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Presentazione

 

 

Non c’è due senza tre : dopo Sos Contos, dopo Sas Craes, ecco Sas Limbas.

Questa pubblicazione segna la conclusione di un percorso didattico triennale di sperimentazione dell’uso della lingua sarda, resa possibile grazie ai finanziamenti erogati dalla legge regionale n. 26 del 15 ottobre 1997, recante norme per la Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua sarda.

La classe che  nell’ a.s. 2000/01 è stata coinvolta nella sperimentazione  è la III sez. E corso I.G.E.A., sapientemente guidata da Antonio Frau, docente di matematica ed informatica, promotore e artefice di questa interessante proposta didattica, iniziata con Sos Contos nell’a.s. 1998/99.

Il docente, convinto sostenitore dell’ uso della lingua sarda come strumento per veicolare idee e contenuti dei programmi scolastici, ha raccolto in Sas Limbas  buona parte delle  sue lezioni e gli appunti, che i suoi allievi diligentemente hanno riportato nei loro quaderni, appunti che rielaborati e rivisti danno corpo a questo lavoro. 

Il docente e i discenti hanno liberamente usato la lingua sarda, in alcuni casi persino apprendendola, per esprimere i contenuti culturali oggetto dei loro studi e a volte anche per  comunicare fra loro all’interno della classe.

I   giovani protagonisti  hanno trovato assolutamente naturale il fatto che la lingua, considerata fino a qualche giorno prima un dialetto, potesse invece avere la potenzialità espressiva di una lingua completa, ricca e complessa.    

I contenuti del lavoro sono quelli previsti dai programmi ministeriali : teoria degli insiemi, geometria analitica, teoria delle equazioni. Il linguaggio di programmazione usato sia per lo studio della matematica sia per la comparazione tra una lingua naturale e un linguaggio artificiale è estremamente semplice ed elementare;   si è badato, difatti, più ai contenuti di carattere matematico e linguistico che alle elucubrazioni semantiche.

La pubblicazione, infine, è corredata da fotografie risalenti ai primi decenni del novecento e ritraggono uomini in divisa ai tempi della Grande Guerra.

E’ questo un prezioso lavoro di documentazione fotografica fatto dagli alunni, che hanno rovistato nei vecchi album di famiglia, spesso abbandonati, coperti dalla polvere del tempo, nelle soffitte o nei bauli, e hanno trovato foto di bisnonni, nonni o parenti che vissero quella drammatica esperienza.

Alcune di queste foto ritraggono soldati  appartenenti alla gloriosa  Brigata “Sassari”, composta, fin dalla sua costituzione agli inizi del 1915, quasi esclusivamente da sardi,

che si distinsero per i tantissimi atti di eroismo. Fra i tanti, mi piace ricordare, per aver conosciuto personalmente il protagonista, quello compiuto dal generale thiesino

Giuseppe Musinu. Il battaglione, posto sotto il suo comando, che costituiva la retroguardia, fu l’ultimo dell’ intero Esercito ad attraversare il ponte Priula sul Piave, inquadrato e al passo, quasi irridendo il nemico che incalzava.

Allora come oggi la Brigata Sassari, ora impegnata all’estero in operazioni umanitarie,

è composta quasi esclusivamente da sardi  e, come allora, ancora oggi continua ad

essere testimone di una cultura, di una storia, di una tradizione e di una identità di un popolo tenacemente legato alle radici della sua terra : la Sardegna.

Quindi, quale omaggio alla “ sardità” , chiudo questa presentazione col motto dei “Sassarini” :   Sa vida pro sa patria.

 

 

Ottobre 2001                                                                Raffaele Franzese