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Foto n.9

Processione per Sant’Antonio di Padova.

 

I macomeresi sono da lunghissimo tempo molto devoti del santo francescano. Ma la loro devozione è ugualmente grande anche per San Pantaleo e San Marco, che pure rivestono una rilevante importanza nelle manifestazioni della religiosità popolare. A San Pantaleone è dedicata la parrocchia primaziale e quindi egli è il patrono della città, e per San Marco si mobilitavano i pastori, i contadini e le massaie e venivano offerti al santo evangelista in modo simbolico i prodotti della terra e della pastorizia, sas coccois de Santu Marcu e sas fruttas de casizzolu, portandoli nella processione in onore del Santo. A Sant’Antonio di Padova, su santu de sas treghi grazias, è invece intitolata una cappella nella chiesa di San Pantaleo, e a lui è consacrata una chiesa campestre sul monte omonimo. Ogni anno nel mese di giugno si tenevano in paese le tredicine in cui oltre a pregare il santo, si facevano voti per ottenere grazie o ci si preparava a scioglierne altri per grazia ricevuta. Ed era uno stuolo di bambini vestiti col saio francescano a rivelare la potente intercessione del santo attraverso la quale avevano superato, durante l’inverno appena trascorso, una grave malattia, e i fedeli si organizzavano per scortare il santo fino al monte e sostarvi tre giorni per continuare ad implorarlo e cantarne le lodi, che facevano intravedere, in una società in cui la socialità era il fatto pubblico e culturale più rilevante, il bisogno di una intercessione soprannaturale per la risoluzione di un grave problema. E si andava al monte a piedi, con scorte di viveri per tre giorni per se stessi e per quanti volessero ricevere l’ospitalità della gente devota, resa ancora più sacra dal luogo santo. E poi si riaccompagnava il Santo dal monte al paese, una processione lunga e impegnativa alla quale partecipavano tutti i fedeli, cantando a squarciagola Antoni de Padua Santu siedas nostru avvocadu. E in un periodo in cui la giustizia per la povera gente era cosa sconosciuta o del tutto eccezionale, l’invocazione assumeva una grande importanza dal punto di vista religioso, e raccomandava al santo taumaturgo anche le sorti di vicende più terrene.

Seraficu sole incarnadu                                                                                    De tottu su mundu ispantu                                                                       Antoni de Padua Santu                                                                             Siedas nostru avvocadu.

In prodigios e signales

Inter santos su pius raru

Ses consolu e ses amparu

De sos miseros mortales

Rimediu de tottu sos males

Si benis solu giamadu.

  

Sos pisches de sa marina

Bessian pro t’iscultare

Pro t’inder preigare

Sa cattolica dottrina

Cun tantas grazias divinas

Chi Deus a tie hat dadu.

 

Zegos e surdos curasti

Paralitticos lebbrosos

Sos maòes perigulosos

Ses tue chi los sanesti

Protettore ti fattesti

De ogni disamparadu.

  

Sempre chi a tie invocamus

Cun sincera cunfidanza

Su favore nos accana

In su chi nezessitamus

E finalmente ottenzamus

Pro te su regnu bramadu.