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Foto n.6

Giovani di Macomer in camicia nera.

Successivamente alla realizzazione dell’asse stradale Cagliari-Sassari si pensò di collegare il sud della Sardegna al nord con una ferrovia. I lavori della strada ferrata iniziarono nel 1864 e si provvide a collegare Cagliari con Oristano, e Ozieri con Porto Torres. La tratta intermedia che includeva Macomer venne realizzata a partire dal 1875, e i lavori vennero diretti dall’ingegnere inglese Benjamin Piercy nel tratto da Abbasanta a Ozieri. Nel 1880 la strada ferrata era ultimata e operativa. L’importante opera fu accompagnata da aspre polemiche, e nel corso della sua realizzazione due fazioni si opposero con rispettivi sponsorizzatori politici: i tirsisti che volevano che da Oristano la ferrovia prendesse la direzione Tirso-Nuoro e i macomeristi partigiani dell’attraversamento del centro del Marghine. La spuntarono questi ultimi, più per un ragionamento di risparmio sulle spese di realizzazione che per un ragionamento di pubblica utilità. Ma come ricorda Gino Kalby nel suo volume Macopsisa i macomeresi ebbero ben presto a pentirsene: in un esposto inviato al Ministro dei Lavori Pubblici a Roma, il Sindaco Sequi scriveva: La Società Reale delle Ferrovie Sarde, nei suoi lavori commise tante ingiustizie a danno dei proprietari, contro le quali invano gli offesi hanno reclamato. Certo è che le scelte effettuate dagli amministratori comunali in quel periodo vennero ben presto ripensate, e ci si accorse, tardi, dei gravi errori che essi commisero. Essi vollero quel tracciato ferroviario che da subito costituì una trincea invalicabile costringendo la città entro l’argine naturale della vallata del Rio S’Adde e dentro quella artificiale della strada ferrata che impedì di fatto lo sviluppo urbano per quasi un secolo. Ma tanto era l’entusiasmo in quegli anni per l’importante opera che gli stessi amministratori, volendo la stazione in località Padru ‘e Lampadas concessero gratis i terreni alla Società Reale. Oggi quelle aree, regalate alle Ferrovie e i cui legittimi proprietari erano tutti i cittadini di Macomer, vengono inserite nel Piano Urbanistico Comunale nelle Zone Omogenee G2: L’area dell’ex parco FS, inutilizzato e che verrà dimesso per usi diversi, dovrà essere unitamente al parco FdS oggetto di PP di iniziativa pubblica o privata con concertazione tra l’ente ferroviario, l’amministrazione comunale ed eventuali operatori privati interessati alla conversione delle aree da dimettere. Le destinazioni d’uso ammesse sono quelle direzionali, commerciali e residenziali, nelle quote stabilite dalle norme generali di zona che definiscono inoltre i parametri urbanistici ed edilizi:

 

Subzona G2: ex “parco FS” e “parco FdS”:

superficie territoriale        mq 134.397

volume esistente                mc  93.459

volume ammissibile             

direzionale commerciale        mc 120.957

residenziale                    mc  40.319

pubblico                        mc  13.440

abitanti (insediabili)          n.      403

strumento attuativo: piano particolareggiato con accordo di programma.

 

Una volta ultimata la tratta ferroviaria Cagliari-Sassari occorreva provvedere alla realizzazione dell’asse ferroviario trasversale, passando ancora per Macomer. Citiamo ancora Gino Kalby: “Le polemiche ferroviarie ripresero dopo qualche anno perché si rendeva sempre più necessario servire le zone interne che erano rimaste senza collegamenti. Fu progettata una linea secondaria, che nella zona della Sardegna centrale doveva essere la trasversale Bosa-Macomer-Nuoro-Orosei, e che fu completata negli ultimi anni del secolo. Purtroppo si decise di costruirla a scartamento ridotto, e cioè con una minore luce dei binari, con gravi ripercussioni nella gestione, sia per la necessità dei trasbordi delle merci, sia per la impossibilità di usare lo stesso materiale rotabile dello Stato”.

Oggi le Ferrovie della Sardegna, ex complementari, vivono una situazione di grave crisi, né migliore sembra lo stato di salute delle F.S spa.