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Euclide

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Un uomo non è mai calvo, sosteneva Euclide di Megara.

Infatti, a) un uomo con 10.000 capelli in testa non è certamente calvo, e b) se ne perdesse 1 non per questo sarebbe una tragedia né certamente diventerebbe calvo. Si assume cioè che p(10.000), non essere calvo con 10000 capelli in testa, sia vera, e che p(n)->p(n-1), non diventare calvo per il semplice fatto di perdere un capello, sia anch’essa vera. L’esperienza però mostra che la calvizie affligge milioni di persone. Come prima si deve accettare l’esistenza di un numero magico n tale per cui p(n)->p(n-1) e p(n)->-p(n-1) siano entrambe vere contemporaneamente, contro ogni logica e contro le premesse. Se leggendo a ritroso il libro, come consiglia Su Manualeddu, si dovesse, si fosse costretti a individuare il capitolo che ha innescato il nostro interesse per esso, cioè quel capitolo a partire dal quale il nostro interesse, leggendo a ritroso, ora dovesse smorzarsi e svanire, saremmo impossibilitati a farlo: semplicemente esso non esisterebbe e rileggeremmo Sos Contos all’infinito sempre accompagnati da un inesplicabile interesse per loro. Tutto ciò naturalmente non è vero: avremo comunque modo di riporli da qualche parte sconfitti dalla noia e dalla loro pretenziosità.

Comunque stiano le cose, il problema esiste e non dipende certamente dall’aggettivo interessante. Sembra piuttosto che le difficoltà derivino dal concetto di verità e da una debolezza intrinseca nella matematica, anche se l’aggettivo interessante è stato usato da un altro logico e matematico, Berry, per evidenziare che un’altra trappola linguistica può ben mettere in crisi convinzioni consolidate, quali quella di poter sempre essere capaci di catalogare e classificare gli oggetti pur ben conoscendone le caratteristiche. Secondo Berry non possono esistere numeri non interessanti: uno è interessante perché è il primo numero naturale, due perché è il primo numero pari, tre perché è il primo numero primo dispari non banale, quattro perché è l’unico numero per il quale si ha contemporaneamente 2+2=2*2=2^2 e così via. Si pensi di aver infine incontrato un numero n talmente anonimo, banale, da non evidenziare peculiari caratteristiche e tale da farlo divenire il primo numero non interessante. Questa stessa definizione di n lo renderebbe interessantissimo, e scatenerebbe la ricerca dei matematici per evidenziarne altre proprietà di non interessanza: n così definito non può non essere un numero interessante. Anche ai capitoli de Sos Contos può essere applicato il paradosso di Berry per definire a priori che essi sono necessariamente tutti interessanti.

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