale. Oltre a ciò rischieremo delle sanzioni, piuttosto salate,
per il danneggiamento della pianta. Variano in base alla specie, all'età ed al
numero di piante danneggiate, ma, si sappia, che si possono tranquillamente
raggiungere cifre oltre il milione di lire (L.R. 04/99 e
Reg.reg.01/99).
Le tabelle
,di divieto, esplicative e le
indicazioni dei diversi percorsi escursionistici vanno lasciate dove
sono e mai danneggiate.
Perché? Non ci sarebbe nemmeno molto da
dire! Ma è giusto sapere che, in nessun caso, l'assenza della tabelle di
divieto comporta l'inapplicabilità della sanzione. La legge non ammette ignoranze e i
cartelli di divieto servono solo come pro-memoria ed avvertimento. Nei restanti
casi danneggeremo pacifici escursionisti che rischieranno di perdere la
strada. Infine questo materiale costa e lo paghiamo tutti. Rovinandolo
danneggiamo anche noi stessi.
E se non rispettiamo il divieto? Oltre a
contribuire a farci aumentare le tasse rischieremo una denuncia penale per
danneggiamento (C.P.art.635) e, a seconda della tabella (Alta
Via, Divieto di Caccia, ad esempio) una sanzione variabile, ma sempre molto salata, prevista
dalla legge specifica, in forza della quale la tabella è stata posizionata.
L'Alta Via dei Monti Liguri è un tracciato che,
quasi sempre per crinali, percorre tutto il territorio Ligure, dal confine con la Francia, all'estremo ponente Imperiese, fino ai confini con la
Toscana, a Sarzana,
nell'estremo levante Spezzino. Lungo il percorso
esistono, uniformemente distribuiti, punti tappa, luoghi di ristorazione e
pernottamento, sia custoditi che incustoditi, aree attrezzate per la sosta.
L'intero percorso dell'AVML è segnalato da segnavia rossi-bianchi-rossi, con o
senza le lettere AV
nere in campo bianco, come in quello riportato all'inizio del
testo. Una legge (L.R.05/93). regolamenta l'utilizzo ed i comportamenti da
tenersi lungo il percorso e lungo i sentieri di collegamento. Semplici ed
elementari i divieti: il transito con mezzi motorizzati per motivi ludici è
vietato (esclusivamente però, in alcuni tratti opportunamente segnalati e riportati in
apposite tabelle), non è permesso abbandonare rifiuti, danneggiare tabelle ed
attrezzature, raccogliere steli fiorali di esemplari che crescono su
rupi ghiaioni pietraie e " zone umide",
sradicare e comunque danneggiare esemplari di piante
spontanee per fini diversi da quelli silvicoli o di
ricerca scientifica, asportare e distruggere i nidi distruggere le tane di
animali selvatici, distruggere il loro ambiente,
danneggiarlo o alterarlo, salvo che questo sia conseguenza
di attività agro - silvo - pastorali o altra attività autorizzata. Accendere fuochi liberi all'aperto al di fuori delle
aree appositamente attrezzate e segnalate, asportare o danneggiare rocce minerali fossili e
reperti di qualsiasi natura salvo che per motivi di ricerca scientifica, danneggiare alterare o chiudere tratti di strade e
sentieri pubblici o di uso pubblico, danneggiare o asportare la segnaletica ed i cartelli
illustrativi, danneggiare i ricoveri, i rifugi
escursionistici, le attrezzature delle aree di sosta e gli
elementi di arredo dell'itinerario. Esercitare la caccia per una distanza di 100 metri dal
tracciato dell'Alta Via, produrre rumori molesti fatta salva la utilizzazione
dei mezzi meccanici per le attività agricole.
Perché? Perché l'AVML è un tracciato di
estremo interesse turistico ed escursionistico per la bellezza dei luoghi che
attraversa. Molti di questi luoghi sono altresì delicati ecosistemi che mal
sopporterebbero l'afflusso con mezzi motorizzati, la presenza di rifiuti e
rumori molesti o altre forme di danneggiamento. E' importante che rispettiamo l'integrità
dei siti, la fauna, la flora selvatica e tutti coloro che hanno scelto di divertirsi nella
tranquillità della natura. Danneggiare un
manufatto, poi, impoverisce la nostra regione di un servizio di grande interesse
e unico nel suo genere.
E se non rispettiamo il divieto? Oltre
ad essere giustamente additati quali incivili, andremo incontro a sanzioni che
vanno dalle 100.000 lire alle 500.000 lire, salvo denuncie
penali per i danneggiamenti.
Un'interessante pubblicazione racchiude, in un cofanetto
di cartoncino, l'intera cartografia del percorso, molto dettagliata in scala
1:50.000, divisa per tavole, oltre ad un
piccolo, ma esauriente, manualetto riportante una breve recensione per ogni
tappa con tutti i punti di ristoro e pernottamento. L'opera può
essere richiesta gratuitamente a: Regione
Liguria, Ufficio Cartografico, v.le Brigate Partigiane, 16129 GENOVA. Fax 010.54.85.300.
Potete inoltre visitare il sito: http://www.parks.it/grandi.itinerari/index.html.
Troverete tutte le informazioni che
vorrete sapere sull'AVML.
Rispettiamo
gli animali selvatici.
Non sono giocattoli a nostra disposizione, ma i veri proprietari del bosco.
Perché? Perché ciascuna specie ha
abitudini proprie, spesso apparentemente bizzarre. Cercare di intervenire su
quella che a noi sembra una situazione d'emergenza rischia di ottenere risultati
opposti alle nostre intenzioni. Molte madri, sia di volatili che di mammiferi,
lasciano temporaneamente i piccoli nascosti al sicuro mentre sono in cerca di
cibo. Toccarli, o peggio, prenderli, causa una "marcatura", con i
nostri odori, della bestiola. La madre cesserà di riconoscerla e noi lo
condanneremo a morire di fame. Altre specie, apparentemente insignificanti,
possono essere fondamentali per il rispetto di importantissimi equilibri ecologici.
Si pensi ai ricci, ad alcune formiche, ai ragni, a molti rettili, solo per fare
un esempio, che contribuiscono a mantenere sotto controllo specie dannose o
pericolose e molti insetti parassiti di piante o a noi
fastidiosi.
E se non rispettiamo il divieto? Come
abbiamo visto potremo essere la causa della morte di una bestiola o distruggere
animali utilissimi. Oltre a questo rischieremo di essere perseguiti, con pesanti
sanzioni, in alcuni casi anche penali, da leggi quali la normativa sulla caccia
(L.R.29/94) o quella che protegge la fauna selvatica minore
(L.R.04/92), o che regola i comportamenti sull'Alta Via dei Monti Liguri
(L.R.05/93).
Non
asportiamo rocce,
minerali, fossili o reperti archeologici.
Perché? Perché fanno parte di un
patrimonio culturale che è di tutti. Non abbiamo il diritto di appropriarcene
negandone così il godimento a chi ha avuto la sfortuna di passare dopo di
noi.
E se non rispettiamo il divieto? Impoveriremo
il patrimonio culturale del luogo. Inoltre sono molte le leggi che tutelano i
reperti fossili, archeologici o i minerali. In molti casi, oltre a pesanti
sanzioni pecuniarie amministrative, sono previsti procedimenti penali a carico
dei trasgressori.
Rispettiamo
il lavoro degli
agricoltori.
Perché? Perché molti degli atteggiamenti
sbagliati già ricordati ed altri di cui parleremo, arrecano gravi danni a chi
vive e lavora nel bosco e nei prati. Accendere un fuoco, transitare con
mezzi a motore, lasciare immondizie in un pascolo potrà danneggiare
chi dovrà raccogliere il fieno, calpestato e bruciato, e gli animali che,
qualora ingeriscano cartacce o lamiere, potranno accusare gravi patologie.
I campi coltivati non sono campi da calcio o aree di ricreazione. E' giusto
rispettare la grande fatica che essi costano a chi li lavora.
E se non rispettiamo il divieto? Può darsi
che ne dovremo rendere conto al legittimo proprietario, che non sarà
particolarmente felice delle nostre intemperanze. Ricordiamo che, se lo riterrà
opportuno, potrà citarci in giudizio, sia penalmente, per danneggiamento, si
civilmente per la rifusione dei danni. Oltre a ciò, molti dei comportamenti
citati, sono espressamente sanzionati da leggi specifiche che abbiamo già avuto
modo di conoscere.
I
rumori molesti
lasciamoli in città!
Perché?
Perché al nostro vicino potrebbe non piacere la nostra musica a tutto volume.
E, molto più importante, nemmeno alla fauna selvatica. Potremmo, senza volere,
disturbare femmine che accudiscono cuccioli e provocarne l'abbandono.
Rispettiamo quello che è uno dei maggiori pregi del bosco: il silenzio.
E se non rispettiamo il divieto? In alcune
circostanze, oltre a causare i danni testé ricordati, potremo incorrere in sanzioni,
come nel caso di chi provoca rumori molesti lungo il percorso dell'Alta Via dei
Monti Liguri (L.100.000 L.R.05/93)
La
raccolta dei funghi và
effettuata nei luoghi e nei termini previsti dalla legge (L.R.30/85). Esistono
limiti di peso per la raccolta dei miceti, variabili a seconda della specie, che
riportiamo: "in tutto il territorio della Regione la raccolta
dei funghi spontanei e' consentita soltanto per le specie
commestibili e per una quantità giornaliera individuale nei
seguenti limiti: a) per la specie "Boletus reticulatus edulis aereus
e pinicola" (porcini) fino ad un massimo di
chilogrammi tre per persona; b) per la specie "Amanita caesarea" (ovolo)
fino ad un massimo di un chilogrammo per persona; c) per tutte le altre specie
fino ad un massimo di
chilogrammi cinque per persona esclusi i chiodini la cui
raccolta non e' soggetta a limiti. Fermi restando i
quantitativi di specie di cui al comma precedente la
quantita' di raccolta individuale non puo'
complessivamente superare il limite giornaliero di
chilogrammi cinque".(Omissis). (Art.3, L.R.30/85).
I funghi, per preservarne il micelio, che è la loro porzione sotterranea da
cui potrà rigettare la parte aerea commestibile, devono essere raccolti con una
torsione e non strappati. Altresì, se si decide di utilizzare uno strumento per
spostare fronde e fogliame, dobbiamo usare un bastone a punta singola, in maniera da non sconvolgere il sottobosco, con gravi danni per le
piante ed i funghi stessi. Da evitare assolutamente rastrelli e attrezzi affini.
Le specie velenose o non commestibili, per noi, vanno lasciate in sito integre.
Spesso sono commestibili per altre specie animali e comunque rappresentano un
patrimonio biologico da preservare.
Facciamo attenzione alla tabellazione. Potremmo trovare porzioni di territorio
dove, ai sensi della normativa sui funghi, i proprietari dei fondi abbiano
costituito dei consorzi. Alcuni di essi vendono tesserini giornalieri o annuali
con cui è possibile accedere alla raccolta dei funghi in quel specifico consorzio. Altri
riservano la raccolta ai soli soci. Le tabelle sono esposte in maniera ben
visibile e riportano chiaramente la dicitura del divieto.
E se non rispettiamo il divieto? Potremo
danneggiare il sottobosco, porre un'ipoteca sulla ricrescita dei funghi stessi,
eliminare una fonte di cibo per la fauna e microfauna selvatica, a noi inutile se
non
commestibili per l'uomo. La legge punisce
chi non rispetta i pesi, o raccoglie i funghi con modalità o attrezzature non
conformi, o, ancora, in consorzi senza averne il diritto, con sanzioni che vanno
dalle 33.333 lire alle 100.000 lire e, in quasi tutti i casi, con la confisca
amministrativa dell'intero raccolto.
Poiché ne và della nostra vita è bene raccogliere
ESCLUSIVAMENTE i funghi di cui se ne conosca con CERTEZZA la commestibilità.
Nell'incertezza è meglio lasciarli dove sono. Nel caso si sospetti
un'intossicazione da funghi è bene chiamare immediatamente il servizio
di emergenza sanitaria Tel. 1.1.8 e attenersi alle loro istruzioni!
Ed inoltre è buona norma:
Seguiamo i sentieri: eviteremo di perderci e di farci del male. Prima di iniziare delle escursioni procuriamoci tutte le informazioni necessarie per la nostra gita oltre ad una cartografia appropriata (possiamo rivolgerci alle APT o alle Comunità Montane del Giovo, del Pollupice, della Val Bormida o Ingauna, oltre che ai Comuni, all'Ente Parco del Beigua ed alle stazioni del Corpo Forestale dello Stato). Per tutto il territorio regionale il NUMERO D'EMERGENZA SANITARIA e del SOCCORSO ALPINO è il 1.1.8
Sulle strade di campagna, anche se asfaltate, moderiamo la velocità. Spesso su di esse circolano mezzi da lavoro, pesanti e lenti, molte persone decidono di godersele a piedi, in bicicletta o a cavallo, molti, poi, sono gli animali che le attraversano. Eviteremo incidenti e danni alla fauna locale.