Associazione Culturale Linee d'Arte

didattica tra scuola e musei

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Dieci anni di didattica museale

di Elisabetta Canestrini

Home > Esperienze> La nostra storia

Linee d'Arte: Un ponte tra i musei e il patrimonio storico-artistico e il mondo della scuola...

Il nostro lavoro comprende l'elaborazione di percorsi, di laboratori, di materiale didattico e in generale di strategie volte a permettere a bambini, ragazzi, ma anche adulti, di entrare in rapporto con la storia e l'arte nei modi più corretti e stimolanti.

Le metodologie adottate tengono conto delle proposte più aggiornate dei musei europei, e non solo, di un dibattito iniziato anche in Italia già dagli anni Settanta ed oggi ricco di voci e di proposte; di una letteratura purtroppo non molto vasta, che solo negli ultimi anni si sta arricchendo rispetto ai riferimenti basilari a cui guardare.

Testi di pedagogia di autori come Dewey, ad esempio, che lanciava il metodo "esperienziale" che tanto si cita oggi, testi del grande padre della didattica museale, Munari, il cui metodo è stato ed è seguito in molti musei italiani. E soprattutto racconti di esperienze sul campo, raccolti in alcuni convegni, accanto alle riflessioni di un De Bartolomeis o del bolognese Dallari.

In realtà il lavoro dell'educazione museale si apprende sul campo, e noi l'abbiamo imparato, e costruito, dopo un corso di studi teorico (facoltà di Lettere, indirizzo storico-artistico) e dopo anche un'infinità di "mestieri": dalla ricerca e studio vero e proprio all'organizzazione e curatela di mostre, dalla segreteria organizzativa di queste alla comunicazione di eventi e ancora altro.

L'aspetto pedagogico del nostro lavoro l'abbiamo studiato sui testi e dall'esperienza, quello relativo alla comunicazione anche. Tutto in ogni caso prende avvio da un amore vero per l'arte, la storia, il nostro territorio, e dalla volontà di comunicarlo, valorizzarlo, farlo conoscere ed amare.

E lungo il cammino l'amore si è esteso ai nostri "clienti": persone giovani e anziane, bambini piccolissimi e già più grandi, che ci hanno stupito ed ammaliato con la loro freschezza, intelligenza, curiosità, voglia di imparare, e di fare. Imparare e fare; un connubio che chi lavora nel campo dell'educazione sa indissolubile, soprattutto per i più piccoli. Si impara facendo, sperimentando, toccando.

E così le nostre proposte educative comprendono sempre, strettamente connessi, i due momenti, dell'osservare, comprendere ed interpretare, e del fare. Fare: per fare, bisogna avere strumenti e stimoli.

Noi alle insegnanti dei diversi ordini scolastici con cui abbiamo lavorato abbiamo cercato di fornire nuovi stimoli, nuove tecniche, nuovi strumenti. Il momento operativo, per i bambini, è importante anche in se stesso: la loro creatività è da stimolare, liberare, ampliare.

Malgrado ciò, noi abbiamo sempre tenuto a far partire il momento espressivo da un percorso di conoscenza, per radicarlo a dei pensieri, dei ragionamenti, delle ipotesi.

Non crediamo che i bambini siano tutti dei piccoli artisti; crediamo che abbiano delle possibilità cognitive, emotive, creative, da far esprimere al meglio. Per loro, non per noi e per la nostra gratificazione.

Osservare, comprendere ed interpretare: anche il momento di lavoro nel territorio, o nel museo, segue una metodologia operativa, aperta, secondo la quale il reale apprendimento avviene con l'esperienza. E esperienza significa vivere sulla propria pelle, anche a livello emotivo, ogni uscita didattica.

Le informazioni, i dati non li porgiamo mai come acquisiti e univoci: ci arriviamo con l'osservazione, il ragionamento, la discussione, le ipotesi. Questo vale anche per i ragazzi grandi, e naturalmente vale a maggior ragione per i bambini piccoli.