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 Foto n.5        

Gente di Macomer

 Un notevole interesse per studiosi veri e per storici dilettanti č stato negli ultimi tempi quello di interrogarsi sulle origini del nome Macomer e su quale potrebbe essere stato il sito del primo insediamento urbano della cittadina del Marghine. Date per scontate le origini nuragiche dei primi insediamenti, (nel territorio esiste una altissima concentrazione di nuraghi, di dolmens, di tombe di giganti, e viene segnalata anche la presenza di qualche fonte nuragica), rimane ancora controversa la questione di attribuire con certezza l’ubicazione del sito nel quale sorgesse il primo centro abitato. Cittą certamente importante, visto che venne citata dal grande geografo e matematico alessandrino Tolomeo col nome di Macomisa. Localizzazione che da pił parti viene ormai attribuita alla cittą che sorse sul promontorio prospiciente l’attuale Macomer aldilą del Rio S’Adde, detto di Pedra Oddetta sul versante dove sorge il nuraghe di Santa Barbara. Lo studioso e ricercatore macomerese Giovanni Cucca ne č certo. Quella cittą, della quale rimangono tuttora visibili le possenti fortificazioni, danneggiate in parte quando venne costruita la ferrovia delle complementari, fu edificata dai sardo punici per effettuare il controllo dell’unico passo che consentiva il transito di persone, bestiame e mercanzie dall’altopiano basaltico di Abbasanta verso l’altipiano di Campeda attraversando la catena montuosa del Marghine. A quella cittą Tolomeo si riferiva parlando di Macomisa, un nome punico che significa il sito dell’uscita, nel senso di ‘luogo da cui si esce da questa valle’. La cittą conobbe il suo massimo splendore sotto il dominio cartaginese, gli eventi storici legati alla sconfitta di Cartagine portarono alla decadenza e infine all’abbandono dell’insediamento. Ma i suoi abitanti non si allontanarono di molto, ed riedificarono la cittą sull’altro versante della vallata del Rio S’Adde, lą dove oggi sorge il cimitero e il quartiere di Padru e’ Lampadas, e la chiamarono col nome di Maqomhar, che secondo lo storico e docente universitario Ferruccio Barreca sarebbe anch’esso un nome punico che significa luogo del monte. L’orografia dei posti non puņ che confermare questa interpretazione. Ma la questione non appare del tutto risolta. Altri studiosi infatti fanno risalire il nome Macomer ai Montes Insani, il complesso di catene montuose di cui fa parte anche il Marghine, e che tanto spaventava i naviganti romani che raggiungevano da est la Sardegna, trovandosi tutto d’un tratto in mezzo a fortunali improvvisi e non previsti, provenienti appunto da quelle catene montuose. Montes Maccos, un adattamento dei nomi preesistenti alle caratteristiche dei luoghi. Altri studiosi ancora rifacendosi al nome del paese della Planaria Magomadas, dal fenicio Maqom Hadash, e che significa luogo alto, reinterpretano Macomer come Maqom El,altri nomi fenici che significano luogo di Dio. La presenza a Macomer del complesso nuragico di Tamuli, un luogo sacro e certamente cultuale, rafforza questa tesi. Altri toponimi sardi contengono la radice fenicia di questo nome, Si pensi a Tumoele, una vasta campagna tra Austis e il fiume Tirso e che ha lo stesso significato di Tamuli. Dalle antiche denominazioni possiamo quindi dedurre che l’attuale Macomer si situa in un luogo certamente importante e caro agli dei.